8 settembre '16 - giovedì 8th September / Thursday visione post - 20 (da 'La Lettura - Corriere della Sera' - 19 giugno '16 - di Corinna De Cesare) L'economista dei giovani: la generazione della sfiducia A 19 anni era laureata in Economia e Filosofia, a 23 era a Mosca come consulente economico per i piani di riforma del governo russo per conto del Fondo monetario. Vent'anni dopo Bono no Vox, leader degli U2, ne tesseva le lodi pubblicamente parlandone come - della vera artefice della sua famosa campagna di raccolta fondi contro l'Aids. Cercare su Google il nome di Noorena Hertz, economista britannica oggi quarantottenne, si- gnifica fare lo slalom tra politica, rock, scienza della finanza e la cosiddetta"Generazione K". "The Observer" l'ha citata in passato come una delle più importanti giovani pensatrici del mondo. Lei non ci ha dato troppo peso, soprattutto ai tempi in cui lavorava in Russia. "Ero concentrata sul lavoro e volevo dimostrare a tutti i costi le mie abilità - racconta a 'La Lettu- ra'- ma non potrò mai dimenticare le facce sotto choc al meeting di fronte al viso di una ra- gazzina bionda". - Con il tempo, spiega, ci ha fatto l'abitudine. Anche oggi che è professore onorario al Center for th Study of Decision-Making dell'University College London e fa or- mai parte di quella categoria che il saggio The Superiority of Economists di Marion Fourca- de, Etienne Ollion e Yann Algan ha provocatoriamente definito piena di gente "presuntuosa, arrogante e onnipresente". "Se è stata dura farmi largo tra gli economisti? Lo è stato - ri- sponde - come in qualsiasi altro settore in cui le donne sono una minoranza. Ma ho avuto la fortuna di incontrare persone che hanno creduto in me e mi hanno dato tutto il supporto di cui avevo bisogno. Credo che questo per le donne sia davvero fondamentale". Dal problema del debito pubblico, a cui ha dedicato parte della sua attività di ricerca (Un pianeta in debito, Ponte alle Grazie, 2005) , Noreena Hertz è passata a occuparsi di recente di un tema da cui i suoi colleghi si tengono, nella stragrande maggioranza dei casi, alla lar- ga: i giovani. - "Eppure - ci spiega in un hotel di Milano - saranno determinanti per il no- stro futuro economico. Barack Obama è arrivato alla Casa Bianca anche grazie al loro sup- porto. i giovani per ora sono visti solo come consumatori importanti per le multinazionali, ma nei prossimi cinque anni saranno i protagonisti del mondo del lavoro e nei prossimi 10 o 15 arriveranno a coprire posizioni di leadership anche nella politica". La "Generazione K" è stato il tema di cui Hertz ha discusso alle Officine del Volo di Mila- no, ospite della società di consulenza Beyond International nell'ambito del networPower on New Culture" di Luisa Bagnoli. "Generazione K" come Katniss Everdeen, la protagonista della trilogia scritta da Suzanne Collins ed eroina di Hunger Games che, nonostante le diffi- coltà, ottiene il controllo sulla propria vita e il suo destino. Esattamente come cercano di fa- re i ragazzi di oggi dai 14 ai 20 anni, a cui Hertz ha voluto dedicare la sua ultima analisi pubblicata anche sul "Guardian" e sul "New York Times". "Questa è la generazione che ha raggiunto la maggiore età con l'iPhone e Facebook - ed è cresciuta contemporaneamen- te insieme all'estremismo islamico e all'incubo-austerità". Con la crisi economica che ha creato non pochi timori per il futuro. Un mondo "diseguale, violento e duro, che presenta somiglianze inquietanti con il panorama dispotico che si trova nel distretto 12 di Hunger Games. Come dimostrano i risultati di questa ricerca realizzata con Survey Monkey su ol- tre mille adolescenti americani e britannici. Purtroppo le ansie di questi ragazzi sono or- mai oltre quelle tipiche degli adolescenti". Il 75% si dice preoccupato per il terrorismo, il 66% teme più di tutto il cambiamento climatico, il 50% ha paura dell'Iran. L'86% è preoc- cupato dall'idea di non trovare un posto di lavoro e il 77% teme che dovrà ricorrere ai de- biti fin da subito. Timori di cui i governi sembrano non accorgersi. "Qualsiasi politico che ha a cuore il futuro del proprio Paese e non solo il tornaconto elettorale dovrebbe occupar- si dei ragazzi - aggiunge Hertz - perchè è fin troppo facile attirare consenso elettorale occu- pandosi delle vecchie generazioni, ma è una visione miope". E che non porta ad aumentare la fiducia dei giovani nelle istituzioni. "I ragazzi con talento hanno solo bisogno di un'oc- casione per mostrarlo", ha detto di recente Obama, che ha anche promesso di volersi impe- gnare nel mentoring, una volta lasciata la Casa Bianca. "Nel frattempo oggi solo un giova- ne su dieci pensa che il proprio governo faccia la cosa giusta, cioè la metà della percentuale del Millennial anziani. E anche se la ricerca è stata realizzata su un campione americano e britannico, non credo che le cose siano molto diverse negli altri Paesi. Sono numeri che han- no grandi implicazioni per il futuro della politica". Perchè la sfiducia nelle istituzioni tradi- zionali, spiega l'esperta, finisce poi per tracimare in una sfiducia generalizzata anche verso i costumi tradizionali. Come il matrimonio e la famiglia. Secondo l'analisi ben il 30% del- le ragazze adolescenti sono infatti dubbiose sulle nozza o non vuole sposarsi. E il 35% sono sicure di non fare figli. "Una decisione che arriva dalla consapevolezza che le donne non possono avere tutto" aggiunge Hertz. Una frase che riporta al 2012, quando Anne-Marie Slaughter, professoressa di Scienze politiche a Princeton e prima donna a dirigere il policy planning del dipartimento di Stato americano, ha mollato l'incarico a Washington ed è tor- nata a occuparsi della famiglia pubblicando uno storico saggio intitolato Perchè le donne non possono avere tutto. Un nodo antico, ma che persino tra le giovani di oggi continua a essere del tutto irrisolto. Continua... to be continued...