8 febbraio '14 - sabato 8th February ( Saturday visione post - 11 (da 'la Repubblica' - 7 novembre '13 / Anais Ginori . Parigi) STROMAE, IL BELGA COL CUORE AFRO che piace più dei Daft Punk "Siamo un popolo capace di farci beffa di tutto, anche dei nostri difetti". Era da tempo che non appariva un artista in grado di interpretare la !belgitude", quello strano sentimento, tra delirante scherno e struggente malinconia , da Magritte a Tintin, che da sempre caratterizza gli abitanti del "plat pays". Non a caso, Paul Van Haver, in arte Stromae, è stato paragonato a Jacques Brel. "Lo considero un complimento anche se forse immeritato" commenta il cantautore, ventotto anni, fenomeno musicale del momento non solo dalle parti di Bruxelles. Il suo ultimo album, Racine Carrè (ora in uscita in Italia), è da mesi in testa alle classifiche di molti paesi europei. In Francia ha già polverizzato il record dei Daft Punk. Madre belga e padre ruandese, Stromae ha iniziato con il rap ma nelle ultime hit Formidable e Papaoutai mischia elec- trodance con percussioni africane e melodie più romantiche. Le sue "lezioni" su YouTube, piccoli sketch comici in cui racconta l'idea delle sue canzoni, xo- no diventate un culto (Stromae è l'anagramma di maestro), così come una ri- cerca stilistica sull'abbigliamento, le scenografie dei suoi video.
A. Ginori - 'Per il video di Formidable ha cantato in strada a Bruxelles, fingendosi ubriaco tra i passanti. Com'è nata l'idea?'. Stromae - Una volta sono stato avvicinato da un senzatetto che mi ha detto: "Ti senti così bello?". La sua domanda mi ha scosso profondamente. Volevo cogliere lo sfasamento tra le vite che s'incrociano nelle nostre città. La reazione delle per- sone è stata umana, dall'indifferenza alla solidarietà. La canzone cerca di resti- tuire lo smarrimento di un uomo alla deriva. A. Ginori - 'Il senso di solitudine si ritrova anche in Papaoutai, un bambino che cerca il suo papà: è un'allusione alla perdita di suo padre, morto durante il geno- cidio in Ruanda?' Stromae - Ci ho lavorato molto perchè non volevo fare una canzone biografica ma universale. Via via ho eliminato i toni più adolescenziali evitando di con- centrarmi sull'assenza della figura paterna. Alla fine, è una riflessione sulle ra- dici. Credo che ci sia anche una punta di dolcezza e perdono". A. Ginori - 'Rispetto al precedente album, Cheese, perchè ha deciso di esplorare anche ritmi africani?'. Stromae - Ho ripreso rumba, salsa e percussioni che sentivo da piccolo nelle feste dei miei parenti ruandesi. All'epoca non mi piacevano, ma con il tempo ne ho risco- perto una certa magia. Forse è la maturità che mi permette una nuova distanza con le mie origini. Mi pare anche una forma di onestà con me stesso".
A. Ginori - 'Lei canta l'amore per il Belgio, nazione inafferrabile e da tempo in crisi di identità. Una delle canzoni si chiama Moules et Frites, il piatto naziona- le'. Stromae - Purtroppo si parla di questo Paese solo in chiave negativa. Credo sia un problema anche dell'Italia. Sono stato da poco a Roma e ho scoperto i vostri centri sociali, così ricchi culturalmente. Il Belgio è il mio paese nono- stante ci siano molti problemi politici che ne oscurano la bellezza. A. Ginori - 'Allude al conflitto tra valloni e fiamminghi?'. Stromae - La rivendicazione separatista riguarda piccoli gruppi. La maggio- ranza dei belgi ama questa nazione un pò sgangherata. E' vero che non siamo patriottici . In compenso abbiamo una sana follia. Sappiamo di poter fare co- se fantastiche ma anche strampalate. e di questo andiamo fieri". A. Ginori - 'Che cosa l'ha ispirata dei cantautori del passato come Brel?' Stromae - Ho imparato molto non solo da lui, ma da un'intera generazione di cantautori che hanno costruito alcuni codici musicali e uno stile in scena. Co- me Breil ho l'abitudine di interpretare le canzoni con un gioco di ruoli che è, davvero, molto tipico di questo paese".