5 luglio '18 - giovedì 5th July / Thursday visione post - 18
Fine della Seconda guerra mondiale. Una guerra che ha lasciato sul terreno, come tutte le
guerre, morti, fame, disperazione. Ma la fine di tutto ciò porta anche una speranza: di ri-
cominciare, di ricostruire, e insomma di uscire dall'incubo e dalla tragedia che la guerra
porta con sè. Dalla speranza alla concretezza della ricostruzione morale e materiale, si sa,
il passo non è breve. Ci vuole tempo e tenacia. Ma alla fine le nazioni europee più colpite,
Francia, Italia, Spagna e la stessa Germania ce la fanno. Risorgono dai lutti e dai lunghi
anni di sofferenze morali, fisiche e materiali. Un bel pezzo d'Europa rinasce dalle macerie
e agli inizi degli anni Cinquanta va verso un futuro senza più guerre, senza più grossi con-
trasti. Anzi, dagli anni Sessanta il boom economico esplode in mezza Europa, soprattutto
in quelle nazioni che avevano patito i drammi dei contrasti bellici, seguiti alla presa del
potere di Hitler e del nazionalsocialismo, poi sfociato nella fanatica ideologia nazista di
razza ariana con il progetto dell'eliminazione del popolo ebraico.
CONTINUA...
to be continued...
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giovedì 5 luglio 2018
La STORIA - reportage / I profughi - A Bani Walid (Libia) tra gli angeli
5 luglio '18 - giovedì 5th July / Thursday visione post - 11
(da la Repubblica - 23 giugno '18 - Primo Piano / Vincenzo Nigro, a Bani Walid)
Tra gli angeli di Bani Walid
"Aiutiamo chi è sfuggito all'inferno"
"Abbiamo iniziato a raccoglierli un anno e mezzo fa: i primi due li abbiamo trovati nella
discarica di spazzatura, i trafficanti li avevano gettati lì di notte. Erano stati torturati pe-
santemente, a uno avevano rotto le gambe. Non sapevamo cosa fare, abbiamo avuto pau-
ra a portarli in ospedale perchè temevamo di essere scambiati noi per trafficanti. Li ab-
biamo curati alla meglio, ma poi abbiamo dovuto chiamare i medici. Uno è morto, ma
l'altro lo abbiamo salvato. E da allora non ci siamo fermati".
Questa è Bani Walid, la capitale dei migranti a Sud di Tripoli, lo snodo, la piattaforma dove
i trafficanti parcheggiano in decine di case prigione i migranti che poi trasferiscono verso le
spiagge da cui (forse) partiranno: Tripoli, Misurata, Homs, Garabulli Sabrata. Chi parla è
il professor Hosin Mohammed, ha una storia che da sola vale un libro: è un ex gheddafiano,
hs studiato ad Atlanta, ha insegnato inglese a Bani Walid e poi a Tripoli ha lavorato per la
"Fondazione Libro Verde", la "bibbia" di Gheddafi. Dopo la rivoluzione è stato due volte
in carcere, da quando l'hanno liberato vive in questa città.
Arrivare a Bani Walid non è facile: a 180 chilometri a sud di Tripoli, sulla strada che porta
alla capitale del Fezzan Sebha, questo è un altro mondo. All'ingresso della città i monumen-
ti hanno ancora la bandiera verde gheddafiana. Bani Walid e Tarhuna erano città che offri-
vano soldati fedeli e leali a Gheddafi. Dopo la rivoluzione i gheddafiani provarono a ribel-
larsi, sequestrarono dei giovani di Misurata, sembra ci fosse uno di quelli accusati di aver ucciso il colonnello. Arrivò l'esercito di Misurata, devastò la città, diede una lezione di vio-
lenza ai gheddafiani e se ne tornò indietro. Da allora la città è difesa da una milizia mante-
nuta debole, per cui i trafficanti (che girano con kalashnikov ed Rpg) sono i padroni della
notte e delle campagne.
"Da quei primi due non ci siamo più fermati: tutti i malati, i feriti, i torturati che veniva-
no scaricati dai trafficanti li abbiamo curati, prima in una casa, poi in queste due, le ab-
biamo battezzate "Albeit Alamen", le case sicure. Oggi tutti sanno che curiamo i migran-
ti, le case sono aperte, ma nessuno entra, anzi chi può ci aiuta a curarli, farli mangiare, a
sopravvivere". Da Misurata ogni settimana arrivano un medico e un infermiere di Medi-
ci Senza Frontiere. Msf ha contattato anche un medico locale, che viene a lavorare in un
piccolo ambulatorio nella casa. Yusuf Demba Sankhanou viene dal Senegal, è partito nel
2016 e da allora ha provato disperatamente a entrare in Italia: "Sono passato dal Mali,
da Bamako e poi Gao. Sono entrato in Algeria, ho lavorato con una compagnia cinese, in
un campo militare. Poi sono passato in Libia, ho pagato 1200 dollari, uno dei trafficanti è
un senegalese che se li è fatti mandare dalla mia famiglia con un money transfer in Sene-
gal. Fanno così - spiega Yusuf - I soldi li fanno mandare ai loro complici che poi pagano i
complici in Libia. A Tripoli prima ho aspettato di partire da Garabulli, poi da Tajura.
Quando dovevamo partire il secondo gommone è esploso, lo avevano gonfiato troppo e si
è rotto. E' stato un caos, sono arrivati i poliziotti, hanno sparato, mi hanno messo in pri-
gione. Ci hanno mandato al Sud a Sebha, sono stato torturato e sono tornato qui, mi ave-
vano quasi ucciso. Adesso voglio solo una cosa: voglio tornare in Senegal".
Friday Goodstime è nigeriano, 21 anni: a Sebha i trafficanti gli hanno spezzato le gambe
a colpi di bastone di ferro mentre telefonava alla famiglia per farlo gridare mentre chie-
deva i soldi: "Mi hanno caricato comunque su un camion, con altri che erano stati tortu-
rati e mi hanno scaricato qui. Mi sto riprendendo. Voglio tornare in Nigeria".
Anche Mohammed Kondi, 27 anni, per arrivare dalla Guinea Conakry in Libia è passa-
to dal Mali e dall'Algeria: "In Algeria ho lavorato per i turchi, costruivano case a Blida.
Poi ho trovato i soldi e sono passato in Libia: il giorno dopo esser entrato sono stato ar-
restato una prima volta. Ho pagato per uscire, e ce l'ho fatta. Ho provato a partire per
l'Italia due volte, mi hanno ripreso e messo in carcere. Siamo fuggiti con quattro suda-
nesi, ma ci hanno sparato addosso, mi hanno colpito di striscio alla spalla, per fortuna
non mi hanno fratturato l'osso. Ora voglio solo tornare in Guinea". Dentro una stan-
za c'è il caso peggiore, una donna eritrea abbandonata su un materasso, i trafficanti
per trasportarla l'hanno legata come un capretto, poi l'hanno gettata dal camion. Non
è chiaro se abbia il bacino fratturato o cosa altro, ma qui non ci sono i raggi X, i medi-
ci di Msf stanno organizzando qualcosa in una Libia in cui del quasi non ci sono gli ospe-
dali. - Il professore Hosin si aggira come un padre, un fratello premuroso. Cura gli
altri per curare il suo dolore: "Vedo questo paese distrutto, non guardo al passato ma
penso al futuro miserabile che abbiamo davanti. Beni Walid è stata cancellata dal go-
verno di Tripoli, non ci mandano aiuti, non ci mandano polizia. I trafficanti di notte
sono pericolosi, ci sono zone in cui nessuno ha il coraggio di avventurarsi.
Bani Walid in Libia passa come la città dei trafficanti, un luogo dove c'è anche un
"mercato" degli schiavi. "Non c'è mercato, perchè con la violenza a questi uomini
possono far fare tutto. E tutta Bani Walid ci aiuta, perchè noi non sopportiamo que-
sto marchio di infamia e perchè la nostra anima, la nostra religione sacrosanta ci
impone di aiutare questi disperati. L'Europa deve fermare questo traffico, deve fer-
marlo in Africa, deve aiutare noi qui in Libia ma poi dovete scendere giù e spiegare
a tutti che questo viaggio è un massacro, una follia". Dalla "casa sicura" del pro-
fessore Hosin chi sopravvive vuole una cosa soltanto: tornare a casa, in quell'Africa
che non capisce che questo è l'inferno.
Lucianone
(da la Repubblica - 23 giugno '18 - Primo Piano / Vincenzo Nigro, a Bani Walid)
Tra gli angeli di Bani Walid
"Aiutiamo chi è sfuggito all'inferno"
"Abbiamo iniziato a raccoglierli un anno e mezzo fa: i primi due li abbiamo trovati nella
discarica di spazzatura, i trafficanti li avevano gettati lì di notte. Erano stati torturati pe-
santemente, a uno avevano rotto le gambe. Non sapevamo cosa fare, abbiamo avuto pau-
ra a portarli in ospedale perchè temevamo di essere scambiati noi per trafficanti. Li ab-
biamo curati alla meglio, ma poi abbiamo dovuto chiamare i medici. Uno è morto, ma
l'altro lo abbiamo salvato. E da allora non ci siamo fermati".
Questa è Bani Walid, la capitale dei migranti a Sud di Tripoli, lo snodo, la piattaforma dove
i trafficanti parcheggiano in decine di case prigione i migranti che poi trasferiscono verso le
spiagge da cui (forse) partiranno: Tripoli, Misurata, Homs, Garabulli Sabrata. Chi parla è
il professor Hosin Mohammed, ha una storia che da sola vale un libro: è un ex gheddafiano,
hs studiato ad Atlanta, ha insegnato inglese a Bani Walid e poi a Tripoli ha lavorato per la
"Fondazione Libro Verde", la "bibbia" di Gheddafi. Dopo la rivoluzione è stato due volte
in carcere, da quando l'hanno liberato vive in questa città.
Arrivare a Bani Walid non è facile: a 180 chilometri a sud di Tripoli, sulla strada che porta
alla capitale del Fezzan Sebha, questo è un altro mondo. All'ingresso della città i monumen-
ti hanno ancora la bandiera verde gheddafiana. Bani Walid e Tarhuna erano città che offri-
vano soldati fedeli e leali a Gheddafi. Dopo la rivoluzione i gheddafiani provarono a ribel-
larsi, sequestrarono dei giovani di Misurata, sembra ci fosse uno di quelli accusati di aver ucciso il colonnello. Arrivò l'esercito di Misurata, devastò la città, diede una lezione di vio-
lenza ai gheddafiani e se ne tornò indietro. Da allora la città è difesa da una milizia mante-
nuta debole, per cui i trafficanti (che girano con kalashnikov ed Rpg) sono i padroni della
notte e delle campagne.
"Da quei primi due non ci siamo più fermati: tutti i malati, i feriti, i torturati che veniva-
no scaricati dai trafficanti li abbiamo curati, prima in una casa, poi in queste due, le ab-
biamo battezzate "Albeit Alamen", le case sicure. Oggi tutti sanno che curiamo i migran-
ti, le case sono aperte, ma nessuno entra, anzi chi può ci aiuta a curarli, farli mangiare, a
sopravvivere". Da Misurata ogni settimana arrivano un medico e un infermiere di Medi-
ci Senza Frontiere. Msf ha contattato anche un medico locale, che viene a lavorare in un
piccolo ambulatorio nella casa. Yusuf Demba Sankhanou viene dal Senegal, è partito nel
2016 e da allora ha provato disperatamente a entrare in Italia: "Sono passato dal Mali,
da Bamako e poi Gao. Sono entrato in Algeria, ho lavorato con una compagnia cinese, in
un campo militare. Poi sono passato in Libia, ho pagato 1200 dollari, uno dei trafficanti è
un senegalese che se li è fatti mandare dalla mia famiglia con un money transfer in Sene-
gal. Fanno così - spiega Yusuf - I soldi li fanno mandare ai loro complici che poi pagano i
complici in Libia. A Tripoli prima ho aspettato di partire da Garabulli, poi da Tajura.
Quando dovevamo partire il secondo gommone è esploso, lo avevano gonfiato troppo e si
è rotto. E' stato un caos, sono arrivati i poliziotti, hanno sparato, mi hanno messo in pri-
gione. Ci hanno mandato al Sud a Sebha, sono stato torturato e sono tornato qui, mi ave-
vano quasi ucciso. Adesso voglio solo una cosa: voglio tornare in Senegal".
Friday Goodstime è nigeriano, 21 anni: a Sebha i trafficanti gli hanno spezzato le gambe
a colpi di bastone di ferro mentre telefonava alla famiglia per farlo gridare mentre chie-
deva i soldi: "Mi hanno caricato comunque su un camion, con altri che erano stati tortu-
rati e mi hanno scaricato qui. Mi sto riprendendo. Voglio tornare in Nigeria".
Anche Mohammed Kondi, 27 anni, per arrivare dalla Guinea Conakry in Libia è passa-
to dal Mali e dall'Algeria: "In Algeria ho lavorato per i turchi, costruivano case a Blida.
Poi ho trovato i soldi e sono passato in Libia: il giorno dopo esser entrato sono stato ar-
restato una prima volta. Ho pagato per uscire, e ce l'ho fatta. Ho provato a partire per
l'Italia due volte, mi hanno ripreso e messo in carcere. Siamo fuggiti con quattro suda-
nesi, ma ci hanno sparato addosso, mi hanno colpito di striscio alla spalla, per fortuna
non mi hanno fratturato l'osso. Ora voglio solo tornare in Guinea". Dentro una stan-
za c'è il caso peggiore, una donna eritrea abbandonata su un materasso, i trafficanti
per trasportarla l'hanno legata come un capretto, poi l'hanno gettata dal camion. Non
è chiaro se abbia il bacino fratturato o cosa altro, ma qui non ci sono i raggi X, i medi-
ci di Msf stanno organizzando qualcosa in una Libia in cui del quasi non ci sono gli ospe-
dali. - Il professore Hosin si aggira come un padre, un fratello premuroso. Cura gli
altri per curare il suo dolore: "Vedo questo paese distrutto, non guardo al passato ma
penso al futuro miserabile che abbiamo davanti. Beni Walid è stata cancellata dal go-
verno di Tripoli, non ci mandano aiuti, non ci mandano polizia. I trafficanti di notte
sono pericolosi, ci sono zone in cui nessuno ha il coraggio di avventurarsi.
Bani Walid in Libia passa come la città dei trafficanti, un luogo dove c'è anche un
"mercato" degli schiavi. "Non c'è mercato, perchè con la violenza a questi uomini
possono far fare tutto. E tutta Bani Walid ci aiuta, perchè noi non sopportiamo que-
sto marchio di infamia e perchè la nostra anima, la nostra religione sacrosanta ci
impone di aiutare questi disperati. L'Europa deve fermare questo traffico, deve fer-
marlo in Africa, deve aiutare noi qui in Libia ma poi dovete scendere giù e spiegare
a tutti che questo viaggio è un massacro, una follia". Dalla "casa sicura" del pro-
fessore Hosin chi sopravvive vuole una cosa soltanto: tornare a casa, in quell'Africa
che non capisce che questo è l'inferno.
Lucianone
Appuntamenti - MUSICA estiva 2018 / luglio - agosto
5 luglio '18 - giovedì 5th July / Thursday visione post - 28
6 Musica
Bergamo SUONABENE
ARCENE ROCKIN' PARK - Parco delle Bandiere / Via Verdi, Arcene
5 > 8 luglio
p r o g r a m m a -
giovedì 5 luglio
SPELLBLAST - power metal
Trick or Treat - power metal
venerdì 6 luglio
ROOTZ Ital Movement - reggae
NH3 Ska/Core
sabato 7 luglio
NOISKIN - alternative
MISTERX - rock in progress
domenica 8 luglio
MORNING GLORY - 70s Brit Rock
STONEGARDEN - 70s Rock n'Roll
Con servizio
ristorazione e pizzeria
YOUNG 'N TOWN FESTIVAL - Piazzale Divertimenti, Albino
5 > 8 luglio
FARA ROCK - Via Reseghetti, Fara Gera d'Adda
11 > 17 luglio
AMBRIA MUSIC FESTIVAL - Via Piave, Ambria
12 - 14 - 19 - 21 luglio
ROCK SUL SERIO - Campo sportivo Via Cavalli, Villa di Serio
18 > 22 luglio
RILOI RIVER FESTIVAL - Parco Rilloglio, Palosco
19 > 22 luglio
LIBERA LA FESTA - Via Circonvallazione Nord, Osio Sopra
25 > 28 luglio
BERGAMO REGGAE SUNFEST - Edone, Bergamo
26 > 29 luglio
ROCK'N CASTEL - Piazza Castello, Castel Rozzone
27 > 29 luglio
FILAGOSTO FESTIVAL - Via Locatelli, Filago
31 luglio > 5 agosto
NOTTE SOTTO LE STELLE - Lungolago Via Nazionale, Spinone al Lago
8 > 12 agosto
FILAGOSTO FESTIVAL 2018
31 luglio - 5 agosto
programma -
martedì 31 luglio
WILLIE PEYOTE
I miei migliori complimenti
Ennie
mercoledì 1 agosto
LO STATO SOCIALE
I Botanici
giovedì 2 agosto
GROUNDATION
New Kingston
venerdì 3 agosto
COLAPESCE
La Municipàl
Yosh Whale
sabato 4 agosto
METAL for EMERGENCY
SEPULTURA
Bulldozer
Sailing to nowhere
Skeletoon
Waves in Autumn
domenica 5 agosto
MELLOW MOOD
Rootical Foundation
Lucianone
6 Musica
Bergamo SUONABENE
ARCENE ROCKIN' PARK - Parco delle Bandiere / Via Verdi, Arcene
5 > 8 luglio
p r o g r a m m a -
giovedì 5 luglio
SPELLBLAST - power metal
Trick or Treat - power metal
venerdì 6 luglio
ROOTZ Ital Movement - reggae
NH3 Ska/Core
sabato 7 luglio
NOISKIN - alternative
MISTERX - rock in progress
domenica 8 luglio
MORNING GLORY - 70s Brit Rock
STONEGARDEN - 70s Rock n'Roll
Con servizio
ristorazione e pizzeria
YOUNG 'N TOWN FESTIVAL - Piazzale Divertimenti, Albino
5 > 8 luglio
FARA ROCK - Via Reseghetti, Fara Gera d'Adda
11 > 17 luglio
AMBRIA MUSIC FESTIVAL - Via Piave, Ambria
12 - 14 - 19 - 21 luglio
ROCK SUL SERIO - Campo sportivo Via Cavalli, Villa di Serio
18 > 22 luglio
RILOI RIVER FESTIVAL - Parco Rilloglio, Palosco
19 > 22 luglio
LIBERA LA FESTA - Via Circonvallazione Nord, Osio Sopra
25 > 28 luglio
BERGAMO REGGAE SUNFEST - Edone, Bergamo
26 > 29 luglio
ROCK'N CASTEL - Piazza Castello, Castel Rozzone
27 > 29 luglio
FILAGOSTO FESTIVAL - Via Locatelli, Filago
31 luglio > 5 agosto
NOTTE SOTTO LE STELLE - Lungolago Via Nazionale, Spinone al Lago
8 > 12 agosto
FILAGOSTO FESTIVAL 2018
31 luglio - 5 agosto
programma -
martedì 31 luglio
WILLIE PEYOTE
I miei migliori complimenti
Ennie
mercoledì 1 agosto
LO STATO SOCIALE
I Botanici
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GROUNDATION
New Kingston
venerdì 3 agosto
COLAPESCE
La Municipàl
Yosh Whale
sabato 4 agosto
METAL for EMERGENCY
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Bulldozer
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Skeletoon
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