mercoledì 11 novembre 2020

Riflessioni - Situazione Usa: cio' che fa grande differenza, anzi, enorme

 11 novembre '20 - mercoledì                       11th November / Wednesday               visione post -  7   

(da la Repubblica - 5 novembre 20 - L'amaca / Michele Serra)

Una enorme differenza
Sicuramente vero che la frittata è fatta, ormai, dal novembre del 2016: che Trump non è solo
l'autore ma il risultato di un guasto sociale annoso; che i dem sono in larga parte bacucchi nei
modi, nel linguaggio, nel pensiero, e anche a questa decrepitezza è dovuta  la deriva popolare
americana e non solo americana; che la democrazia, non solo americana, è un involucro lace-
rato in più parti, roso dall'ignoranza e dalla rabbia, e aggiungeteci tutte le cose tristi, desolate,
disperate che leggiamo e scriviamo ovunque, da anni, sentendoci alla fine di un'epoca tutto
sommato libera e pacifica e sull'orlo di un'altra epoca che ci sembra sempre più simile a un
pozzo nero.. E' tutto vero. Ma si vede che sono un animo semplice perchè, al netto di tutto
questo, penso che faccia una enorme differenza che alla Casa Bianca ci sia o non ci sia più
l'uomo che ha incarnato per quattro anni la morte del rispetto, del ragionamento, della cul-
tura, della scienza, della mitezza, della misura, della signorilità (che non è una dote di clas-
se, è una qualità dell'anima)  e di tante, troppe altre cose che davamo per acqusite, ed evi-
dentemente non lo erano.  Sì, una enorme differenza, che gli analisti e i commentatori rie-
scono a mettere molto tra parentesi, nelle dirette tivù, perchè è in buona misura anche una
differenza emotiva e sentimentale, dunque poco compatibile con il loro lavoro. Dev'essere
per questo che dopo pochi minuti cambiavo canale: non reggevo quell'indifferenza a una
così enorme differenza.

Lucianone

Cultura / saggio - Il virus pandemico nella Rete: "Il contagio dell'algoritmo. Le idi marzo della pandemia"

 11 novembre '20 - mercoledì                       11th November / Wednesday                    visione post - 7

( da il manifesto - 30 settembre 20 - culture / di Aldo Garzia)
Il virus nella Rete,
il significato della libertà
nell'era della pandemia
Bisogna imparare a vivere con il Covid19. Molto di quello che accadrà nelle prossime settimane è
affidato ai comportamenti individuali e collettivi, oltre che alle normative che si adotteranno  e  all'u-
tilizzo di internet per monitorare il comportamento del virus. L'alternativa sicurezza/libertà  è  parti-
colarmente bruciante. Sapendo che in questa fase "più libertà" vuol dire "meno sicurezza" e "meno
salute". Questa contraddizione impone inevitabilmente un ripensamento riattualizzante della coppia
diritti/libertà.
In questa problematica si inserisce la riflessione più recente di Michele Mezza in Il contagio dell'al-
goritmo. Le idi marzo della pandemia (Donzelli, pp. 262, euro 14.00). Si tratta della puntuale ricostruzione di come si è diffuso nel mondo il virus e di quali problemi abbia posto all'uso delle tec-
nologie informatiche per combatterlo, dal momento che "il virus si diffonde ovunque" ed è "potente
come la Rete".  D'ora in poi, secondo l'autore, si tratterebbe di impostare una strategia di conteni-
mento usando tutte le risorse della Rete a iniziare dalla tracciabilità dei contagi.
Mezza, giornalista di lungo corso con un passato in Rai, attualmente docente di Marketing e New
Media all' Università Federico II di Napoli, aveva già posto in altri saggi il tema della democratiz-
zazione dell'uso dell'algoritmo atraverso la contrattazione con i grandi depositari di dati quali Goo-
gle, Amazon, Facebook...  In Algoritmi e libertà (Donzelli, 2018) per esempio problematizzava la
centralità della questione del calcolo nei nuovi conflitti  che andrebbero aperti  su tutto  lo spettro 
delle dinamiche sociali  per non restare prigionieri  di una presunta neutralità dei numeri.  Questa
volta indagine e proposte partono  dall'attualià della pandemia.  L'utilizzo della Rete  si è rivelato
infatti fondamentale per monitorare i focolai, capire le curve statistiche, mappare la diffusione del
virus e combatterlo. La tesi di Mazza è che si potrebbe fare molto di più. Se il potere reale è nelle
mani di chi gestisce le tracce online di ognuno di noi, occorre che quel potere non rimanga a dispo-
sizione di pochi privati. Occorre invece che le istituzioni pubbliche entrino anche in questo campo
dicendo la loro e contrattando, mentre ognuno di noi è chiamato ad aumentare le proprie compe-
tenze critiche in materia. Non basta assolutamente che poco più di quattro milioni di italiani abbia-
no scaricato l'applicazione "Immuni" che dimostra la potenzialità anti Covid19 di internet.
A colpire è tuttavia la difficoltà a maneggiare l'approccio proposto da Mezza da parte della politi-
ca e dei sindacati che si fermano sulla soglia della pubblicità dei dati individuali come se la nostra
vita non fosse già tracciata in lungo e in largo (internet, telefonini, carte di credito, eccetera). Que-
sta volta - è l'ammonimento dell'autore - siamo di fronte  al difficile equilibrio  da ritrovare  tra di-
ritti individuali e diritto alla salute. La diffusa insofferenza verso la presunta compressione delle
libertà, se si mettesse un limite all'uso degli algoritmi senza controllo, si spiega con la diffusa in-
troiezione della categoria di "libertà" intesa quasi esclusivamente come problema individuale al
di fuori del contesto in cui si esercita (l'eccezionalità attuale).
Oggi lo STATO SOCIALE - e' opinione che si fa strada - va ripensato proprio a partire dai proble-
mi della pandemia  e  dall'orizzonte della ricerca contenuta nel libro di Mezza che è un input.  Ciò 
non vuol dire sottovalutare i temi di costituzionalità che interventi di limitazione della libertà (tipo
lockdown prolungati o settoriali) possono aprire. Il tema che però ha posto con drammaticità il Co-
vid19 è il necessario ripensamento della coppia libertà/diritti individuali in un aggiornato rapporto
tra libertà/diritto al welfare, in quanto salute e vita fanno parte dei beni primari: non sono indisso-
lubili da una idea collettiva di società in cui anche il problema del controllo degli algoritmi diven-
ta prioritario.
- Il volume è arricchito  da un'introduzione di Enrica Amaturo, da un saggio del virologo Andrea
Crisanti e dalla testimonianza di Roberta Pelachin sulle ultime riflessioni del filosofo  della scien-
za Giulio Giorello  recentemente scomparso  che in passato  aveva collaborato con le ricerche di
Mezza.

Lucianone