Jannacci e Califano: quelli che... così diversi,
così poetici... ora quella musica è finita, forse...
Ornella Vanoni - "Eravamo così giovani, avevamo vent'anni, stavamo
sempre insieme. La morte di Enzo è per me una grandissima sofferenza.
E poi Franco, con il quale avevo un rapporto molto diverso, meno pro-
fondo ma con cui mi sono divertita tantissimo".
Lei, una delle più grandi voci della nostra musica, era amica di entrambi,
con i quali aveva lavorato molto, al Derby con Jannacci e poi in tv e
teatro, e per grandi canzoni con Califano, del quale ha portato al suc-
cesso alcuni dei brani più belli.
Di Jannacci dice ancora: "Ero profondamente legata a Jannacci, ci siamo
conosciuti da giovanissimi, eravamo un gruppo straordinario che viveva
gli anni del dopoguerra a Milano con un entusiasmo unico. Era un periodo
bello, appassionato e incredibilmente leggero, anni lievi in cui tutto sembra-
va possibile. - L'arte, le canzoni, gli amici erano una cosa sola, si stava sem-
pre insieme. Bastava una telefonata e ci si vedeva in piazza, lui arrivava con
la Vespa, e poi trovavamo Gaber, Fo, Cochi e Renato, e il Derby era un casa
per noi tutti. Jannacci era un vulcano, aveva mille idee e trovate. Sapeva can-
tare, scrivere, recitare e aveva un cuore grandissimo. Ster insieme era fantasti-
co. Oggi non è più così, ci sono le e-mail, gli sms, ed è sempre più difficile che
gli artisti stiano insieme". AMAVA LE SUE CANZONI... "Erano impreviste,
poetiche. Lavorare con lui era un piacere. Lui mi è sempre stato grato perchè
sono stata la prima a portarlo in tv. Facevo una trasmissione con Antonello
Falqui e gli chiesi di fare una scenetta con me. Abbiamo fatto due barboni
con un carretto e non era niente male. Di recente io ho fatto una versione di
"L'Armando" da Fabio Fazio, lui è venuto a salutarci, ma era già molto stan-
co e malato".
LA VOSTRA ERA UNA MILANO CHE TUTTTA L'ITALIA AMAVA.
"All'epoca sì, ma ogi è una città poco amata, una città usa e getta, se hai una
lira in tasca appena arriva il fine settimana te ne vai. Non c'è molto da canta-
re. Noi eravamo un movimento, come quelli dei pittori o dei poeti che creano
le tendenze, inventano e cambiano le cose. Così come è stato rivoluzionario
il cantautorato genovese, lo è stato anche il movimento del cabaret di Milano.
E in questo Jannacci era l'inventore di un genere, qualcosa che nessuno ave-
va mai fatto prima". E CALIFANO?
CONTINUA...
to be continued...