ABRUZZO - Hotel Rigopiano
Slavina sull'hotel: dieci sopravvissuti, fra cui 4 bambini / Cinque persone ancora da
estrarre / Le ricerche proseguono in condizioni estreme, per il timore di crolli o di
nuove slavine / Riconosciute le due vittime
Ci sono almeno dieci sopravvissuti al disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una slavina di neve e detriti mercoledì. Lo conferma quando cala il buio, dopo ore in cui le cifre sono state più volte annunciate e smentite, il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio: «Giornata complicata ma non priva di elementi positivi. Cinque persone estratte dall’Hotel Rigopiano, una donna e 4 bambini, 5 le altre persone individuate da estrarre». Hanno resistito a freddo e paura per oltre due giorni, protetti da un solaio nella zona dove c’erano il bar e la sala biliardo. Tra i sopravvissuti, ancora in trappola, ci sarebbero Gianpaolo Matrone (33 anni) Vincenzo Forti (25 anni), Giorgia Galassi (22 anni), Francesca Bronzi (25 anni) e Stefano Feniello (28 anni).
La famiglia salva
Trasportati all’ospedale di Pescara, Adriana Vranceau e Gianfilippo Parete, moglie e figlio di Giampiero Parete, uno dei due sopravvissuti insieme al tecnico Fabio Salzetta che si trovava nel piazzale al momento del crollo e ha dato l’allarme. Li ha riabbracciati fra le lacrime. Sono stati loro i primi due a essere tirati fuori dai soccorritori. Salva anche l’altra figlia di Parente, Ludovica: i vigili del fuoco hanno annunciato con un tweet di avere recuperato lei e gli altri due bambini che risultavano fra i dispersi, Samuel Di Michelangelo, 7 anni, e Edoardo Di Carlo, 10 anni. «Le condizioni fortunate che hanno permesso ai superstiti di restare vivi sono state l’avere a disposizione abbigliamento pesante e non essere stati a contatto con la neve perché la struttura, seppur parzialmente crollata, li ha protetti» ha detto Tullio Spina, il primario della rianimazione dell’ospedale di Pescara.
“Salvi grazie agli abiti pesanti”
«Le condizioni fortunate che hanno permesso ai superstiti di restare vivi sono state l’avere a disposizione abbigliamento pesante, da neve, e il poter restare in zone comunque chiuse nonostante i danni alla struttura, dunque non all’aperto. Ciò ha permesso che non si raffreddassero troppo», hanno detto i medici dell’ospedale di Pescara, in un punto stampa sulle condizioni mediche dei primi superstiti dell’Hotel Rigopiano. «Queste persone sono sotto osservazione - prosegue lo staff medico - e oltre al trattamento medico e ai monitoraggi sono seguite dai nostri psicologi. Il tempo del ricovero ce lo dirà l’andamento dello stato clinico dei pazienti».
Lucianone
Per trovarli, i soccorritori hanno provato e provato. Hanno urlato. Hanno sguinzagliato i cani, ma la risposta era il silenzio. La neve attutiva suoni e rumori. Secondo Bini, i sopravvissuti sapevano che qualcuno li cercava, ma non riuscivano a farsi sentire. E’ stato anche osservato del fumo, ma non è chiaro se avessero acceso un fuoco o se fosse un principio di incendio, osservato anche in altri settori del Rigopiano. In ogni caso, il vice brigadiere spiega che con le fiamme si rischia di esaurire velocemente l’ossigeno, in una bolla d’aria simile. Difficilmente, poi, questo fuoco avrebbe scaldato. Epperò, continua a spiegare Bini, paradossalmente la neve - con un effetto igloo - aiuta a mantenere un ambiente relativamente caldo, a patto di creare una “sacca d’aria”. “In passato abbiamo salvato persone vittime di una slavina senza macerie, che erano all’interno di una sacca e vi erano rimasti per tre ore”, dice.
“Un disastro indescrivibile con due scenari diversi: la valanga, che affrontiamo sempre, e una catastrofe naturale come un terremoto”. A descrivere l’orrore è Walter Milan, portavoce del Soccorso alpino e dalle prime ore sul campo per coordinare i soccorsi. Sguardo preoccupato, racconta il tipo di delicato intervento sostenuto dal Cnsas: “Noi come Soccorso alpino interveniamo in questo contesto molto difficile in cui ci vogliono tante persone e tanto tempo per esaminare in maniera metodica la valanga - ha spiegato - Noi dobbiamo controllare centimetro per centimetro, dividiamo la valanga in porzioni molto piccole con spaghi e paletti e sondiamo per essere certi che in quel punto non c’è nessuno”. Lo scenario trovato nei pressi del resort di lusso, d’altronde, era dal punto vista ’fisico’ assai complesso: “La valanga è molto importante e ha un fronte di oltre 30 metri: scivolando verso valle ha creato degli accumuli, con ’onde’ alte fino a 5 metri”.
(da www.lastampa.it)
I SOCCORRITORI
Lucianone