Un libro per tutti i genitori che della pedofilia vorrebbero parlarne,
ma non osano. E per spiegare ai piccoli che "a volte ai grandi si
deve dire di no"
(da La Repubblica - 22 maggio '17 - Maria Novella De Luca / Roma)
Da qualche parte, in fondo al cuore, i bambini lo sanno. Se quella carezza di un adulto
è innocente oppure no. Se l'abbraccio, così stretto, di quell'amico di famiglia è affetto
puro, o invece l'intrusione in una loro sfera intima e inviolabile. Spesso però a questo
allarme interno i bambini non riescono a dare voce. Ed è del loro silenzio che gli Orchi
approfittano. Può servire allora spiegare, seppure con leggerezza, a ragazzini di sette,
otto anni, che cosa è e come riconoscre la pedofilia? Affrontare cioè il tabù dei tabù,
dentro il quale spesso nemmeno i genitori, nonostante il terrore che qualcosa capiti ai
loro figli, riescono ad addentrarsi?
Una casa editrice fiorentina, Librì, specializzata in progetti educativi, ha provato a
rompere il silenzio con una favola dal titolo Mimì fiore di cactus. dove accade che la
bambina Mimì e il suo amico porcospino Gastone si trovino in situazioni "strane"
in cui diventa necessario, fondamentale e salvifico dire di no. C'è ad esempio Mimì
in piscina , che mentre cammina negli spogliatoi viene invitata da un adulto -ad en-
trare nella sua cabina: Mimì non capisce il perchè, ma sente che quella situazione
è ambigua. E allora non entra nella cabina ma avverte la sua maestra. Perchè, sot-
tolinea il porcospino, "non bisogna seguire il primo che passa". C'è poi, ancora,
Mimì che mentre attraversa il parco viene affiancata da un signore che le dice "sei
carina", le accarezza i capelli, ma poi l. fferra un braccio e tenta di toccarla. Mimì
fa: "Bleah, non mi piace che mi tocchi" e grida forte, un altro adulto la salva e poi
tutti le dicono che è stata veramente brava a gridare forte. - "Il senso di questa fa-
vola è èproprio insegnare ai bambini a difendersi, a dire di No, a urlare il loro di-
sgusto per qualcosa che subiscono, ma anche entrare in contatto, attraverso le sto-
rie, con temi grandi come la paura o il lutto", spiega Maria Cristina Zannoner,
psicopedagogista che ha fondato la casa editrice Librì, specializzata in pr ogetti e-
ducativi per le scuole. "I genitori sono terrorizzati dall'idea che i loro figli possa-
no subire abusi o violenze, ma spesso non sanno come muoversi in questa sfera
delicatissima. Leggere insieme Mimì fiore di cactus, scritto dalla pedagoga fran-
cese Marie-France Botte, che ha lavorato moltissimo sul contrasto della pedofilia,
può essere l'inizio di un discorso, l'apertura di un varco nel silenzio tra genitori e
figli. L'obiettivo è far conoscere ai bambini in quali situazioni si potrebbero trova-.
re. E quindi come difendersi. Lo stile è leggero, i disegni alludono ai fumetti, ma
le informazioni sono chiare e dirette".
Ed è qui che bisogna porsi degli interrogativi. Elencare situazioni di pericolo, di
Orchi mascherati da adulti affettuosi, come accade per un'altra protagonista del
libro, la piccola Sara, molestata da Giovanni, amico di famiglia, o per Tommy, cui
un vicino di casa chiede di spogliarsi, non può indurre nei bambini paure e ansie
preventive? Portandoli magari a vedere pericoli là dove non ci sono?
"Il tono leggero del libro, l'invito che viene rivolto ai bambini di esprimersi, rac-
contare, dire di no anche agli adulti, se questi li infastidiscono, è un antidoto inve-
ce alla paura e al segreto, un appello alla libertà dell'infanzia", risponde Cristina
Zannoner. "L'autrice della favola ha lavorato a lungo con Terre des Hommes, ong
che si occupa in tutto il mondo di lotta alla pedofilia, e che utilizza per la preven-
zione proprio materiale informativo come questo, scritto con un linguaggio che
possa arrivare ai bambini".
"Il mio corpo è il mio corpo", dice forte Mimì, "è proprietà privata", a far capire
che al di là delle situazioni ambigue non sempre i più piccoli gradiscono comun-
que abbracci e solletico non richiesti. Aggiunge Zannoner: "La storia di Mimì è
all'interno di una collana che si chiama Colli lunghi, come il collo della giraffa,
così alto da poter vedere oltre le cose di tutti i giorni. E' la nostra idea: i bambini
possono sapere tutto, anche le cose più difficili. La sfida è trovare le parole giuste".
Lucianone