Società - ITALIA
Il movimento dei 'Forconi' si espande nelle città
italiane / Le tensioni e polemiche aumentano.
Forconi, sale la tensione. Alfano: "Non consentiremo la messa a fuoco delle città"
Sciopero forconi, seconda giornata. Caos in tutta Italia. Dopo i disagi e i tafferugli di ieri, ecco la situazione da Nord a Sud. Il leader minaccia: "Se passa la fiducia assedio a Roma". Alfano: "Non consentiremo la messa a fuoco delle città". Berlusconi: "Il governo convochi subito le associazioni di categoria"
La Cgil: «Lo sciopero generale
Roma, 10 dicembre 2013 - Sciopero forconi, continua la mobilitazione in tutta Italia. Roma blinda i palazzi del potere e il ministro dell'Interno, Angelino Alfano,ha convocato un vertice al Viminale con le forze dell'ordine sulle manifestazioni di protesta. Il prefetto di Torino, dove la tensione è alle stelle, annuncia: "Abbiamo chiesto rinforzi".
LA MINACCIA - “Se domani sarà votata la fiducia al governo e i politici non resteranno a casa, ci organizzeremo in questi giorni per indire la prossima settimana una manifestazione a Roma che porti milioni di persone. Sarà un assedio pacifico e concorderemo il percorso con le forze dell’ordine, ma siamo disposti a restare fin quando i politici non andranno via”. Lo ha annunciato Danilo Calvani, leader del movimento. Tensioni ed esasperazioni sociali da Nord a Sud
MILANO
Forconi, occupato piazzale Loreto
Tensioni per il blocco del traffico
Il presidio si è sciolto intorno alle 19. I manifestanti si sono dati di nuovo appuntamento per mercoledì mattina
Sindacato - ITALIA
La Cgil: «Lo sciopero generale
non è più il modo di difendere i diritti»
Camusso: “Di scioperi generali ne abbiamo già fatti molti, ora bisogna sperimentare forme di protesta non esclusive”
Lo sciopero generale non basta più. E’ la stessa leader della Cgil Susanna Camusso ad affermarlo: «In una situazione di crisi come questa si tratta di uno strumento non più sufficiente a esprimere la protesta dei lavoratori». Da una parte bisogna fare i conti con le difficoltà economiche di chi il posto ce l’ha, ma spesso non può più contare su bonus e straordinari. Senza contare che in una situazione di domanda ridotta al lumicino fare danno all’azienda vuol dire mettere a rischio i posti di lavoro più di quanto non lo siano già. Dall’altra c’è il fatto che molti semplicemente non possono scioperare perché il posto non ce l’hanno in quanto disoccupati.
IL QUADRO – Nell’attuale quadro economico e sociale «non è più sufficiente evocare lo sciopero generale come unica modalità in cui si determina il conflitto sul tema del lavoro», ha così constatato Camusso in un passaggio di un intervento a un convegno sulla rappresentanza nel lavoro e in politica. «L’idea di una forma di protesta che riguarda solo una parte del mondo del lavoro non è più sufficiente – ha argomentato ancora la segretaria generale della Cgil –. Oggi bisogna fare i conti con la difficoltà economica dei lavoratori, con le tante differenze tra chi ha lavoro, chi è in cassa integrazione e chi è disoccupato».
I FRONTI - In realtà i fronti di tensione che stanno per esprimersi attraverso lo sciopero sono numerosi. Imminente la protesta del settore edile, in contemporanea in diverse città venerdì prossimo. Il 16 dicembre toccherà al trasporto pubblico locale. Ma la Cgil a questo punto si interroga su forme alternative di protesta “di scioperi generali ne abbiamo fatti molti – ha concluso Camusso – ora bisogna verificare la possibilità di sperimentare forme altrettanto efficaci ma non esclusive, che abbiano la capacità di unificare il mondo del lavoro».
SUDAFRICA
Johannesburg , i grandi della Terra
SUDAFRICA
LA COMMEMORAZIONE PER mANDELA - ALLO STADIO DI SOWETO ANCHE IL PREMIER LETTA
Johannesburg , i grandi della Terra
alla commemorazione di Nelson Mandela
Presenti un centinaio di capi di Stato. L’inno, la pioggia, poi: «Viva Madiba!». E lo stadio si infiamma. Obama: «Gigante della storia».
I leader mondiali, dal presidente statunitense Barack Obama al leader cubano Raul Castro, si sono uniti oggi a migliaia di sudafricani per rendere omaggio a Nelson Mandela, scomparso giovedì scorso all’età di 95 anni, e alla sua capacità di costruire un ponte tra nemici superando le differenze politiche e razziali.
Lucianone