lunedì 4 novembre 2024

Spettacoli / CINEMA - "L'estate di Cléo": un dialogo del cuore

 lunedì, 4 novembre '24                                 4th November / Monday                     visione post - 31

(da "L'Eco di Bergamo" - 22 marzo '24  /  Cinema e teatro - di Nicola Falcinella) 

L'orfanella e la tata, un dialogo del cuore

La regista francese Marie Amachoukeli descrive con delicatezza poetica l'intreccio di affetti tra una donna emigrata da Capo Verde e la bambina che accudisce.

"Ho solo ricordi con te" dice la piccola Cléo a Gloria, la sua tata, mentre sono nella stanza della donna che mostra tutte le fotografie con i familiari. E' una delle scene più toccanti e significative del fil "L'estate di Cléo" della regista francese Marie  Amachoukeli. E' anche uno dei momenti  che meglio illustra il legame  tra le due, una bambina di sei anni orfana di madre, e una quarantenne di Capo Verde che ha lasciato i suoi cari  per cercare lavoro a Parigi. Nella prima sxena le vediamo dall'oculista, la piccola ha problemi alla vista e porta occhiali spessi, ma la loro sintonia e il loro rapporto è quasi di figlia e madre.  Lo confermano tutti gli episodi successivi, di gioco o di attività casalinghe, finchè Gloria riceve una telefonata: sua madre è deceduta e deve rientrare sull'isola. La bambina, profondamente rattristata, riesce a ottenere dal padre di andarla a trovare d'estate e sarà un'estate indimenticabile. .  La regista si era già fatta conoscere nel 2014 per "Party Girl", firmato con Claire Burger e Samuel Theis, vincitore della Camera d'or per la migliore opera prima al Festival di Cannes. Se quella era la trascinante e coinvolgente storia di una donna di mezz'età che all'ultimo mandava all'aria il matrimonio con un uomo che non ama abbastanza, questa vicenda non manca di empatia e di sensibilità, in una dimensione più intima. Il cuore è nel rapporto tra le due, enfatizzato dalle inquadrature  spesso molto strette: quando non vediamo il volto di Cléo, è come se guardassimo il mondo e le persone con lei.   I problemi di vista e gli occhiali sono una componente cruciale, tanto più nella scena clou della pellicola.  Amachooukdli sa intessere la storia  senza troppi elementi, ma li sa usare al momento giusto.  -  "L'estate di Cléo", scelto come film d'apertura de la Semaine de la Critique a Cannes lo scorso anno, è un delicato quadro dell'infanzia. Non un'infanzia spensierata, ma già segnata dalla perdita e dal dolore. Cléo è consapevole, ma resta una bambina della sua età, curiosa, vivace, allegra, affettuosa, giocosa e capace anche di piccole cattiverie. Gloria sta diventando nonna, dalla figlia maggiore Nanda, e questo accenderà una gelosia nella protagonista. C'è anche, acuita dall'alternanza tra il francese e il portoghese, una profonda differenza tra Parigi e i paesi di Capo rde: nella capitale francese i bambini giocano in spazi protetti, sull'isola africana corrono sulle spiagge e si tuffano da soli dagli scogli.  E' un'occasione di scoperta per la bambina, così legata alla bambinaia  e così conscia di doversene selarare e di lasciarla all'altra sua famiglia. Non secondaria è la figura della donna, anima divisa in due, tra terre diverse e con quella bimba che considera figlia pur non avendola generata, mentre è il figlio che aveva lasciato a casa a non riconoscerla come madre. Così "L'estate di Cléo"diventa un film sulla famiglia e sulle famiglie, sul lutto, sul rapporto con le origini e le tradizioni.(la processione e la circoncisione del neonato) oltre che sull'emigrazione e sul ritorno a casa. 

Un film intimo e toccante che nasconde diversi risvolti, senza dimenticare gli inserti animati tra il sogno e il ricordo (da notare i visi privi di connotati) che conferiscono un tono poetico e quasi favolistico.

Lucianone