giovedì 25 novembre 2021

SPORT - calcio / Serie A - 13 ^ giornata 2021/22

 25 novembre '21 - giovedì                          25th November / Thursday                    visione post - 8

Risultati delle partite
Atalanta - Spezia   5 - 2  /  Lazio - Juventus  0 - 2
Fiorentina - Milan   4 - 3  /  Sassuolo - Cagliari  2 - 2
Bologna - Venezia   0 - 1  /  Inter - Napoli   3 - 2
Salernitana - Sampdoria  0 - 2 /  Genoa - Roma  0 - 2
H. Verona - Empoli  2 - 1  /  Torino - Udinese  2 - 1

CLASSIFICA

NAPOLI, MILAN   32  /  Inter   28  /  Atalanta   25  /  Roma   22  /  Lazio, Fiorentina, Juventus   22
Hellas Verona   19  /  Bologna   18  /  Torino   17  /  Empoli   16  /  Sassuolo, Venezia   15
Udinese   14  /  Sampdoria   12  /  Spezia   11  /  Genoa   9  /  Cagliari, Salernitana   7

Marcatori 
10 reti   -   Vlahovic (Fiorentina, 4 rigori), Immobile (Lazio, 3)
9   reti   -   Simeone (H. Verona)
8   reti   -   Zapata (Atalanta, 3), Joao Pedro (Cagliari, 3)
7   reti   -   Dzeko  (Inter)
6   reti   -   Destro (Genoa), Martinez (Inter, 1), Berardi (Sassuolo, 2)




 Lucianone

CULTURA / società - Mostra: "40 anni positivi. Dalla pandemia di Aids a una generazione Hiv free"

 25 novembre '21 - giovedì                         25th November / Thursday                      visione post - 8

(da la Repubblica - 13 novembre '21 - Milano Cultura / di Nicola Baroni)
Giovanni Dall' Orto: "Quei malati 
di Aids trattati come untori"
Paola, Franca, Enrico si legge sulle coperte realizzate con patchwork di stoffe che tappezzano le 
pareti. E' il modo cun cui amici e familiari ricordano una persona morta di Aids. Dove qualsiasi vi- 
sitatore vedrebbe un toccante luogo della memoria, Giovanni Dall'Orto, attivista e storico dell'omo-
sessualità, tra i fondatori dell'Asa (Associazione Solidarietà Aids), vede tutt'altro: "Questa stanza è
un atto d'accusa contro una società che ha trattato l'aids come un marchio di disonore".  La mostra
"40 anni positivi. Dalla pandemia di Aids a una generazione Hiv free", alla Galleria dei Frigoriferi
Milanesi, ripercorre attraverso manifesti, articoli, video e pubblicazioni la storia della malattia dal-
la sua prima comparsa nel 1981. -  L'apice emotivo sono le "Coperte dei nomi": una tradizione por-
tata in Italia dagli Stati Uniti, con una differenza sostanziale.   "Le coperte  in  America erano  nate 
per dare un'identità alle persone morte. Quelle italiane invece sono quasi tutte anonime: si legge so-
lo un nome o soprannome. Più che Coperte dei nomi queste sono "Coperte degli anonimi". la colpa
non è ovviamente di chi le ha fatte, ma della società tutta, delle ostilità della chiesa, di ministri del-
la salute che negavano il problema, di campagne di prevenzione infami come quella del 1990".  
Il video della campagna scorre su uno schermo poco distante: "Se lo conosci lo eviti" recita una vo-
ce fuori campo, mentre un malato vive la sua vita quotidiana circondato da un alone rosa. "Noi cer-
cavamo di spiegare che non esistevano persone ma comportamenti a rischio, e il Ministero della sa-
lute rappresentava  il malato  come un untore - accusa Dall'Orto, tra i primi a parlare della malattia  
in Italia - Ne venni a conoscenza subito grazie ad amici americani. A quel tempo lavoravo nel grup-
po Abele di Don Ciotti a Torino e gliene parlai. Lui mi incaricò  di scriverci un libro  attingendo al
materiale scientifico prodotto". Il libro, AIDS, uscì nel 1985: quell'anno in Italia i casi registrati era-
no 18, tra cui, a Milano, il primo paziente tossicodipendente che non era mai stato all'estero. Quan-
do la gente capì che riguardava prevalentemente gay e tossici, se ne disinteressò.
La politica alzò un muro di silenzio. Il ministro della sanità Donat-Cattin fece campagna per la ca-
stità e contro i preservativi affermando che non erano sicuri "perchè sbordano e i rompono". Il car-
dinale di Genova Siri vide nell'Aids una piaga giunta  a punire i comportamenti devianti.  A urlare
nel deserto restarono le associazioni. Nel 1985 Dall'orto, il futuro consigliere comunale Paolo Hut-
ter, lo psichiatra Mattia Morretta e il segretario di redazione della rivista gay Babilonia Mario Anel-
li fondarono a Milano Asa e attivarono un centralino.  "Chiamava gente che chiedeva se ci si poteva
infettare toccando il proprio seme e tantissimi mariti che avevano contratto il virus tradendo la mo-
glie". Gli attivisti cominciano a fare campagne martellanti e a distribuire preservativi gratuiti: "Dato
che i gruppi svizzeri avevano molti aiuti governativi, Mario Anelli andava in Canton Ticino a com-
prarli da loro e importava scatoloni di contrabbando". Anche le aziende produttrici temevano danni
d'immagine, per cui fornivano agli attivisti preservativi a prezzi di fabbrica  ma  senza marchio e a
patto di non nominarle nelle loro campagne. Gli unici alleati erano i medici: "Il Servizio sanitario
nazionale ci ha risparmiato  vicende drammatiche  come si vedevano negli Stati Uniti.  L'Arcigay
inoltre era in contatto con l'Ospedale Sacco e il centro antivenereo di via Pace, che effettuava esa-
mi nell'anonimato". 
Nella comunità gay milanese la pandemia ebbe effetti devastanti: "Era diventato normale ogni
tanto prendere il taccuino e mettersi a cancellare i contatti: praticamente il 20%  delle persone 
che conoscevo", ricorda Dall'Orto.   Dopo la scoperta della terapia, nel 1996, la malattia è di-
ventata meno letale . Oggi una persona in terapia, con carica virale non rilevabile, non trasmet-
te il virus. Resta il fatto che sulle coperte dei nomi, anche quelli più recenti, raramente compare 
un cognome.

Lucianone