sabato 18 agosto 2012

SOCIETA' - Esteri / Mosca: Putin condanna le Pussy Riot

18 agosto 2012 - sabato   18th August / Saturday            visioni del post - 24

 - Libertà per le Pussy Riot - Libertà per le Pussy Riot - Libertà per le Pussy Riot - Libertà per...
   Free Pussy Riot - Free Pussy Riot - Free Pussy Riot - Free Pussy Riot 

Commento di Lucianone
Articolo di Nicola Lombardozzi ('la Repubblica')
Commento-articolo di Viktor Erofeev ('la Repubblica')
Chi sono le Pussy Riot ('La Gazzetta dello Sport')
Intervista al blogger russo Navalnyi (di Nicola
lombardozzi su 'la Repubblica')


Buio pesto nella Russia dello Zar 
Le tre Pussy Riot russe sono state condannate a 2 anni, dopo
una detenzione durata 4 mesi e un processo abbastanza veloce.
Il dittatore Putin ha così chiuso nel cassetto le tre ribelli e si è
messo in tasca le chiavi, dimostrando che la Russia è sua e che
del popolo e delle sue rimostranze se ne infischia. 
Sì, perchè queste tre Giovanne d'Arco anti-Putin sono l'espressione
della voglia di gran parte (probabilmente la maggioranza) del popo-
lo di uscire dall'era Putin e di respirare un pò di vera libertà e non
quella pseudo-imbonitrice, ora divenuta soltanto tirannia, imposta
dal suo presidente-imperatore.
Dove sta andando questa Russia, che finora   ha preso le difese del
governo siriano assassino-massacratore del suo popolo, dove andrà
la Russia di Putin / Medvedev che sta creando un paradiso di pochi
straricchi e prende in giro la popolazione con elezioni-farsa?
Sono domande lecite, sono domande che dovranno avere una risposta,
soprattutto per la gente russa che vuole uscire da questo periodo buio,
molto buio, pressochè pesto in un Paese conquistato dallo zar Putin,
contando  quanti sono ormai gli anni  che l'amico di Sivio Berlusconi
sta dominando la terra russa.
 (Lucianone)

Il mondo protesta
dopo il pugno di ferro sulle Pussy Riot
Niente lacrime. Semmai un sorriso grintoso intonato alla scritta
"No pasaran" stampato sulla maglietta della loro leader.
Le Pussy Riot incassano  con apparente tranquillità  la sentenza che
le condanna a 24 mesi di carcere.  Nadezhda, 22 anni è la più piccola
ma è lei il capo e si vede: incoraggia le altre due, le invita a non cede-
re, ricorda che poteva andare peggio. Lancia sguardi protettivi al ma-
rito Piotr che invece dall'altra parte della gabbia di  vetro degli impu-
tati, sembra colpito a morte.   Come i genitori di Ekaterina (24 anni)
che si riportano indietro un mazzo di fiori comprato in strada in un ra-
ro momento di ottimismo. O l'azzimato padre di Marja (29) , vestito
come a una serata di gala, che si tuffa sugli avvocati difensori chie-
dendo freneticamente di date e articoli per un ricorso in appello "da
fare subito, mi raccomando!".

Aula grande del tribunale Kamonichevskij, la stessa del processo al-
l'oligarca ribelle Khodorkovskij.  La giudice Marina Syrova si beve
un bicchiere d'acqua dopo quasi tre ore di estenuante lettura di una
sentenza che conferma il suo "score" personale:   178 condanne su
179 processi a carico di dissidenti.  Le tre ragazze sono ritenute col-
pevoli di "teppismo e istigazione religiosa" per aver cantato sull'al-
tare della cattedrale del Cristo Salvatore una canzoncina che diceva
"Oh Madonna, liberaci da Putin".  La polizia le aveva scacciate co-
me si fa con dei bambini rumorosi.    Il Patriarca in persona aveva
invece chiesto una "punizione esemplare per il sacrilegio",  scate-
nando una indagine a tappeto che finirà solo quando sarà rintraccia-
ta la quarta ragazza ancora sfuggita all'arresto. Salvo poi, a senten-
za pronunciata, emanare un breve e accorato appello ai giudici  per
un "atto di misericordia".      Atto dovuto come quello del prtavoce
del Cremlino che spiega come "non si commentino le decisioni auto-
nom dei giudici" e che ignora la valanga di proteste internazionali
dalla Casa Bianca alla Ue, alle stelle della musica che con in testa
Madonna, Sting, Paul McCartney si erano battuti per le Pussy Riot.
Tutte storie che suonano lontane e senza senso in quest'aula trasan-
data e spoglia dove 15 giganteschi poliziotti in nero fissano le ragaz-
ze ammanettate in una modernissima gabbia a prova di proiettile e
circondata da pareti scrostate, mezze bottiglie di plastica usate come
vasi da fiori, un vago odore di zuppa di cavolo che arriva da qualche
stanza più in basso.  -  Fuori lo schieramento surreale delle giornate
nere dell'opposizione. La strada del tribunale bloccata al traffico sin
dall'alba. Camion carichi di truppe speciali. Mano ferma e sorriso di
sfida davanti ai gruppi di tifosi delle Pussy Riot.
Vietato intonare cori, vietatissimo indossare cappucci colorati, peri-
coloso provare a forzare il blocco. Finiscono in manette facce note
della protesta come Sergej Udaltsov. Ma anche personaggi più cau-
ti e moderati come Garry Kasparov, ex campione mondiale di scac-
chi.  -  Lo vediamo trascinato per terra e cacciato a forza dentro un
cellulare che sembra un pullmino da gita scolastica. L'uomo che ha
teorizato come battere la freddezza del computer perde la testa, ur-
la, si dimena. In quattro lo spingono all'interno dove assurde tendi-
ne a fiori coprono la visuale. Si sentono colpi, gemiti, calci: un pe-
staggio a porte chiuse.



Ed è solo l'inizio. I poliziotti sono già in guardia. Stamattina hanno dovuto
togliere cappucci colorati dalle teste delle statue più famose di Mosca:
quella di Pushkin sull'Arbat, quella di Marx davanti al teatro Bolshoj,
quelle dei partigiani sovietici nella omonima stazione della Metropoli-
tana.

(Nicola Lombardozzi  -  in 'la Repubblica')

Il medioevo della Russia
 - Il pugno di Putin ci riporta al Medioevo -
Madonna, fa che Putin si ravveda" La giornata di ieri segna una svolta
nella storia della Russian contemporanea. la scelta  di percorrere una
nuova strada.     -   La Russia ha deciso di muoversi nella direzione di
Teheran, dell'oscurantismo politico-religioso. "E' uno schiaffo a ogni
pefrsona  che pensi con la propria testa!"  ha esclamato Katja, la mia
moglie venticinquenne, non appena ha saputo che le ragazze del grup-
po punk Pussy Riot erano state condannate a 2 anni di carcere.
E' vero. Io, per esempio, non pensavo che il tribunale di Mosca avrebbe
scelto la pena della reclusione. Lo ritenevo impossibile.  Centinaia tra
gli esponenti più celebri del mondo della cultura russa si sono pronun-
ciati a favore della loro liberazione. Poi si sono aggiunte le star della
musica internazionale, in testa Paul McCartney, Madonna e Sting.

Ma l'impossibile è diventato possibile. Aver eseguito (40 secondi di
esibizione) la canzone performance punk "Madonna, liberaci da Putin!"
sull'altare della cattedrale di Cristo Salvatore alle ragazze è costato la
prigione. Se avessero cantato "Madonna, proteggi Putin", anche nel 
luogo più sacro dell'ortodossia, con il tempo avrebbero potuto ambire
a ottenere un posto da deputato della Duma. Ma loro, al contrario, so-
no parte di quel movimento sociale di protesta che nega la legittimità
delle elezioni della Duma e dello stesso Putin. Perciò tale verdetto (la
prigione ndr.) è una forma di intimidazione e di vendetta personale.
Non lo si potrebbe definire altrimenti. - Il verdetto di colpevolezza
pronunciato dal tribunale rappresenta la crisi del potere dello stato
russo. Invece di instaurare un dialogo con le fasce più progressiste
e illuminate  della popolazione, il Cremlino propone paura per tutti.
Il potere, sentendosi illegittimo, agli occhi di una parte della società,
ha deciso di passare al contrattacco. E' evidente che Putin non voleva
confrontarsi con un partner politico come Khodorkovskij. Ma se il pto-
cesso a Khodorkovskij del 2004, per alcuni cittadini inclini alla rifles-
sione, lasciava  adito a dubbi   (e se avesse vera,mente rubato somme
stratosferiche?), quello alle Pussy Riot è chiaro come la luce del giorno.
La Russia ha rinunciato a essere un paese moderno e civilizzato, ha pre-
ferito tornare al suo medioevo.
Il verdetto di colpevolezza rappresenta la crisi dell'ortodossia russa
attuale. In epoca sovietica la religione aveva il sostegno degli intel- 
lettuali: la Chiesa era perseguitata. Oggi è la Chiesa stessa a perse-
guitare i propri oppositori e odia qualsiasi idea di stampo liberale.
Bisogna essere ciechi per non capire che dopo tale verdetto la mag-
gior parte dei giovani non varcherà più la soglia di una chiesa.
All'interno della Chiesa Russa Ortodossa hanno trionfato le forze
più oscure.  I l verdetto di colpevolezza rappresenta anche la crisi
della mentalità russa.  Se gli strati più europeizzati della società
si schierano in difesa delle Pussy Riot, gran parte della popolazio-
ne è soddisfatta del verdetto, vorrebbe "farle nere", frustarle pub-
blicamente. Il nostro è un paese arcaico.
Il verdetto di colpevolezza rappresenta anche la crisi del neofita.
Il potere, dal presidente  fino al più insignificante  funzionario
pubblico, ha deciso di avvicinarsi a Dio, , di avere fede.   Ma si
tratta appunto di neofiti, comunisti  del giorno prima che non  
conoscono  le tradizioni della fede cristiana  e che non hanno 
imparato a essere cristiani pensanti. E si sentono offesi dalla
blasfemia come se fosse una minaccia  per la loro fede.
Il verdetto di colpevolezza ulle Pussy Riot è uno sparo contro
il futuro della Russia.  Solo grazie alla comparsa di una nuo-
va generazione potremo tornare a ragionare e voltarci verso 
l'Europa. Peer ora, ciao, Europa!   Noi prendiamo un'altra 
strada.
(Viktor Erofeev) 

Chi sono le Pussy Riot
Le tre (anzi quattro) cantanti punk russe sono state condannate
a 2 anni per una "preghiera" anti-Putin: la loro sorte è divenuta
un caso globale.
............. continua

L'intervista
"I giudici rispondono al Cremlino" -"Saremo coraggiosi
come quelle ragazze e torneremo in piazza"  (Navalnyi)
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Fino all'ultimo ha sperato in un gesto di clemenza. "Ma Putin
è fatto così. Se uno lo critica, lui vuole annientarlo".
Aleksej Navalnyj, il blogger anticorruzione considerato il leader
naturale dell'opposizione, ha seguito in aula la lettura della sen-
tenza. E ha la stessa aria sconfitta di tutti gli altri spettatori.
- Davvero ha creduto possibile un'assoluzione?
"L'assoluzione no, ma almeno una scelta meno ottusa. Oggi invece
hanno voluto ribadire che la giustizia in Russia è amministrata da
una sola persona. E solo secondo le sue regole".
- Non crede che invece sia stata la Chiesa a pretendere una pena
esemplare? 
"Non credo proprio. La Chiesa semmai esce molto danneggiata da
questa storia. adersso si rischia un'ondata anticlericale come non
si vedeva dal 1917. Questa apparente difesa della fede è stata con-
dotta cinicamente da un gruppo di atei e satanisti".
 - Si pente di aver definito lo show delle Pussy Riot "una sciocchez-
za clamorosa"?
"Confermo. Quella canzone è stata una stupidaggine. Ma le stupidag-
gini non sono punibili dal codice penale. Le rgazze non hanno inter-
rotto riti religiosi nè fatto atti di vandalismo.  Solo un innocuo show
di due minuti.    In un pease normale sarebbero state punite con una
multa, al massimo con una notte in commissariato. I reati veri sono
ben altri ma la giustizia di Putin non li contempla".


Continua...to be continued...