9 giugno 2012 - sabato 9th June Saturday visioni totali - 13
Tennis ROLAND GARROS
Errani brava lo stesso Parigi alla Sharapova La russa vince lo slam sulla terra rossa piegando in due set in finale (6-3, 6-2) la romagnola che da lunedì sarà numero DIECI al mondo. Roland Garros, sfuma in finale il sogno della Errani <<< vedere//see
9 giugno 2012 - sabato 9th June / Saturday visioni del post - 5 L'antropologo Marc Augè: "Questo 'non tempo' ci impedisce di crescere" L'antropologo francese analizza la situazione attuale e spiega come si potrebbe uscirne nel corso di un'intervista con Marino Niola (19 marzo 2012) "La crisi della finanza ci ha rubato il futuro. Lo ha letteralmente seppellito sotto le paure del presente. Tocca a noi riprendercelo". A dirlo è Marc Augè, uno dei più celebri antropologi del mondo, nel suo ultimo libro "Futuro" (Bollati Boringhieri). Misura ac- curatamente le parole l'autore di "Non luoghi". Non ha la vee- menza nè l'irruenza del tribuno, eppure dietro la sua riflessione pacata si avverte il rigore inflessibile dell'illuminista. Che lascia al mondo una speranza: quella di essere salvati dalle donne. Perchè per la maggior parte delle persone l'avvenire è diventato un incubo più che una speranza? Le cause sono molte, ma due mi sembrano decisive. L'accelerazione impressa alle nostre esistenze dalle nuove tecnologie e la crisi del- la finanza. Una miscela esplosiva che ha cambiato l'esperienza indi- viduale e colletiva del tempo. Facendo dilagare l'incertezza, rendendo epidemico il timore di ciò che ci aspetta. Trasformando insomma il futuro in un frutto avvelenato. Intossicato da un'incertezza che accomuna tutti. I giovani temono di non trovare un lavoro, di non poter progettare il loro avvenire e si sentono bloccati in un eterno presente fatto di precarietsticà. I loro padri invece hanno paura di perdere la pensione, l'assistenza socia- le, di finire in miseria". Il risultato è che la vita sembra impallata in un immobilismo senza uscita. Senza progresso. Senza più alcuna speranza di mobilità sociale. E' questa la dif- ferenza con il passato. Mio nonno non aveva potuto studiare, ma era un uomo intelligente e ha investito sulla formazione dei suoi figli. Mio padre era un funzionario statale e ha voluto che io diventassi un intellettuale, realizzando in me i suoi so- gni. Questo è stato possibile grazie alla scuola pubblica e al- l'istruzione di massa. Oggi non è più così. Anche perchè ormai la scuola riproduce le ineguaglianze, le conferma, non mira più a colmarle, a stemperarle. Questo è vero per la scuola come per tutti gli altri dispositivi di formazione pubblica. E' il caso dell'abolizione del servizio militare che ha ridotto le occasioni di incontro, di rimescola- mento e di livellamento delle diverse classi, appartenenze, culture, ceti. Così il corpo sociale è sempre più immobile, ciascuno chiuso nei propri quartieri, nelle proprie scuole, nelle proprie famiglie, con una tendenza quasi castale, pre- moderna. Tipica di una società che ha abolito i riti di passaggio, le tappe iniziatiche della vita, rendendo difficile costruirsi un avvenire. Così di fatto stazioniamo tutti in un perpe- tuo 'hic et nunc' (qui e adesso). Effettivamente noi viviamo in una sorta di ipertrofia del presente. Che è amplificata dai media, vecchi e nuovi. In un certo senso il nostro tempo non è più lineare ma circo- lare. Come quello delle società primitive, come quello del mondo contadino. Fondati sull'alternanza delle stagioni. E anche noi del resto viviamo di stagioni: sportive, scola- stiche, politiche. Un'esistenza ridotta a calendario. L'opposto del tempo storico, del progresso, del sol dell'avvenire. E' il contrario di quello che si pensa comunemente della civiltà tecnologica che sarebbe perennemente protesa verso l'innovazione. Invece siamo prigionieri di una sor- ta di eterno ritorno scandito non più dai rintocchi delle campane, ma dai palinsesti televisivi e dai ritmi della fi- nanza globale. - Viviamo più a lungo, ma iniziamo a vivere più tardi. Pensi alla rivoluzione francese. E' stata fatta da persone che avevano poco più di vent'anni: era- no dei ragazzi ma cambiarono il corso della storia. Paradossalmente la vita più breve costringeva tutti a maturare più rapidamente. Quindi la globalizzazione ha globalizzato anche il tempo? Proprio così, oggi il tempo è diventato l'unità di misura di tutto, anche dello spazio. Non parliamo più in termini di distanza chilometrica ma di tempo di percorrenza. Tre ore di volo. Due di alta velocità. Quattro di autostrada. E i nostri riferimenti sono globali, non più nazionali. Città e non paesi. Si parla di New York, Mumbai, San Paolo, Parigi L'insieme forma una nuova geografia e un'inedita territorialità virtuale. - In questo senso la tecnologia e l'economia sono più veloci e potenti della politica. E la mettono nell'angolo. Continua... to be continued...
9 giugno 2012 - sabato 9th June / Saturday visioni del post - 5
CALCIO EUROPEI 2012 - Italia verso l'esordio
L'allenatore degli azzurri Prandelli è fiducioso: "Spagna da battere, vogliamo sorprenderla". Buffon: "Qui per stupire, polemiche aiutano". Prandelli fiducioso: "Non dobbiamo difenderci, se giochiamo a calcio possiamo essere competitivi. Sovvertiremo il pessimismo". Elogio degli avversari: "Organizzazione quasi perfetta. E sono molto sereni e allegri. Noi ci prendiamo troppo sul serio. Basta drammi, che sono altri nella vita". Nessuna anticipazione sulla formazione. De Rossi: "Non sarò solo un difensore". Il romanista conferma le scelte di Prandelli "Contro la Spagna sarò il collante tra difesa e centrocampo, non sarò solo un difensore. Per me va bene".
Utile conversazione tra Prandelli e Balotelli?
Risultati di ieri POLONIA - GRECIA 1 - 1 RUSSIA - REP. CECA 4 - 1 Risultati di oggi OLANDA - DANIMARCA 0 - 1 GERMANIA - PORTOGALLO 1 - 0