giovedì 21 marzo 2019

L'Opinione del Giovedì - Lupi solitari, esposizione/emulazione mediatica e i ragazzini multicolori del nuovo millennio che possono salvare e cambiare il mondo

21 marzo '19 - giovedì                        21th March / Thursday                    visione post - 8
              
L u p i   s o l i t a r i
"Ousseynou Sy è il senegalese che ha tentato di fare una strage di bambini, ma non ha tentato
di fare una strage di bambini perchè è senegalese. Allo stesso modo, il neozelandese Brenton
Harrison Tarrant è un cristiano che ha fatto una strage di musulmani, ma non ha fatto una
strage di musulmani perchè è cristiano. La nerissima cronaca dei nostri anni ferocemente
pazzi è piena di invasati che sono impazziti di terrorismo, ma ogni volta che la sociologia del
terrorismo è stata applicata  a uno solo di questi solitari assassini o aspiranti assassini, stra-
gisti, sparatori o bombaroli, si è subito degradata in sociologismo." 
(Così inizia l'articolo di Francesco Merlo, sul Corriere della Sera di oggi 21 marzo, dal titolo
"L'uomo nero")
Alla base dell'atto compiuto da questo senegalese c'è la lucida follia isolata di un uomo che
ha agito spinto dall'esasperazione per l'attuale situazione dei migranti, e non mosso da par-
ticolari simpatie per l'Isis e fuori quindi da un contesto radicalizzato che lo portasse ad un
obiettivo di stragismo islamico. Queste sono anche le conclusioni degli investigatori e dello
stesso pm coordinatore dell'antiterrorimo milanese.  Ma questo non vuol dire che lui non
venga catalogato come terrorista, che ha minacciato di compiere una strage se i carabinie-
ri fossero intervenuti. Poi per fortuna per il coraggio di due ragazzini studenti che hanno
avvisato, di nascosto, i carabinieri che sono intervenuti prontamente, tutto si è risolto.
Ma il folle è un folle terrorista, al di là che sia senegalese. Ma chiaramente sul colore della
pelle ci gioca la destra del ministro Salvini, il quale ultimo assieme a Di Maio     ha    cer-
cato di uscire dall'impasse di questa tragica patata bollente, andando a parlare di cittadi-
nanza da dare a Ramy, ma solo come premio.  Ramy è un ragazzo di 13 anni, di genitori egiziani, senza cittadinanza italiana, quindi straniero: dunque uno straniero (pure Adam 
lo è) che ha salvato altri 48 bambini (più insegnanti e bidello, in tutto 51)  di cui la maggio-
ranza italiani da un attentatore nero, il quale per completare il suo lucido progetto ha dato fuoco al bus con taniche di benzina. Poi, immobilizzato dagli agenti, ha farfugliato che lo
 ha fatto per vendicare tutti i bambini migranti morti in mare per colpa di Salvini  e  Di 
Maio.
Resta allora il fatto che, se finora l'Italia ha potuto evitare, soprattutto  per merito della 
forza di intelligence e dei reparti addestratissimi (migliori d'Europa, si dice)  di  polizia  e carabinieri,  attentati e stragi (come all'estero invece) da parte di estremisti islamici o
di foreign fighters, mai avvenuti nel nostro Paese, comunque basta un cane sciolto, come
il senegalese Sy, a provocare tragedie di terrorismo inaspettato.
Esposizione ed emulazione mediatica
E i cani sciolti sono dovunque, soprattutto nella Rete, e sono pronti ad esaltarsi non solo
nel vedere o leggere, come nel caso di Sy, le immagini e i fatti  di migranti naufragati  e
poi morti o in parte salvati in mare, ma anche nel sentire i continui messaggi mediatici
che vengono lanciati   in tutti i social   da quella parte di governo  che  dovrebbe  essere
la più responsabile nel bilanciare e misurare le parole nella loro gravità e peso specifico.
Insomma l'esposizione mediatica amplificata di continuo di fatti, immagini e parole che
hanno il peso di pietre lanciate procurano alla fine miccia e combustibile altrettanto con-
tinui (dove poi trovano facile presa per altri lupi che vanno ancora ad emularsi a vicenda) 
per questi folli cani sciolti, siano essi di colore bianco, nero o giallo o rosso o di credenza cristiana, islamica-musulmana o suprematista.     A questo punto conta l'uomo in sè e la
sua follia. Altrimenti dovremo ritornare a bisticciare e odiare: e questo sfocia  nel razzi-
smo, e così daremmo ragione a chi lo predica di continuo...
Quei ragazzini che vogliono salvare il pianeta 
e possono cambiare il mondo
Si chiama Greta ed è una svedese sedicenne  che ha dato il via, a livello planetario, a
un movimento di giovani - per lo più studenti della sua età e anche di meno - che fan-
no uno sciopero scolastico il venerdì (tutti i venerdì9 in favore dell'ambiente, cioè per
un mondo ecologico: rispetto per l'ambiente, riduzione ed eliminazione di inquinamen-
to, eccetera e dicono "Agire subito, non c'è un pianeta B". 
E questo è diventato l'appello dello sciopero globale per un clima migliore che si è avuto
in tutto il mondo il 15 marzo scorso con più di mille manifestazioni: una protesta che po-
ne al centro la difesa del futuro della Terra e delle nuove generazioni, messe a rischio da
politiche sbagliate e impegni non rispettati.  
Ma tutto finalmente è partito o meglio ripartito dalla gioventù, e anzi meglio ancora dal-
la gioventù più acerba e sana, quella che vuole prensersi sulle spalle la responsabilità che
gli "adulti pazzi, impazziti, fuori controllo" non hanno più, l'hanno persa per strada da
tanto tempo, forse da quegli anni Sessanta  del secolo scorso  in cui  sembrava volesssero
con il '68 capovolgere il mondo per trasformarlo eliminando guerre  e  conflitti secolari
per costruire un mondo di pace e un pianeta armonioso. Adesso si deve ricominciare tut-
to ancora da loro, dagli spiriti puri ma, speriamo, tenaci e battaglieri::  da ragazzini co-
me quelli del bus-scuola che uniti, bianchi e neri e mulatti, si sono difesi da un matto, fol-
le autista che li voleva sacrificare in nome di una vendetta dei profughi, dei migranti e di
un "Africa sollevati", ma che gli stessi bambini africani annegati nel mare mediterraneo
non avrebbero certo approvato.  I ragazzini come Ramy e Adam possono idealmente es-
sere i fratelli di questi giovani ragazzi e ragazze multicolori e millennial che manifestano
in tutto il mondo per un pianeta futuro in armonia con la natura e perciò governato da
gente pacifica dove l'odio sia un lontano ricordo.
"... E torna l'idea del mondo salvato dai ragazzini perchè quel bimbo (Ramy tredicenne)
ha le stesse qualità dei suoi quasi coetanei che sabato scorso (15 marzo) hanno manifesta-
to in tutto il mondo per difendere l'ambiente. Il bimbo eroe di San Donato (Milanese) è
un loro fratello, unìaltra meraviglia nel nostro tempo marcio.. De Sica appunto ne avreb-
be fatto un seguito di Miracolo a Milano" (Con queste parole finisce l'articolo di France-
sco Merlo)
- L u c i a n o   F i n e s s o -

Lucianone