13 gennaio '15 - mercoledì 13th January /Wednesday visione post - 6
Risultati delle partite
Carpi 2 Fiorentina 1 Roma 1 Inter 0 Atalanta 0 Bologna 0
Udinese 1 Lazio 2 Milan 1 Sassuolo 1 Genoa 2 Chievo 1
Frosinone 1 Torino 0 Verona H. 0 Sampdoria 1
Napoli 5 Empoli 1 Palermo 1 Juventus 2
CLASSIFICA
Napoli 41 / Juventus, Inter 39 / Fiorentina 38 / Roma 34 / Sassuolo 31 /
Empoli 30 / Milan 29 / Lazio 27 / Chievo 26 / Atalanta, Udinese 24 /
Sampdoria 23 / Torino, Bologna 22 / Palermo 21 / Genoa 19 / Frosinone 15 /
Carpi 14 / Verona H. 8
Continua... to be continued...
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mercoledì 13 gennaio 2016
SOCIETA' / postmoderna - Le regole-totem del nuovo ordine: senza più TABU'
14 gennaio '15 - mercoledì 14th January / Wednesday visione post - 18
I TABU' DEL MONDO
All'inizio il capofamiglia sedeva sul trono
e governava per il suo godimento. Poi i figli
presero il potere e il loro rimorso creò le
regole-totem del nuovo ordine.
Nacque così il patto sociale con il suo tabù:
nessuno occuperà in modo arbitrario il trono vuoto.
Ora quel vuoto non solo non è riempito
ma ha perso ogni significato.
da 'la Repubblica - 3 gennaio 2016 - RCULT / Massimo Recalcati)
Se dopo il Padre viene uccisa anche la Legge
Il nostro tempo sembra cancellare ogni forma di tabù. La disinibizione e l'assenza di
vergogna e di senso di colpa trionfano alla faccia del vecchio uomo del Novecento
ancora preso dai grandi dissidi moral i tra il bene e il male, le ragioni individuali e
quelle della Storia, il progresso e la tradizione, gli ideali e la pulsione.
Le lacerazioni tragiche del Novecento hanno lasciato il posto ad un disincanto genera-
lizzato che sembra aver annullato l'esperienza angosciata del tabù. Una vignetta clini-
ca può darci il senso di quello che sta accadendo. E' il caso di un giovane che, insieme
a dei suoi compagni, nel corso di una rapina, ha ucciso brutalmente un anziano. Nel
colloquio in carcere con lo psicologo dichiara che dopo aver commesso il crimine non
ha avvertito alcun senso di colpa. La sua giornata è scivolata via come se niente fosse.
Ha dormito profondamente, la mattina ha fatto colazione e si è recato normalmente a
scuola. Tutto era come prima. Non siamo di fronte alla lacerazione dostoevskijana tra
il senso della Legge e la sua trasgressione colpevole. Il delitto non sembra più in rap-
porto all'esigenza morale del castigo; la colpa non divora il criminale, non lo costringe
all'insonnia, non lo tormenta.
Mentre l'uomo dostoevskijano vive il dramma dell'infrazione della Legge, il giovane
criminale, dopo aver compiuto il delitto, si reca tranquillamente a scuola ridendo e
scherzando con i suoi amici. Egli vive un altro genere di angoscia. Quale? La confida
allo psicologo: la vertigine che lo ha assalito il giorno successivo al crimine - dopo es-
sere stato arrestato - scaturisce dalla sensazione della inesistenza della Legge; ovvero,
dalla percezione che tutto, senza la Legge, è diventato possibile; anche l'uccisione spie-
tata di un uomo per qualche euro. Diversamente dall'uomo dostoevskijano che spro-
fonda nell'abisso del senso di colpa di fronte al volto severo e inflessibile della Legge,
per questo giovane assassino l'angoscia scaturisce dalla dimensione totalmente incon-
sistente della Legge. - Siamo di fronte a un'esperienza che rovescia la genesi del tabù
così come Freud l'aveva concepita nel 1913 in uno dei suoi testi più visionari qual è
Totem e Tabù. In quel libro, sulle orme di Darwin, il padre della psicoanalisi aveva im-
maginato che la prima forma organizzata di vita umana avesse come protagonista un
padre titanico, geloso e crudele, possessore di tutte le donne (il Padre dell'orda), che
confondeva arbitrariamente la Legge col proprio godimento. Di fronte a questa tiran-
nia permanente i figli-fratelli, ai quali era proibito l'accesso alle donne, decidono di al-
learsi uccidendo il padre e divorando il suo corpo in un pasto tribale. Il fatto che i fra-
telli si cibino delle carni del padre manifesta tutta l'ambivalenza del loro legame al pa-
dre: ucciso in quanmto oggetto d'odio, ma sbranato in quanto oggetto d'amore affinchè
la sua potenza illimitata possa essere incorporata dai suoi figli. Il termine "rimorso"
trova qui il suo significato più profondo: divorando il corpo del padre temuto ma amato,
i fiforma della tirannia gli si sentono morsi dalla colpa. L'esito del rimorso è l'instaura-
zione del totem: il padre morto continua a vivere sebbene non più nella forma della
tirannia capricciosa, ma in quella dell'autorità simbolica incarnata nel totem.
La sua morte è, dunque, all'origine del senso stesso della Legge; il totem diviene, al tempo stesso, oggetto di venerazione e di angoscia, commemorando l'assassinio del padre e il ri-
morso che esso ha suscitato. Da quel momento in poi si instaura il divieto dell'incesto che
obbliga tutti i figli all'esogamia. Il senso della Legge sorge come effetto retroattivo dell'at-
to parricida: mentre in Edipo il parricidio infrange la Legge conducendo il figlio verso
l'abisso dell'incesto e della distruzione, in Totem e Tabù esso genera la Legge. L a vita de-
mocratica della Comunità si rende possibile solo attraverso il tabù che sorge in seguito
all'uccisione del padre. E' solo la morte del padre che pretende di essere la Legge, di fare coincidere la Legge con la sua volontà di godimento, a costituire la condizione della nasci-
ta di una Legge più umana e della Cultura stessa. Il patto sociale sostituisce il caos della
violenza; la pulsione deve sublimarsi nel riconoscimento di una Legge che, trovando il suo
fondamento nel suo padre morto, vale per tutti, non è più Legge ad personam.
Nessuno può occupare il posto del padre morto perchè si tratta di un posto destinato a ri-
manere vuoto. I totalitarismi del Novecento e i fondamentalismi di ogni genere mostrano
a rovescio, l'inferno che può generarsi dal suo riempimento fanatico. - Nel nostro tempo
il rischio però non è quello di riempire il vuoto lasciato dal padre morto, ma, nella disso-
luzione neo-libertina di ogni tabù, di fare venire meno il rispetto verso la Legge. E' la ver-
tigine che assale il giovane assassino: non esiste un argine, un limite, una barriera che
possa contenere il suo atto. In questo modo l'assenza della Legge sembra diventare l'uni-
ca forma della Legge; se tutto diventa possibile, se dopo aver compiuto un crimine effe-
rato tutto resta come prima - senza senso di colpa e senza rimorsi - non sarebbe forse ne-
cessario rivalorizzare il tabù come effetto della Legge?
Lucianone
I TABU' DEL MONDO
All'inizio il capofamiglia sedeva sul trono
e governava per il suo godimento. Poi i figli
presero il potere e il loro rimorso creò le
regole-totem del nuovo ordine.
Nacque così il patto sociale con il suo tabù:
nessuno occuperà in modo arbitrario il trono vuoto.
Ora quel vuoto non solo non è riempito
ma ha perso ogni significato.
da 'la Repubblica - 3 gennaio 2016 - RCULT / Massimo Recalcati)
Se dopo il Padre viene uccisa anche la Legge
Il nostro tempo sembra cancellare ogni forma di tabù. La disinibizione e l'assenza di
vergogna e di senso di colpa trionfano alla faccia del vecchio uomo del Novecento
ancora preso dai grandi dissidi moral i tra il bene e il male, le ragioni individuali e
quelle della Storia, il progresso e la tradizione, gli ideali e la pulsione.
Le lacerazioni tragiche del Novecento hanno lasciato il posto ad un disincanto genera-
lizzato che sembra aver annullato l'esperienza angosciata del tabù. Una vignetta clini-
ca può darci il senso di quello che sta accadendo. E' il caso di un giovane che, insieme
a dei suoi compagni, nel corso di una rapina, ha ucciso brutalmente un anziano. Nel
colloquio in carcere con lo psicologo dichiara che dopo aver commesso il crimine non
ha avvertito alcun senso di colpa. La sua giornata è scivolata via come se niente fosse.
Ha dormito profondamente, la mattina ha fatto colazione e si è recato normalmente a
scuola. Tutto era come prima. Non siamo di fronte alla lacerazione dostoevskijana tra
il senso della Legge e la sua trasgressione colpevole. Il delitto non sembra più in rap-
porto all'esigenza morale del castigo; la colpa non divora il criminale, non lo costringe
all'insonnia, non lo tormenta.
Mentre l'uomo dostoevskijano vive il dramma dell'infrazione della Legge, il giovane
criminale, dopo aver compiuto il delitto, si reca tranquillamente a scuola ridendo e
scherzando con i suoi amici. Egli vive un altro genere di angoscia. Quale? La confida
allo psicologo: la vertigine che lo ha assalito il giorno successivo al crimine - dopo es-
sere stato arrestato - scaturisce dalla sensazione della inesistenza della Legge; ovvero,
dalla percezione che tutto, senza la Legge, è diventato possibile; anche l'uccisione spie-
tata di un uomo per qualche euro. Diversamente dall'uomo dostoevskijano che spro-
fonda nell'abisso del senso di colpa di fronte al volto severo e inflessibile della Legge,
per questo giovane assassino l'angoscia scaturisce dalla dimensione totalmente incon-
sistente della Legge. - Siamo di fronte a un'esperienza che rovescia la genesi del tabù
così come Freud l'aveva concepita nel 1913 in uno dei suoi testi più visionari qual è
Totem e Tabù. In quel libro, sulle orme di Darwin, il padre della psicoanalisi aveva im-
maginato che la prima forma organizzata di vita umana avesse come protagonista un
padre titanico, geloso e crudele, possessore di tutte le donne (il Padre dell'orda), che
confondeva arbitrariamente la Legge col proprio godimento. Di fronte a questa tiran-
nia permanente i figli-fratelli, ai quali era proibito l'accesso alle donne, decidono di al-
learsi uccidendo il padre e divorando il suo corpo in un pasto tribale. Il fatto che i fra-
telli si cibino delle carni del padre manifesta tutta l'ambivalenza del loro legame al pa-
dre: ucciso in quanmto oggetto d'odio, ma sbranato in quanto oggetto d'amore affinchè
la sua potenza illimitata possa essere incorporata dai suoi figli. Il termine "rimorso"
trova qui il suo significato più profondo: divorando il corpo del padre temuto ma amato,
i fiforma della tirannia gli si sentono morsi dalla colpa. L'esito del rimorso è l'instaura-
zione del totem: il padre morto continua a vivere sebbene non più nella forma della
tirannia capricciosa, ma in quella dell'autorità simbolica incarnata nel totem.
La sua morte è, dunque, all'origine del senso stesso della Legge; il totem diviene, al tempo stesso, oggetto di venerazione e di angoscia, commemorando l'assassinio del padre e il ri-
morso che esso ha suscitato. Da quel momento in poi si instaura il divieto dell'incesto che
obbliga tutti i figli all'esogamia. Il senso della Legge sorge come effetto retroattivo dell'at-
to parricida: mentre in Edipo il parricidio infrange la Legge conducendo il figlio verso
l'abisso dell'incesto e della distruzione, in Totem e Tabù esso genera la Legge. L a vita de-
mocratica della Comunità si rende possibile solo attraverso il tabù che sorge in seguito
all'uccisione del padre. E' solo la morte del padre che pretende di essere la Legge, di fare coincidere la Legge con la sua volontà di godimento, a costituire la condizione della nasci-
ta di una Legge più umana e della Cultura stessa. Il patto sociale sostituisce il caos della
violenza; la pulsione deve sublimarsi nel riconoscimento di una Legge che, trovando il suo
fondamento nel suo padre morto, vale per tutti, non è più Legge ad personam.
Nessuno può occupare il posto del padre morto perchè si tratta di un posto destinato a ri-
manere vuoto. I totalitarismi del Novecento e i fondamentalismi di ogni genere mostrano
a rovescio, l'inferno che può generarsi dal suo riempimento fanatico. - Nel nostro tempo
il rischio però non è quello di riempire il vuoto lasciato dal padre morto, ma, nella disso-
luzione neo-libertina di ogni tabù, di fare venire meno il rispetto verso la Legge. E' la ver-
tigine che assale il giovane assassino: non esiste un argine, un limite, una barriera che
possa contenere il suo atto. In questo modo l'assenza della Legge sembra diventare l'uni-
ca forma della Legge; se tutto diventa possibile, se dopo aver compiuto un crimine effe-
rato tutto resta come prima - senza senso di colpa e senza rimorsi - non sarebbe forse ne-
cessario rivalorizzare il tabù come effetto della Legge?
Lucianone
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