Io personalmente ho sempre amato gli Stati Uniti d'America:
ma quelli della contestazione alla guerra americana contro il Vietnam, quelli dei due fratelli
Kennedy (Fitzerald e Bob), quelli del reverendo Martin Luther King "I have a dream"), cioè
quelli del Sogno americano e quelli della Democrazia, intesa come giustizia prima di tutto
sociale tra gli esseri umani, di qualunque colore e genere, di qualsiasi provenienza socio/
economica ma con l'obiettivo di colmare sempre più la differenza (spesso abissale) tra ricchi
e poveri, insomma una democrazia chiaramente di sinistra, mettendola sul piano politico.
Ma sappiamo che l'unico presidente americano che avrebbe potuto essere in grado - e che in
verità è sembrato in certi purtroppo rari momenti essere in grado - di ripristinare (almeno in
parte) quel "Sogno" interrotto con le morti di M. L. King e dei due Kennedy, è stato il primo
presidente di colore Barack Obama che passò due mandati e perciò per otto anni ebbe in ma-
no il governo degli States alla Casa Bianca. Con Obama al timone gli afroamericani avevano
economica ma con l'obiettivo di colmare sempre più la differenza (spesso abissale) tra ricchi
e poveri, insomma una democrazia chiaramente di sinistra, mettendola sul piano politico.
Ma sappiamo che l'unico presidente americano che avrebbe potuto essere in grado - e che in
verità è sembrato in certi purtroppo rari momenti essere in grado - di ripristinare (almeno in
parte) quel "Sogno" interrotto con le morti di M. L. King e dei due Kennedy, è stato il primo
presidente di colore Barack Obama che passò due mandati e perciò per otto anni ebbe in ma-
no il governo degli States alla Casa Bianca. Con Obama al timone gli afroamericani avevano
riposto molte speranze. Di cambiamento, soprattutto sul problema razziale mai veramente ri-
solto. E tutti noi occidentali progressisti e di sinistra avevamo sperato tanto in lui. Di colore.
Un presidente finalmente di colore o abbronzato, come diceva il nostro ironico cavaliere.
Ma niente. Niente di veramente risolutivo sul piano dei diritti dei neri, della parità razziale
definitiva. Anzi, Obama alla fine è andato a deludere tutti i suoi concittadini afroamericani:
lo ha fatto, come dimostrato dal docu-film di Roger Moore, col tradimento dell'acqua inqui-
nata, bevendo nel bicchiere di Giuda il veleno propinato ai neri dei sobborghi di Chicago.
Ha tradito il suo popolo. Che gli ha giustamente voltato le spalle.
E così è arrivato al potere il presidente repubblicano più bullo di tutti i presidenti degli Stati
Uniti messi assieme: un certo Donald, non dei mercati McDonald's, ma quasi: Trump detto
Donald. Populista, razzista, fiancheggiatore dei suprematisti e di tutte le destre americane,
amico dei populisti sudamericani come Bolsonaro ed europei come il nostro Salvini, Trump
è anche amico delle fake news più sgangherate e amante del "Law and order" con cui ha
governato ultimamente tutti gli avvenimenti-sconvolgimenti riferiti al caso di George Floyd.
A Minneapolis, Minnesota, il 25 maggio 2020 - data che rimarrà nella storia degli Usa come
una lapide a futura memoria - l'afroamericano George Floyd muore, dopo che un agente fe-
derale gli tiene premuto il ginocchio sul collo per 8 minuti durante un arresto. Il video viene
visto in Rete e poi in Tv in tutto il mondo, e hanno subito inizio nel Minnesota le prime pro-
teste degli afroamericani e di consistenti gruppi e movimenti di bianchi americani che mar-
ciano per le vie della cittadina accompagnati dallo slogan del movimento (già nato in prece-
denza) "Black Lives Matter", cioè 'Le vite dei neri contano'. Dal primo di giugno le proteste
dilagano e si allargano a tutti gli Usa. Per sedarle il presidente Donald Trump minaccia di
dispiegare l'esercito.
dispiegare l'esercito.
E così il problema razziale, che sotto le ceneri è sempre covato negli Usa e che nè la Guerra
civile tra nordisti e sudisti nè diritti civili mai effettivamente messi in pratica a livello di raz-
za sono mai riusciti a risolvere definitivamente con l'integrazione autentica di americani e
afroamericani, ora è esploso in tutta la sua deflagrazione dopo i continui omicidi spesso an-
che giornalieri degli agenti federali e dei poliziotti dei vari Stati confederali avvenuti negli
ultimi anni e, appunto, con sempre maggiore frequenza. A ciò si aggiunga la grave crisi eco-
nomica e di conseguenza sociale data dalla pandemia per coronavirus che in America è an-
data aggravandosi di giorno in giorno per l'atteggiamento superficiale del governo americano
e di Trump in particolare.
data aggravandosi di giorno in giorno per l'atteggiamento superficiale del governo americano
e di Trump in particolare.