sabato 9 marzo 2013

Sport - calcio / Serie B - 30^ giornata 2012/13

9 maezo '13  -  sabato          9th March / Saturday                visioni post - 10

Varese-Sassuolo 3-4, riprende la corsa degli emiliani verso la serie A

30ª giornata, successo esterno della squadra di Di Francesco. Non risponde bene il Livorno che pareggia 3-3 con la Reggina. Tre punti d'oro per Verona ed Empoli sui campi di Grosseto e Ascoli. Derby veneto a sorpresa: esulta il Vicenza. Pari show tra Modena e Cittadella

La capolista Sassuolo dimentica in fretta il clamoroso 0-2 interno col Grosseto e riprende la corsa verso la serie A. Lo fa vincendo (in 10) sul difficile campo del Varese 4-3. Il Livorno non replica pareggiando 3-3 con la Reggina. Al Picchi, dopo due sconfitte consecutive, arriva solo un punticino, troppo poco per la A. Ed il Verona corsaro a Grosseto 2-0 è a soli 2 punti di distanza. Vince ad Ascoli l'Empoli grazie alla doppietta di Maccarone. Derby veneto al Vicenza che passa sul Padova con Castiglia fa un grande scatto in zona calda. Pari show tra Modena e Cittadella (3-3), successo-salvezza per il Lanciano a Vercelli. Pari tra Spezia e Ternana, il Brescia non va oltre l'1-1 col Novara. Bari, doppio Tallo per avere la meglio sulla Juve Stabia.
I risultati dele partite
Ascoli  -  Empoli              1  -  2
Bari  -  juve Stabia            2  -  0
Brescia  -  Novara            1  -  1
Grosseto  -  Verona          0  -  2
Modena  -  Cittadella        3  -  3
Padova  -  Vicenza           0  -  1
Pro Vercelli  - Lanciano    1  -  2
Ternana  - Spezia            0  -  0
Varese  -  Sassuolo         3  -  4
Livorno  -  Reggina           3  -  3
Crotone  -  Cesena          1  -  0

Classifica
Sassuolo  67 /  Livorno  58 /  Verona  56 /  Empoli 49 /  Varese  46 /  Padova  42 / 
Brescia  41 /  Juve Stabia  39 /  Modena  38 /  Cittadella, Lanciano  37 /  Ascoli,
Crotone, Novara  36 /  Ternana  35 /  Spezia, Cesena  34 /  Bari, Reggina  32 /
Vicenza  31 /  Pro Vercelli  22 /  Grosseto  19

Varese - Sassuolo 3-4 — Il profumo della serie A si fa sempre più intenso per il Sassuolo dei record che riprende la sua marcia trionfale verso la promozione. L’inaspettato 0-2 casalingo di una settimana fa con il Grosseto è acqua passata per Di Francesco e per i suoi ragazzi terribili, pronti a suonarle a un Varese coraggioso ma incapace di completare la rimonta pur in superiorità numerica. Castori, alla vigilia, aveva chiesto ai tifosi di rendere il Franco Ossola simile a una "bolgia" ma lo stadio si è ammutolito dopo appena sei minuti. Tanto è bastato agli ospiti per portarsi in vantaggio, con sfacciata disinvoltura. L’emozione iniziale, nata da un bolide di sinistro scoccato da Ebagua al 4’, ha illuso il pubblico di casa ma è evaporata in un istante perché, alla prima occasione, Berardi ha fulminato Bressan e Masnago. Il giovane attaccante ha sfruttato al meglio l’assist lungo di Missiroli e una distrazione di Franco per infilzare il Varese con un preciso sinistro. I biancorossi avrebbero l’opportunità di pareggiare al 30’, quando un errore di Marzorati dà il via libera a Ebagua che scivola a un passo da Pomini. Se i padroni di casa sono imprecisi, gli ospiti sanno essere spietati e al secondo tiro in porta raddoppiano. È il 44’ e un cross di Bianchi dalla destra viene rinviato da Rea ma finisce sulla testa di Masucci che batte Bressan con un pallonetto. Castori cerca di correre ai ripari nella ripresa togliendo Ferreira Pinto e Franco, entrambi piuttosto spenti, e gettando nella mischia Damonte e Oduamadi. Proprio l’esterno nigeriano sforna
l’assist per il gol di Troest, la cui inzuccata ridà speranze al 9’. Il Varese non ha però neppure il tempo di rialzare la testa perché Masucci, dopo aver ricevuto da Berardi, riporta i neroverdi in vantaggio di due reti. La partita però non è finita perché Neto Pereira, a soli quattro minuti dall’ingresso in campo, si procura un calcio di rigore e l’espulsione di Terranova, che lo fa cadere davanti a Pomini (18’). Dal dischetto segna Ebagua: il centravanti festeggia il gol numero 37 in campionato con il Varese, diventando il secondo miglior marcatore nella storia del club. Il Franco Ossola si accende diventando quella "bolgia" auspicata da Castori e Pomini è costretto al miracolo per negare il pari a Troest (34’). L’aggancio sembra possibile e al 36’ è Ebagua, impreciso di testa, a sfiorarlo ma la capolista, pur in inferiorità numerica, si mette al sicuro con la ciliegina di Pavoletti, rapido nello sfruttare l’ennesima leggerezza di Troest (41’). La traversa di Zecchin al 45’ è il preludio al gol dell’esterno, a segno su punizione per la terza partita di fila quando però è il 48’ e non c’è più tempo per sperare nel pareggio. (Filippo Brusa  -  da La Gazzetta dello Sport.it)
Livorno-Reggina 3-3 — Il Livorno getta alle ortiche una vittoria già sicura, paga a caro prezzo la giornataccia del proprio giovane portiere Fiorillo ed in casa contro la Reggina deve accontentarsi di un punticino. E' finita 3-3. I labronici rimangono sul secondo gradino della classifica, ma vedono avvicinarsi l'Hellas Verona, ora in ritardo di sole due lunghezze. Venerdì prossimo, alle 21, la squadra di Nicola renderà visita proprio agli scaligeri di Mandorlini: la gara potrebbe rivelarsi decisiva in ottica promozione. Ottimo il risultato strappato al Picchi dagli amaranto calabresi, al loro terzo pari consecutivo. Locali (privi fra gli altri di Siligardi e Belingheri) in campo con il 3-4-1-2, ospiti (senza Colucci e Fischnaller) con il 3-4-2-1 (Gerardi punta centrale, panchina per Comi). Il Livorno inizia con buona lena e sfiora la rete due volte con Paulinho. Alla prima vera occasione la Reggina sblocca il punteggio. E' il 33': Sarno apre a sinistra per Rizzato, lasciato colpevolmente libero dalla difesa avversaria. Il centrocampista reggino conclude al volo di sinistro. Tiro insidioso, ma non certo irresistibile. Fiorillo, però, si impappina: la palla gli sfugge di mano ed entra in porta. I toscani reagiscono ed al 40' trovano il pareggio. Per un vistoso ed ingenuo fallo di Hetemaj su Schiattarella, appena dentro l'area, l'arbitro accorda il penalty. Sul dischetto si presenta Dionisi che spiazza Baiocco per l'1-1. Il Livorno è su di giri e realizza il gol del sorpasso al 43'. Traversone dalla destra di Salviato e splendida girata in piena area di rigore di Paulinho, che anticipa Adejo ed insacca: 2-1. Durante l'intervallo, espulso l'allenatore ospite Dionigi. Al 17' della ripresai labronici segnano il 3-1: Salviato serve al limite dell'area di rigore Dionisi che conclude con il sinistro e batte Baiocco sul primo palo per la doppietta personale. Sembra un match chiuso a doppia mandata. E invece la Reggina getta il cuore oltre l'ostacolo e confeziona la clamorosa rimonta. Alla mezzora bolide da trenta metri di Gerardi che si insacca nell'angolo alto alla destra di Fiorillo: 3-2. Al 35' l'incredibile. Il neo entrato Barillà va alla conclusione dalla grandissima distanza. Il portiere livornese appare poco reattivo e clamorosamente non riesce a trattenere la sfera che, beffarda, supera la linea bianca per il 3-3 conclusivo. (Fabio Giorgi)
Barillà esulta dopo il gol del clamoroso 3-3. LaPresse
Barillà esulta dopo il gol del clamoroso 3 - 3

Grosseto - Verona 0-2 — Il Verona torna immediatamente alla vittoria dopo lo scivolone con il Padova, passando sul campo del Grosseto (2-0), in un gara che i veneti hanno risolto in cinque minuti, tra il 25' e il 30' del primo tempo. Tra i due gol della squadra di Andrea Mandorlini c'è però il rigore fallito da Piovaccari, che ha cambiato il volto alla contesa. I toscani, che prima di subire l'uno-due, hanno messo in difficoltà i gialloblù con i tentativi di Delvecchio (gran partita la sua), Soddimo e Som, non sono più riusciti a trovare lo smalto iniziale e per il Verona è stato abbastanza facile controllare il pressing operato dai toscani nell'ultima mezzora di gara. Il Verona passa al 25' grazie ad un rigore trasformato da Ferrari e concesso da Borriello per un fallo ingenuo di Calderoni che ha ostacolato Carrozza con la palla lanciata da Jorginho destinata a spegnersi sul fondo. Alla prima azione il Grosseto ha la possibilità di pareggiare i conti, sempre dagli undici metri per un fallo di Crespo su Som. Piovaccari, che toglie la palla a Delvecchio, spara su Rafael che respinge con i pugni. E nemmeno tre minuti dopo il Verona chiude l'incontro con un diagonale di Cacciatore, spostato a sinistra dopo l'infortunio di Albertazzi nel riscaldamento, dopo aver percorso tutta la fascia. Un colpo da k.o. per i padroni di casa. Nella ripresa Nielsen e Ferrari si vedono negare da due prodezze di Lanni il 3-0, mentre i calci di punizione di Soddimo sbattono prima sul portiere e poi sulla traversa. Il Grosseto, che si avvia mestamente verso la Lega Pro, ha chiuso con 12 tiri totali contro i 7 del Verona, ma non è bastato per muovere la classifica. (Maurizio Caldarelli)


Nicola Ferrari, semicoperto, realizza il momentaneo 0-1 dal dischetto. LaPresse
Nicola Ferrari realizza il momentaneo 1 - 0 dal dischetto

Il commento  (di Lucianone)

Cultura - Personaggio - Intervista a Marc Augè

9 marzo '13 - sabato       9th March / Saturday                        visioni post - 11

L'antropologo Marc Augè: "Curiosi e attivi
senza l'angoscia del futuro"
In un nuovo libro Marc Augè analizza le inquietudini planetarie
E indica alcune strade per fronteggiarle

(da la Repubblica - 28 gennaio '13 - di Fabio Gambaro)

CONTRO LA PAURA

Parigi
La realtà in cui viviamo è spesso ridotta a una "matassa indistinta e confusa
di paure".    Una matassa che rischia  di paralizzarci e impedirci di vivere. ma
che Marc Augè prova pazientemente a dipanare nel suo nuovo libro Les Nou-
velles Peurs (Payot, pagg. 92, euro 10).  -  Per l'antropologo francese, che da
anni si concentra  sull'analisi  delle trasformazioni  e  delle contraddizioni del 
mondo contemporaneo, le paure economiche  e  le discriminazioni  sociali, le  
violenze politiche e le derive tecnologiche, i cataclismi naturali  e le minacce 
criminali finiscono spesso per sovrapporsi e confondersi, amplificandosi a vi-
cenda, producendo panico e angoscia negli individui.
"Naturalmente tutte queste paure non sono direttamente collegate le une alle
altre, ma nella vita quotidiana spesso ci appaiono proprio così", spiega l'auto-
re di Un etnologo nel metrò, Nonluoghi e Che fine ha fatto il futuro?
"I media evocano senza soluzione di continuità il rischio di un cataclisma, un
attentato terroristico, l'aumento della disoccupazione e la strage inspiegabile
di un pazzo. Sono realtà indipendenti, che però tutte assieme in un telegiorna-
le fanno massa. La giustapposizione crea un effetto di contaminazione che le
amplifica  e le semplifica al contempo, dando luogo a un'unica paura globale,
diffusa e indistinta. Di conseguenza, quando ne evochiamo una, di fatto è co-
me se evocassimo tutte le altre. Il che è indubbiamente un elemento di novità".
"Nel passato le paure erano più isolate, definibili e locali?", chiediamo a Marc
Augé.  -  "Probabilmente sì. Nei secoli scorsi non sono mancate le grandi pau-
re, che però erano spesso legate a fattori e contesti ben precisi. Oppure erano
paure molto più universali, come ad esempio la paura della morte.  In passato
inoltre non si sapeva nulla di ciò che accadeva lontano da noi, mentre oggi sap-
piamo tutto quello che accade in ogni angolo del pianeta.  -  Se un pazzo uccide
dei bambini in una scuola americana, ne siamo immediatamente informati come
se fosse accaduto sotto casa nostra. Di conseguenza, temiamo per i nostri figli.
Insomma, tutto quello  che accade lontano  ci riguarda e  ci terrorizza  come se
fosse vicino. IL SISTEMA DELL'INFORMAZIONE crea una forma di paura
nuova, più sfuggente e più astratta. Quindi più difficile da combattere. Tuttavia,
il fatto che sia più astratta non significa che non abbia effetti concreti, producen-
do negli individui un terrore paralizzante. Come accade per le nuove inquietudni
planetarie, che sono  la dimensione  oscura  e  minacciosa  della globalizzazione.
Dominate dall'idea che ciò che riguarda gli uni finisce prima o poi per coinvolge-
re tutti gli altri;  le catastrofi nucleari, le epidemie, ma anche il terrorismo  o  le
minacce del sistema finanziario assumono contorni quasi apocalittici.


"Questa matassa di paure eterogenee è lo sfondo permanente delle nostre vite?"
"In un certo senso sì. La paura è ridiscesa in terra e contemporaneamente si è
generalizzata. Un segnale di questo timore diffuso è il successo di un libro come
"Indignatevi!" di Stéphane Hessel.    L'indignazione, infatti, è la forma sublime
della paura. In questo caso, le parole di un vecchio saggio - una figura abbastan-
za tradizionale  e quindi rassicurante - riescono a dare  un  contenuto preciso  in
termini socio-politici  alle paure indistinte di un gran numero di persone.  E' per
questo che il libro ha tanto successo.    La nostalgia per certi valori del passato
che prende forma nelle pagine di Hessel viene interpretata come un grido di ri-
volta nei confronti del presente.  In fondo, se nei secoli scorsi si aveva innanzi-
tutto paura della morte, oggi si ha soprattutto paura della vita".
"Perchè?"
Gli allarmi economici, ecologici e sanitari, ma anche la violenza e il terrorismo
sono qui e adesso. Generano un'angoscia quotidiana e immediata  che occupa
tutto il nostro orizzonte, impedendoci di proiettarci più in là.
Nell'epoca classica, proprio perchè gli uomini avevano paura della morte, stoi-
cismo e epicureismo provavano ad elaborare riflessioni in grado di consolarci.
Oggi queste forme di consolazione filosofica non funzionano più.   Molte delle
paure che  ci attanagliano  non sono nuove in sè, è nuovo però il loro modo di
fare sistema e la loro percezione. Nel passato, dato che le paure erano perce-
cipte come locali e concrete, si aveva l'impressione di poter fare qualcosa per
prevenirle. Oggi, invece, più le paure diventano un groviglio inestricabile, più
si ha l'impressione che sia impossibile intervenire sulle problematiche che le
alimentano. La sensazione d'impotenza è uno degli elementi costitutivi delle
nuove paure.
"Ciò vale ad esempio per la percezione della crisi economica. E' così?"
In effetti, di fronte alla crisi economica ci sembra che non ci siano soluzioni
efficaci. La crisi è percepita come ineluttabile e inarrestabile. Da qui le pau-
re  della  disoccupazione, del declassamento sociale e della povertà, che pe-
raltro vanno di pari passo con il terrore di un sistema che sembra avanzare
in maniera inerziale e fuori da qualsiasi controllo. In fondo, si teme l'incom-
petenza e l'inconsistenza di coloro che dovrebbero governare il sistema.  E
naturalmente tutto ciò implica un certo fatalismo che produce battaglie solo
difensive.     Una volta si sognava di abbattere il sistema, oggi si spera solo
che non crolli definitivamente per non esserne le vittime".
Ci sono poi le paure prodotte dalla scienza e dalla tecnologia... 
Tradizionalmente le paure nascono dall'ignoranza. A volte però anche la co-
noscenza può angosciarci, come accade  talvolta  con  l'innovazione tecnico-
scientifica. Diverse scoperte della scienza ci fanno paura, dal nucleare alla
clonazione.  Oggi, nonostante l'entusiasmo per le nuove tecnologie, l'avve-
nire ci sembra prefigurare un mondo d'incognite. Motivo per cui preferiamo
non proiettarci troppo in un futuro percepito più come una minaccia che co-
me una speranza. Questa scomparsa del domani come orizzonte operabile
aumenta inevitabilmente l'ansia del presente".
C'è un modo per sottrarsi a questo insieme di paure?
Continua...to be continued...

Sport - Calcio / Notizie da Verona sportiva

9 marzo '13 - sabato         9th March / Saturday

VERONA

Hellas in Maremma, caccia a tre punti d'oro

FUORI L'ORGOGLIO. Dopo la sconfitta casalinga con il Padova, i gialloblù cercano una vittoria «scacciacrisi» contro la Cenerentola del campionato cadetto. L'allenatore deve rinunciare a Martinho squalificato Fuori anche Moras, Cocco e Agostini per infortunio Tra gli avversari Matteo, il figlio di mister Mandorlini.
Una sconfitta da vendicare, la voglia di rialzare la testa. L'Hellas torna in campo e affronta il Grosseto dopo la delusione del derby con il Padova. Impegno facile sulla carta, i toscani occupano l'ultima posizione e hanno 34 punti in meno dei gialloblù, ma la vittoria dei biancorossi sul campo della capolista Sassuolo nell'ultimo turno di campionato ha rilanciato le ambizioni della Cenerentola. Un risultato positivo anche con il Verona porterebbe grande entusiasmo in terra di Maremma e il Grosseto potrebbe tornare decisamente in corsa per la salvezza anche se i dieci punti di distacco dal Bari quartultimo sono veramente tantissimi con sole tredici partite da giocare prima della fine del torneo. In effetti questo è il momento più importante della stagione non solo per le squadre invischiate nel fondo classifica ma anche per quelle che lottano nei quartieri alti. Il passo falso casalingo con il Padova ha complicato anche i piani del Verona. I gialloblù avevano la possibilità di accorciare le distanze da Sassuolo e Livorno ma hanno gettato alle ortiche e ora devono recuperare con il Grosseto i punti persi con i biancoscudati. Maietta e compagni sono partiti ieri pomeriggio per il ritiro in Toscana, dopo l'allenamento di rifinitura. Mister Mandorlini dovrà rinunciare ancora una volta a Pugliese e Agostini infortunati e anche a Martinho squalificato dal giudice sportivo. Probabilmente toccherà a Michelangelo Albertazzi prendere il posto del brasiliano sulla fascia sinistra anche lui però si è allenato a corrente alternata in settimana e non è ancora al cento per cento. Sarà la solita maledizione dei mancini? Se non ce la fa Albertazzi, il tecnico chiederà ancora una volta un sacrificio a Cacciatore con l'inserimento di Crespo a destra. In mezzo alla difesa ci saranno Maietta e Ceccarelli che prenderà il posto di Moras infortunato. Alla fine l'esperienza del capitano avrà la meglio sulla grinta giovanile di baby Bianchetti. Tutto da definire il centrocampo, l'allenatore potrebbe ridare fiducia lla mediana che ha fatto bene per un tempo con il Padova - Jorginho in regia con Laner e Hallfredsson a sostegno - ma il rientro di Bacinovic dopo i tre turni di squalifica regala un'alternativa a Mandorlini che potrebbe far giocare il centrocampista sloveno o il danese Nielsen per far rifiatare i giocatori che hanno tirato la carretta nella prima fase del torneo. In avanti ancora Cacia con Ferrari in panchina visto che Andrea Cocco è ancora fermo per infortunio. Tanti dubbi sulle corsie esterne, in pole position partono Gomez e Sgrigna ma Carrozza e Rivas, poco utilizzati finora, scalpitano per scendere in campo fin dal primo minuto. Ovviamente il Verona cercherà di portare a casa una vittoria, diventerebbe pericoloso lasciare ancora punti per strada. Il Sassuolo dovrà vedersela con il Varese che vuole riscattare davanti al pubblico amico la sconfitta di Empoli per mantenere il quarto posto in classifica in piena corsa play off mentre il Livorno ospiterà al Picchi a Reggina. Perso fino al termine del campionato bomber Siligardi per un brutto infortunio al ginocchio, mister Nicola recupera Dionisi che giocherà a fianco di Paulinho in attacco. Perso il «vizietto» di vincere in casa e soprattutto di non alzare mai bandiera bianca al Bentegodi, l'Hellas dovrà dare continuità alla vittoria di Bari proprio contro il Grosseto. Un'esperienza tutta da vivere.( da l'Arena.it  - Luca Mantovani)
Una sconfitta da vendicare, la voglia di rialzare la testa. L'Hellas torna in campo e affronta il Grosseto dopo la delusione del derby con il Padova. Impegno facile sulla carta, i toscani occupano l'ultima posizione e hanno 34 punti in meno dei gialloblù, ma la vittoria dei biancorossi sul campo della capolista Sassuolo nell'ultimo turno di campionato ha rilanciato le ambizioni della Cenerentola. Un risultato positivo anche con il Verona porterebbe grande entusiasmo in terra di Maremma e il Grosseto potrebbe tornare decisamente in corsa per la salvezza anche se i dieci punti di distacco dal Bari quartultimo sono veramente tantissimi con sole tredici partite da giocare prima della fine del torneo. In effetti questo è il momento più importante della stagione non solo per le squadre invischiate nel fondo classifica ma anche per quelle che lottano nei quartieri alti. Il passo falso casalingo con il Padova ha complicato anche i piani del Verona. I gialloblù avevano la possibilità di accorciare le distanze da Sassuolo e Livorno ma hanno gettato alle ortiche e ora devono recuperare con il Grosseto i punti persi con i biancoscudati. Maietta e compagni sono partiti ieri pomeriggio per il ritiro in Toscana, dopo l'allenamento di rifinitura. Mister Mandorlini dovrà rinunciare ancora una volta a Pugliese e Agostini infortunati e anche a Martinho squalificato dal giudice sportivo. Probabilmente toccherà a Michelangelo Albertazzi prendere il posto del brasiliano sulla fascia sinistra anche lui però si è allenato a corrente alternata in settimana e non è ancora al cento per cento. Sarà la solita maledizione dei mancini? Se non ce la fa Albertazzi, il tecnico chiederà ancora una volta un sacrificio a Cacciatore con l'inserimento di Crespo a destra. In mezzo alla difesa ci saranno Maietta e Ceccarelli che prenderà il posto di Moras infortunato. Alla fine l'esperienza del capitano avrà la meglio sulla grinta giovanile di baby Bianchetti. Tutto da definire il centrocampo, l'allenatore potrebbe ridare fiducia lla mediana che ha fatto bene per un tempo con il Padova - Jorginho in regia con Laner e Hallfredsson a sostegno - ma il rientro di Bacinovic dopo i tre turni di squalifica regala un'alternativa a Mandorlini che potrebbe far giocare il centrocampista sloveno o il danese Nielsen per far rifiatare i giocatori che hanno tirato la carretta nella prima fase del torneo. In avanti ancora Cacia con Ferrari in panchina visto che Andrea Cocco è ancora fermo per infortunio. Tanti dubbi sulle corsie esterne, in pole position partono Gomez e Sgrigna ma Carrozza e Rivas, poco utilizzati finora, scalpitano per scendere in campo fin dal primo minuto. Ovviamente il Verona cercherà di portare a casa una vittoria, diventerebbe pericoloso lasciare ancora punti per strada. Il Sassuolo dovrà vedersela con il Varese che vuole riscattare davanti al pubblico amico la sconfitta di Empoli per mantenere il quarto posto in classifica in piena corsa play off mentre il Livorno ospiterà al Picchi a Reggina. Perso fino al termine del campionato bomber Siligardi per un brutto infortunio al ginocchio, mister Nicola recupera Dionisi che giocherà a fianco di Paulinho in attacco. Perso il «vizietto» di vincere in casa e soprattutto di non alzare mai bandiera bianca al Bentegodi, l'Hellas dovrà dare continuità alla vittoria di Bari proprio contro il Grosseto. Un'esperienza tutta da vivere.
(da l'Arena.it  -  Luca Mantovani)
A Grosseto, il tecnico del Verona cerca la vittoria scacciacrisi

«L'Hellas deve giocare come una provinciale»

FUORI L'ORGOGLIO. Il diesse fa il punto della situazione dopo la sconfitta con il Padova, in vista della volata finale. «Il silenzio non va interpretato come un'assenza». Sogliano non abbassa la guardia: «Il campionato non è già finito ma dobbiamo cambiare mentalità Siamo delusi ma non molliamo»
Il diesse gialloblù Sean Sogliano ha mandato un segnale positivo alla squadra e all’ambiente FOTO EXPRESS
Il diesse gialloblu Sogliano ha mandato un segnale positivo alla squadra e all'ambiente
dell'Hellas  (FOTO EXPRESS)

L'aveva detto a bocce ferme, quest'estate. Sean era stato chiaro in tempi non sospetti, conosceva lo scenario. Aveva previsto i rischi. «Io non mi sento favorito», buttò lì Sogliano a fine mercato, quando l'Hellas era sulla bocca di tutti. Quel tentativo non riuscì, tanto che la questione di fondo è rimasta irrisolta. Perché quell'etichetta non ha giovato. Il diesse comincia a parlare, senza fermarsi. Silenzio all'Hotel San Marco. «Nessuno ha mai detto che sarebbe stata una passeggiata o che noi eravamo un gruppo da All Star Game. Di una cosa sono certo però: questa squadra lo scorso anno avrebbe vinto il campionato per distacco, perché aveva la mentalità da outsider. Adesso non è così. Se devo fare una critica al mister e ai giocatori è proprio questa. Succede perché giochiamo da favoriti e non da provinciale. E questo non mi sta bene». PREGI E DIFETTI. Il Padova ha lasciato il segno ma il finale è tutto da scrivere. Analizzando le lacune e rafforzando le certezze. «Non sono qui a dire che che sono contento e che tutto va bene. La mentalità della squadra deve cambiare. Cominciamo a lottare palla su palla, contrasto su contrasto. In serie B le squadre che arrivano fino in fondo sono quelle che corrono di più, date retta a me. La differenza è tutta lì: l'anno scorso si giocava da outsider. Adesso no...". 
(da l'Arena.it  -  Alessandro De Pietro)

continua...to be continued...