1 luglio '14 - mertedì 1st July / Tuesday visione post - 12 Le partite degli Ottavi Risultati Francia 2 Germania 2 Argentina 1 Belgio 2 Nigeria 0 Algeria 1 Svizzera 0 Usa 1 C o m m e n t i Come previsto! Era pochissimo probabile che Nigeria e Algeria potessero qualificarsi contro due blindati mondiali del calibro di Germania/Francia. Eppure la squadra della Merkel ha avuto il suo da fare con un'Algeria po- co arrendevole e per niente mancante di tecnica e di agonismo tenuto su ritmi elevati mettendo in difficolta Robben and company. Argentina e Belgio non han dovuto sudare più di tanto per superare due squadre che si sono sgonfiate strada facendo. Adesso dovranno vederse- la tra loro per i quarti di finale. Interessante, intrigante scontro! (lucianone)
1 luglio '14 - martedì 1st July / Tuesday visione post - 7 Per vent'anni ha cantato ai matrimoni fino a quando è stato scoperto da una etichetta americana. Adesso Souleyman ha registrato il suo primo disco in Occidente. (da 'la Repubblica' - 26/06/2014 - Andrea Morandi) Mentre a Ras al-Ayn, la città in cui è nato, l'esercito si è ripreso le strade dopo una lunga e terribile battaglia con i gruppi armati dell'opposizione, lui gira il mondo con il suo nuo- vo album, diventando il primo cantante siriano in grado di esportare la sua musica oltre i confini nazionali. Bizzarra e affascinante vicenda quella di Omar Souleyman (questa sera al Circolo Magnolia per Elita Summer) che, dopo aver fatto l'artista da matrimoni per ol- tre vent'anni e aver inciso 500 dischi in Siria, tre anni fa ha iniziato un'ascesa che lo ha portato sui palchi di Festival come Glastonbury e il Sònar di Barcellona, folgorando l'ex leader dei Blur Damond Albarn, Bjork (che lo ha voluto in studio a remixare un pezzo) nonchè il produttore inglese Kieran Hebden, in arte Four Tet, che lo ha portato a Lon- dra a registrare il suo primo album occidentale: 'Wenu Wenu', già un cult della scena etnica. - "Il miglior disco che abbia mai registrato" spiega Souleyman, che dall'inizio del conflitto siriano si è trasferito in Turchia con la famiglia. "Ne sono orgoglioso, era- no anni che cercavo di raggiungere una qualità sonora di questo livello".
Soprannominato l'Elvis Presley siriano, un passato da muratore tra Aleppo e Hassakah, Souleyman è un personaggio unico anche all'interno della variegata scena della world music: baffi neri, occhiali da sole, kefiah bianca e rossa e tunica su sui spesso indossa una giacca di pelle, in Siria è diventato una superstar grazie a un miscuglio sonoro de- finito "jihadi techno", ovvero incalzanti tappeti elettronici su cui fa convergere generi come il dabke siriano, il choubi iracheno e elementi del retaggio curdo e turco. Diventato un caso grazie al passaparola sul Web e a un'etichetta americana (la Sublime di Seattle) che lo ha portato a suonare negli Stati Uniti, Souleyman oggi vive il parados- so di essere diventato il beniamino della scena alternativa proprio nel momento in cui il suo Paese attraversa un incubo senza fine. "Il canto è sempre stato tutto per me, ho iniziato a esibirmi a sette anni, ma sono riuscito a vivere di musica solo quando le mie cassette , registrate ai matrimoni in cui cantavo, hanno iniziato a diffondersi a Damasco. Il mio genere preferito rimane quello tradiziona- le, ma uso l'elettronica per riuscire a portarlo a un pubblico giovane che, altrimenti, non sarebbe interessato. Se sono sorpreso dal successo in Occidente? Onestamente sì, visto che nessuno capisce quello che canto. Adesso però che sono diventato celebre all'estero, il mio sogno è un altro: riuscire, un giorno, a tornare in Siria e a cantare i pezzi di 'We- nu Wenu'. Mi renderebbe molto orgoglioso".