11 aprile '21 - domenica 11th April / Sunday visione post - 8
(da la Repubblica - 20 marzo '21 - di Corrado Augias)
Alle origini della paura
AstraZeneca è dunque sicuro? Nel comunicato dell'Agenzia europea per i medicinali si legge:
"Il vaccino di AstraZeneca è sicuro ed efficace. I suoi benefici superano i rischi". Dunque, i
rischi ci sono. Venticinque possibili casi, di cui 9 fatali, su 20 milioni di dosi iniettate in Eu-
ropa e Gran Bretagna. Statisticamente insignificanti, per crudele che una frase del genere pos-
sa suonare. Nelle confezioni di cardioaspirina, benemerito medicinale da banco di larghissimo
uso, è contenuto un foglietto illustrativo di 6 pagine in corpo 5. Leggo: "Aspetti sul sistema
nervoso. A dosi elevate o prolungate possono comparire: sudorazione, mal di testa, confusio-
ne, emorragia cerebrale. Effetti sul tratto gastrointestinale superiore: esofagite, duodenite ero-
siva, gastrite erosiva, ulcera esofagea, perforazione". Eccetera. Nessun medicinale è privo di
rischi. La parola greca pharmakon, significa pianta curativa, ma anche droga o veleno. Ciò
che cura può anche uccidere. Allargo il tema: chiunque entri in autostrada per un sereno fi-
ne settimana in campagna con la propria famiglia e il cane che già uggiola di gioia, sa di ave-
re una minima possibilità di non arrivare alla meta; chiunque salga a bordo di un aereo idem.
Non si salva da possibili rischi nemmeno chi se ne sta a casa sua, sbrigando banali faccende
domestiche. Nel corso del 2020, anche a causa della pandemia e del confinamento, ci sono
stati più incidenti e infortuni tra le quattro mura domestiche che sulle strade. In pratica non
esiste un'attività umananè di quiete nè di moto, nè all'aperto nè al chiuso che sia esente da
rischi. Il primo rischio che ognuno deve affrontare è la vita stessa.
I vaccini però sono un caso particolare perchè si basano su un paradosso. Una medicina si
prende per curare un male; il vaccino invece si prende da sani per evitare che il male arrivi.
Il soggetto da vaccinare non è un paziente, è una persona in salute e proprio la vaccinazio-
ne potrebbe provocargli disturbi, di gravità variabile.
Già prima della pandemia il movimento no-vax si basava su questo timore alimentato dalla
descrizione di effetti collaterali per lo più d'origine superstiziosa. Quando però ha circolato
la notizia di eventi fatali probabilmente causati da un vaccino, si è diffusa una paura diffi-
cilmente controllabile proprio perchè fondata su elementi irrazionali, anzi ignoti. L'associa-
zione mentale vaccino-morte è diventata, come si usa dire, virale prima ancora che si cono-
scessero i risultati delle autopsie sulle vittime. Per una volta è stata la Germania la prima
nazione europea a dare prova di un'emotività largamente immotivata. Con effetto domino
altri Paesi, tra i quali il nostro, l'hanno imitata. Il timore delle autorità è comprensibile. Nel-
la situazione data chi è al governo preferisce essere accusato di eccesso di cautela piuttosto
che di imprevidenza o inerzia. Resta però un dato di fondo. L'intera letteratura sulle epide-
mie, da Sofocle in poi, ha un dato in comune >: le pestilenze scatenano una paura difficile
da controllare in quanto nasce dalla sensazione di un pericolo incombente tanto più minac-
cioso in quanto invisibile, pronto a colpire alla cieca. Si può capire che in un individuo pri-
vo di sufficienti cognizioni scientifiche l'idea di farsi inoculare un male, anche se in forma
attenuata per combattere un male più grande, possa provocare una reazione di rigetto.
La paura nasconde gli immensi benefici che i vaccini hanno provocato nella salute di in-
tere collettività. Chi li teme, vede i possibili (rarissimi) effetti collaterali trascurando il
fatto che la loro diffusione ha fatto scomparire - almeno in questa parte del mondo - in-
tere malattie di cui s'è perduto perfino il ricordo.
Lucianone