22 settembre '14 - lunedì 22nd September / Monday visione post - 7
(da 'la Repubblica' - 9 giugno '14 - Pietro Del Re, Larche-Alpi Francesi)
IL RITORNO DEL BRANCO CHE SPAVENTA LA FRANCIA
Stavolta la belva ne ha sgozzate parecchie di pecorelle, consumando la sua ultima
ecatombe in uno scenario da cartolina con cime abbondantemente innevate, grasse
abetaie e radure di un verde stupefacente. "Ormai siamo circondati dai lupi e nes-
suno è più in grado di fermare le loro mattanze", si lamenta Jean-Jacques Lombard,
un uomo alto e magro, col viso bruciato dal sole delle alture. "Stamattina, quando so-
no salito al pascolo nella valle dell' Ubayette ho trovato una ventina di agnelli ancora agonizzanti. Ho dovuto sopprimerli io stesso, e le assicuro che i pochi euro con cui
verrò risarcito dallo Stato non basteranno a ripagarmi di tanto orrore".
Perseguitato dai francesi con ferosce accanimento per secoli, fino alla sua completa
estinzione nel 1930, il lupo ha ricominciato a insediarsi in questi boschi agli inizi de-
gli anni Novanta, quando i primi esemplari provenienti dai nostri Appennini scopri-
rono dall'altra parte del confine la manna di enormi greggi interamente incustodite.
Il suo ritorno ha immediatamente risvegliato paure ataviche, facendo insorgere gli
allevatori e riportando alla memoria una lotta cominciata con Carlo Magno.
Oltralpe di questi prodigiosi predatori se ne contano oggi circa 250 , sparsi in una
quindicina di dipartimenti. Pochi mesi fa è stato avvistato un Canis Lupus italicus
perfino in Champagne, a soli 160 chilometri da Parigi. - In Francia, dove solo un
terzo delle greggi è protetto dai cani, il problema è che gli attacchi sono rmai quoti-
diani, e in continuo aumento: dall'inizio dell'anno ne sono stati registrati già 200, e
nel 2013 i lupi hanno predato oltre 2450 pecore. "O noi o loro: la pastorizia è in pe-
ricolo, e con essa questi splendidi paesaggi alpini che l'uomo ha scolpito nel tempo,
perchè il giorno che scompariranno le pecore, i boschi riprenderanno il sopravven-
to e ci ritroveremo come nel Medioevo", dice Pierre Martin Charpenel, sindaco
Ump di Barcellonette, cittadina nelle Alpi dell'Alta Provenza, a un tiro di schioppo
dal Piemonte. "Di chi è la colpa? Delle potenti lobby di ambientalisti che da decen-
ni mentono sostenendo che i lupi sono necessari all'ecosistema e che per difender-
si da loro bastano i cani".
Come il sindaco Charpenel, molti pastori se la prendono con quelli che hanno ac-
colto con gioia il ritorno in Francia del temibile carnivoro, siano essi ecologisti,
etologi o semplici amanti della natura. Dice Jacques Carriat, guida di montagna
a Barcellonette e da anni strenuo difensore del lupo: "In Francia siamo abituati
a demponizzare qualsiasi cosa. Prima gli arabi, poi i neri e gli ebrei, e adesso il
lupo "italien". A Parigi, per compiacere gli elettori, i politici di ogni schieramen-
to , compreso il leader no-global Josè Bovè, si oppongono tutti al ritorno del lupo.
Con quali conseguenze? Che quest'anno se ne potranno legalmente abbattere 34
esemplari, e che l'anno prossimo il doppio". Ma per sua fortuna il lupo è un ani-
male guardingo, diffidente, astutissimo. Perciò, l'anno scorso, nonostante i costi
elevatissimi e il colossale dispiegamento di mezzi, i "lupari" hanno abbattuto so-
lo 8 esemplari, ai quali però ne vanno aggiunti altrettanti eliminati di frodo dai
bracconieri arruolati dagli allevatori. Più che a battute di caccia questi "prelievi"
mirati somigliano a operazioni militari, con l'intervento di decine di uomini do-
tati di armi da guerra e fucili di alta precisione con visori a infrarossi per caccia-
re anche di notte. Come se non bastasse, le autorità francesi hanno incoraggiato
gli stessi allevatori ad armarsi per spaventare il lupo a schioppettate se dovesse
avvicinarsi alle greggi o, se necessario, per accopparlo quando è recidivo.
"L'allevamento di ovini era in crisi prima che tornasse il lupo, il quale sbrana,
sì e no, lo 0,3 per cento del totale delle pecore francesi", spiega Carriat, "men-
tre la malattie parassitarie e i cani randagi ne uccidono una media di 1000 al
giorno".
Ma è possibile che in Francia siano davvero giunti all'amletico dilemma: o l'a-
gnello o il lupo? Ed è possibile che non ci sia più spazio per il Canis lupus in
in terre in cui ha abitato per centinaia di migliaia di anni prima di essere fe-
rocemente sterminato da un corpo di gendarmeria, la louveterie, apposita-
mente creato da un Franceso I nel XVI secolo? "In realtà una soluzione ci
sarebbe
Continua...
to be continued...
DI TUTTO e di PIU Ambiente / Appuntamenti / Arte / / Cibo-cucina / Commenti / Cultura / Curiosità-comicità / Dossier / Economia-Finanza / Fotografia / Inchiesta / Intervista / Istruzione / Lavoro / Lettere / Libri / Medicina / Motori / Musica / Natura / Opinione del Giovedì / Personaggi / Psicologia / Reportage / Riflessioni-Idee / Salute / Scienze / Società-Politica / Spettacoli (cinema/tv) / Sport / Stampa-giornali / Storie / Tecnologia-Internet / Ultime notizie / Viaggi
lunedì 22 settembre 2014
Musica - Il personaggio / Billy Bragg, il folkman combattente
22 settembre '14 - lunedì 22nd September / Monday visione post - 2
Billy Bragg è il cantautore inglese
che in 31 anni di carriera ha sempre mantenuto una
sua coerenza artistica e politica, ispirandosi
a grandi come Woody Guthrie e Pte Seeger.
(da 'la Repubblica' - 19/07/'14 - Andrea Morandi)
Trentuno anni di carriera, dodici dischi e una coerenza sia politica che artistica
che non ha rivali: il cantautore Billy Bragg... è uno degli ultimi baluardi di uncer-
to modo di intendere la musica: in testa ha la lezione di giganti del folk come
Woody Guthrie e Pete Seeger e le sue canzoni sono concepite come editoriali
giornalistici, semptre segnate da punti di vista mai banali o scontat -
Andrea Morandi - 'Dagli anni Ottanta, quando pubblicò il suo primo album,
Life's a Riot with Spy vs Spy, quanto è cambiato il suo modo di scrivere can-
zoni?'.
B. Bragg - "Sono cambiato io: ero un ragazzo, sono diventato un padre di
famiglia, quindi è cambiata anche la musica che faccio. . Per anni ho scritto
canzoni di protesta e inni su come cambiare il mondo, ma il mio ultimo al-
bum, Tooth & Nail, parla anche della difficoltà di mantenere in piedi una
relazione sentimentale. Sono lotte diverse, ma importanti ognuna a suo
modo per un individuo".
A. Morandi - 'Da sempre nei suoi brani ha cantato i mali del mondo, dslla lotta
alla Thatcher negli anni Ottanta alla globalizzazione. Ma può davvero una can-
zone cambiare le cose?'.
B. Bragg - "No, non può farlo, e lo dice uno che ha iniziato a fare musica alla fine
degli anni Settanta ascoltando i vinili dei Clash e le loro canzoni di protesta, per me
Joe Strummer era un faro. Negli anni ho capito però che la musica può ispirare le
persone che la ascoltano, far capire che possono cambiare le cose , se davvero lo vo-
gliono. Di questo sono ancora convinto".
A. Morandi - 'Quanto è cambiata la scena musicale in questi trent'anni?'
B. Bragg - "A quei tempi se volevo far ascoltare le mie canzoni, dovevo prendere
la mia chitarra e andarmene in giro per l'Inghilterra a cercare un palco, era l'uni-
co modo. Oggi invece, grazie al web, chiunque può ascoltare quello che suono, in
Indonesia o in Italia. Il problema è un altro: la musica non rappresenta più un'a-
vanguardia culturale, ha perso quel ruolo".
A. Morandi - 'E' pessimista per il futuro?'.
B. Bragg - "No, perchè in realtà vedo che ai miei concerti, proprio grazie a
Internet, Twitter o Facebook, vengono molte più persone che mi hanno co-
nosciuto e ascoltato sul web. Credo che la funzione di aggregazione che ha
la musica non solo sia rimasta intatta, ma è anche aumentata. E sarà sem-
pre così".
A. Morand - 'Che rapporto ha con il pubblico italiano?".
B. Bragg - "Molto buono, da sempre. In Italia avete una lunga e forte tra-
dizione politica, quindi mi sono sempre sentito molto legato al pubblico, ho
sempre sentito una grande risposta. A Milano, ricordo in particolare dei
concerti molto intensi, c'è una lunga tradizione antifascista da voi di cui mi
sento parte".
Lucianone
Billy Bragg è il cantautore inglese
che in 31 anni di carriera ha sempre mantenuto una
sua coerenza artistica e politica, ispirandosi
a grandi come Woody Guthrie e Pte Seeger.
(da 'la Repubblica' - 19/07/'14 - Andrea Morandi)
Trentuno anni di carriera, dodici dischi e una coerenza sia politica che artistica
che non ha rivali: il cantautore Billy Bragg... è uno degli ultimi baluardi di uncer-
to modo di intendere la musica: in testa ha la lezione di giganti del folk come
Woody Guthrie e Pete Seeger e le sue canzoni sono concepite come editoriali
giornalistici, semptre segnate da punti di vista mai banali o scontat -
Andrea Morandi - 'Dagli anni Ottanta, quando pubblicò il suo primo album,
Life's a Riot with Spy vs Spy, quanto è cambiato il suo modo di scrivere can-
zoni?'.
B. Bragg - "Sono cambiato io: ero un ragazzo, sono diventato un padre di
famiglia, quindi è cambiata anche la musica che faccio. . Per anni ho scritto
canzoni di protesta e inni su come cambiare il mondo, ma il mio ultimo al-
bum, Tooth & Nail, parla anche della difficoltà di mantenere in piedi una
relazione sentimentale. Sono lotte diverse, ma importanti ognuna a suo
modo per un individuo".
A. Morandi - 'Da sempre nei suoi brani ha cantato i mali del mondo, dslla lotta
alla Thatcher negli anni Ottanta alla globalizzazione. Ma può davvero una can-
zone cambiare le cose?'.
B. Bragg - "No, non può farlo, e lo dice uno che ha iniziato a fare musica alla fine
degli anni Settanta ascoltando i vinili dei Clash e le loro canzoni di protesta, per me
Joe Strummer era un faro. Negli anni ho capito però che la musica può ispirare le
persone che la ascoltano, far capire che possono cambiare le cose , se davvero lo vo-
gliono. Di questo sono ancora convinto".
A. Morandi - 'Quanto è cambiata la scena musicale in questi trent'anni?'
B. Bragg - "A quei tempi se volevo far ascoltare le mie canzoni, dovevo prendere
la mia chitarra e andarmene in giro per l'Inghilterra a cercare un palco, era l'uni-
co modo. Oggi invece, grazie al web, chiunque può ascoltare quello che suono, in
Indonesia o in Italia. Il problema è un altro: la musica non rappresenta più un'a-
vanguardia culturale, ha perso quel ruolo".
A. Morandi - 'E' pessimista per il futuro?'.
B. Bragg - "No, perchè in realtà vedo che ai miei concerti, proprio grazie a
Internet, Twitter o Facebook, vengono molte più persone che mi hanno co-
nosciuto e ascoltato sul web. Credo che la funzione di aggregazione che ha
la musica non solo sia rimasta intatta, ma è anche aumentata. E sarà sem-
pre così".
A. Morand - 'Che rapporto ha con il pubblico italiano?".
B. Bragg - "Molto buono, da sempre. In Italia avete una lunga e forte tra-
dizione politica, quindi mi sono sempre sentito molto legato al pubblico, ho
sempre sentito una grande risposta. A Milano, ricordo in particolare dei
concerti molto intensi, c'è una lunga tradizione antifascista da voi di cui mi
sento parte".
Lucianone
Iscriviti a:
Post (Atom)