domenica 4 settembre 2016

SOCIETA' / Italia centrale - Dopo il terremoto: l'uomo smarrito e il silenzio di Dio

4 settembre '16 - domenica               4th September / Sunday               visione post - 19

Fede e destino
Il grido dell'uomo smarrito
colpito dal silenzio di Dio

(da "Corriere della Sera" - 27 agosto '16 - Analisi & Commenti / di padre Enzo Fortunato)
Caro direttore, conosco bene il grido dell'uomo nella tempesta del terremoto, perchè
anch'io ho gridato quel giorno, il 26 settembre del '97,  all'interno della Basilica supe-
riore di San Francesco, quando il sisma colpì Assisi e molti comuni umbri e marchi-
giani.    Poi - dopo quella lunghissima  e terribile scossa - cadde il silenzio, mentre
la polvere sollevata dalle volte cadute dall'alto riempiva la navata, lasciando a terra
corpi  di quattro fratelli e un pezzo di storia dell'arte.
A essere colpito durante il sonno, ancora una volta, è il centro Italia. Oggi come allora il si-
sma ferisce i nostri centri storci. La memoria delle nostre tradizioni. Allora come oggi sve-
gliati di soprassalto dal boato e l'attesa, sperando che tutto finisse - e finisca - il prima pos-
sibile. Ricoedo, diciannove anni fà, drammatiche nel nostro scambio di sguardi  perchè al-
cuni mancavano all'appello. - Conosco il silenzio, lo smarrimento  e il pensiero a Dio: im-
brattato di polvere, la corsa verso l'esterno a respirare aria, a chiedermi perchè, a cercare
risposte dentro di me, uomo di chiesa.
Il grido dell'uomo, il silenzio di Dio. Siamo noi, forse, chiamati a rispondere alle "domande"
che Egli suscita in noi, trasformando la nostra esperienza di sofferenza e di dolore - la nostra
"Passione" - in risposte di umanità e di solidarietà. Francesco d'Assisi non spiega la sofferen-
za ma incontrandola cambia il suo orizzonte. Da una vita per sè a una vita per gli altri.
E se il filosofo francese Albert Camus, di fronte al dolore dirà: non mi inginocchierò  mai
sotto questo Cielo di sofferenza, noi invece, come figli di Francesco, ci inginocchiamo per
lenire e dare senso alla nostra vita.  - E allora dov'è Dio? E' nella presenza di nuovi angeli
custodi, in quei giovani volontari, in quei pompieri, in quelle donne e  in quegli uomini di
buona volontà che si fanno prossimi, che non fanno  battere le lancette  dell'orologio  ma
razione. E' la risposta della speranza all'angoscia, della fede alla nostra fragilità.
Ma anche, chi è Dio? Il nostro è un Dio delle parole, dei gesti, dei silenzi, come raccontato
nella Bibbia.  Oggi sento di riprendere quel 365 "non temere" che ritmano l'intero percorso
del Testo Sacro.  E' la parola di Dio  per ogni giorno dell'uomo.   Per quelli tristi  come per
quelli gioiosi. Per quelli della disperazione come per quelli della speranza.che ci aspetta
Il dio dei gesti è quello del Buon samaritano, del Buon pastore, del Padre misericordioso
che lascia tutto per andare incontro all'uomo. Per cercarlo e chiamarlo per nome. Per dirci
che ci conosce meglio di noi stessi e che ci aspetta sempre, ci perdona e ci cura con cuore
di madre.  -    Ma il nostro  è anche  un Dio di silenzi. Come ha ricordato papa Francesco:
"Pensate ai grandi silenzi nella Bibbia: per esempio il silenzio nel cuore di Abramo, quan-
do andava con suo figlio  per offrirlo  in sacrificio.  Due giorni, salendo sul monte, ma lui
non osava dire qualcosa al figlio, anche se il figlio, che non era sciocco, capiva. E Dio ta-
ceva. Ma il più grande silenzio di Dio è stato la Croce: Gesù ha sentito il silenzio del Pa-
dre, fino a definirlo 'abbandono': "Padre, perchè mi hai abbandonato?". Oggi gridiamolo
quel dolore perchè  ci sono silenzi  che non possiamo comprendere  nè spiegare  se non
guardando la Croce.   Oggi molte lacrime bagneranno visi e bare, esprimeranno l'abban-
dono di Dio e il suo silenzio. Ma inaspettata, arriverà la resurrezione.

Lucianone