Disoccupazione giovanile:
nuovo record al 37,1 %
E' il record negativo assoluto, il doppio dall'inizio della crisi - Under 25
senza lavoro - Male anche l'Eurozona - In Italia l'esercito di chi è senza
un impiego a dicembre '12 arriva a 2,9 milioni - Più possibilità per le don-
ne nel settore dei servizi e nel sociale - Disperata ricerca di un impiego tra
chi ha bussato a tutte le porte
La disoccupazione giovanile segna un nuovo record e stavolta è un massimo assoluto:
a novembre '12 balza al 37,1 % , come mai era avvenuto prima. Non c'è traccia di livel-
li superiori sia nelle serie storiche mensili sia in quelle trimestrali dell'Istat, cominciate
nel 1992. E' da 20 anni che l'Italia non sperimenta un tasso così alto di disoccupazione
soprattutto tra gli under 25, alla ricerca di un posto di lavoro.
Infatti negli ultimi mesi del 2012 la quota di ragazzi alla disperata caccia di un impiego
è andata sempre più aumentando. Basti pensare che rispetto al 2007 il tasso di disoccu-
pazione compresa tra i 15 e i 24 anni è quasi raddoppiato. Oltre ai giovani a novembre
risentono particolarmente della crisi anche i lavoratori maschi: tra loro l'occupazione
tocca il minimo storico. E rispetto a 5 anni fa si contano ben 740 mila uomini a lavoro
in meno. - Secondo le stime dell'Istat novembre 2012 è stato un altro mese "nero"
per il mercato del lavoro con il tasso complessivo di senza posto all'11,1%, lo stesso
di ottobre, quindi ancora ai massimi dall'inizio del 1999. Anche le fila dei disoccupati
rimangono copiose: un esercito che ormai è vicino ai 2,9 milioni di persone, mezzo mi-
lione in più rispetto a un anno prima. E ritornando ai giovani, tra loro sono alla ricerca
di un impiego oltre 640 mila under 25. A novembre '12 anche il fronte dell'occupazione
sembra iniziare a cedere, con 42 mila persone a lavoro in meno nel giro di appena un
mese. - In termini tendenziali la perdita ricade tutta sugli uomini. La discesa è, però,
bilanciata dall'occupazione "rosa", che almeno durante l'anno sale come risultava anche
dai dati del terzo trimestre. Un fenomeno che può essere dovuto all'inasprimento dei re-
quisiti pensionistici. Inoltre le donne trovano più facilmente un impiego nei servizi, me-
no colpiti dalla crisi, con alcune figure, tra cui le colf, in crescita.
I dati dell'Istat suscitano reazioni preoccupate: per la Cgil la disoccupazione record è
il "risultato delle politiche di solo rigore"; secondo la Cisl "il lavoro deve essere il primo
punto di ogni programma elettorale". Mentre la Uil sostiene la necessità di interventi imme-
diati per fare fronte a quelli che l'Ugl definisce cifre "allarmanti".
Poco prima della diffusione dei dati, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, aveva spiegato
come non considerasse il peggioramento della disoccupazione un fallimento, precisando:
"Noi paghiamo errori di lungo periodo". Non mancano i commenti dei politici: per il leader
dell'Idv , il ministro Fornero e il premier (Monti) "o sono incapaci o sono bugiardi".
Critici verso il governo anche il coordinatore dei dipartimenti del Pdl, Renato Brunetta, e
il fondatore del movimento Fratelli d'Italia-Centrodestra nazionale, Ignazio La Russa. Ma
secondo il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, non è dimostrabile che la riforma For-
nero possa aver contribuito al peggioramento del trend del mercato del lavoro.
Allarme anche nel resto d'Europa - Il mondo del lavoro è in piena crisi anche nel Vecchio
Continente: a novembre l'Eurozona non ha fatto altro che aggiornare il record di disoccupa-
zione, salita all'11,8%. Eurostat registra un nuovo picco anche per i giovani (24,4%) ma
l'Italia supera di gran lunga la media europea, piazzandosi tra i Paesi con il più alto tasso
di under 24 a caccia di un impiego. Tra l'altro c'è un trend preoccupante che si è imposto
nell'eurozona nel corso della crisi dove si è creata una "divergenza impressionante" nel
tasso di disoccupazione tra il Nord e il Sud dei suoi stati membri, che è arrivato a differire
di 7,5 punti percentuali.
Il Rapporto Ue 2012 mette in luce la "necessità urgente" di mettere a punto "meccanismi di
stabilizzazione macroeconomica più efficaci". Nel frattempo arriva anche qualche spiraglio
In dicembre la fiducia delle imprese e dei consumatori è migliorata per il secondo mese con-
secutivo: più 1,3 punti che si aggiungono ai segnali positivi di novembre dopo 8 mesi conse-
cutivi di caduta della fiducia. In qualche misura si intravede (almeno qui) un segnale di
schiarita. Però, se i manager dell'industria progettano assunzioni, nessun cambiamento in tale
direzione proviene dai servizi, dal commercio al dettaglio e dalle costruzioni. La fiducia dei
consumatori continua a essere minata dalle preoccupazion i per la disoccupazione.
Lucianone