SALTO IN ALTO
Bondarenko oro super: vola a 2,41
Poi prova il record a 2,46 e lo fallisce ma di pochissimo.
L’ucraino manca di pochissimo il 2,46
che sarebbe valso il primato. Protagonista di una gara memorabile.
E quando salta chiede il silenzio.
Bohdan Bondarenko
(da La Stampa - Sport / Giulia Zonca da Mosca)
L’ultima volta che Bohdan Bondarenko ha corteggiato il record del mondo, giusto un mese fa, ha chiesto l’asticella a 2,47, ben due cm sopra una misura già assurda. Ha tentato la fortuna: 247 è la combinazione della serratura di casa sua. Qui però siamo a un Mondiale e stavolta, dopo l’oro da vertigine vinto con classe, è più razionale. Tenta di scassinare il 2,46 che vale un posto nella storia, non ci riesce ma dopo la gara di stasera è di certo lui che ha in mano il codice del cielo. Deve solo provarci ancora.
C’è una macchia di pubblico gialla e blu che fa il tifo per lui, l’Ucraina si è disposta in curva: formazione a bandiera e l’obiettivo è di urlare più dei russi, di fare più baccano di quello che c’era per Yelena Isinbayeva. Ma Bondarenko è l’opposto della zarina, è uno che improvvisa, non segue copioni e infatti zittisce il pubblico a ogni turno: lui vuole il silenzio quando salta.
Si presenta in finale con le scarpe bicolori (una gialla e una rossa), entra in gara a 2,29, ancora in tuta e passa il turno successivo perché sa di voler esagerare: deve conservare le energie. Azzarda, inventa ed emoziona perché a 2,35 salta tanto in alto da dare l’idea che il record sia davvero possibile. Qui non si parla di un primato normale, il limite dell’alto è un miraggio. Datato 1993 e fissato dal cubano Javier Sotomayor, un artista della disciplina, a 2,45, una misura che ormai sembrava impossibile. Bondarenko l’ha avvicinata a Losanna, in luglio, quando è salito fino a 2,41, una quota che nessuno toccava più dal 1994. A Mosca fa il bis e oltrepassa l’asticella fissata a 2,41 con un solo errore sulle spalle: è il salto che vale l’oro. Barshim (Qat) e Drouin (Can) lo hanno seguito sino a lì e si sono già dovuti arrampicare per riuscirci. In un tentativo disperato Barshim salta un giro e chiede i 2 metri e 44, prova a forzare. Troppo.
L’ucraino, 23 anni, arriva a questo successo dopo una strana carriera che stava per finire nel 2009 per colpa di un infortunio. Doveva operarsi al piede di stacco, affare delicato, uno di quei problemi che possono farti smettere anche quando puoi permetterti le migliori cure e lui non se ne poteva permettere nessuna. I soldi li ha messi il suo manager, ha investito nel talento e ora si trova un atleta che vale oro.
Bondarenko avvicina il suo mito, Vladimir Jaščenko, uno capace di fissare un record del mondo (2,33 nel 1977) a 18 anni e ancora con il salto ventrale. Era un altro fuori dal coro, negli Anni dell’Unione Sovietica e dell’atletica militare portava i capelli lunghi e stava per i fatti suoi: “Un idolo vero, mi hanno così tanto parlato di lui che solo l’idea di essere accostato al suo nome mi emoziona”. Ora non è solo un paragone suggestivo, è vero legame. Una successione ereditaria tra i re del salto in alto.
RISULTATI
Alto M.: 1.Bondarenko (Ukr) 2,41, 2.Barshim (Qat) 2,38, Drouin (Can) 2,38.
Triplo F.: 1.Ibarguen (Col) 14,85, 2.Koneva (Rus) 14,81, Saladuha (Ukr) 14,65.
3000 siepi M.: 1.Kemboi (Ken) 8’06”01, 2.Kipruto (Ken) 8’06”37, Mekhissi (Fra) 8’07”86.
400hs F.: 1.Hejnova (Cze) 52”83, 2.Muhammad (Usa) 54”09, 3.Demus (Usa) 54”27.
400hs M.: 1.Gordon (Tri) 47”69, 2.Tinsley (Usa) 47”70, 3.Bekric (Srb) 48”05
La 20enne azzurra prepara l’assalto
a una medaglia: «Resta qualcosa
da sistemare, ma posso farcela»
Alessia Trost aveva detto che bisognava evitare gli errori e si è qualificata alla finale dell’alto con un percorso netto.
“Tutto tranquillo: mi sentivo bene e avevo sensazioni diverse rispetto alle ultime gare, soprattutto di testa, non sono andata in gara con pressioni e ho ridotto al minimo quella interna: ho domato le ansie. Vediamo di continuare così”.
Alessia Trost ha vinto l'oro europeo under 23
Lucianone
Lucianone