mercoledì 12 dicembre 2018

SOCIETA' / politica - Europa: ritorno alle tribù, e come uscirne per creare nuovi orizzonti

12 dicembre '18 - mercoledì                 12th December / Wednesday            visione post - 15


(da LA STAMPA - 16 settembre '18 - Maurizio Molinari)
L'Europa nella morsa delle tribù
E'un domino di emozioni. linguaggi e identità tribali  che attraversa  l'intera Unione euro-
pea manifestandosi nelle forme più diverse: l'estrema destra polacca o ungherese ripudia i migranti come appestati, la Cdu di Merkel cede terreno alle posizioni sui respingimenti dei conservatori bavaresi, nuove forze populiste si fanno largo in Svezia e Paesi Bassi, il cancel-
liere austriaco fa comizi  in Alto Adige  sui doppi passaporti  a dispetto  dell'opposizione di 
Roma, lo schieramento della polizia francese fra Ventimiglia e Bardonecchia è oramai mas-
siccio, la Brexit britannica minaccia  di paralizzare Dover-Calais  e  gli assalti dei disperati maghrebini alle alle reti metalliche di Ceuta si moltiplicano. E' lo scenario di un'Europa do- 
ve i confini sono tornati  prepotentemente protagonisti  alle spese del progetto  di spazio co-
mune europeo.  Le forze anti-migranti crescono a vista d'occhio in più Paesi, Italia compre-
sa, perchè l'assenza di capacità e volontà - degli Stati di trovare politiche comuni  spinge le singole opinioni pubbliche a cercare sicurezza nel nazionalismo atavico, ovvero nella nega-
zione dell'idea stessa di Unione europea.
In maniera analoga i Paesi europei stentano  ad aggredire  le diseguaglianze economiche
frutto della globalizzazione perchè la lotta-alla povertà avviene ancora quasi ovunque con
strumenti tradizionali - sussidi, occupazione, sgravi fiscali - e non con con investimenti sul-
la formazione per poter rigenerare una forza lavoro - giovane o meno - indebolita e minac 
ciata dall'innovazione della tecnologia. Ciò significa che milioni di famiglie  residenti nelle
aree  più disagiate  del Vecchio Continente, dalla Francia rurale  alla Germania Est, dalle
periferie italiane a quelle di Malmoe si sentono aggredite su due fronti - migranti  e  dise-
guaglianze - senza che nessun leader europeo riesca neanche ad elaborare una soluzione 
concreta, innovativa, coraggiosa per soccorrerli.
I partiti della protesta, populisti o meno, hanno così gioco facile nel presentarsi ai nastri 
di partenza della campagna per le europee 2019 puntando a imporsi su rivali tradiziona-
li espressione di un establishment che oltre ad essere espressione del Novecento  è anche
inefficiente. Se la dinamica non cambierà, il vento populista e sovranista  investirà Bru-
xelles precipitando le istituzioni verso un pericoloso ritorno alla stagione della sovranità
degli Stati ovvero al periodo pre-Maastricht. -   Per frenare tale china c'è bisogno di un
nuovo serbatoio di idee capaci di assegnare all'Europa ambiziosi orizzonti.  Le disegua-
glianze per essere identificate richiedono  il superamento  dell'attuale formulazione del 
Pil, per essere contrastate hanno bisogno di imponenti investimenti nella formazione ed
il motore di tutto ciò deve essere una nuova dottrina economica il cui obiettivo è riquali-
ficare coloro che sono stati espulsi dal ciclo produttivo a causa delle nuove tecnologie.
Così come sul fronte dell'immigrazione serve un approccio capace di coniugare l'inseri-
mento nel mondo del lavoro di lavoratori stranieri qualificati con l'integrazione di cul-
ture che non potrebbero essere più distanti perchè lo Stato di Diritto nelle democrazie 
avanzate ha nel multiculturalismo un elemento di forza.
Si tratta insomma  di ridisegnare l'Europa, in maniera a tal punto concreta  sulle risor-
se e visionaria nelle ambizioni da esprimere una volontà rivoluzionaria capace di spaz-
zare via ogni tentazione di ritorno al passato più buio. Ma se nessun leader o partito si
assumerà tali responsabilità, l'esito di maggio è già segnato: uno tsunami populista in-
vestirà le istituzioni europee con conseguenze imprevedibili.

Lucianone