lunedì 11 agosto 2014

PERSONAGGI - Yuval Avital / il compositore e chitarrista che cerca coristi

11 agosto '14 - lunedì             11th August / Monday                         visione post - 7

Vuole riprodurre fischi e grida nelle
sue composizioni: così Avital cerca
coristi sul web
A settembre per MiTo l'artista di origini israeliane
produrrà un'anteprima mondiale.

(da la Repubblica - 7 agosto '14 -  Mariella Tanzarella)
Si potrebbe definire spettacolo interattivo, scelta facile ma non esatta  e  riduttiva.
"Reka" di Yuval Avital,  in anteprima mondiale a Milano il 16 settembre per MiTo,
è un esperimento su più livelli, che usa un linguaggio inedito, coinvolge un numero
enorme di protagonisti e li recluta via Internet ("Primo esempio di crowdmusic", lo
definisce lui).  -   Nato nel 1977 a Gerusalemme (ma non chiedetegli un commento
sulle ultime vicende: "E' una tragedia enorme, e di fronte  alle tragedie  si può solo 
tacere"), da anni milanese, chitarrista e compositore, Avital ha come cifra la ricerca.
                                                           Yuval Avital
Quest'opera ("Reka") gli è stata commissionata dal Festival di Varsavia (dove si
ascolterà il 24 xettembre), che ha come tema il concetto di strumenti antichi in un
contesto contemporaneo.  "Lo strumento più antico del mondo è la voce umana. Il
bambino appena nato lancia un urlo, il primo di tutti i suoni":  partendo da qui, 
Avital immagina la sua opera interpretata dal maggior numero possibile di persone.
Che emettano fischi, sussurri, grida, vocali, frasi, note, componendo  un grande af-
fresco sonoro, una trama di inedita potenza e suggestione che faccia da sfondo (que-
sto è il significato di Reka in ebraico) agli altri suoni. Prodotti da due percussionisti
(Simone Beneventi e Lorenzo Colombo)  e sei cantori  di fama  internazionale, scelti
tra i prodigi canori di tutte le latitudini. C'è il lama tibetano, il tenore sardo, il soli-
sta della Mongolia, il vocalista dell'Africa nera, l'interprete della tradizione ebraica
del Tajikistan e quello del canto difonico siberiano. Percussionisti e solisti sono pro-
fessionisti, "tutti gli altri sono persone qualunque, che magari non sanno leggere le
note". Questo creava un problema non indifferente: come scrivere uno spartito com-
prensibile a tutti? Ed ecco la parte più divertente dell'impresa. Avital ha immaginato
una serie di comandi visivi immediati, fatti di emoticon, disegni, immagini evocative,
semplici segni di significato universale. E ha composto una partitura inedita, una se-
quenza di omini in varie pose, faccini che allargano o stringono la bocca, frecce che
salgono e scendono, venti che soffiano, un simpatico fumetto che darà a ognuno l'e-
satta indicazione di ciò che deve fare.
Già in Rete  )sui siti di MiTo e suo personale) si possono scaricare istruzioni e tutorial,
video che spiegano come funziona. L'invito èper tutti, a prescindere da età, cultura, cit-
tadinanza: chi vuole vivere l'avventura, può iscriversi, partecipare a tre prove e il 16 set-
tembre presentarsi alcune ore prima. 
Ma quanti saranno i componenti di quest'opera davvero corale?  "Io ne avrei voluto pa-
recchie centinaia - sorride - ma diventava impossibile trovare uno spazio adeguato. Sare-
mo agli East End Studios della Rai, in via Mecenate, e la sala può contenere al massimo
300 coristi. altrimenti poi non ci sta più il pubblico.". Anche se, nelle sue intenzioni, tut-
to il pubblico poteva essere coro, e viceversa. A dirigere a quattro mani questo composito
insieme, lo stesso Avital e Dario Garegnani, milanese 34enne, plurilaureato con esperien-
ze internazionali e interdisciplinari: perfettamente in linea con il progetto.


Lucianone


Scienze / con poesia - Il segreto dell'acqua

11 agosto '14 - lunedì            11th August / Monday                      visione post - 6

Noi e l'acqua
Il segreto di una passione 
nelle ricerche sul nostro corpo

(dal 'Corriere della Sera'  -  9 agosto '14 - Anna Meldolesi) 
Il mare "esce da se stesso in ogni momento, dice di sì, di no, di no, di no, 
di no, dice di sì nell'azzurro, nella spuma, nel galoppo, dice di no, di no".
Il ritmo cadenzato e ipnotico delle onde è sempre uguale eppure sempre 
diverso. Pablo Neruda ne era affascinato e lo ha messo in versi. "L'Ode
al mare" del poeta cileno tocca il cuore di Massimo Troisi  in una delle 
scene più belle de "Il Postino". Il suo personaggio, Mario, dice di sentir-
si come una barca sbattuta dalle parole ed è così che pronuncia, incredu-
lo, la prima metafora della sua vita.
Potremmo passare le ore ad ascoltare, senza annoiarci, il respiro del mare.  A osservarlo
mentre avanza e arretra sulla battigia.   Batte su una pietra, "la percorre, la bacia, la inu-
midisce e si colpisce il petto ripetendo il suo nome" (ancora Neruda). Questo movimento 
senza movimento è capace di indurre uno stato di grazia mentale, sostiene il biologo ma-
rino Wallace J. Nichols che ogni anno riunisce in un summit scienziati, esploratori e ar-
tisti accomunati dalla passione per l'acqua. Davanti a una distesa sciabordante il tempo
rallenta e l'infinito si apre. Non c'è bisogno di imparare i segreti della meditazione orien-
tale, perchè "è il mare che medita noi". A questa esperienza sensoriale e cognitiva Nichols
ha dedicato il libro "Blue Mind" (mente blu), appena uscito negli Stati Uniti. 
Sappiamo tutti per esperienza diretta che c'è qualcosa, quando siamo nell'acqua, che ci
cambia l'umore e fa scorrere in modo diverso i nostri pensieri. Diversi test hanno dimo-
strato che la presenza dell'acqua in un'immagine la rende più piacevole, e la prova defi-
nitiva è il prezzo delle case vista mare. La lentezza dello stimolo visivo ci entra negli oc-
chi e nel cervello ed è tanto più potente quanto più siamo abituati alla rapidità del mon-
do urbano e digitale.  "Stress and the city" titolava  qualche tempo  fa la rivista 'Nature',
dedicando la copertina alla fatica psicologica di vivere la vita in un ambiente sempre più
artificiale.

Continua... to be continued...