domenica 30 dicembre 2018

SPORT - calcio / Serie B - 18^ giornata 2018/19

30 dicembre '18 - domenica                     30th December / Sunday                visione post - 8            

Risultati, classifica 
e commento

Brescia          3     Carpi        1     Pescara    1     Cosenza         0     Crotone   0     Padova        0
Cremonese   2      Livorno   4      Venezia   0      Salernitana   0     Spezia      3     Benevento   1

Palermo   3     Perugia   3     H. Verona   4
Ascoli       0     Foggia     0     Cittadella   0

PALERMO   34  /  Brescia   31  /  H. Verona, Lecce, Pescara   29  /  Benevento   28  /
Cittadella, Perugia   26  /  Spezia   25  /  Salernitana   24  /  Ascoli   21  /  Venezia   20  /
Cremonese, Cosenza   19  /  Carpi   16  /  Livorno   14  /  Crotone   13  /  Foggia   12  /
Padova   11




Il commento


Continua... to be continued...

venerdì 28 dicembre 2018

Nuove riflessioni Del Venerdì - L'ora di essere chiari: basta ululati razzisti negli stadi e bande delinquenziali fuori

28 dicembre '18 - venerdì                    28th December / Friday                    visione post - 8

Inciviltà delle tribune e criminalità da strada si sono saldate (come commenta Franco Arturi
nella sua 'Analisi' nella Gazzetta dello Sport) nella serata di San Siro, quando era in program-
ma il match Inter - Napoli.  La criminalità da strada ha preceduto comunque l'inciviltà di ulu-
lati razzisti sugli spalti (curve e in parte tribune), pochi o tanti che fossero.
E' poco dire che è proprio giunta l'ora di far finire tutto ciò. E' poco dire che  non  è  possibile
andare allo stadio per morire, per lasciarci la pelle. E' poco dire che chi non va allo stadio per
paura, ha ragione!  Ma ci siamo di nuovo: siamo ancora qui a contare un'altra vittima, come
se tutti i morti delle tifoserie italiane del calcio (il primo - nella triste cronostoria che ne fa la
Gazzetta sportiva di venerdì 28 scorso - fu nell'aprile del '63, a Salerno) non fossero serviti a
niente. Anzi, inciviltà e barbarie negli stadi e fuori si sono allargati, sono aumentati, e mentre
il fenomeno degli hooligans è pressochè scomparso (perchè fatto fortemente diminuire con la
mano pesante) in Inghilterra e poi Germania, qui da noi tutto è continuato: da quel razzo spa-
rato da una curva all'altra dello stadio romano, nel 1979, colpendo a morte il tifoso laziale Pa-
parelli Vincenzo fino al genoano Spagnolo nel '95 e il laziale Gabriele Sandri nel 2007, e il na-
poletano Ciro Esposito (ultima vittima) nel 2014, morto dopo 50 giorni di coma.
E solo nel 1995 il mondo del calcio (dopo l'accoltellamento di Spagnolo a Genova) decide di fermarsi, ma undici anni prima, nel 1984, c'erano stati altri due morti (Stefano Furlan e Ma-
uro Funghessi) a Trieste per Triestina-Udinese e a Milano per Milan-Cremonese: e anche al-
lora il campionato era proseguito, come se niente fosse successo: 'the show must go on---'
In tutto, per un semplice gioco divertente come dovrebbe essere il calcio, 22 morti  dal 1963
di Aprile fino ad oggi: 55 anni di domenicale (tenendo conto che ormai oggi si gioca sempre) massacro.
E mai si è intervenuti in modo radicale, ma sempre rinviando: "abbiamo deciso di fare, e fare-
mo, faremo, faremo!". Intanto all'urgenza di sistemare una volta per tutte la delinquenza del-
le bande attorno agli stadi, s'è aggiunta l'altra non meno importante,  e spesso collegata alla 
prima, di procedere nei confronti degli urlatori razzisti dentro parecchi stadi di calcio; e non
solo con la sospensione immediata del gioco e quindi della partita, ma anche  penalmente ol-
trechè pecuniariamente contro soggetti  che niente hanno a vedere  con il vero tifo da stadio.
"Honour & Blood" è il vessillo che i gruppi (o meglio bande) che occupano la curva nord di 
San Siro sbandierano orgogliosamente, ed è la stessa espressione che usavano i nazisti hi-
tleriani (da là infatti è stata presa da questi pseudo tifosi); ed è da quella stessa curva che 
sono partiti gli ululati razzisti verso il giocatore napoletano di colore, Kulibaly. E sempre
un gruppo della destra estrema di curva nord (questa volta di supposta fede milanista) appartiene  quel tipo con precedenti penali cui il ministro dell'Interno Salvini  ha dato la
mano. A questo punto le parole servono a poco. Contano molto più i fatti e le immagini!
- Luciano Finesso -

Lucianone

Ultime notizie - dall'Italia / Latest news

28 dicembre '18 - venerdì                    28th December / Friday                    visione post - 5

Roma - manovra economica
Urla e insulti, legge di Bilancio alla fiducia finale
Tensione alla Camera: il Pd attacca il presidente Fico che sospende i lavori. Oggi 
il voto, domani via libera definitiva.
Roma - Risse e insulti. Lancio di faldoni. Urla, spintoni. Accuse di «comportamenti pilateschi e farisaici». Sedute sospese e inviti: «Colleghi, non possiamo dare questo spettacolo». Il penultimo atto della manovra economica in discussione nell’Aula di Montecitorio trasmette immagini quasi da curva di uno stadio, con le opposizioni che invocano la discussione di merito del disegno di legge (non avvenuta) e chiedono il ritorno in commissione Bilancio e la maggioranza che vota e boccia la richiesta. In mezzo il presidente della Camera Roberto Fico che ricorda come «il 31 dicembre si avvicina, e questa legge non può arrivare al presidente della Repubblica il primo gennaio».
La manovra economica diventerà legge domani. Al terzo passaggio parlamentare. Dopo tre voti di fiducia consecutivi posti dal governo. Oggi alle 18.30 ci sarà l’ultimo, annunciato ieri dal ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fracaro e seguito da fischi e buu dai banchi dell’opposizione. Poi l’esame dei 244 ordini del giorno presentati sul testo. E domani, dalle 9, l’ultima seduta prima del via libera definitivo di quello che è l’atto di indirizzo della politica economica del Paese per i prossimi tre anni. Una corsa contro il tempo per arrivare entro il 31 dicembre ed evitare l’esercizio provvisorio. Una corsa che ha bruciato una serie di passaggi parlamentari come la votazione degli emendamenti e che ha fatto quindi saltare le opposizioni che parlano di «vilipendio del Parlamento e della Costituzione» e di «una manovra approvata a scatola chiusa».
Ieri, alla Camera, il giorno di massima tensione con il Pd che finisce per attaccare duramente anche il presidente Fico accusandolo di «atteggiamento pilatesco e farisaico» (Enrico Borghi) e chiede un suo intervento contro il mancato voto degli emendamenti: «Qui si mortifica il Parlamento e si viola la Costituzione, chi li difende?» (Emanuele Fiano). Volano quindi faldoni con il testo della manovra (uno colpisce il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia) e i commessi della Camera bloccano Fiano e Borghi diretti verso il banco del governo. Fico è costretto a sospendere i lavori. Ma anche ad ammettere: «È assolutamente sconsigliabile conferire un mandato al relatore in commissione senza la votazione degli emendamenti, questo mi è chiaro, per me non è un modo giusto di procedere», ma, aggiunge, «d’altra parte non è mio compito parlare del governo e della Ue, ma della Camera».

Roma - aumento dell'Ires (per il volontariato)
L'ira contro l'aumento della tassa / il volontariato pensa alla piazza

Dopo la retromarcia del governo sul raddoppio dell’Ires, restano i dubbi: come e quando si cambierà l«Dovremmo davvero scendere tutti in piazza. Altro che furbetti: questo governo sta insultando migliaia di persone che con il loro impegno, la loro passione e la loro professionalità affiancano lo Stato garantendo servizi altrimenti inesistenti o troppo costosi»: Carola Carazzone è il segretario generale di Assifero, realtà che unisce 90 fondazioni private di famiglie, imprese e comunità. Molti dei suoi associati stavano già contando quanto sarebbe costato l’aumento dell’Ires, l’imposta per le realtà del Terzo settore che la manovra aveva raddoppiato. Poi c’è stata la retromarcia e sia il premier Giuseppe Conte che i due vice Di Maio e Salvini hanno spiegato che si era trattato di un errore. Negli uffici del ministero i tecnici stanno cercando di capire come si esce dal pasticcio: la manovra andrà così, a gennaio dovrebbe arriva"

Milano - pensionati
Pensionati in piazza: "Non siamo il bancomat del governo"
MILANO - I pensionati scendono in piazza da Nord a Sud contro il governo per il taglio delle rivalutazioni degli assegni previsto dal maxiemendamento alla Manovra approvato al Senato. "Ancora una volta siamo il bancomat del Governo. Ma stavolta i pensionati non ci stanno", hanno attaccato i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil nel corso del presidio organizzato in via cavour, sotto la prefettura di Firenze: "In tre anni  la manovra del governo sottrae 2,5 miliardi dalle tasche dei pensionati intervenendo nuovamente sull'adeguamento delle pensioni all'inflazione. I pensionati vogliono far sentire la propria voce per denunciare l'ipocrisia del governo, che con una mano sembrerebbe dare ma con l'altra certamente toglie".

Catania - terremoto
Decrettato lo stato d'emergenza / Conte: "10 miliardi per prime attività di soccorso"
Il governo ha dato risposta immediata per #Catania: deliberato in Consiglio dei ministri lo stato di emergenza e stanziati 10 milioni per le prime attività di soccorso. Siamo vicini, in modo concreto, alle comunità colpite dal terremoto". Così il premier Giuseppe Conte su Twitter. Il Cdm ha dichiarato lo stato di emergenza per 12 mesi per i territori colpiti dal terremoto, in particolare i comuni di Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant'Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea, in provincia di Catania.

Lucianone

martedì 25 dicembre 2018

SPORT - calcio / Serie B - 16^ giornata 2018/19

25 dicembre '18 - martedì                      25th December / Tuesday                visione post - 7

Foggia           3     Ascoli          1     Palermo   1     Perugia   1     Carpi             3     Crotone   1
Cremonese   1     Cittadella    1     Livorno    1     Spezia     1     Salernitana   2     Venezia   1

Cosenza       0     Brescia   2     H. Verona    3
Benevento   0      Lecce     1     Pescara        1

PALERMO   30  /  Brescia   27  /   Lecce   26  /  Pescvara, Cittadella, H. Verona   25  /
Benevento, Perugia   22  /  Spezia   21  /  Ascoli, Venezia, Salernitana   20  /  Cremonese   19  /  
Cosenza   16  /  Carpi, Crotone   13  /  Foggia, Padova   11  /  Livorno   10


















Lucianone

domenica 23 dicembre 2018

Appuntamenti - Teatro, Musica jazz, Mostre e spettacoli di fine anno

23 dicembre '18 - domenica                     23rd December / Sunday                visione post - 5

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Commedia teatrale, tratta dal romanzo di Mark Haddon
Regia di Bruni e De Capitani
Elfo Puccini di Milano, corso Buenos Aires 33
Fino al 13 gennaio 2019 - biglietti  32,50/17 euro
info - tel. 02.00660608

Umbria Jazz Winter - 26^ edizione
Orvieto - dal 28 dicembre 2018 al 1 gennaio 2019
Prevendite on-line
www.umbriajazz.com

Mickey 90- L'arte di un sogno
Mostra - al Castello di Desenzano del Garda
Fino al 10 febbraio 2019
La mostra è aperta venerdì, sabato e domenica
e nei giorni festivi e di vacanze scolastiche, ore 10-18
Ingresso: 8/5 euro - tel. 030.9994161

Mostra permanente di Fotografia - Siena

Miti del jazz anni Sessanta - ritratti in bianco/nero di Roberto Polillo
Accademia nazionale del jazz della Fortezza Medicea di Siena, 
sede dal 1977 di Siena jazz.-
Allestimento firmato da Cesare Mari - Ingresso gratuito
Negli scatti di Polillo ci sono tra i  musicisti più famosi Louis Armstrong,
Miles Davis, Duke Ellington, Ornette Coleman, Archie Shepp.

Spettacoli musicali pop, jazz e classica-- 31 dicembre
Firenze - musica pop
piazzale Michelangelo, con F. Renga, Baby K. e Lorenzo, Baglioni
Firenze - musica classica e jazz
piazza della Signoria e piazza Carmine

31 dicembre "Rogo del vecchione" - a Bologna
Tradizione storica: un gigantesco falò simbolo della fine dell'anno
trascorso, bruciato per accogliere il nuovo.
Napoli - Il rapper Rocco Hunt
Piazza del Plebiscito
Roma - Vinicio Capossela
Circo Massimo
Milano - Francesco Gabbani
Piazza del Duomo
Salerno -Max Gazzè e Clementino
Bari- Annalisa

Lucianone

mercoledì 19 dicembre 2018

Istruzione - Università di Firenze: premio in denaro per chi si laurea, evitando il fuoricorso

19 dicembre '18 - mercoledì                  19th December / WEdnesday            visione post - 6


(da la Repubblica - 25 giugno '18 - Valeria Strambi / Firenze)
Laurearsi in tempo: d'ora in avanti ci sarà un motivo in più per farlo. Almeno all'Università
di Firenze, che ha deciso di premiare gli studenti che riusciranno a raggiungere il titolo in pa-
ri, con un bonus da 500 euro. Un vero e proprio assegno che andrà dritto nelle tasche di 1.100
giovani iscritti a uno dei 128 corsi dell'ateneo toscano. Potranno partecipare al bando, pubbli-
cato sul sito web dell'Università, tutti coloro che si sono laureati alla triennale, alla magistrale
o ai corsi a ciclo unico tra il novembre 2017 e il dicembre 2018. Chi intende candidarsi dovrà farlo entro il 31 gennaio 2019 e la graduatoria con i nomi dei prescelti verrà pubblicata a mar-
zo.  Ma come saranno individuati i vincitori? "Il prerequisito è aver terminato la carriera ac-
cademica nei tempi stabiliti dal proprio corso di studi - spiega il rettore dell'Università di Fi-
renze, Luigi Dei - Poi terremo conto in ordine di priorità, del voto di laurea, della media pon
derata degli esami e della condizione economica dello studente in base all'Isee. In caso di ex
aequo , il premio sarà assegnato al candidato con l'età più bassa".
E' una rivoluzione che va ad alimentare la dura battaglia che l'ateneo toscano ha intrapreso.
I numeri di chi impiega più del previsto per finire gli studi continuano a essere preoccupanti,
sebbene l'ultimo rapporto Almalaurea riveli  che la percentuale  dei laureati regolari, in un
anno, è passata dal 40 al 42%.  "Si tratta di un incentivo per spronare gli studenti a mette
cela tutta per terminare il percorso in tempo - specifica il rettore - E' la prima volta che lo facciamo, ma la scelta di destinare 550 mila euro a un'iniziativa del genere va in una dire-
zione precisa. Volevamo dare un "segnale". Con questo meccanismo otterrà il bonus il 30%
circa dei ragazzi che si laureano in pari.  "Un'alternativa era dare 300 euro a testa e coinvl-
gere un numero più alto di iscritti, ma il premio avrebbe perso di valore, sia dal punto di e-
conomico sia come forma di gratificazione. I vincitori potraqnno spendere i 500 euro come
meglio credono: "Un'altra opzione era detrarre questi soldi dalle tasse universitarie, però
avremmo tolto ai ragazzi l'opportunità di scegliere, obbligandoli in qualche modo a prose-
guire il percorso da noi e a iscriversi alla nostra magistrale - aggiunge Dei .  Così, invece, 
gli studenti decideranno in autonomia cosa fare del premio, che potrà diventaqre uno scon-
to sulle tasse future, oppure potrà servire per acquistare libri, tablet, per contribuire a pa-
gare un master all'estero o semplicemente per andare in vacanza".
Ogni corso di studi, anche in base alla percentuale di laureati regolari  che vanta, ha a di-
sposizione un numero massimo di possibili beneficiari del bonus.  Scienze dell'educazione
domina la classifica con 56 borse, poi economia aziendale (52), infermieristica (50), medi-
cina (46), architettura (49) e giurisprudenza (30). Due borse per archeologia, 7 per filolo-
gia moderna, 15 per chimica, 8 per informatica, 9 per scienze agrarie e 3 per statistica.
Almeno una borsa è comunque garantita per ciascun corso, così che nessuno resti fuori.
Per la premiazione non c'è ancora una data, ma il rettore  ha  già in mente  una  dedica
speciale: "Vorrei che la cerimonia di conferimento dei premi avvenisse in corrisponden-
za dell'anniversario della strage del bus Erasmus in Spagna, nella quale hanno perso la
vita 13 studentesse tra cui 3 ragazze iscritte al nostro ateneo - annuncia Dei -  E' un ge-
sto simbolico per delle giovani che avrebbero potuto partecipare al bando ed essere pre-
miate, ma che purtroppo non possono farlo".

Lucianone

martedì 18 dicembre 2018

Personaggio / simbolo - Parisa Pourtaherian: la fotografa iraniana che aggira i divieti negli stadi

18 dicembre '18' - martedì                      18th December / Tuesday                 visione post - 5

(da Corriere della Sera - 18/08/'18 - Alessandra Muglia)
Quando si è arrampicata con il teleobiettivo sul tetto di una casa vista stadio per riprendere
la partita inaugurale del campionato di calcio, non immaginava che quel gesto avrebbe fat-
to storia in Iran. Del resto non le sembrava una trovata particolarmente originale: "E' quel-
lo che ho visto fare mesi prima ad alcuni tifosi, mi sono ispirata a loro", racconta al 'Corrie-
re' Parisa Pourtaherian, 26 anni e modestia da vendere.  Dopo quegli scatti è stata acclama-
ta come prima DONNA a fotografare un incontro di calcio maschile in Iran, Paese dove gli
stadi sono off limits per le signore se in campo giocano gli uomini. Ma questo primato "non
significa che sia la più brava! Abbiamo reporter di talento e di grande esperienza  nelle di-
verse discipline sportive" si schernisce. - Da quattro anni Parisa lavora per la prima agen-
zia di foto del suo Paese. Photoaman, e ha fatto trasferte anche in Europa.  Ma ora, per la 
prima volta, invece delle sue istantanee agli atleti, a fare il giro del mondo sono le immagi-
ni con lei sul tetto, in jeans e capelli rossi che spuntano dall'hijab (copricapo obbligatorio,
lo sguardo concentrato accanto al teleobiettivo.  A immortalarla sono stati i suoi colleghi
maschi all'interno dello stadio che non si sono persi il momento. Gli scatti sono finiti sui 
social, rilanciati migliaia di volte e accompagnati da apprezzamenti: una ola virtuale non sfuggita ai media internazionali che ha trasformato Parisa in un'"eroina", riuscita a drib-
blare i divieti del regime senza violare la legge. "Non pensavo proprio che avrei ricevuto
tutti quei messaggi da persone che npon mi conoscevano", dice. Del resto a spingerla a
trovare un modo per aggirare i divieti dei mullah  sono state le sue due grandi passioni:
il calcio e la fotografia: "In Iran le restrizioni per le donne riguardano il football, nel ba-
sket e nella pallavolo non ci sono. Ma io amavo il calcio, ancora oggi ne vado matta, ho
iniziato a fare fotografie in questo sport. Ho avuto l'opportunità di lavorare  con la più
famosa scuola d'Iran, quella di Mahdi Mahdavi, l'ex capitano della nazionale. Con loro
sono stata in Svezia, Germania e Austria".  Quando si tratta delle partite dei professio-
nisti però scattano le restrizioni per le donne. In tante non si arrendono: molte sono sta-
te arrestate in questi ultimi anni (35 soltanto a febbraio) per aver tentato di "espugnare"
 il tempio degli uomini e assistere a una partita travestite da maschi.  Come le tifose pro-
tagoniste di Offside, il film Orso d'argento a Berlino nel 2006 di Jafar Panahi, da allora
costretto a filmare in clandestinità.  "I divieti possono rendere più difficile il lavoro per
le donne - dice Parisa -, ma io non desidto e vado avanti: senza violare la legge e tenen-
domi al largo da qualsiasi polemica. Per esempio salendo sui tetti". Cos' a fine luglio è
andata a Ghaemshahr, nel nord del Paese, dove il Nassaji Mazandaranù, una delle più 
vecchie squadre iraniane, ospitava lo Zob Ahan di Isfahan. Il match è finito 0-1 con gol
al quindicesimo. Che lei  non ha potuto fotografare, impegnata com'era  a bussare  alle
porte per convincere qualcuno a farla salire sul tetto. Dopo tre ore ecco Parisa compari-
re tra le tegole a sfidare i divieti. E pensare che fino a qualche anno fa era una "pessimi- 
sta", "negativa", scoraggiata dagli eventi. "Poi la lettura di alcuni libri (per esempio di
Wayne Dyer e Oprah Winfrey) mi ha aiutata a cambiare".

"Il mio desiderio è che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini. Ma non solo. 
Vorrei poter  coprire un match  del Manchester United, per cui tifo da bambina, al'Old
Trafford". Lo stadio soprannominato "il teatro dei sogni", che per Parisa, se va avanti 
così, si avvereranno.

Lucianone

domenica 16 dicembre 2018

SPORT- calcio / Serie B - 15^ giornata 2018/19

16 dicembre '18 - domenica                     16th December / Sunday              visione post - 9

Risultati e classifica

e commento
Pescara   2     Padova     1     Lecce       0     Spezia      4     Venezia    1     Cremonese   0
Carpi        0     Palermo   3      Perugia    0     Cosenza   0     Ascoli      0     Cittadella      0

Livorno   3     Benevento   0     Salernitana   1    
Foggia     1     H. Verona    1     Brescia          3

PALERMO   29   /  Lecce, Pescara   26  /  Brescia, Cittadella   24  /  H. Verona   22  /
Benevento, Perugia   21  /  Spezia, Salernitana   20  /  Ascoli, Cremonese, Venezia   19  /
Cosenza   14  /  Crotone   12  /  Padova   11  /  Carpi   10  /  Foggia, Livorno   9





Il commento
Possibili previsioni nelle prime sei posizioni, in classifica, piuttosto azzeccate: Palermo
 e Pescara si potevano dare vincenti con due squadre di fondo-zona e così è stato; Lecce
e Cittadella avrebbero avuto vita un pò dura con avversari tosti come Perugia e Cremo-
nese e ancor più i veneti in quel di Cremona, e anche qui il pareggio  va bene a tutti  nè
più ne meno; Brescia e Verona H: due formazioni che avevano bisogno (la veneta anco-
ra di più) di punti pesanti per non perdere terreno nella sfida playoff, e se la veneta sca
ligera doveva prima o poi provare a risorgere, la vera sorpresa  sono le rondinelle  che 
stanno scalando partita dopo partita verso le zone di vetta a respirare aria di A. Ma la
stagione è ancora lunga e Brescia sa bene che dovrà guadagnarsela fino in fondo!
- Luciano Finesso -

Lucianone

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

16 dicembre '18 - domenica                     16th December / Sunday                 visione post - 9

Roma  
Aggressione a Laurea Boldrini, ex presidente della Camera
Boldrini aggredita all'aeroprto al grido "Prima gli italiani" / L'ex presidente della
Camera è stata affrontata verbalmente da un uomo prima all'imbarco e poi sull'aereo
Aggredita all’aeroporto e poi sull’aereo. Vittima l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. «”Prima gli italiani, vergogna, prima gli italiani”. Un tizio sulla sessantina, paonazzo e schiumante di rabbia ha apostrofato così Laura Boldrini a Fiumicino, mentre faceva il check-in al gate di imbarco per Milano. Lei ha risposto con un sorriso ed è entrata». Lo racconta su Facebook Flavio Alivernini, responsabile della Comunicazione dell’ex Presidente della Camera, testimone diretto dell’aggressione. Boldrini, sempre secondo il racconto, «ha preso posto sull’aereo e lui, non pago de’aggressione verbale di pochi minuti prima, una volta a bordo ha continuato ad importunarla. Le ha urlato contro con rabbia e cattiveria ”Vergognati», prima gli italiani, prima gli italiani. Si è chinato su di lei continuando a gridare”. «Io - prosegue il post - ero tre file più indietro e ho fatto un balzo in avanti per farle da scudo. Poi l’ho invitato a prendere posto e se n’è finalmente andato anche grazie alle proteste nei suoi confronti del personale di bordo e di alcuni passeggeri. Questa è la storia. Ve la racconto da giornalista, così come l’avrei mandata al giornale se lavorassi ancora in redazione»«Poi Poi ce n’è un’altra, di storia. Quella di chi lancia gli slogan #PrimaGliItaliani e fa le campagne social con le facce dei nemici da colpire, che magari riescono pure nell’intento di portare qualche persona di più in piazza in un Paese rabbioso e rancoroso che non vede l’ora di prendersela con qualcuno. Ma se il risultato poi è che gli avversari politici vengono aggrediti davvero? Cosa aspetta Salvini  a manifestare la sua solidarietà a Laura Boldrini stavolta? 

Nuoro - Sardegna
La deputata M5S Mara Lapi aggredita al supermercato
La donna sarebbe stata aggredita prima verbalmente e poi fisicamente / in corso indagini per ricostruire l'accadutoUna costola rotta, problemi al polmone e tante contusioni: è il bilancio dell’aggressione subita dalla parlamentare Mara Lapia, del Movimento 5 Stelle, nel parcheggio di un supermercato di Nuoro sabato sera. A riferirlo è Francesco D’Uva, capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera, definendo l’aggressione come «gravissima e intollerabile». D’Uva ha dichiarato che la parlamentare è stata prima aggredita verbalmente e poi fisicamente, ma «sono in corso indagini per ricostruire l’accaduto». «Tutta la solidarietà del gruppo del MoVimento 5 Stelle va alla nostra portavoce», ha concluso. Solidarietà e vicinanza sono stati espressi anche da Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna (Forza Italia), dai deputati della Lega e di Fratelli d'Italia, dalla deputata di Leu Laura Boldrini, dal ministro per i Rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro e dal presidente della Camera, Roberto Fico.

Strasburgo - strage jadhista
Antonio Megalizzi, l'italiano ucciso nella strage del mercatino di Strasburgo era un giovane
comune e speciale / Combatteva una battaglia in cui tanti non riescono a credere: l'Europa sì,
ma soprattutto il futuro.
La morte di Antonio Megalizzi, il giornalista ventinovenne la cui vita è rimasta in bilico per un paio di giorni, ha risvegliato il lato buono degli italiani: non buonista, ma buono, quello della compassione e di una partecipazione inusuale nel clima di cattiveria crescente che secondo il Censis caratterizzerebbe l’Italia degli ultimi tempi. 

Antonio non era un tipo comune, o meglio lo era ma per tanti versi non lo era, eppure è riuscito a sollecitare una commozione che continua a esprimersi, anche sui social, a distanza di due o tre giorni dalla tragedia, tanti quanti di solito ci basterebbero per passare ad altro (la prossima tragedia, la prossima commedia, la prossima farsa). 

Perché Antonio Megalizzi ha conquistato i nostri cuori (senza retorica)

Riad - Arabia Saudita
Il rap infuoca Riad / Le saudite senza velo ballano in pista


Ragazzi e ragazze saltellano sulle note dei Black Eyed Peas ad uno dei primi eventi misti "all'occidentale". Ma gli attivisti: ipocriti, il regime uccide i dissidenti.

Il primo concerto rap

È il primo concerto rap all’«occidentale» nella storia dell’Arabia Saudita dove sono ammessi uomini e donne insieme, suonano i Black Eyed Peas. Sullo sfondo le rovine di Ad Diriyah, l’antica capitale del regno, vicino al palco la pista dove corrono le monoposto elettriche della Formula E. L’ha voluto il principe Mohammed Bin Salman questo evento, un Gran Premio di auto senza benzina nel Paese del petrolio. Per aprirsi al mondo.

 IL  COMMENTO

Antonio poteva benissimo essere mio figlio. E avrei benissimo potuto dire:"me l'hanno ucciso!".

Sì, le forze del male - in questo caso un nemico ancora ben vivo qui in Europa, l'Isis - me
l'hanno portato via, ce lo hanno portato via. Lui era un grande, uno che voleva costruire, 
un ragazzo  che aveva deciso di stare dalla parte giusta, fuori dai litigi, arrabbiature, rancori.
Lui voleva una Europa unita veramente, costruendo una radio per l'Europa, dell'Europa,
in cui si parlassero tutte le lingue.
.Lui credeva nel futuro, nell'unità dei popoli e in un mondo migliore, soprattutto. E
 stava mettendo in pratica con i suoi amici universitari di Trento quel "Imagine", che
 è anche il motto, slogan, sottotitolo quasi di questo mio blog. E lo dedico a te Antonio 
che ormai sei lassù: Imagine, imagine, imagine, imagine........

Luciano Finesso -

mercoledì 12 dicembre 2018

SOCIETA' / politica - Europa: ritorno alle tribù, e come uscirne per creare nuovi orizzonti

12 dicembre '18 - mercoledì                 12th December / Wednesday            visione post - 15


(da LA STAMPA - 16 settembre '18 - Maurizio Molinari)
L'Europa nella morsa delle tribù
E'un domino di emozioni. linguaggi e identità tribali  che attraversa  l'intera Unione euro-
pea manifestandosi nelle forme più diverse: l'estrema destra polacca o ungherese ripudia i migranti come appestati, la Cdu di Merkel cede terreno alle posizioni sui respingimenti dei conservatori bavaresi, nuove forze populiste si fanno largo in Svezia e Paesi Bassi, il cancel-
liere austriaco fa comizi  in Alto Adige  sui doppi passaporti  a dispetto  dell'opposizione di 
Roma, lo schieramento della polizia francese fra Ventimiglia e Bardonecchia è oramai mas-
siccio, la Brexit britannica minaccia  di paralizzare Dover-Calais  e  gli assalti dei disperati maghrebini alle alle reti metalliche di Ceuta si moltiplicano. E' lo scenario di un'Europa do- 
ve i confini sono tornati  prepotentemente protagonisti  alle spese del progetto  di spazio co-
mune europeo.  Le forze anti-migranti crescono a vista d'occhio in più Paesi, Italia compre-
sa, perchè l'assenza di capacità e volontà - degli Stati di trovare politiche comuni  spinge le singole opinioni pubbliche a cercare sicurezza nel nazionalismo atavico, ovvero nella nega-
zione dell'idea stessa di Unione europea.
In maniera analoga i Paesi europei stentano  ad aggredire  le diseguaglianze economiche
frutto della globalizzazione perchè la lotta-alla povertà avviene ancora quasi ovunque con
strumenti tradizionali - sussidi, occupazione, sgravi fiscali - e non con con investimenti sul-
la formazione per poter rigenerare una forza lavoro - giovane o meno - indebolita e minac 
ciata dall'innovazione della tecnologia. Ciò significa che milioni di famiglie  residenti nelle
aree  più disagiate  del Vecchio Continente, dalla Francia rurale  alla Germania Est, dalle
periferie italiane a quelle di Malmoe si sentono aggredite su due fronti - migranti  e  dise-
guaglianze - senza che nessun leader europeo riesca neanche ad elaborare una soluzione 
concreta, innovativa, coraggiosa per soccorrerli.
I partiti della protesta, populisti o meno, hanno così gioco facile nel presentarsi ai nastri 
di partenza della campagna per le europee 2019 puntando a imporsi su rivali tradiziona-
li espressione di un establishment che oltre ad essere espressione del Novecento  è anche
inefficiente. Se la dinamica non cambierà, il vento populista e sovranista  investirà Bru-
xelles precipitando le istituzioni verso un pericoloso ritorno alla stagione della sovranità
degli Stati ovvero al periodo pre-Maastricht. -   Per frenare tale china c'è bisogno di un
nuovo serbatoio di idee capaci di assegnare all'Europa ambiziosi orizzonti.  Le disegua-
glianze per essere identificate richiedono  il superamento  dell'attuale formulazione del 
Pil, per essere contrastate hanno bisogno di imponenti investimenti nella formazione ed
il motore di tutto ciò deve essere una nuova dottrina economica il cui obiettivo è riquali-
ficare coloro che sono stati espulsi dal ciclo produttivo a causa delle nuove tecnologie.
Così come sul fronte dell'immigrazione serve un approccio capace di coniugare l'inseri-
mento nel mondo del lavoro di lavoratori stranieri qualificati con l'integrazione di cul-
ture che non potrebbero essere più distanti perchè lo Stato di Diritto nelle democrazie 
avanzate ha nel multiculturalismo un elemento di forza.
Si tratta insomma  di ridisegnare l'Europa, in maniera a tal punto concreta  sulle risor-
se e visionaria nelle ambizioni da esprimere una volontà rivoluzionaria capace di spaz-
zare via ogni tentazione di ritorno al passato più buio. Ma se nessun leader o partito si
assumerà tali responsabilità, l'esito di maggio è già segnato: uno tsunami populista in-
vestirà le istituzioni europee con conseguenze imprevedibili.

Lucianone

lunedì 10 dicembre 2018

Musica / amarcord - Festival di Woodstock: quel che resta

10 dicembre '18 - lunedì                     10th December / Monday                   visione post - 16



(da la Repubblica - 1 dicembre '18 - di Ernesto Assante)
Quel che resta di Woodstock
Era il 16 agosto del 1969  quando 500mila persone  si radunarono a Bethel, nei campi della
fattoria di Max Yasgur per dar vita  al più grande festival  della storia del rock, il festival di
Woodstock  Cinquant'anni sono passati da quello che il cinema ha trasformato in un evento
planetario, con un film diretto da Michael  Wardlheig che vinse un Oscar e ha inciso profon-
damente sulla cultura giovanile di quegli anni e degli anni seguenti.
Ma cosa è rimasto oggi di quel leggendario concerto che vide una generazione darsi conve-
gno per tre giorni di pace, amore e musica e provare a mettere in pratica il sogno degli hip-
pies e della controcultura? Se dovessimo guardare superficialmente come è il mondo di og-
gi, sarebbe facile dire che di Woodstock e dei suoi sogni non è rimasto nulla, anzi che la me-
moria collettiva ha sostenzialmente cancellatp quello che fu per molti versi la dimostrazio-
ne che un altro mondo era possibile. Troppo libera, troppo pericolosa dunque per società e
istituzioni, la Woodstock Nation, come la definì uno dei grandi esponenti della controcultu-
ra americana, Abbie Hoffman è oggi null'all'altro che un souvenir  per vecchi fricchettoni
nostalgici? Non esattamente, perchè il seme lanciato - quando centinaia di migliaia di gio-
vani vissero per tre giorni senza polizia, denaro e regole se non quelle che loro stessi aveva-
no stabilito, condividendo tutto, senza alcun dramma, senza morti e feriti, senza tensioni,
sull'onda della musica rock  che arrivava ininterrottamente dal palco - è riuscito in qual-
che modo a fiorire.  Certo, non ci sono più gli hippies, non si usano più i pantaloni a zam-
pa d'elefante (anche se ciclicamente lo stile d'abbigliamento hippie torna di moda), persi-
no il rock non gode di buonissima salute, ma in altri campi l'eredità di Woodstock è pre-
sente nelle nostre vite.  Ambientalismo e pacifismo erano due delle stelle polari della gio-
ventà di Woodstock, che ha contribuito  in maniera decisa  non solo a far diventare cen-
trali i temi della difesa dell'ambiente, ma ha anche fatto sì che  generazioni diverse cre-
scessero pensando che non una guerra in particolare, ma tutte le guerre non dovessero
essere più combattute.  E la New Age, con tutto il suo portato  di spiritualismo, ricerca
interiore, scoperta di culture differenti da quella occidentale, ha preso il via dalla Wood-
stock Nation. Per non parlare di Internet, nata proprio dall'impegno  di personaggi im-
portanti della controcultura californiana dell'epoca. E l'idea dei raduni musicali, dei fe-
stival. Magari oggi hanno cambiato suono e sono vcentrati sulla musica dei dj, ma con-
tinuamo a essere il principale momento comunitario delle giovani generazioni.
C'è anche una curiosità divertente. Forse non lo sapete, ma se alcuni di voi consumano
cereali a colazione è dovuto in gran parte a quello che è accaduto al festival: le centina-
ia di migliaia di ragazzi radunati, che in origine  aveva previsto  un'affluenza  di circa 
centomila persone, non solo non avevano servizi igienici, acqua potabile ed erano stati
colpiti da violenti nubifragi, ma non avevano più neanche da mangiare. Come risolve-
re il problema?  "buongiorno. Stiamo pensando  a una colazione a letto  per 400 mila 
persone, grazie", disse Hugh Romney, in arte Wavy Gravy, uno dei capi della comune
hippie Hog Farm, "non sarà bacon con bistecche, ma sarà comunque  cibo decente  e
ve lo stiamo portando. Vi sfameremo tutti. Questo non può che essere il paradiso, ra-
gazzi!". Quindi iniziò a distribuire a tutti dei cereali per colazione: "I ragazzi non a-
vevano mai visto la granola prima, e noi gliel'abbiamo portato direttamente nei loro
sacchi a pelo", ha ricordato in seguito Romney, e da allora granola e muesli sono di-
ventati una moda a tutti gli effetti. -  Non tutto è perso, dunque, non tutto è dimenti-
cato. Perchè il sogno di Woodstock, cinquant'anni dopo, è ancora, magari un pò lo-
goro e impolverato, vivo e vitale.

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Lucianone

giovedì 6 dicembre 2018

Personaggio - Eli Avivi: il profeta e lo Stato della pace

6 dicembre '18 - giovedì                   6th DFecember / Thursday                    visione post - 7



(da la Repubblica - 18 maggio '18 - Marco Ansaldo ( Medio Oriente, Gerusalemma)
Eli, il profeta che inventò lo Stato della pace
La sua terra - uno Stato minuscolo, e non riconosciuto - aveva un inno nazionale (il rumo-
re del mare). La bandiera, tre strisce (azzurro, oro e blu). La Costituzione recitava: "Il pre-
sidente è democraticamente eletto dal proprio voto". Un solo voto.  Perchè Eli Avivi, capo
di Stato del quasi impronunciabile Akhzivland, le elezioni le aveva vinte per una sola sche-
da a zero, nella sua prima e unica chiamata alle urne nell'anno della fondazione, il 1971.
Avivi è ora morto a 88 anni in quello che aveva definito "Il Paese più pacifico del Medio Oriente". Un record, insomma.  Però aveva avuto la vista lunga, sbarcando qui: perchè
il futuro Stato libero dell'Akhzivland era un piccolo parco naturale al confine tra Israe-
le e Libano, nominato nella Bibbia, piazzato sul mare e circondato da una splendida baia
abitata nei secoli da fenici, crociati, arabi ed ebrei. Un paradiso, all'epoca, dove negli an-
ni d'oro sbarcarono prima Paul Newman nelle pause di "Exodus", e Sophia Loren quan-
do girò "Judith", film girato in Israele che la vedeva protagonista. Più di recente, ci è ar-
rivata la top model israeliana Bar Refaeli.    Era "l'altra Israele", o "il terzo Stato" dopo
quello ebraico e quello palestinese. Il suo presidente  se n'è andato  l'altro giorno  per 
una polmonite, una malattia antica che oggi si cura  con un paio di settimane  di anti-
biotici. Ma ad Akhzivland, dove lui continuava  a coltivare   l'aspetto  di un profeta bi-
blico, capelli lunghi, barba bianca e la jalabyah  (la tunica lunga), noin c'è mai stata lu-
ce elettrica nè acqua corrente. - Nato in Iran, la famiglia trasferitasi in Israele un anno 
dopo, Eli all'età da militare si arruolò come marinaio partecipando a incursioni di guer-
ra. Dopo aver girovagato fra la Norvegia, la Groenlandia e gli eschimesi, il giovane av-
venturoso andò infine a trovare la sorella, che viveva  nel villaggio  a pochi chilometri 
dal Libano. E lì ebbe il colpo di fulmine per la bellezza del posto. Cominciò a restaurar-
lo impossessandosene.  Combattendo  burocraticamente  le autorità israeliane, rivendi-
cando l'area fino a richiedere il passaporto, stampando di persona i visti di ingresso.
Un luogo così, il decennio dopo gli anni Sessanta. divenne automaticamente il cuore
della Bohème locale e la valvola di sfogo  di chi era in cerca di trasgressioni  fatte di
sesso e droga, tutte cose in contrasto coi valori puritani del Paese. L'enclave, abitata
esclusivamente  da lui  e  dalla moglie Rina, conosciuta nei dintorni, entrò poi seria-
mente in contrasto con le istituzioni governative. Fu chiusa e poi riaperta. Avivi ne
dichiarò l'indipendenza. Agli ospiti italiani spiegava: "Siamo un pò come il Vatica-
no". E la moglie diceva, ridendo: "Avete tutti il passaporto?
Continua... to be continued...

SPORT - calcio / Serie B - 14^ giornata 2018(19

6 dicembre '18 - giovedì                     6th December / Thursday                 visione post - 8

Risultati e classifica
Palermo     0     Cittadella      3     Cosenza   2     Cremonese   1     Ascoli    3
Benevento   0     Salernitana   1     Padova    1     Crotone        0      Spezia   1

Brescia     2     Carpi    0     Perugia   2     Foggia     1
Livorno   0      Lecce    1     Pescara   1     Venezia   1

PALERMO   26  /  Lecce   25  /  Cittadella, Pescara   23  /  Benevento, Brescia   21  /
Perugia, Salernitana   20  /  Ascoli, H. Verona   19  /  Cremonese   18  /  Spezia   17  /
Venezia   16  /  Cosenza   14  /  Crotone   12  /  Padova   11  /  Carpi   10  /  Foggia   9  /
Livorno   6



   Lucianone

Riflessioni - Il lavoro artistico non può essere "gratuito"

6 dicembre '18 - giovedì                      6th December / Thursday                 visione post - 7

Ben vengano le proiezioni "pirata", in piazze gremite di ragazzi, del film su Stefano
Cucchi. Servono a tenere vivi , in un colpo solo, non uno, ma due casi politici di enor-
me importanza.  Il primo è il diritto di non morire per mano di Stato. Il secondo è il 
tema, davvero epocale, della sopravvivenza dell'arte come mestiere  e  come lavoro:
perchè va detto con franchezza, ai ragazzi che considerano la visione "libera" di quel
film un gesto politico (e lo è), che è un gesto politico anche  andare al cinema, o scari-
care a pagamento i contenuti artistici o informativi o culturali  ai quali si attribuisce 
valore.  Quel film ha un regista, Alessio Cremonini, e un produttore, Lucky Red.  E'
costato dei quattrini, ha dato un lavoro a tecnici, operai, attori, comprimari. Non c'è
pezza: se il lavoro artistico non viene più retribuito, perchè un film (o un libro, o una
sinfonia) è come un tavolo, come un campo coltivato, come un viaggio, come una bi-
cicletta. Alla faccia "dell'ispirazione" e del talento, implica lavoro, brucia tempo, ri-
chiede capacità tecniche.  Chi ci racconta di "nuovi modi" collettivi di produrre ar-
te e cultura dice  una mezza verità  (la rete è in sè  un catalizzatore  di energie), ma 
mente sulla natura stessa del lavoro artistico, che è appunto lavoro, dunque fatica, 
competenze, esperienze, rischio intellettuale e rischio di impresa. 
La parola "gratuitp" è una menzogna da Paese dei Balocchi, e bisognerà comincia-
re a dirlo se non si vuole diventare tutti ciuchi.
(da la Repubblica - 18 sett. '18 - L'Amaca / Michele Serra)

Lucianone

martedì 4 dicembre 2018

Ultime notizie - dall' Italia / Latest news

4 dicembre '18 - martedì                       4th December / Tuesday                   visione post - 8

Roma - Polemiche Salvini con Spataro
Il ministro dell'Interno Salvini svela blitz su twitter / Insorge il magistrato di Torino
Spataro: "danno a indagini" / Il ministro: "Vai in pensione" / Martina (Pd): "Senza
parole" / Lo scrittore Saviano: "Un fesso pericoloso"

La tirata d'orecchie è netta: "Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell'Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica  al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso". A farla, al ministro Matteo Salvini, è il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, dopo che il vicepremier leghista aveva aperto la mattina con tweet trionfanti su arresti di stranieri avvenuti in varie città d'Italia..     Erano le 8.57 del mattino quando il numero uno del Viminale ha twittato: "49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni, sono stati arrestati poche ore fa dai Carabinieri in provincia di Palermo. Le buone notizie non finiscono qui. Altri 15 mafiosi nigeriani sono stati arrestati a Torino dalla Polizia, che poi ha ammanettato altri 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano. Grazie alle Forze dell'Ordine! La giornata comincia bene!".
Ma la giornata, per il ministro dell'Interno, non è proseguita altrettanto bene. La reazione di Spataro non si è fatta attendere, ed è arrivata sotto forma di un duro comunicato stampa: "All'inizio della mattinata odierna - scrive il procuratore -  il Ministro dell'Interno ha diffuso un tweet in cui, facendo seguito ad altro precedente, afferma: '..non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia', facendo seguire riferimenti ad arresti avvenuti altrove".  Spataro non fornisce ulteriori elementi sull'indagine in corso: si tratta, secondo indiscrezioni, di un'inchiesta su traffico di prostituzione e spaccio di droga che arriva a distanza di anni da una precedente prima tranche sulla mafia nigeriana e in particolare sul gruppo criminale degli "Eiye"che si è conclusa nel gennaio scorso con 21 condanne fino a dieci anni di carcere.

 "In relazione ai soli fatti di Torino - prosegue Spataro - il Procuratore della Repubblica osserva che, al di là delle modalità di diffusione, la notizia in questione: è intervenuta mentre l'operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa; la polizia giudiziaria non ha fermato "15 mafiosi nigeriani", ma sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di questo Ufficio, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino. Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell'art. 416 bis c.p.; coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso".

La diffusione della notizia, aggunge Spataro, "contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di  interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato. Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell'Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica  al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell'azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie. Allo stato non si ritiene di poter fornire altre informazioni sulle indagini in corso".



Roma - Manovra
Il ministro dell'Economia Tria: "Confronto con Ue prosegue, ma ora decisioni politiche"
Lavori fermi in commissione / Le opposizioni in pressing: "Il governo spieghi se il deficit 
cala".
Nuovo stallo in commissione Bilancio alla Camera, dove non è ancora ripreso l'esame degli emendamenti alla manovra. La seduta si è aperta con la richiesta di tutte le opposizioni di avere spiegazioni dal governo sull'andamento della trattativa con la Ue e sulle modifiche al deficit per evitare la procedura di infrazione. "Da giorni e settimane stiamo discutendo di qualcosa che non esiste, sembra che ci sia già un accordo per ridurre deficit al 2%", ha detto il capogruppo Dem Luigi Marattin, seguito da Andrea Mandelli (Fi), da Guido Crosetto di Fdi e di Leu, Stefano Fassina, e dal rappresentante del misto Salvatore Caiata.

Palermo - Mafia

Colpo alla nuova Cupola di Cosa nostra / Arrestato l'erede di Riina
E' il boss Settimo Mineo, gioielliere / 46 arresti 

La Cupola di Cosa nostra è tornata a riunirsi, il 29 maggio scorso. Non accadeva dal 1993. I capi delle famiglie di Palermo si sono ritrovati per eleggere il nuovo padrino, l’erede di Totò Riina morto un anno fa. E’ l’ottantenne Settimo Mineo, ufficialmente gioielliere con negozio in corso Tukory, il più anziano fra i boss della mafia siciliana, il giudice Falcone l’aveva arrestato nel 1984 e lui spavaldo aveva detto all’interrogatorio: “Non so di che parla, cado dalle nuvole”. Una vita per la mafia. Ma il mandato di Settimo Mineo è già scaduto: all’alba, la procura di Palermo diretta da Francesco Lo Voi ha fatto scattare un maxi blitz dei carabinieri nei confronti di 46 fra boss e gregari. E tra i fermati c’è anche il capo dei capi che avrebbe dovuto inaugurare la nuova era mafiosa. Con lui, tre componenti della Cupola, i rappresentanti del mandamento di Porta Nuova, Gregorio Di Giovanni; di Misilmeri-Belmonte, Filippo Salvatore Bisconti; di Villabate, Francesco Colletti. Come Mineo, tutti scarcerati di recente dopo aver scontato condanne per mafia.

L’intercettazione - È stato Colletti a svelare l’ultimo mistero dei boss, e non sospettava certo di essere intercettato. Al suo autista, Filippo Cusimano, ha raccontato della riunione della commissione provinciale a cui aveva partecipato alcune ore prima, il 29 maggio. “Si  è fatta comunque una bella cosa - diceva orgoglioso - per me è una bella cosa questa… molto seria… molto… con bella gente… bella. Grande. Gente di paese… gente vecchi… gente di ovunque”. E poi aggiungeva dettagli sui partecipanti, dettagli che hanno incastrato Mineo e gli altri.

Lucianone

sabato 1 dicembre 2018

Scienze / Cosmo - Scontro tra due stelle: la prima collisione spaziale vista e "ascoltata"

1 dicembre '18 - sabato                   1st December / Saturday                 visione post - 9

(da la Repubblica - 17 ottobre '17 - Elena Dusi / Roma)
Tutto l'oro del cosmo
Un'onda gracìvitazionale seguiota da un lampo gamma, radiazione ottica e infrarossa,
raggi X e onde radio, con uno sbuffo finale di polvere d'oro e platino scagliati nell'uni-
verso a un terzo della velocità della luce.  "Sembravano fuochi d'artificio"  strabuzza 
gli occhi ancora oggi David Shoemaker, coordinatore dell'antenna gravitazionale Ligo.
In questo scontro fra due stelle di neutroni  avvenuto  a 130 milioni di anni luce  nella 
costellazione dell'Idra si è formato l'equivalente di 10 Terre in oro, e un bottino più o 
meno equivalente in platino. - L'universo non aveva mai offerto uno spettacolo simile.
O, meglio, noi non eravamo mai stati in grado di apprezzarlo come lo scorso 17 agosto,
quando 70 telescopi sulla Terrae e nello spazio si sono orientati su due stelle di neutro-
ni grandi 1,2 e 1,6 volte il Sole, arrischiatesi troppo vicine l'una all'altra. L'attrazione
reciproca le ha spinte in una danza vorticosa che, una spirale dopo l'altra, le ha prima
smembrate e poi fatte scontrare. Lo spettacolo ha interrotto le vacanze di 4.500 astro-
nomi, più o meno un terzo di quelli viventi.  "Ero al campeggio. Ho preso il computer
e mi sono subito collegato  con i nostri telescopi in Cina"   racconta ad esempio Paolo
D'Avanzo dell'Istituto Nazionale d'Astrofisica. (Inaf).
Ad aprire le danze sono state le tre antenne gravitazionali di Stati Uniti e Italia.  Non
paghe di aver vinto il Nobel per la fisica il 3 ottobre, Ligo (due strumenti alle estremi-
tà est e ovest degli Usa) e Virgo (uno strumento a Cascina, Pisa, realizzato dall'Istitu-
tp Nazionale di Fisica Nucleare) hanno captato all'unisono un'onda gravitazionale.
Sembrava routine, ma questa volta lo spettacolo era solo all'inizio. A differenza delle, 
onde osservate in precedenza (ben 4 in due anni), il 17 agosto a scuotere la trama del-
lo spazio-tempo - come teorizzò Einstein - non era stato lo scontro di due buchi neri,
fenomeno oscuro e impenetrabile agli occhi dei telescopi.   Per settimane le stelle di 
neutroni hanno inondato la Terra con ogni tipo di radiazione. Circa 70 osservatori 
fra grandi e piccoli, vecchi e nuovi, yerrestri e orbitanti  hanno contribuito  con un 
tassello all'analisi dello spettacolo pirotecnico. Le osservazioni della kilonova (la sua
luce equivalente a mille supernovae) sono proseguite per tutto settembre. E ieri, con
una decina di conferenze stampa contemporanee, i 91 enti scientifici coinvolti hanno
presentato la scoperta. -  "Una giornata storica per la scienza"  l'ha definita il presi-
dente dell'Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston. Per la prima volta , come in
una bottega da alchinista, l'universo ci ha mostrato come forgia oro, platino, uranio
nelle sue fucine cosmiche.  "L0ingrediente di partenza sono proprio i neutroni" spie-
ga D'Avanzo. "L'energia dell'esplosione gli consente di combinarsi, formando i me-
talli più pesanti del ferro, che si raccolgono nelle nubi interstellari da cui nascono i
pianeti". A catturare quell'oro non arriveremo mai, ma gli scienziati oggi si senton-
no come se l'avessero toccato con mano.

Lucianone


SPORT - calcio / Serie B - 13^ giornata 2018/19

1 dicembre '18 - sabato                    1st December / Saturday                      visione post - 7

Risultati e classifica
H. Verona   1       Livorno      0     Padova   0     Venezia   2     Benevento   2     Pescara   1  
Palermo        1      Cittadella   0      Carpi     1      Brescia   1     Perugia        1     Ascoli      1

Spezia    0     Lecce            2     Crotone    0
Foggia   0     Cremonese   0     Cosenza   1

PALERMO   28  /  Pescara   23  /  Lecce   22  /   Benevento   21  /  Cittadella, Salernitana   /
H. Verona   19  /  Brescia   18  /  Spezia, Perugia   17  /  Ascoli   16  /  Cremonese, Venezia   15
Crotone   12  /  Cosenza, Padova   11  /  Carpi   10  /  Foggia, Livorno   8


Il commento
Avrebbe dovuto essere la giornata di un possibile riscatto del Verona Hellas e del Pescara, entrambe col turno casalingo da sfruttare al massimo. Hanno invece pareggiato, ma se il Pescara poteva approfittare del suo pubblico e di una squadra (Ascoli) mediocre, la squadra scaligera aveva dall'inizio l'handicap di assenza quasi totale dei suoi sostenitori e soprattutto di quelli della Curva sud; e poi il match era contro un Palermo in piena ascesa e 
in ottima salute. Ne hanno invece giustamente approfittato Lecce e Benevento che pure tra
le mura domestiche hanno però centrato l'obiettivo dei tre punti e si mantengonmo saldi nella zona playoff.
- Luciano Finesso -

Lucianone