venerdì 28 dicembre 2018

Nuove riflessioni Del Venerdì - L'ora di essere chiari: basta ululati razzisti negli stadi e bande delinquenziali fuori

28 dicembre '18 - venerdì                    28th December / Friday                    visione post - 8

Inciviltà delle tribune e criminalità da strada si sono saldate (come commenta Franco Arturi
nella sua 'Analisi' nella Gazzetta dello Sport) nella serata di San Siro, quando era in program-
ma il match Inter - Napoli.  La criminalità da strada ha preceduto comunque l'inciviltà di ulu-
lati razzisti sugli spalti (curve e in parte tribune), pochi o tanti che fossero.
E' poco dire che è proprio giunta l'ora di far finire tutto ciò. E' poco dire che  non  è  possibile
andare allo stadio per morire, per lasciarci la pelle. E' poco dire che chi non va allo stadio per
paura, ha ragione!  Ma ci siamo di nuovo: siamo ancora qui a contare un'altra vittima, come
se tutti i morti delle tifoserie italiane del calcio (il primo - nella triste cronostoria che ne fa la
Gazzetta sportiva di venerdì 28 scorso - fu nell'aprile del '63, a Salerno) non fossero serviti a
niente. Anzi, inciviltà e barbarie negli stadi e fuori si sono allargati, sono aumentati, e mentre
il fenomeno degli hooligans è pressochè scomparso (perchè fatto fortemente diminuire con la
mano pesante) in Inghilterra e poi Germania, qui da noi tutto è continuato: da quel razzo spa-
rato da una curva all'altra dello stadio romano, nel 1979, colpendo a morte il tifoso laziale Pa-
parelli Vincenzo fino al genoano Spagnolo nel '95 e il laziale Gabriele Sandri nel 2007, e il na-
poletano Ciro Esposito (ultima vittima) nel 2014, morto dopo 50 giorni di coma.
E solo nel 1995 il mondo del calcio (dopo l'accoltellamento di Spagnolo a Genova) decide di fermarsi, ma undici anni prima, nel 1984, c'erano stati altri due morti (Stefano Furlan e Ma-
uro Funghessi) a Trieste per Triestina-Udinese e a Milano per Milan-Cremonese: e anche al-
lora il campionato era proseguito, come se niente fosse successo: 'the show must go on---'
In tutto, per un semplice gioco divertente come dovrebbe essere il calcio, 22 morti  dal 1963
di Aprile fino ad oggi: 55 anni di domenicale (tenendo conto che ormai oggi si gioca sempre) massacro.
E mai si è intervenuti in modo radicale, ma sempre rinviando: "abbiamo deciso di fare, e fare-
mo, faremo, faremo!". Intanto all'urgenza di sistemare una volta per tutte la delinquenza del-
le bande attorno agli stadi, s'è aggiunta l'altra non meno importante,  e spesso collegata alla 
prima, di procedere nei confronti degli urlatori razzisti dentro parecchi stadi di calcio; e non
solo con la sospensione immediata del gioco e quindi della partita, ma anche  penalmente ol-
trechè pecuniariamente contro soggetti  che niente hanno a vedere  con il vero tifo da stadio.
"Honour & Blood" è il vessillo che i gruppi (o meglio bande) che occupano la curva nord di 
San Siro sbandierano orgogliosamente, ed è la stessa espressione che usavano i nazisti hi-
tleriani (da là infatti è stata presa da questi pseudo tifosi); ed è da quella stessa curva che 
sono partiti gli ululati razzisti verso il giocatore napoletano di colore, Kulibaly. E sempre
un gruppo della destra estrema di curva nord (questa volta di supposta fede milanista) appartiene  quel tipo con precedenti penali cui il ministro dell'Interno Salvini  ha dato la
mano. A questo punto le parole servono a poco. Contano molto più i fatti e le immagini!
- Luciano Finesso -

Lucianone

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