Roma - Polemiche Salvini con Spataro
Il ministro dell'Interno Salvini svela blitz su twitter / Insorge il magistrato di Torino
Spataro: "danno a indagini" / Il ministro: "Vai in pensione" / Martina (Pd): "Senza
parole" / Lo scrittore Saviano: "Un fesso pericoloso"
La tirata d'orecchie è netta: "Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell'Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso". A farla, al ministro Matteo Salvini, è il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, dopo che il vicepremier leghista aveva aperto la mattina con tweet trionfanti su arresti di stranieri avvenuti in varie città d'Italia.. Erano le 8.57 del mattino quando il numero uno del Viminale ha twittato: "49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni, sono stati arrestati poche ore fa dai Carabinieri in provincia di Palermo. Le buone notizie non finiscono qui. Altri 15 mafiosi nigeriani sono stati arrestati a Torino dalla Polizia, che poi ha ammanettato altri 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano. Grazie alle Forze dell'Ordine! La giornata comincia bene!".
Ma la giornata, per il ministro dell'Interno, non è proseguita altrettanto bene. La reazione di Spataro non si è fatta attendere, ed è arrivata sotto forma di un duro comunicato stampa: "All'inizio della mattinata odierna - scrive il procuratore - il Ministro dell'Interno ha diffuso un tweet in cui, facendo seguito ad altro precedente, afferma: '..non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia', facendo seguire riferimenti ad arresti avvenuti altrove". Spataro non fornisce ulteriori elementi sull'indagine in corso: si tratta, secondo indiscrezioni, di un'inchiesta su traffico di prostituzione e spaccio di droga che arriva a distanza di anni da una precedente prima tranche sulla mafia nigeriana e in particolare sul gruppo criminale degli "Eiye"che si è conclusa nel gennaio scorso con 21 condanne fino a dieci anni di carcere.
"In relazione ai soli fatti di Torino - prosegue Spataro - il Procuratore della Repubblica osserva che, al di là delle modalità di diffusione, la notizia in questione: è intervenuta mentre l'operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa; la polizia giudiziaria non ha fermato "15 mafiosi nigeriani", ma sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di questo Ufficio, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino. Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell'art. 416 bis c.p.; coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso".
La diffusione della notizia, aggunge Spataro, "contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato. Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell'Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell'azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie. Allo stato non si ritiene di poter fornire altre informazioni sulle indagini in corso".
Roma - Manovra
Il ministro dell'Economia Tria: "Confronto con Ue prosegue, ma ora decisioni politiche"
Lavori fermi in commissione / Le opposizioni in pressing: "Il governo spieghi se il deficit
cala".
Nuovo stallo in commissione Bilancio alla Camera, dove non è ancora ripreso l'esame degli emendamenti alla manovra. La seduta si è aperta con la richiesta di tutte le opposizioni di avere spiegazioni dal governo sull'andamento della trattativa con la Ue e sulle modifiche al deficit per evitare la procedura di infrazione. "Da giorni e settimane stiamo discutendo di qualcosa che non esiste, sembra che ci sia già un accordo per ridurre deficit al 2%", ha detto il capogruppo Dem Luigi Marattin, seguito da Andrea Mandelli (Fi), da Guido Crosetto di Fdi e di Leu, Stefano Fassina, e dal rappresentante del misto Salvatore Caiata.
Palermo - Mafia
Colpo alla nuova Cupola di Cosa nostra / Arrestato l'erede di Riina
E' il boss Settimo Mineo, gioielliere / 46 arresti
La Cupola di Cosa nostra è tornata a riunirsi, il 29 maggio scorso. Non accadeva dal 1993. I capi delle famiglie di Palermo si sono ritrovati per eleggere il nuovo padrino, l’erede di Totò Riina morto un anno fa. E’ l’ottantenne Settimo Mineo, ufficialmente gioielliere con negozio in corso Tukory, il più anziano fra i boss della mafia siciliana, il giudice Falcone l’aveva arrestato nel 1984 e lui spavaldo aveva detto all’interrogatorio: “Non so di che parla, cado dalle nuvole”. Una vita per la mafia. Ma il mandato di Settimo Mineo è già scaduto: all’alba, la procura di Palermo diretta da Francesco Lo Voi ha fatto scattare un maxi blitz dei carabinieri nei confronti di 46 fra boss e gregari. E tra i fermati c’è anche il capo dei capi che avrebbe dovuto inaugurare la nuova era mafiosa. Con lui, tre componenti della Cupola, i rappresentanti del mandamento di Porta Nuova, Gregorio Di Giovanni; di Misilmeri-Belmonte, Filippo Salvatore Bisconti; di Villabate, Francesco Colletti. Come Mineo, tutti scarcerati di recente dopo aver scontato condanne per mafia.
L’intercettazione - È stato Colletti a svelare l’ultimo mistero dei boss, e non sospettava certo di essere intercettato. Al suo autista, Filippo Cusimano, ha raccontato della riunione della commissione provinciale a cui aveva partecipato alcune ore prima, il 29 maggio. “Si è fatta comunque una bella cosa - diceva orgoglioso - per me è una bella cosa questa… molto seria… molto… con bella gente… bella. Grande. Gente di paese… gente vecchi… gente di ovunque”. E poi aggiungeva dettagli sui partecipanti, dettagli che hanno incastrato Mineo e gli altri.
Lucianone
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