martedì 18 dicembre 2018

Personaggio / simbolo - Parisa Pourtaherian: la fotografa iraniana che aggira i divieti negli stadi

18 dicembre '18' - martedì                      18th December / Tuesday                 visione post - 5

(da Corriere della Sera - 18/08/'18 - Alessandra Muglia)
Quando si è arrampicata con il teleobiettivo sul tetto di una casa vista stadio per riprendere
la partita inaugurale del campionato di calcio, non immaginava che quel gesto avrebbe fat-
to storia in Iran. Del resto non le sembrava una trovata particolarmente originale: "E' quel-
lo che ho visto fare mesi prima ad alcuni tifosi, mi sono ispirata a loro", racconta al 'Corrie-
re' Parisa Pourtaherian, 26 anni e modestia da vendere.  Dopo quegli scatti è stata acclama-
ta come prima DONNA a fotografare un incontro di calcio maschile in Iran, Paese dove gli
stadi sono off limits per le signore se in campo giocano gli uomini. Ma questo primato "non
significa che sia la più brava! Abbiamo reporter di talento e di grande esperienza  nelle di-
verse discipline sportive" si schernisce. - Da quattro anni Parisa lavora per la prima agen-
zia di foto del suo Paese. Photoaman, e ha fatto trasferte anche in Europa.  Ma ora, per la 
prima volta, invece delle sue istantanee agli atleti, a fare il giro del mondo sono le immagi-
ni con lei sul tetto, in jeans e capelli rossi che spuntano dall'hijab (copricapo obbligatorio,
lo sguardo concentrato accanto al teleobiettivo.  A immortalarla sono stati i suoi colleghi
maschi all'interno dello stadio che non si sono persi il momento. Gli scatti sono finiti sui 
social, rilanciati migliaia di volte e accompagnati da apprezzamenti: una ola virtuale non sfuggita ai media internazionali che ha trasformato Parisa in un'"eroina", riuscita a drib-
blare i divieti del regime senza violare la legge. "Non pensavo proprio che avrei ricevuto
tutti quei messaggi da persone che npon mi conoscevano", dice. Del resto a spingerla a
trovare un modo per aggirare i divieti dei mullah  sono state le sue due grandi passioni:
il calcio e la fotografia: "In Iran le restrizioni per le donne riguardano il football, nel ba-
sket e nella pallavolo non ci sono. Ma io amavo il calcio, ancora oggi ne vado matta, ho
iniziato a fare fotografie in questo sport. Ho avuto l'opportunità di lavorare  con la più
famosa scuola d'Iran, quella di Mahdi Mahdavi, l'ex capitano della nazionale. Con loro
sono stata in Svezia, Germania e Austria".  Quando si tratta delle partite dei professio-
nisti però scattano le restrizioni per le donne. In tante non si arrendono: molte sono sta-
te arrestate in questi ultimi anni (35 soltanto a febbraio) per aver tentato di "espugnare"
 il tempio degli uomini e assistere a una partita travestite da maschi.  Come le tifose pro-
tagoniste di Offside, il film Orso d'argento a Berlino nel 2006 di Jafar Panahi, da allora
costretto a filmare in clandestinità.  "I divieti possono rendere più difficile il lavoro per
le donne - dice Parisa -, ma io non desidto e vado avanti: senza violare la legge e tenen-
domi al largo da qualsiasi polemica. Per esempio salendo sui tetti". Cos' a fine luglio è
andata a Ghaemshahr, nel nord del Paese, dove il Nassaji Mazandaranù, una delle più 
vecchie squadre iraniane, ospitava lo Zob Ahan di Isfahan. Il match è finito 0-1 con gol
al quindicesimo. Che lei  non ha potuto fotografare, impegnata com'era  a bussare  alle
porte per convincere qualcuno a farla salire sul tetto. Dopo tre ore ecco Parisa compari-
re tra le tegole a sfidare i divieti. E pensare che fino a qualche anno fa era una "pessimi- 
sta", "negativa", scoraggiata dagli eventi. "Poi la lettura di alcuni libri (per esempio di
Wayne Dyer e Oprah Winfrey) mi ha aiutata a cambiare".

"Il mio desiderio è che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini. Ma non solo. 
Vorrei poter  coprire un match  del Manchester United, per cui tifo da bambina, al'Old
Trafford". Lo stadio soprannominato "il teatro dei sogni", che per Parisa, se va avanti 
così, si avvereranno.

Lucianone

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