lunedì 29 maggio 2017

CINEMA - Una grande Isabelle Huppert: nel film "Elle"

29 maggio '17 - domenica                   29th May / Sunday                    visione post - 21


(da La Repubblica - 20 marzo '17 - R2Spettacoli - Natalia Aspesi)

Lo sconosciuto mascherato come fosse Diabolik è penetrato in casa, l'assale, la colpisce
con pugni e calci, la getta sul pavimento, la sovrasta, la immobilizza, le strappa il vestito,
le calze, le mutande  e la sodomizza.  Marty, il bel gattone grigio, osserva immobile e in-
curiosito la scena di massima violenza, come noi spettatori, che senza emozione ci chie-
diamo, ma lei urla per il dolore, il terrore, l'umiliazione oppure  perchè  sta provando un
piacere irrefrenabile e ignoto?  Lo stupro è già avvenuto e il film comincia con la vittima
che pochi minuti dopo, il viso ferito e il corpo sanguinante, si mette imperturbabile a rac-
cogliere i cocci di un vaso schiantato  durante la colluttazione, a fare un bel bagno caldo
e a ordinare sushi per telefono. E' successo, ma è come se non fosse successo niente, o 
è successo troppo? Oppure semplicemente ciò che potrebbe distruggere la nostra vita va
immediatamente cancellato ed è l'indifferenza a proteggerci oggi dalle angosce del mon-
do?
Elle, diretto dall'olandese Paul Verhoeven, sceneggiato dall'americano David Birke, trat-
to dal romanzo Oh.. (pubblicato in Italia da Voland) del francese di origine armena Phi-
lippe Djian, è ambientato, come la gran parte del cinema francese, tra la borghesia pari-
gina di successo, protagonista la francese  Isabelle-
ni Huppert  al suo ultracentesimo  film, 
ùil Golden Globe per la miglior protagonista di un film drammatico. Critiche entusiasti-
che ovunque soprattutto per lei, ma anche per l'incontro grandiosamente fortunato tra 
un regista di solito non molto apprezzato e ambiguamente sporcaccione e una diva che
più va avanti negli anni più si adatta ai cineprecipizi del disordine erotico. Lui ha diret-
to nel 1992 Basic Instinct con una Sharon Stone appositamente gelida, che la leggenda
sostiene essere stata senza mutande, lei dieci anni dopo in La pianista di Haneke è stata
una donna disturbata e molto sadomaso. - Tsabelle Huppert, oltre ad essere una grande 
attrice, ha due virtù: quella di essere senza tempo e molto attraente a più di 60 anni, ri-
scattando così tutte le donne che si sentono scarto a 50 anni; quella di saper rappresen- 
tare in certi suoi film come questo, e con la massima disinvoltura, una tipologia molto
apprezzata dall'immaginario maschile, cioè quello di una donna bella, elegante, matu-
ra ma fisicamente adolescenziale, di gran classe, finanziariamente autonoma   e  forse
anche colta, apparentemente inavvicinabile eppure dedita a ogni possibile promiscuità
e avventatezza erotica.
Tornando al film "Elle", Michèle ha alle spalle una storia orribile, un padre molto reli-
gioso che quando lei era bambina, uscì di casa armato  e  uccise una settantina di bam-
bini in un campo vacanze. Ancora oggi, dopo decenni, a  Michèle capita  che qualcuno 
in xtrada le sputi in faccia, la insulti in un bar. Così non può dimenticare  e  difende la 
sua disperazione di un tempo rifiutandosi di andare a trovare in prigione il vecchio pa-
dre ormai morente. Lei sa che non c'è legame tra quella tragedia che ha spezzato tante
vite e anche la sua, e quello stupro che comunque non vuole denunciare e che, come fos-
se niente, cenando a champagne in un ristorante, racconta agli amici sere dopo. Ma in-
tanto fa rifare le serrature di casa, compra uno spray urticante  e  un martello, perchè
la ragione le dice che se il criminale tornerà (e intanto le manda messaggini osceni, tipo
"sei stretta per la tua età")  dovrà difendersi; ma il corpo  non  è  d'accordo, il ricordo 
dell'oltraggio, se ho capito, non l'abbandona.
Michèle, nel film, dirige con l'amica Anna un laboratorio che produce videogame di fan-
taerotismo e visionandoli, le capita di dire: "Quegli orgasmi femminili sono troppo timi-
di!". Vive sola con l'amato vecchio gatto, e gli uomini che la circondano le appaiono un
disastro, come purtroppo accade nella realtà  a tante ultracinquantenni: ha cacciato di
casa il marito noioso, il figlio ventenne con lavori precari  vive con una ragazza incinta
che lo domina e maltratta, il marito della sua carissima amica Anna è il suo amante non
amato; c'è il giovane gigolò che sua madre paga e vuole sposare, c'è un vicino belloccio
simpatico che l'attrae: spiandolo non vista dalla finestra, lei si masturba. Uno di questi
maschi, oppure uno dei suoi giovani collaboratori in ufficio, potrebbe essere ,lo stuprato-
re; lo vuole sapere per vendicarsi  o  al contrario per precipitarsi nel piacere masochista
senza maschera, senza ipocrisia, senza inganno?  Dice all'amica:  "La vergogna  non  è 
un'emozione abbastanza profonda da impedirti di fare ciò che non dovresti". Il romanzo
più profondo e eccitante di masochismo femminile l'ha scritto una donna, la scrittrice Do-
minique Aury che con lo pseudonimo di Pauline Rèage ha pubblicato in Francia, nel 1954, 
il suo celebre Histoire d'O.  Il romanzo di Djian è avvincente  e  il film con qualche piccola
variazione, ne segue ogni pagina.



Lucianone

martedì 23 maggio 2017

SCIENZE / La storia - Stazione spaziale e supervita (con batteri cattivi)

23 maggio '17 - martedì                 23rd May / Tuesday                      visione post - 14

Quei batteri che in orbita
diventano ancora più cattivi

(da la Repubblica - 23 marzo '17 - di Elena Dusi)
Provviste di cibo e pezzi di ricambio. Ma non solo.  A bordo  dell'ultimo razzo SpaceX
approdato sulla Stazione spaziale internazionale c'è anche un cofanetto isolato con tre
strati di sigillante. Contiene una colonia di Staphylococcus aureus resitenti agli antibio-
tici: batteri letali che solo negli Stati Uniti uccidono 20mila persone all'anno.
Mandandolo nello spazio, gli scienziati dell Nasa e dell'azienda biotech americana Na-
nobiosym sperano di rendere questo batterio ancora più aggressivo. Vari indizi, raccol-
ti a partire dagli anni '60, suggeriscono infatti che l'assenza di gravità - per motivi tut-
t'altro che chiari - faccia moltiplicare i batteri più rapidamente, amplifichi le alterazio-
ni del loro Dna, li renda più aggressivi e capaci di schivare meglio gli antibiotici. 
"Come fa la microgravità a influenzare la rapidità con cui si accumulano mutazioni ge-
netiche? Questo è il primo quesito da chiarire. Poi, imparando a prevedere  queste mu-
tazioni, cercheremo di progettare un farmaco che contrasti i superbatteri" spiega Ani-
ta Goel, laureta in fisica e in medicina e direttrice scientifica della società Nanobyosim.
Gli strafilococchi spaziali torneranno sulla Terra fra un mese. Verranno sottoposti a
un test del Dna e confrontati con la colonia gemella rimasta a Terra. Teoricamente, a-
nalizzando le differenze fra i percorsi genetici seguiti dai due gruppi di microrganismi,
si potrebbero fare passi avanti nella ricerca di antibiotici più efficaci. Ma queste sono
tappe del futuro. Al momento resta moltissimo da capire su come una semplice varia-
zione della forza di gravità cambi così tanto la virulenza dei batteri.  "Non sono tanto
le radiazioni cosmiche ad alterare il loro Dna, quanto proprio la microgravità" spiega
Daniela Billi, astrobiologa dell' università di Tor Vergata a Roma  che  collabora  con 
l'Agenzia spaziale italiana.  "I batteri nello spazio  modificano profondamente  il loro,
metabolismo e producono proteine diverse rispetto alla Terra  diventando spesso  più
aggressivi". - Nel 2006, a bordo dello Shuttle Atlantis, Cheryl Nickerson dell'universi-
tà dell'Arizona fece viaggiare una colonia di Salmonella. Subito dopo l'atterraggio in-
fettò alcuni topi con i batteri tornati dallo spazio e altri topi con batteri identici ma ri-
masti sulla Terra.  Il primo gruppo di cavie  si ammalò  in maniera molto più grave e
gli infettivologi diedero la colpa proprio alle mutazioni .genetiche acquisite dai batteri
in orbita.  "Poco più tardi, nel 2009, la Nasa lanciò dei microsatelliti chiamati Pharma-
Sat con dei campioni di funghi a bordo. Al loro ritorno ci si accorse che erano necessa-
rie dosi maggiori di antibiotici per ucciderli" prosegue Billi.    Anche se, spiega Peter
Taylor, microbiologo dell'University College London, ieri a Houston per una serie di
incontri alla Nasa, "non tutti i ricercatori  sono d'accordo  su questi aspetti.  Noi, in
condizioni di microgravità simulata, abbiamo notato a l contrario  una perdita di vi-
rulenza dei batteri, mentre la vulnerabilità agli antibiotici non ha subito cambiamen-
ti".

Lucianone

SPORT - Calcio / Serie A - 37^ giornata 2016/17 / Scudetto alla Juve

23 maggio '17 - martedì                   23rd May / Tuesday                        visione post - 21

RISULTATI delle partite
Chievo   3     Napoli         4    Empoli     0     Genoa   2     Juventus   3     Sassuolo   6 
Roma      5     Fiorentina   1    Atalanta   1      Torino  1      Crotone    0      Cagliari    2

Udinese        1    Lazio    1     Pescara    2
Sampdoria   1     Inter    3      Palermo   0

CLASSIFICA
JUVENTUS   88  /   Roma   84  /   Napoli   83  /   Lazio   70  /   Atalanta   69  /   Milan  63  /
Inter, Fiorentina   59  /   Torino   50  /   Sampdoria   48  /   Sassuolo   46  /   Udinese   45  /
Cagliari   44  /   Chievo   43  /   Bologna   41  /   Genoa   36  /   Empoli   32  /   Crotone   31  /
Palermo   23  /   Pescara   17

JUVENTUS STORICA
Battendo il Crotone la squadra di Allegri conquista il 6° scudetto di fila.
Gigi Buffon è il bianconero più vincente. E da oggi parte la missione triplete.
Dopo Coppa Italia e Scudetto, i bianconeri vanno a caccia della Coppa Champions.



 IL
                                                                      COMMENTO
A due passi dal Mito, 
Per raggiungerlo questo Mito con "M" maiuscola, la Signora J. non deve fare altro
che completare il giro di boa della sua straordinaria annata: e battere il Real Madrid
a Cardiff.  Semplice, come sempre a dirsi, ma abbastanza tremendamente difficile.
Ma c'è quel 'abbastanza' a rincuorarci, a farci sperare nell'impresa con un buon 60%
di probabilità. Motivo: questa Juve è molto più sicura e consapevole delle sue forze,
è cioè in una parola maturata molto, con dietro le spalle una società forte,. compatta
che ha in Marotta-Agnelli il duo dirigenziale migliore di tutti gli altri club. 
E poi c'è anche un tifo dei suoi fan maturato insieme a tutta la squadra. Basti dire che
allo Stadium dopo la vittoria netta sul Crotone l'entusiasmo è stato trattenuto per po-
terlo dedicare tutto intero per il giorno della sfida CHAMPIONS, là in quel di Cardiff.
Luciano Finesso -

Lucianone

LIBRI - Il romanzo "La Fragilità delle certezze", di Raffaella Silvestri / con intervista

23 maggio '17 - martedì                  23rd May / Tuesday                       visione post - 13

"Noi trentenni senza certezze
dovremmo ribellarci di più"

(da la Repubblica - 24/02/'17 - Milano/Cultura - Annarita Briganti)
La precarietà non si sconfigge nemmeno con le bombe, non nell'Italia  dei trentenni di
oggi, raccontati da Raffaella Silvestri. Milanese, trentadue anni, scoperta dal talent per 
scrittori "Masterpiece", andato in onda qualche anno fa su Rai Tre. Silvestri pubblica
ora il suo secondo romanzo, La fragilità delle certezze (Garzanti), che, fin dal titolo, non
garantisce nulla per i suoi coetanei. -       Anna, Teo e Marcello  avviano  una startup di 
successo, una società,  gestita da loro tre, che fa consulenze finanziarie ai piccoli rispar-
miatori.  Stessa generazione dell'autrice, in una Milano che offre ancora qualche possi-
bilità, i tre scelgono però un campo minato, come sappiamo dalla crisi che non si è an-
cora esaurita, e il destino della loro impresa  appare segnato  fin dall'inizio, con conse-
guenti sconvolgimenti anche nella relazione che c'è tra loro.
Silvestri, perchè la startup dei suoi protagonisti non ha a che fare con il digitale?
- "Come usiamo i risparmi dice molto del nostro Paese. Ho vissuto tre anni all'estero,
in Inghilterra. Lì aprono un finanziamento anche per iscriversi in palestra. Noi italia-
ni, nonostante la crisi, restiamo un popolo di grandi risparmiatori. I tre trentenni del
mio libro si vantano di anon appartenere a nessun istituto di credito, di essere consu-
lenti indipendenti. Se gli investimenti dei loro clienti vanno bene, ci guadagnano tutti.
Sognano una finanza etica, ma, a giudicare da come andrà a finire la loro storia, for- 
se è impossibile. I soldi, anche pochi, corrompono".
Un mondo, quello dell'economia, che lei conosce bene. Perchè a Masterpiece era la
"manager"?
"Ho lavorato per L'Oréal, facendo anche carriera, ma dopo quattro anni sono 'scop-
piata'. Scrivevo e leggevo come una disperata, forse in modo compulsivo. A un certo
punto, ho chiesto un'aspettativa, ma non me l'hanno data, e mi sono licenziata, per
dedicarmi alla scrittura. Il programma televisivo mi è servito per pubblicare il mio 
primo romanzo, ma mi sono ritrovata a interpretare un ruolo. Non è che perchè vie-
ni da un'azienda sei un manager e cos'è un manager? Hanno fatto bene a non rifar-
lo, non funzionava". 
Come si sopravvive alla precarietà?
"Anna si ottunde con le medicine, usando in modo improprio gli antidolorifici. E fre-
quenta un uomo di vent'anni più grande di lei, il simbolo di una generazione nei con-
fronti della quale ce l'ho un pò: i 'baby boomers', quelli che hanno avuto tutto  facil-
mente, si sono presi tutto e se lo sono tenuto. La giovane donna è il simbolo di tutti
quelli che fanno fatica nella vita, che non sono nati con la camicia". 
L'ambientazione meneghina rappresenta le "certezze' evocate nel titolo?
"Milano è come un tram: sai che ci puoi salire sopra, quando vuoi. La trovo rassicu-
rante, ci sono sempre facce in giro, si respira molta vita.  Chi si ferma  è perduto, in
una città più accelerata rispetto al resto dell'Italia, dove le cose succedono prima.
Ma vedo troppa rassegnazione nei miei coetanei, che a volte usano l'essere precari
come un alibi, per non cambiare la loro esistenza. Dovremmo arrabbiarci un pò di 
più, ribellarci alle promesse  non mantenute.  Far succedere  sempre qualcosa, dal 
basso. Poi, sta a ognuno di noi individuare cosa. Comunque vada, almeno, ci abbia-
mo provato".

Lucianone

giovedì 18 maggio 2017

SPORT - calcio / Serie B - 42^ giornata 2016/17

18 maggio '17 - giovedì                   18th May/ Thursady                   visione post - 33

Verdetti e risultati 
dell'ultima giornata di campionato

VERONA promosso in A, TRAPANI e VICENZA retrocedono.
Playoff per 6 squadre, compresa il Frosinone; niente playout.


Lo 0-0 di Cesena promuove l'Hellas dopo un solo anno in B. I siciliani perdono a Brescia e l'Avellino vince: retrocedono insieme ai biancorossi, niente playout.

Il Verona festeggia: dopo una stagione di "purgatorio" risale in Serie A. A Pazzini e compagni bastava un pari e pari è stato: lo 0-0 a Cesena li promuove da secondi, dietro alla Spal già promossa. Il Frosinone batte 2-1 la Pro Vercelli ma andrà ai playoff, con Perugia, Benevento, Cittadella, Carpi e Spezia. Ma l'ultimo turno di Serie B ha emesso anche un altro verdetto: non ci saranno playout, Trapani e Vicenza retrocedono direttamente in Lega Pro. L'Avellino batte il Latina, si porta a +5 sui siciliani sconfitti a Brescia, e si salva senza passare da altre partite. I playoff che eleggeranno la terza squadra promossa in A scattano lunedì 22 con Cittadella-Carpi, martedì 23 ci sarà Benevento-Spezia. Le vincenti delle due sfide andranno alle semifinali: venerdì 26 Carpi o Cittadella contro il Frosinone; sabato 27 Benevento o Spezia contro il Perugia.


RISULTATI DELLE PARTITE
Ascoli       1     Avellino   2     Brescia    2     Carpi       2     Cesena         0
Ternana   2     Latina       1     Trapani   1      Novara   0     Verona H.   0

Frosinone      2     Perugia           3     Pisa               3     Spal   2
Pro Vercelli   1      Salernitana   2      Benevento   0     Bari   1

Vicenza   0     Entella       4
Spezia      1     Cittadella   1

CLASSIFICA
Spal   78  /   Verona, Frosinone   74  /   Perugia, Benevento   65  /   Cittadella   63  /
Carpi   62  /   Spezia   60  /   Novara   56  /   Salernitana, Entella   54  /   Bari, Cesena   53  /
Avellino, Brescia   50  /   Ascoli, Pro Vercelli, Ternana   49  /   Trapani   44  /
Vicenza   41  /   Pisa   35  /   Latina   32

 

IL COMMENTO

La squadra partita come favorita del torneo ce l'ha fatta: per l'Hellas Verona è serie A sicura e diretta. Ma quanta sofferenza fino all'ultimo! Sì, dicono che le gare sofferte sono più belle e che 
poi il premic (in questo caso la Promozione) si gusta e degusta meglio... Mah! Avrei preferito 
un H.Verona - Cesena  2 - 0  e il cuore sarebbe stato meglio, ragazzi. Comunque, va bene così!  
I playoff hanno sfiorato i gialloblù, e dunque questo torneo di B non è stato una passeggiata
per i veneti. Ricordiamo anche che Pazzini ha dato una grossa mano, anzi in questo caso un
grosso piede/grossa testa con ben 23 reti (capocannoniere, che soddisfazione!) ed è stato
 il Toni della situazione in tutte le partite, ne più ne meno.
In serie A ci vorranno quindi rinforzi sostanziosi, soprattutto con giovani molto motivati.
E tenendosi stretti quei due, tre campioncini stranieri che hanno fatto la differenza con
il Pazzo, a cominciare da Bessa e Romulo (determinanti anche nell'infuocato e vittorioso
derby con il Vicenza).
In ogni caso, godiamoci questi momenti irripetibili! Il Verona H. ha conquistato  la nona
promozione nella sua lunga storia. Siamo tutti in serie A!!
- Luciano Finesso - 
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Riflessioni - Parlando di immigrazione: diritti e doveri

18 maggio '17 - giovedì                   18th May / Thursday                      visione post - 14

Se fosse ancora possibile discutere civilmente di immigrazione, Serracchiani non sarebbe
stata messa allo spiedo dai suoi nè arruolata dai fascisti di Forza Nuova. Perchè ha detto,
con qualche goffaggine, una cosa che  in molti  sentiamo essere vera: chi è ospite e riceve
assistenza ha degli obblighi di comportamento. E quando li disattende, crea uno scandalo
che va a colpire pesantemente il patto di ospitalità. Lo tradisce. E tradisce chi gli ha aper-
to le porte.  -     Sono, in materia di immigrazione, un estremista. Chiedo per i migranti il
massimo dei diritti e il massimo dei doveri. Li andrei a prendere con i charter e con le na-
vi, sottraendoli allo schifoso dominio dei negrieri. Spenderei per loro il doppio  e il triplo
di quanto l'Europa tirchia spende.  Li tratterei da fratelli che hanno bisogno di aiuto  e di
quattrini. Darei loro la cittadinanza e il diritto di voto dopo pochi anni, se pagano le tasse
e rispettano le leggi.  Costruirei moschee quante ne servono.   Estenderei  a chi  arriva  lo 
stesso patto sociale che lega noi indigeni. In cambio chiederei loro, con intransigenza as-
soluta, il rispetto delle nostre leggi.  E capisco  perfettamente  l'avvilimento  e  l'ira di chi
si sente colpito a tradimento dalle persone che sta aiutando.
(da la Repubblica - 14 maggio '17 - L'Amaca / Michele Serra)

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SPORT - calcio / Serie B - 42^ e ultima giornata di campionato: si decidono promozioni e retrocessioni

18 maggio '17 - giovedì                   18th May / Thiursday                      visione post - 13

Questa sera:

Ultima di SERIE B
La situazione per promozioni e retrocessioni.
Con la Spal già promossa in serie A, 
all'Hellas Verona basta un pari (a Cesena) per
avere assicurata la promozione.
PROMOZIONE DIRETTA — Dopo la Spal, in A dovrebbe andare il Verona: gli basta pareggiare, ma potrebbe anche perdere se il Frosinone non vince. In caso di arrivo a pari punti il Verona è in vantaggio nello scontro diretto. Il Frosinone invece, per andare in A diretto, deve vincere e sperare che il Verona perda, oppure deve andare a +10 sulla quarta e far saltare i playoff: perché questo avvenga, deve vincere e sperare con non vincano Cittadella, Perugia e Benevento.
PLAYOFF — Se invece ci saranno i playoff, sarà escluso chi ha più di 14 punti di ritardo dalla 3ª. Se si qualificano sei squadre, la 3ª e la 4ª saltano il preliminare, nel quale si sfidano in gara secca sul campo della meglio classificata la 5ª e l’8ª, la 6ªe la 7ª: la vincente della prima sfida affronterà in semifinale la 4ª, quella dell’altra sfida se la vedrà con la 3ª. Se si qualificano cinque squadre (ossia il Frosinone vince e lo Spezia no, con il Carpi che non perde) la 5ª va in semifinale; se invece si qualificano solo quattro squadre (ossia il Frosinone vince, lo Spezia no e il Carpi perde) anche la 6ª salta il preliminare; in corsa c’è anche il Novara, che per qualificarsi deve vincere a Carpi e sperare che il Frosinone non vinca per non restare a -15 come oggi.
PLAYOUT — Oggi Brescia, Ternana e Avellino si salvano vincendo; se arrivano alla pari con il Trapani, si salvano Ternana e Avellino (che oggi tra l’altro ha il processo d’appello contro il -3). Se arrivano a pari Ternana, Trapani e Brescia (l’Avellino vince) al playout vanno le ultime due, idem se arrivano a pari Trapani, Avellino e Brescia (la Ternana vince) con il Trapani davanti all’Avellino per la differenza reti. Il playout si gioca se tra quart’ultima e quint’ultima non ci sono più di 4 punti: se il distacco è superiore ci sono quattro retrocessioni dirette.
RETROCESSIONE DIRETTA — Dopo Pisa e Latina, la terza dovrebbe essere il Vicenza, che è a -3 dal Trapani: pari lo scontro diretto, contro il Vicenza c’è la differenza reti che è peggiore di 9 gol in più. Anche il Trapani oggi retrocede diretto se perde a va a -5 dalla squadra che lo precede.
Lucianone

mercoledì 17 maggio 2017

STORIE - L'ultimo viaggio di Santo

17 maggio '17 - mercoledì                    17th May / Wednesday                  visione post - 9

L'ultimo viaggio sul treno dei desideri,
così a 71 anni Santo è morto d'amore 

(da la Repubblica - 3/3/'17 - La storia / Luigi Bolognini)
Morire d'amore a 71 anni, pochi minuti e pochi chilometri prima di conoscere di persona, 
di stringere tra le tue braccia, la donna con la quale stai pensando di passare gli ultimi an-
ni della tua vita.  Una storia straziante, romantica del romanticismo più tragico, quasi alla
Giulietta e Romeo, ma con i protagonisti non esattamente giovanissimi, anzi. La dimostra-
zione che davvero ci si può innamorare a qualunque età. Una storia che arriva da Sondrio.
Più precisamente si trovava a Berbenno di Valtellina, paese una quindicina di chilometri 
prima del capoluogo, il Regionale  partito  alle 10.20  dalla Stazione Centrale  di Milano, 
quando Santo, 71enne calabrese, ha gettato in allarme i compagni di scompartimento.  
L'uomo respirava affannosamente e aveva un filo di bava alla bocca. Una donna ha aller-
tato il capotreno, e un medico che si trovava tra i passeggeri ha tentato i primi soccorsi.
Ma Santo era già morto di infarto. - Il treno ha comunque proseguito fino ad arrivare a Sondrio, pressochè in contemporanea con un'ambulanza che era stata chiamata inutilmen-
te e le volanti della polizia, intervenute per tutti gli accertamenti lrgali. Quakcuno in stazio-
ne ha imprecato per il disagio, dato che la circolazione dei treni era stata interrotta per ore,
perdipiù in una giornata assai piovosa. Altri dentro di sè hanno salutato quello sconosciuto.
Una donna invece ha avuto un mancamento: di lei si sa solo che ha 75 anni, ed è di Sondrio.
E che aspettava proprio Santo. Il programma era chiaro: dopo gli abbracci e qualche chiac-
chiera, sarebbero duvuti andare alle terme di Bormio. Un soggiorno romantico, di durata da
stabilire anche in base all'intesa che si sarebbe creata, che sarebbe stato  il loro primo incon-
tro dal vivo. La loro conoscenza durava sì da qualche tempo, ma era stata tutta virtuale, na-
ta tra siti per cuori solitari e la chat di Whatsapp.  La distanza geografica tra di loro era di 
circa mille chilometri, lei profondo Nord, lui Catanzaro, ma Internet e il telefono l'avevano
azzerata. Si erano scritti, parlati, forse anche scambiati foto, esattamente  come  due adole-
scenti, fino a che avevano deciso di azzerare  la distanza anche fisicamente e incontrarsi di
persona: Santo, single, dipendente in pensione della Regione Calabria, aveva preso un ae-
reo per Milano Linate, quindi un bus fino alla Centrale  e  infine il treno per andare a in-
contrare la sua amica, che forse chissà sarebbe anche diventata qualcosa di più.    La vita
si è sempre in tempo a reinventarsela. se si vuole e se si può.  Santo non ha potuto, ma per
beffa del destino a pochi chilometri dal traguardo: il cuore non ha retto all'emozione e se
n'è andato in pochi secondi, si presume senza dolore, dato che non ha emesso un gemito.
Nessun dubbio sulla causa della morte. tanto che non è neppure stata disposta l'autopsia:
a fregarlo è stato il cuore. Proprio quello che fino all'ultimo gli aveva regalato le emozioni
di un ragazzino.

Lucianone

SOCIETA' / Il personaggo - Maria Rebughini e le carceri: una storia di solidarietà

17 maggio '17 - mercoledì                 17th May / Wednesday                 visione post - 24

(la Repubblica - 3 marzo '17 - Milano / Brunella Giovara)
L'angelo di San Vittore, da 26 anni con i detenuti,
"Parlano un pò con me e poi stanno meglio"
... "Fuori una caramella non vale niente. Dentro, è un tesoro". Per Maria Rebughini visite
senza limiti, nei raggi del vecchio carcere, "una volta andavo anche allo 'speciale' dove
c'erano i mafiosi, poi li hanno trasferiti a Opera". Una storia cominciata nel 1991, "prima
sono stata per 11 anni e mezzo volontaria con Vidas, i malati terminali. Dopo ho fatto do-
manda per le carceri, ho seguito il corso di psicologia e mi sono buttata".
La prima volta è andata così: "Ho visto passare  un gruppo di detenuti  incatenati l'uno
all'altro. Subito ho pensato: ma questi sono come Gesù che va da Ponzio Pilato! Li avrei
abbracciati tutti".  La signora Rebughini è una credente, tutte le mattine va alla messa
delle 7 in Duomo  -  se andate  a quell'ora  la vedrete salire  sull'altare  per le letture  - 
l'accompagna un ex detenuto che poi la riporta a casa in macchina. "Io non cerco di
convertire nessuno, sia chiaro.  E poi ho conosciuto  anche tanti preti che... lasciamo
perdere. Sono credente ma non ho venerazione per preti e suore".
Cosa fa, durante le sue visite? Parla con tutti, in questi anni è scivolata leggiadra da-
vanti alle celle di detenuti comuni ed eccellenti, da Mani Pulite in giù, avanzi del ter-
rorismo, trafficanti di droga e di donne, , poi di nuovo le tangenti, nei corsi e ricorsi
della nostra storia giudiziaria.  "Parlo anche ai più terribili. Dentro le persone sono
più sensibili che fuori. Nella sofferenza c'è sensibilità, perciò io passo da tutti, porto
molto amore". E tiene i rapporti con le famiglie, che è uno dei suoi compiti, nei limi-
ti della legge. Chi sono i più terribili? Gli omicidi?  "Mah, io non voglio mai sapere
cosa hanno fatto, poi le voci corrono. C'è uno che ha fatto il mandante... la sigaretta
la do anche a lui".  C'è l'ex musicista  che le consegna lettere piene di riconoscenza,
"con gioia ho saputo che mia mamma ti ha chiamato... ", Maria non sa bene cosa ha 
fatto per finire a San Vittore. Il famoso bandito con gli occhi azzurri, da annio trasfe-
rito altrove, "sentiva la mia voce e  mi chiamava a gran voce, 'Maria, vieni a trovar-
mi' ".  -   "Quando c'era lo 'speciale' sono capitata davanti a una cella, due brande,
uno che dormiva con la testa coperta. Gli ho detto 'Ciao sono Maria, perchè non sie-
te venuti alla messa?'.  E uno mi fa: 'Non ci andavo prima...'.  Ma  poi  quella  frase
qualcosa ha fatto. Il giorno dopo quel ragazzo "mi aspetta in piedi, mi offre un bic-
chierino di caffè, e com'era sporco quel bicchierino.  L'ho bevuto  lo stesso.  Mi ha
detto una cosa che non dimenticherò: "Non so chi sei e da dove vieni. Io sono Caino".
Poi mi ha dato il telefono di sua mamma, voleva che le dicezzi che stava bene".
E "ci sono tutti quelli della Regione, certi ingegneri,,, Di uno, un pezzo grosso, ho co-
nosciuto la moglie. Mi ha detto "mio marito ha passato l'ora di colloquio a parlarmi
di lei...".  Quello me lo ricordo bene.  Mi aveva chiesto 'Maria, ma perchè  lei  viene
qui dentro, in questo posto, così buio e triste?'. Già, perchè viene qui? "Porto l'esem-
pio. Io sono una persona buona. Loro parlano con me e stanno meglio".  Ricoeda un
famoso banchiere, stupito "che qui mancasse tutto, che ha scoperto che anche le co-
se piccole valgono, mi diceva", e "quel sindaco che piangeva sempre e poi ha deciso
di fare lo sciopero della fame.  La guardia mi ha mandata da lui.  Gli ho detto  "di-
sgraziato, a uno che fa così non avrei dato il voto". Ha ricominciato a mangiare, poi
ha detto a tutti "questa donna mi ha salvato la vita", ed è andato serenamente incon-
tro al processo. "Quando è uscito mi ha invitato dal Zucca, per ringraziarmi. C'era
anche la moglie, io ho preso solo un caffè, sia chiaro. Ero in imbarazzo".   Un altro,
che aveva ammazzato la moglie, e adesso è all'ergastolo, "mi disse che voleva battez-
zare la figlia piccola. Che gioia!".  E quel mafioso le disse "Maria, perchè non ti ho
conosciuta trent'anni fa, la mia vita non sarebbe andata così". Ma allora sono tutti
angeli, questi detenuti. "Mi rendo conto del male che hanno fatto, sarei una deficien-
te se non lo capissi. Ma è nella sofferenza che si vedono i valori. E io li vedo".

Lucianone