mercoledì 17 maggio 2017

SOCIETA' / Il personaggo - Maria Rebughini e le carceri: una storia di solidarietà

17 maggio '17 - mercoledì                 17th May / Wednesday                 visione post - 24

(la Repubblica - 3 marzo '17 - Milano / Brunella Giovara)
L'angelo di San Vittore, da 26 anni con i detenuti,
"Parlano un pò con me e poi stanno meglio"
... "Fuori una caramella non vale niente. Dentro, è un tesoro". Per Maria Rebughini visite
senza limiti, nei raggi del vecchio carcere, "una volta andavo anche allo 'speciale' dove
c'erano i mafiosi, poi li hanno trasferiti a Opera". Una storia cominciata nel 1991, "prima
sono stata per 11 anni e mezzo volontaria con Vidas, i malati terminali. Dopo ho fatto do-
manda per le carceri, ho seguito il corso di psicologia e mi sono buttata".
La prima volta è andata così: "Ho visto passare  un gruppo di detenuti  incatenati l'uno
all'altro. Subito ho pensato: ma questi sono come Gesù che va da Ponzio Pilato! Li avrei
abbracciati tutti".  La signora Rebughini è una credente, tutte le mattine va alla messa
delle 7 in Duomo  -  se andate  a quell'ora  la vedrete salire  sull'altare  per le letture  - 
l'accompagna un ex detenuto che poi la riporta a casa in macchina. "Io non cerco di
convertire nessuno, sia chiaro.  E poi ho conosciuto  anche tanti preti che... lasciamo
perdere. Sono credente ma non ho venerazione per preti e suore".
Cosa fa, durante le sue visite? Parla con tutti, in questi anni è scivolata leggiadra da-
vanti alle celle di detenuti comuni ed eccellenti, da Mani Pulite in giù, avanzi del ter-
rorismo, trafficanti di droga e di donne, , poi di nuovo le tangenti, nei corsi e ricorsi
della nostra storia giudiziaria.  "Parlo anche ai più terribili. Dentro le persone sono
più sensibili che fuori. Nella sofferenza c'è sensibilità, perciò io passo da tutti, porto
molto amore". E tiene i rapporti con le famiglie, che è uno dei suoi compiti, nei limi-
ti della legge. Chi sono i più terribili? Gli omicidi?  "Mah, io non voglio mai sapere
cosa hanno fatto, poi le voci corrono. C'è uno che ha fatto il mandante... la sigaretta
la do anche a lui".  C'è l'ex musicista  che le consegna lettere piene di riconoscenza,
"con gioia ho saputo che mia mamma ti ha chiamato... ", Maria non sa bene cosa ha 
fatto per finire a San Vittore. Il famoso bandito con gli occhi azzurri, da annio trasfe-
rito altrove, "sentiva la mia voce e  mi chiamava a gran voce, 'Maria, vieni a trovar-
mi' ".  -   "Quando c'era lo 'speciale' sono capitata davanti a una cella, due brande,
uno che dormiva con la testa coperta. Gli ho detto 'Ciao sono Maria, perchè non sie-
te venuti alla messa?'.  E uno mi fa: 'Non ci andavo prima...'.  Ma  poi  quella  frase
qualcosa ha fatto. Il giorno dopo quel ragazzo "mi aspetta in piedi, mi offre un bic-
chierino di caffè, e com'era sporco quel bicchierino.  L'ho bevuto  lo stesso.  Mi ha
detto una cosa che non dimenticherò: "Non so chi sei e da dove vieni. Io sono Caino".
Poi mi ha dato il telefono di sua mamma, voleva che le dicezzi che stava bene".
E "ci sono tutti quelli della Regione, certi ingegneri,,, Di uno, un pezzo grosso, ho co-
nosciuto la moglie. Mi ha detto "mio marito ha passato l'ora di colloquio a parlarmi
di lei...".  Quello me lo ricordo bene.  Mi aveva chiesto 'Maria, ma perchè  lei  viene
qui dentro, in questo posto, così buio e triste?'. Già, perchè viene qui? "Porto l'esem-
pio. Io sono una persona buona. Loro parlano con me e stanno meglio".  Ricoeda un
famoso banchiere, stupito "che qui mancasse tutto, che ha scoperto che anche le co-
se piccole valgono, mi diceva", e "quel sindaco che piangeva sempre e poi ha deciso
di fare lo sciopero della fame.  La guardia mi ha mandata da lui.  Gli ho detto  "di-
sgraziato, a uno che fa così non avrei dato il voto". Ha ricominciato a mangiare, poi
ha detto a tutti "questa donna mi ha salvato la vita", ed è andato serenamente incon-
tro al processo. "Quando è uscito mi ha invitato dal Zucca, per ringraziarmi. C'era
anche la moglie, io ho preso solo un caffè, sia chiaro. Ero in imbarazzo".   Un altro,
che aveva ammazzato la moglie, e adesso è all'ergastolo, "mi disse che voleva battez-
zare la figlia piccola. Che gioia!".  E quel mafioso le disse "Maria, perchè non ti ho
conosciuta trent'anni fa, la mia vita non sarebbe andata così". Ma allora sono tutti
angeli, questi detenuti. "Mi rendo conto del male che hanno fatto, sarei una deficien-
te se non lo capissi. Ma è nella sofferenza che si vedono i valori. E io li vedo".

Lucianone


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