1 febbraio '15 - domenica 1st February / Sunday
visione post - 33
IN PRINCIPIO C' ERA LA TRINITA': Rivera, Siqueiros, Orozco
(da 'Lo Specchio' della Stampa - 15 marzo 1997 / Maria Giulia Minetti)
Anche se c'è un prima e, naturalmente, un dopo, il discorso sull'arte messicana del Novecento
deve per forza incominciare dal centro, dalla trinità dei
muralistas: Diego Rivera, David Siqueiros
e Josè Orozco. I tre stanno all'arte del Messico come la Rivoluzione sta alla sua storia: la rinnovano,
la individuano, la nobilitano, la fecondano. "Il movimento muralista fu prima di tutto una scoperta
del passato e del presente del Messico (...) attuata per mezzo dell'arte moderna occidentale. Senza
la lezione di Parigi, il pittore Diego Rivera non sarebbe stato capace di "guardare" l'arte indigena.
Ma non era un mondo ridotto a museo, una collezione d'oggetti morti, quello sotto gli occhi di Ri-
vera, bensì una presenza viva. E ciò che infondeva vita a questa presenza era la rivoluzione"...
Se andate a vedere i
murales di Rivera nel Palazzo nazionale di Città del Messico capirete con facilità che cosa ha voluto dire Octavio Paz nel brano appena citato. Dalla rappresentazione della
vita nel Messico precolombiano agli orrori della conquista e della cristianizzazionew forzata, dal-
lo sfruttamento degli indios e dei contadini fino all'insurrezione del popolo guidato dai capi della
Rivoluzione, il Paese che Rivera dipinge ha una continuità, una coerenza interna che solo la pro-
spettiva rivoluzionaria può creare. Eppure un racconto così esplicito, narrato con immagini com-
prensibili a ogni campesino analfabeta, non è affatto naif: nel linguaggio dei murales Rivera ha
portato tutta la sua esperienza europea, la sua frequentazione delle avanguardie parigine, l'inna-
moramento per Picasso e il cubismo e li ha fusi con le suggestioni dell'arte locale. La pittura mu-
ralista, così (quella di Rivera, ma anche di Siqueiros e di Orozco) riassume il passato e illumina
il futuro, fondando, di fatto, l'originalità dell'arte messicana. Un'arte che poi ha camminato sulle
sue gambe, anche rinnegando l'eloquenza enfatica, la retorica interminabile dei padri, ma che tut-
tavia, da Rufino Tamayo in avanti, si articola dentro una "tradizione" riconoscibile anche nei pit-
tori astratti.
Diego Rivera - Autoritratto
D. Rivera - Los viejos
D. Rivera - La noche de los pobres
Lucianone