21 febbraio '15 - sabato 21st February / Saturday visione post - 20
Questo quadratino di carta aderisce con entusiasmo alla campagna "dillo in italiano",
appoggiata sull'Internazionale da Anna Maria Testa e sulla Stampa da Massimo Gra-
mellini. Per leggere la petizione, e firmarla, i riferimenti sono Change.org e #dilloinita-
liano. Di mio vorrei aggiungere questo: che alla corrosione "esterna" della nostra lin-
gua da parte di un simil-inglese spesso non necessario, e pigramente imitativo, si ag-
giunge una aggressione "interna" più subdola e forse ancora più pericolosa. Parlo del
ripiegamento dialettale e vernacolare (specialmente romanesco) nettamente percepi-
bile perfino nei palinsesti Rai, un tempo autentico baluardo della dizione corretta.
Il friulano di Pasolini o il romano di Trilussa o il gradese di Biagio Marin avevano di-
gnità di lingue.; lo sciatto italiano "local" che funesta molta televisione e molta radio
è invece un ripiegamento ciabattone che mortificala lingua che ci ha resi (tra gli ulti-
mi in Europa) liberi e moderni. "Dirlo in italiano" ha significato per generazioni di
connazionali usciti dall'ignoranza e dalla subalternità, conquistare dignità culturale e
identità nazionale. Ora che "la politica", in Rai, è spesso pronunciata "'a bolidiga",
detta come la dicono (anzi, "'a digono"), le macchiette quiriti, è tempo di rivalutare
forma e sostanza dell'italiano.
(da 'la Repubblica' - 20/02/'15 - L'AMACA / Michele Serra)
C'è un'intervista ('Repubblica Tv') a un giovane panettiere di Torino che spiega
meglio di cento studi sociologici perchè abbiamo poche speranze di diventare una
comunità evoluta. Uscito in strada assieme ad altri negozianti della zona per pro-
testare contro i vigili che multavano le auto in doppia fila, il ragazzo ha avuto una
discussione con loro; richiesto di mostrare i documenti si è rifiutato; è stato con-
dotto al posto di polizia più vicino.
Dall'intervista , rilasciata il giorno dopo, risulta evidente che il ragazzo è un bravo
ragazzo, si esprime educatamente, non è un bullo nè un emarginato, ma un lavora-
tore come tanti. Proprio per questo è terribile constatare come non abbia alcuna
percezione, neanche vaga, di avere torto: perchè i vigili hanno non solo il diritto,
ma il dovere di multare le auto in doppia fila; perchè non è lecito ostacolarli men-
tre lo fanno: perchè è corretto da parte loro chiedere i documenti, mentre è grave-
mente scorretto (un reato) non volerglieli mostrare. Quel bravo, bravissimo ragaz-
zo ha capito solamente, della vicenda, che quelle multe disturbavano la sua attivi-
tà e i suoi interessi. Ed è questa la sola ragione che può davvero indignare e mobi-
litare la maggioranza degli italiani. Che sono quasi tutti brava gente: ma di regole
e di doveri non capiscono proprio l'essenza, che raramente coincide con i propri
comodi.
(da 'la Repubblica' - 14/11/'14 - L'AMACA - Michele Serra)
Lucianone
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