8 febbraio '15 - domenica 8th February / Sunday visione post - 6
San Suu Kyi non sarà candidata alle elezioni presidenziali di novembre.
Per colpa di una legge contra personam. E di un regime che non cambia.
(da 'D laRepubblica' - 07/02/'15 - di Raimondo Bultrini)
Ogni giorno che passa si assottigliano le speranze di vedere Aung San Suu Kyi
- la Nelson Mandela birmana, leader non violenta vittoriosa agli occhi del mondo
su un regime durato più di mezzo secolo - candidata alle prossime elezioni presiden-
ziali di novembre.
A nulla sembra servire il supporto di un Occidente che da 4 anni ha tolto l'embargo
al Paese, proprio grazie alla liberazione della Lady dopo 24 anni agli arresti. Prima
la commissione parlamentare per le riforme ha bloccato la discussione del cambio
all'articolo 59 della Costituzione (che impedisce l'accesso alle massime cariche pub-
bliche a chi sposa uno straniero, come Suu Kyi). Poi il governo ha reso nota una let-
tera jnviata al Parlamento dal presidente Thein Sein in cui il 'volto buono' del regime
toglie ogni speranza di cambiamento. - Scrive Sein che "le eventuaki riforme della
Costituzione e delle leggi sono da effettuare attraverso l' Hluttaw (l'Assemblea nazio-
nale che vede il 25% di posti assegnati ai soldati e un altro 70% al partito di maggio-
ranza filo-militare, ndr) e con l'approvazione di un referendum". E si noti l'uso del
termine "eventuali".
Va aggiunto che quando il comitato parlamentare tornerà a riunirsi, i punti controver-
si - per esempio i diritti di milioni di membri delle minoranze etniche - saranno così
tanti da lasciare poco spazio a quell'articolo 59 che riguarda di fatto solo Aung.
Insomma, prima che sia candidabile, un altro siederà sulla poltrona più ambita. Se è
facile immaginare lo sdegno occidentale, il dubbio qui è su come reagirà la Lega na-
zionale per la democrazia e il popolo, il partito espropriato del diritto di eleggere la
propria paladina. Molti spingono per un boicottaggio delle urne, altri per appoggiare
un candidato moderato del passato regime per non tagliare fuori la Lady da una futu-
ra corsa al vertice. Per tutti, comunque, un triste risveglio da un'illusione: che la giun-
ta militare avesse perso sia il pelo che il vizio.
Lucianone
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