sabato 14 febbraio 2015

Istruzione / Università - Ateneo di Padova: polemica per "il 6 politico ai prof"

14 febbraio '15 - sabato          14th February/ Saturday                   visione post - 17

Pagella sui  corsi

Fa discutere la decisione dell'università padovana di "ritoccare" da quest'anno
la valutazione dei questionari compilati on line e allargare la platea dei docenti promossi.

(da la Repubblica - 31 /10/ '14  - Jenner Meletti)
Padova.  C'era una volta - correva l'anno 1968 - il "18 politico". C'era pure l'esame di
gruppo,  così anche se non dicevi una parola tornavi a casa con un voto in più sul li-
bretto universitario. Per i ragazzi dei licei c'era il "6 politico". Anni lontani. Polemiche 
quasi dimenticate che a volte ritornano. Stavolta, a decidere che un cinque e mezzo di-
venta un sei - in sintesi: invece di essere bocciato sei promosso - sono coloro che sta-
vano e stanno dall'altra parte della cattedra: i docenti.  
Succede a Padova, nel grande ateneo dove <concetto Marchesi fu rettore e già nel 1943, 
nella città occupata dai tedeschi, disse che compito dell'università è soprattutto "discu-
tere e sperimentare cosa sia la libertà". Forse non era compresa la libertà di cambiare 
le regole.    "Per alzare il numero dei docenti "promossi" - protestano gli studenti del-
l'Udu, Unione degli universitari - hanno abbassato la soglia di valutazione. Questa de-
cisione , fuorviante e inaccettabile, promuove il demerito e alimenta l'inerzia".
I voti per valutare  i docenti del Bo, come nella scuola elementare, vanno dall'1 al 10. 
A decidere è il "Presidio di ateneo per la quaòlità della didattica e della formazione". 
Fino all'anno scorso la sufficienza si otteneva ovviamente con il 6. Nella graduatoria
non venivano annunciati i risultati precisi. Il professore veniva inserito nella "fascia
bassa", in quella "intermedia" oppure in quella "alta". Si è scoperto che il 5,5 è di-
ventato un 6 solo quando  la graduatoria  per l'anno accademico 2013-2014  è stata
pubblicata sul sito dell'ateneo. E' stata cambiata anche la soglia minima per la fascia
alta, portata da 7 a 7,5.  "Tutto questo - raccontano Anna Azzolin e Pietro Bean, stu-
denti dell'Udu - è inaccettabile. Qui davvero si incentiva chi non si dà da fare, chi non
si impegna a migliorare la propria didattica. E c'è anche un problema in più. Sono in-
seriti  nella stessa fascia media  i prof  che hanno preso 5,5  e  anche quelli  che han-
no raggiunto un 7,4.   Come può, una graduatoria come questa, aiutare  lo  studente 
nella scelta dei corsi da frequentare? Dobbiamo sapere se i docenti sono bravi o no
a fare il loro mestiere".
Perchè lo sconto?  "Alcuni colleghi - ha dichiarato Ettore Felisatti, delegato del ret-
tore per la valutazione della didattica - risultavano insufficienti pur avendo preso 5,8
o 5,9.  Abbiamo deciso di arrotondare per rispondere a una logica di riconoscimento".
Quale sia questa logica, non è facile comprendere.    "Ieri mattina - dice invece Paolo
Guiotto, docente di matematica - ho aperto la mia lezione con un annuncio: sarete pro-
mossi con 16,5. Hanno capito lo scherzo, si sono messi a ridere".
ça mutazione da insufficienza a promozione appare strana in questa università statale
che con 63.000 studenti  e  2,200 docenti riceve comunque un gradimento alto: 7,5 per
la soddisfazione complessiva, 7,9 per gli aspetti organizzativi, 7,8 per la didattica. 
I questionari si fanno da più di 15 anni ed hanno dato risultati. Nel 2013, ad esempio, 
due docenti a contratto di Economia, accusati dagli studenti di assenteismo, sono stati
rimossi dall'incarico. "Anche quei contratti non rinnovati - dice il rettore, Giuseppe 
Zaccaria - hanno fatto clamore ma in realtà sono stati una tempesta in un bicchiere
d'acqua. Io ho fatto il preside a Scienze politiche per nove anni  e  i contratti saltati,
per i docenti non di ruolo, sono stati decine. Ma allora non c'era Facebook dove tut-
to viene drammatizzato.  Bastano un paio di associazioni di studenti e otto o diesi do-
centi per fare scoppiare un caso che - anche in questo caso - è la classica tempesta 
nel bicchiere".  Il Magnifico appare sicuro.  "Noi, questi voti in graduatoria, non li 
abbiamo mai pensati come rigide pagelle. Servono soprattutto a capire quali siano
le aspettative degli studenti e a fare emergere i problemi. Servono anche a decide-
re gli incentivi per i docenti, soprattutto per spingerli  verso il miglioramento. Non 
ci piace una lista che deprezzi il nostro corpo insegnante".
Il rettore annuncia una novità: "Da circa due anni stiamo lavorando perchè i docenti,
come succede nelle migliori università europee, valutino da soli il proprio lavoro". Al-
meno in questo caso, si spera, senza cambiare i cinque e mezzo in sei. 

I differenti casi

VENEZIA  -  Alla Ca'Foscari gli studenti valutano i professori alla fine di ogni 
                   corso: i tre docenti migliori ricevono un bonus di 4.000 euro.
GENOVA  -  Dall'anno scorso la valutazione degli studenti influenza lo stipendio
                   dei docenti attraverso gli scatti di anzianità.  
FIRENZE  -  L'ateneo fiorentino  è stato  il primo  nel 1998  a sperimentare  la
                   valutazione della didattica. Gli studenti compilano i test dal 2012.  

Lucianone

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