lunedì 31 marzo 2014

Sport - calcio / serie B - 32^ giornata 2013/14

31 marzo '14 - lunedì           31st March / Monday                          visione post - 7

Risultati delle partite
Avellino    1     Empoli           2     Latina   1      Modena    0     Padova      5     Pescara   2
Cittadella   0     Juve Stabia   1     Carpi     0      Spezia     0      Lanciano   1    Reggina   2

Siena       2     Trapani   3     Varese      1      Cesena   2     Crotone    1
Brescia    1      Bari        4      Palermo   2      Novara   0      Ternana   1 

Classifica squadre
PALERMO   63  /   Empoli   53  /   Cesena, Crotone   50  /   Siena, Trapani   49  /
Avellino, Latina, Lanciano   48  /  Pescara   45  /   Spezia   44  /   Modena   42  
Ternana   41  /   Bari, Brescia, Varese, Carpi   40  /   Novara   35  /   Padova   30  /
Cittadella   29  /   Reggina   27  /   Juve Stabia   16

Lucianone

sabato 29 marzo 2014

Società - mondo / Scenari-Ucraina: Transnistria e Tartari di Crimea

29 marzo '14 - sabato         29th March / Saturday                            visione post - 35

La crisi in Ucraina
Allarme della Nato: "Mosca ammassa truppe  e  minaccia 
la Transnistria". Kiev: "Guerra con la Russia più vicina".

Adesso è la Moldavia a rischiare, dice il comandante della Nato in Europa, 
Philip Breedlove: "Mosca - avverte - ha schierato ingenti forze in Crimea
e ai confini con l'Ucraina, pronte - aggiunge - a poter andare fino alla Tran-
snistria, il più povero Stato d'Europa, parte orientale della Moldavia a for-
te popolazione russa., di fatto indipendente dal 1992  ma non  riconosciuta
da nessuno Stato. Dopo la Crimea, da qui è arrivato infatti nei giorni scor-
si un appello a Mosca  per l'annessione alla Russia. Ieri la telefonata Mer-
kel-Putin, con l'accordo per schierare  osservatori europei della Osce in U-
craina, faceva sperare. Ma da Kiev è arrivato l'allarme del ministro degli
esteri, Andii Deshchytsia:   "Il rischio di una guerra tra Ucraina e Russia 
aumenta".
La Moldavia, ex repubblica sovietica, è una democrazia parlamentare, 
maggioranza di lingua romena. Il premier pro Occidentale di Chisinau,
Iurie Leanca è già stato a Washington a chiedere aiuto.   Lo scontro è
tra lui e il governo di Transnistria a Tiraspol, guidato dal presidente fi-
lorusso Evgenij Shevtshuk. Una prima guerra, dopo il crollo dell'Urss,
causò mille morti.  E nel 2006 il 97,1 per cento dei 555 mila abitanti di
Transnistria - 30,3 per cento  di origine russa - hanno chiesto un refe-
rendum per l'unione alla Russia. Mosca finora li ha ignorati.  Ma po-
chi giorni fa, ha distribuito armi  e  giubbotti antiproiettili ai suoi 440
soldati in Transnistria. Da qui può venire la prossima scintilla. 
(da la Repubblica -  24 / 03 / 2014  -  Andrea Tarquini)



La lunga striscia rossa
è la Transnistria












Quella scheggia di terra orfana dell'Urss...
di Nicolai  Lilin
Parlando di Russia e di paesi dell'ex Urss bisogna fare una netta distinzione
tra il concetto di nazionalità e quello di cittadinanza. Proprio a causa di que-
sti concetti sono nati tensioni e conflitti suk territorio post-sovietico.   Molti
russi di nazionalità si sono ritrovati cittadini di nuovi paesi appena formati,
separati con nuova frontieraa quella che da sempre consideravano la loro
patria. In alcuni casi i cittadini di nazionalità russa si sono rifiutati di ade-
rire alla vita politico-sociale dei nuovi Stati, proclamando l'indipendenza e
rimanendo fedeli al potere e alla struttura statale di Mosca. La Transnistria
rientra tra questi Stati.
Leggendo la stampa si ha l'impressione che la Transnistria occupi un posto
apparentemente poco importante nella variegata galassia dei paesi-satellite
russi perchè piccola o perchè priva di risorse importanti. Non è del tutto co-
sì. Della Transnistria si è parlato sempre poco perchè in questa regione con-
vergono non solo interessi geopolitici , ma soprattutto quelli illegali. Questo
paese da anni è un buco nero di operazioni illecite.  Proprio in Transnistria 
dopo la guerra di separazione  dalla Moldavia  nel 1992  si è creato uno dei 
più grandi mercati di armi di tutta l'ex Urss, e non si tratta solo di qualche
pistola come abbiamo visto  in una  delle allegre inchieste  delle "Iene" di 
qualche anno fa. In quel piccolo lembo di terra chiunque può comprare ar-
mi di distruzione di massa spendendo somme ridicole. Nel 2005 il giornali-
sta ed esperto del traffico di armi Brian Johnson Thomas è riuscito a con-
cordare con alcuni esponenti dei servizi segreti transnistriani la compra-
vendita di tre missili di tipo "Alazan", forniti con testate radioattive,  al
prezzo di 200 mila dollari.   La sua esperienza è stata riportatain diversi
articoli e nel documentario "Transnistria trafficking arms", facilmente 
reperibile in rete.
La culla del traffico delle armi è la 14ma armata russa, stanziata in Tran-
snistria dall'epoca sovietica, quando era destinata ad essere il magazzino
e la fabbrica di armi per un'ipotetica guerra contro l'Occidente.    Ma la 
guerra non c'è stata e le armi si sono accumulate nei numerosi magazzi-
ni se non addirittura a cielo aperto. L'Unione Sovietica è morta in deca-
denza, nella regione è scoppiata una sanguinosa guerra civile e quell'e-
norme potenziale bellico è finito nelle mani dei militari russi, sottopaga-
ti e con poche prospettive per il futuro. Nelle sue memorie Michail Berg-
man, ex comandante della città di Tiraspol (capitale della Transnistria)
ai tempi della guerra civile del 1992, racconta che nei magazzini  della
14ma armata russa  erano state abbandonate  varie armi, tra cui anche 
quelle nucleari.  La scarsa manutenzione aveva trasformato quei depo-
siti nucleari in una zona di pericolo radioattivo. Per evitare la contami-
nazione l'arsenale è stato trasportato nella zona militare Kolbasnoe, ma
una volta finito il trasloco si sono verificati notevoli ammanchi.  A par-
te migliaia di armi leggere e munizioni, sono spariti nel nulla due siste- 
mi di lancio  con missili  di medio raggio  forniti  con  testate nucleari,
trenta cariche atomiche portatili con cui erano armate le forze speciali
dell'intelligence militare (le cosiddette 'ventiquattrore atomiche') e 85
ordigni atomici RA-115 che un uomo da solo può attivare in trenta mi-
nuti.  -  Un sogno per i terroristi e i dittatori dei paesi del Terzo mondo
sul quale si sono arricchiti molti nell'ambito dell'esercito., dei servizi
segreti e della politica russa. Il riconoscimento da parte della Russia
dell'indipendenza  della Transnistria  o  anche la sua unione  con la 
Moldova porterebbe ad una pace che i suoi cittadini aspettano da an-
ni. Ma entrambe le opzioni sono compromesse. 
La colpa è dei potenti personaggi politici che si trovano in costante
contatto con il mondo illegale.    L'indipendenza della Transnistria
significa l'immediata applicazione di leggi che non possono andare
in conflitto   con  quelle internazionali, significa  la possibilità  di 
aprirsi al mondo, di avviare le relazioni con altri paesi. -    Questo
spaventa solo  chi opera  contro la legge , contro la trasparenza  e 
l'apertura  tra  i paesi, chi guadagna armando i poteri oscuri, chi
fa affari con il terrorismo.
I risultati del referendum in Crimea e la reazione favorevole della
Russia ha acceso anche nei cittadini transnistriani la speranza di 
poter  finalmente  uscire  dall'oblio geopolitico  e  ripartire  come 
uno stato indipendente e sovrano. In questi anni la Russia ha avu-
to molte occesioni per risolvere il problema della Transnistria, ma
non ha mai voluto farlo.  Perchè a differenza della Crimea il pro- 
gramma russo per la Transnistria per ora non prevede la creazio-
ne di uno Stato legale.   Almeno f inchè  al Cremlino  qualcuno 
continua a temere che con l'indipendenza della Transnistria sal-
teranno fuori numerosissimi scheletri dai loro marci armadi.

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La jihad dei tartari di Crimea 
Dopo l'annessione russa, gli islamici della penisola ucraina sono
sul piede di guerra. Piccole avanguardie di salafiti combattono già
da anni in Siria. E ora minacciano ferro e fuoco in patria.
Il tartaro Reshat Ametov voleva arruolarsi nell'esercito ucraino per difendere la Crimea.
Uomini in mimetica (come i filorussi)  l'hanno rapito, torturato e ucciso. Il 19 marzo, al
funerale nella capitale Sinferopoli, un gruppo di giovani con tunica islamica e barbone
integralista stanno in disparte meditando vendetta in nome di Allah.
"La Crimea potrebbe diventare un altro Afghanistan o Siria. Se ci sarà un conflitto, i
musulmani da diversi paesi verranno a combattere". Parola di Fazil Amzavev, rappre-
sentante di Hizb e Tahir, movimento estremista islamico, con sede in Ucraina e cellule
in Crimea, ma fuorilegge in Russia.  -  "I russi ci hanno invaso. Per questo siamo pron-
ti a imbracciare le armi", annuncia Alim, 23 anni, di Sinferopoli, aria da salafita.
Intervistato da Panorama,  Refat Chubarov, leader moderato dei tartari di Crimea (300
mila membri), butta acqua sul fuoco:d "Abbiamo vissuto per mezzo secolo in esilio (dopo
la deportazione voluta da Stalin nel 1944, nda). I giovani sentono la patria ritrovata sot-
to minaccia, ma i salafiti sono pochi ed escludo che possano tentare azioni militari".
Per alcune fonti, un centinaio di tartari sono andati a combattere in Siria. In nome del-
la guerra santa , Ramazan, nome di battaglia Abu Khalid, originario di Nizhnegorsk, il
25 aprile 2013 si è fatto saltare in aria ad Aleppo. I tartari sono arruolati nel Jaish al-
Muhajireen wal.Ansar, gruppo filo Al Qaeda, il cui vicecomandante  è il mujahed della
Crimea, Abdul Karim Krimsky.  L'aspetto paradossale è che gli ultranazionalisti cristia-
ni di Pravy Sektor, ariete militare della rivolta di piazza Maidan, sostengono che i tarta-
ri "sono stretti alleati" e già armati. Per evitare derive rischiose , il moderato Chubarov
 chiede "l'invio in Crimea di 250-300 osservatori europei  (italiani compresi) che secoli
fa hanno colonizzato queste terre".
(da 'Panorama' - 2 aprile 2014  / Fausto Biloslavo - Sinferopoli)
Refat Chubarov, 57 anni, leader moderato dei tartari di Crimea , la minoranza
                            musulmana deportata da Stalin nel 1944

Lucianone

venerdì 28 marzo 2014

Riflessioni - Un calciatore generoso / Musulmani offesi

28 marzo '14 - venerdì           28th March / Friday                           visione post - 2

Il difensore delle fisarmoniche
Un fabbricante di fisarmonica salvato da un calciatore. Sembra una favola
e invece è tutto vero. Il giocatore dell'Arsenal  Laurent Koscielny  ha ver-
to 60 mila euro per evitare  la chiusura di uno storico artigiano di Tulle, la
città della Corrèze dov'è cresciuto e che incidentalmente è anche il feudo
elettorale di Francois Hollande.  -  Koscielny, selezionato nei Bleus, ha de-
ciso di partecipare al fondo  per rilanciare Maugein, il più antico marchio
di fisarmoniche del paese, attivo dal lontano 1919.   La fabbrica rischiava
di chiudere per un debito accumulato pari a 600 mila euro. Il difensore ha 
dato il 10% della somma: bruscolini  rispetto  sl suo stipendio  nella squa-
dra inglese, pari a 3,2 milioni di euro.  Un gesto di generosità che ha com-
mosso non solo gli abitanti di Tulle ma anche tanti amanti dello sport, abi-
tuati a  sentir  parlare  dei calciatori  per ingaggi astronomici , bravate in 
campo e scandali sexy. "Ha rinunciato a una macchina di lusso" ha com-
mentato, riconoscente, il titolare di Maugein.  Una buona azione che me-
riterebbe una serenata in campo.
(da 'la Repubblica' - 20/03/'14 -  GIOVEDI' / Anais Ginori)

Se Star Wars offende i musulmani
Tempi duri per i fan di Guerre Stellari e per i loro figli che giocano con i
Lego dedicati alla saga di George Lucas. Il colosso danese dei mattonci-
ni - leggiamo su Die Welt - a fine anno ritirerà dalla produzione la confe-
zione "il palazzo di Jabba".  Che riproduceva, appunto, la residenza del 
perfido e mostruoso Jabba the Hutt, il mercante d'armi nemico di Luke
Skywalker e Han Solo. Perchè? Perchè la comunità turca in Austria ha
condannato il gioco come razzista e antimusulmano. Secondo loro, ripro-
duce una moschea, le figure degli sgherri di Jabba ricordano soldati ot-
tomani.  E Jabba in persona, nel film, è un cattivo che fuma il narghilè
e se la gode con una danzatrice del ventre.  Insomma, inaccettabile in-
sulto alla political correctness, all'Islam  e  magari anche alla Turchia
sempre più forte. Povero George Lucas, scommettiamo che non vole-
va offendere nessuno.  Non si sa se Lego tema attentati come contro
il caricaturista delle vignette su Maometto, certo vuol vendere anche
nel mondo islamico.   Pazienza, affrettiamoci a comprare il palazzo di
Jabba di Lego, sicuramente diverrà un pezzo raro e di grande valore.
(da 'la Repubblica' - 02/04/2013 - MARTEDI' / Andrea Tarquini) 

Continua... to be continued...

mercoledì 26 marzo 2014

Sport - calcio / serie A - 29^ giornata 2013/14

26 marzo '14 - mercoledì           16th March / Wednesday                        visione post - 12

Risultati delle partite
Torino    3     Chievo   0     Parma   1     Bologna   1     Inter         1     Sampdoria   5 
Livorno   1     Roma     2     Genoa   1     Cagliari   0     Atalanta   2     Verona         0

Udinese    1      Napoli        1      Catania     0      Lazio    1
Sassuolo   0     Fiorentina   0      Juventus   1      Milan   1

Classifica squadre
JUVENTUS   78  /   Roma   67  /   Napoli   58  /   Fiorentina   51  /   Parma, Inter   47  /
Lazio   42  /   Atalanta, Verona   40  /   Torino   39  /    Sampdoria   37  /   Milan, Genoa   36   /
Udinese   34  /   Cagliari   29  /   Bologna   26  /   Chievo, Livorno   24  /   Sassuolo   21  /
Catania   20

Classifica marcatoricente
giocat.            società          reti
Tevez         / Juventus        18 
Immobile  /  Torino            17
Higuain    /   Napoli           14
Rossi      /    Fiorentina      14
Toni       /     Verona          13
Palacio   /     Inter             13
Balotelli  /   Milan             13
Gilardino /  Genoa            13
Berardi   /   Sassuolo        12
Cerci      /   Torino            12

Il commento
(di lucianone)
Se c'è una squadra che ha deciso di prendersi uno 'stand by'
parecchio prolungato e senza rischi (tanto è già salva!), quella
è proprio il Verona Hellas di capitan Mandorlini. Tutto l'equi-
paggio si è seduto comodamente, magari qualcuno addirittur
sdraiato sul divano a dormicchiare tranquillo.   Si fa tempo a  
ripartire, sembrano dire tutti (anche chi dorme). Tanto...
Ma no, così non mi piace. Non è lo spirito giusto: Raggiunta
la salvezza a quota 40, bisogna continuare, e dare sempre il
massimo.  Lo vogliono i tifosi, lo vuole lo sport bello, avvin-
cente.
Continua... to be continued...

lunedì 24 marzo 2014

Sport - calcio / serie B - 31^ giornata 2013/14

24 marzo '14 - lunedì           24th March / Monday                              visione post - 5

Risultati delle partite
Bari        0       Carpi        1      Cittadella   0       Juve Stabia   1      Latina       0
Cesena   0        Avellino   1       Brescia      1       Padova          1      Pescara    2

Novara     1      Palermo   1      Reggina   2      Spezia     0      Varese   1      Lanciano   0
Ternana   1      Siena       1       Modena   2      Trapani   1      Empoli   0      Crotone     1

Classifica squadre
PALERMO   60  /  Empoli   50  /   Trapani   49  /   Crotone   49  /   Lanciano   48  /
Cesena   47  /   Siena   46  /   Avellino, Latina    45  /   Pescara   44  /   Spezia   43  /
Modena    41  /   Ternana, Brescia, Varese, Carpi   40  /   Bari   37  /   Novara   35  /
Cittadella   29  /   Padova   27  /   Reggina   26  /   Juve Stabia   16





Lucianone

Società / politica - Europa: è tempo di cambiare

24 marzo '14 - lunedì         24th March / Monday                         visione post - 3

Partendo dall'Ucraina, esame della situazione europea

(da 'la Repubblica' - 21 marzo 2014 - L'analisi / Martin Schulz)
Quello che sta succedendo ai confini dell'Ucraina ci spinge a riflettere sul significato
dell'identità europea, sul nostro progetto politico  e  sul futuro comune che vogliamo co-
struire. Il caso del voto Svizzero contro l'immigrazione è sintomo di un chiaro allontana-
mento da una delle conquiste fondamentali per l'Unione: la libera circolazione delle per-
sone e dei lavoratori, non certo quella dei capitali. Dall'altra parte, l'Ucraina.
Per i cittadini ucraini scesi in piazza a Majdan, l'Unione rappresenta tutto ciò che è loro
negato: stato di diritto, democrazia, libertà civili, benessere, stabilità. Per molti cittadini
dell'Unione invece, la rivoluzione ucraina pro-europea e allo stesso tempo il voto svizze-
ro sono stati un piccolo shock. Com'è possibile che gli ucraini abbiano dimostrato tanta
voglia di avvicinarsi a un'Unione ancora in crisi, a bassa crescita, alta disoccupazione e
che impone un fardello di regole e burocrazia ai suoi cittadini?  E dall'altra parte, com'è
possibile che i cittadini Svizzeri, con il loro benessere, con la loro bassissima disoccupa-
zione, abbiano invece voluto mettere in pericolo la loro relazione con il loro pià importan-
te partner commerciale, e la partecipazione a programmi culturali e di ricerca comuni?
Svizzera e Ucraina obbligano noi cittadini dell'Unione a una riflessione sulla nostra iden-
tità, sui nostri valori, sullen fondamenta su cui si poggia la nostra Unione. Su cosa voglia-
mo salvare e cosa invece vogliamo riformare, su come vogliamo  affrontare  le sfide che 
abbiamo davanti, dal riscaldamento globale ai movimenti migratori, dal sistema economi-
co ai nuovi diritti. Come vogliamo affrontare queste sfide? Uniti o divisi? Conservando o
avanzando? Inseguendo o mostrando la nostra leadership come europei?
Mentre gli Stati Uniti a inizio crisi davano vita a un sostanzioso pacchetto di stimolo per
l'economia, noi siamo rimasti alla finestra e abbiamo aspettato che la crisi si materializ
zasse in tutta la sua forza prima di intervenire.  E' vero che la governance economica è
stata rafforzata, e che siamo ora meglio equipaggiati per prevenire crisi future Il quadro
normativo è ora molto più forte e veramente europeo. - Grazie soprattutto all'azione del
Parlamento europeo sono state create regole per mettere fine ai comportamenti più no-
civi del settore finanziario.
Ciononostante non possiamo non ammettere che l'jntervento dell'Unione in materia ma-
croeconomica è stato - per utilizzare un lesico caro agli economisti - pro-ciclico: chieden-
do agli Stati membri maggiori sforzi nel consolidamento di bilancio, tagli, austerità, sen-
za dall'altra parte creare uno strumento per rilanciare una domanda interna depressa e
investimenti al palo.  - Mentre dall'altra parte dell'Atlantico si creavano strumenti e po-
litiche innovative per il rilancio dell'economia, sia a livello di politica economica federa-
le, sia a livello di banca centrale, l'Europa si è concentrata soprattutto  a estinguere  le
fiamme.  Vediamo ora i segnali di una debole ripresa, ma ancora troppo debole per ab-
bassare significativamente  l'alto tasso  di disoccupazione, soprattutto giovanile, e per
fermare l'emorragia  nella chiusura di piccole e medie imprese. L'Europa ha bisogno di
un cambiamento radicale. I partiti euroscettici, e anche alcune voci a sinistra, guardano
all'euro  come la causa di tutti i mali: una moneta troppo forte che non riflette il differen-
ziale di competitività tra i vari paesi della zona euro. Rifiuto fermamente queste critiche
alla moneta unica, una delle conquiste più importanti dell'Unione europea dalla sua crea-
zione.  -  L'Euro e la Banca Centrale Europea  hanno garantito  nei loro primi 15 anni di
vita un rafforzamento del mercato unico, hanno eliminato le incertezze legate alle fluttua-
zioni del mercato della valuta all'interno della zona euro, hanno semplificato la vita a chi
voleva fare impresa e garantito una stabilità di prezzi anche nei Paesi come l'Italia in cui,
prima, l'inflazione intaccava i risparmi delle famiglie.  E' vero, è scomparso lo strumento
della svalutazione competitiva, ma non siamo più negli anni '80. L'euro ha funzionato co-
me cuscinetto  anti-shock  (la Grecia senza l'euro  sarebbe direttamente fallita, scenario
che abbiamo evitato) e la Banca Centrale con la sua autorevolezza è intervenuta laddove
i governi avevano esitato, garantendo l'unità della zona euro.

CONTINUA... to be continued...

Cultura / Arte - Gli anni '70 in mostra

24 marzo '14 - lunedì           24th March / Monday                         visione post - 13

Una mostra a Roma è un percorso nella memoria per raccontare
atmosfere e cenacoli, amicizie e "correnti". 
Anni '70: tra gallerie e cantine nella stagione dell'impegno.

(da la Repubblica - 9 gennaio 2014 -  R2Cultura  /  Alberto Arbasino)

Peccato davvero che manchi un indice dei nomi, nel catajogo degli an-
ni '70 con l'Arte a Roma.  Malgrado quel  cupo decennio  del  "caso"
Moro - forse l'unico episodio di un sovrano moderno rapito e giusti-
ziato sul suo stesso territorio, e ne scrissi In questo Stato - una mode-
sta quotidianità continuava a occuparsi di arti considerate ormai piut-
tosto minori. Ma con un collezionismo che sconfinava talvolta nell'ar-
redamento. Or ora celebrate alla Cà d'Oro veneziana atavica, le rac-
colte di Giorgio Franchetti fra i paraggi di Via Monserrato efinalmen-
te agli Orti d'Alibert, con soste per mostre nei Castelli Romani. Non-
chè un famoso matrimonio di Paul e Talita Getty con juke-box da Ta-
tia Franchetti e Cy Twombly, in vaste sale frananti, e in ciascuna un
mobile solo...   Le collezioni di Luisa Spagnoli ai Tre Orologi, con un 
George Segal di gesso in grandezza naturale sulla sua corda... I bel-
lissimi Schifano raccolti all'Olgiata da Pupa Raimondi, poi de Conciliis,
e infine donati alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna... Quando ci si 
divertiva ancora a disputare se fosse più "artista" Fabio Mauri. la sua
compagna fotografa Elisabetta Catalano.
Epoche fors strane, soprattutto perchè artisti generalmente bellissimi -
Mario Schifano, Franco Angeli, Eliseo Mattiacci, Cesare Tacchi, Gio-
setta Fioroni... - si reclamavano contrari nelle loro opere ad ogni distin-
zione fra Bello e Brutto. Dunque, allestimenti di ritagli, campioncini, fo-
tine, tagliandini, trasparenze. Sassi per terra. "Senza titolo" (spesso con
niente sotto). Lotte, conflitti, controversie, pessimi carceri, brutte novità,
bambini cattivi, scontri, zuffe e sbaffi in esterni ed interni, città o campa-
gna.    Comunque IMPEGNO, a tutto campo e tutto sesto, mentre però 
intanto a Varese con i proventi delle cantine ataviche e con una immensa
passione Giuseppe Panza di Biumo acquistava una quantità di espressio-
nisti astratti american di ben più vasta portata. Meno locale? Meno pro-
vinciale?
Alighiero Boetti : 'Da uno a cento' - 1976
Un lutto o guaio tipicamente romano viene qui rappresentato molto spesso:
il gusto cristiano della sofferenza e del dolore, con sacrifizi e penitenze e ri-
nunzie e punizioni, mortificazioni, privazioni, contrizioni (e via coi sinonimi),
per far piacere a Qualcuno che forse chissà ne gode. Contrariamente a quel-
le vecchie divinità pagane che badavano specialmente ai piaceri, alla caccia,
alla sapienza, alle Muse. O addirittura al vino.    Così, per i nostri poveri di-
sgraziati anni Settanta, sembra inevitabile ricadere nelle memorie dirette. 
Quando fuori da Cesaretto,  in via della Croce, e in compagnia di Flaiano,
si poteva incontrare Delfini, o Comisso, o De Chirico  che lì  mi regalò un 
suo Ebdomero edito "presso l'Autore", con dedica e correzioni a mano.
Mentre nel pomeriggio, secondo Luisa Spagnoli, sedeva al Caffè Greco
e rispondeva  col popolare slogan  "chiamami Peroni, sarò la tua birra" 
alle signore che domandavano se chiamarlo Maestro. In seguito, si dice-
va preoccupato per i depositi bancari in Piazza di Spagna. (Ove ci fu inve-
ro un colpo, giorni fa).  Escluso poi a una Biennale, davanti alla Canottie-
ri Bucintoro: "Qui si entra e non si paga".
  Mario Schifano e Alberto Moravia

E Burri! Altro che sacchi o cretti. Lo si può ricordare vispo e affabile, nel
1983, per la sua mostra "Sestante", piena di colori squillanti, alla Giudec-
ca veneziana. Invece, Fausto Melotti, lo si vedeva sempre abbigliato così
formalmente, ai pranzi con Toti e Gabriella Scialoja, che misi anch'io un a-
bito blu e camicia bianca e cravatta scura. E venni approvato.
Ah, quei memorabili cavalli scatenati da Jannis Kounellis in una cantina di 
Fabio Sargentini dove c'è adesso una discoteca per piccini.  Praticamente
sotto casa, in via Beccaria. Lì si guardavano col vecchio amico Alexander
Iolas, che poi venne di sopra, si guardò in giro, e mi donò un album di pre-
ziosi disegni di Max Ernst..Lieux communs. Lo disfeci, e ne combinai vari
quadretti, poi alternati a trouvailles indiane: pagine di miniature. E lui: co-
sì hai distrutto un patrimonio. E io: non venderei mai un tuo regalo.  (Alla
sua grandiosa galleria milanese, per un festino, Valentina Cortese arrivò
in taxi, con un gran grappolo d'uva. E salendo le gradinate lo addentò dal 
basso, come nei migliori peplum)- -   Va ricordato anche qui un pranzo da
Baruchello per Duchamp, ove l'interessato se ne stava zitto sul suo diva-
no, mentre Argan voleva attrarre ogni attenzione. Ci riuscì, ricorrendo a
certi confessionali rinascimentali da lui compulsati, ove se nell'atto con-
tronatura i due interessati invocassero la nascita d'una creatura (eviden-
temente improbabile), eccoli per la gran Fede salvi dal Peccato.
Eccoci qui dunque col catalogo ancora specchiante di Vitalità del negativo,
la gran mostra epocale curata da Achille Bonito Oliva e da Piero Sartogo
appunto nel 1970. In questo medesimo Palazzo delle Esposizioni .   E vi si 
apprende che i presidenti erano allora Saragat e Colombo, con Moro agli
Esteri, e Darida sindaco, Sponsor la bellissima Graziella Lonardi, e il suo
amico Francesco Aldobrandini. Fior di sede in Palazzo Taverna.   Come
strategia/tattica per l'Artista, certamente una presa di coscienza. Indub-
biamente alternativa. Evarie metafore, tipo Sistema, Fenomeno, Politica,
Labirinto, qui sull'ingresso  per le sale  o sezioni, e forse già alla mostra 
Contemporanea, nel parcheggio nuovo di Villa Borghese. Ufficio vendite:
Claudio Bruni.  -   Riecco le plastiche di Gino Marotta, la barbonaggine 
estrosa di Tano Festa, gli incontri in polaroid con Andy Warhol (che bel-
le foto  insieme  con Graziella), gli strappi di Mimmo Rotella, i gessi  di 
Giulio Paolini, le vestizioni di Luigi Ontani, l'emersioone della Transa-
vanguardia... E intanto, I pittori dell'Immaginario di Giulio Briganti, 1977...
E fantasioso, ma esattissimo, Gian Tomaso Liverani, fra San Sebastianello
e Torre Astura e qualche bar a Sabaudia.
Di sala in sala, un "grande trasparente"  di Carla Accardi, voltato  contro la
parete, può ricordare Gastone Novelli che a una Biennale dissenziente  vol- 
tava appunto i quadri verso il muro. E Gian Enzo Sperone forse ricorda  che
nel suo studio in via Quattro Fontane proponevo una non-azione: tanti spor- 
telli chiusi mentre facevo ostinatamente segno di no.

CONTINUA,,, to be continued...
    

giovedì 20 marzo 2014

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

20 marzo '14 - giovedì            20th March / Thursday

Italia  -  politica
Berlusconi non può correre alle Europee / E l'ex Cavaliere
dice: "Ma il mio nome resta nel simbolo".
Silvio Berlusconi ieri ha rinunciato, autosospendendosi, al titolo di Cavaliere. Poi ha anche deciso che non si candiderà alle europee nel senso che il suo nome sarà nel simbolo con cui Forza Italia correrà alle elezioni europee, ma non sarà nelle liste. Dopo la conferma dell’interdizione da parte della Cassazione, il Cavaliere ha ripiegato su un’altra strategia. Che, al contrario di quanto affermato sin qui, coinvolgerà direttamente i parlamentari nazionali. Un linea che ieri mattina ha cominciato a prendere forma nel lungo pranzo di lavoro, a Palazzo Grazioli, con la commissione ad hoc voluta dallo stesso Cavaliere e composta da Renato Brunetta, Paolo Romani, Raffaele Baldassarre, Denis Verdini e Giovani Toti.
Venuta meno la chance del traino del nome di Berlusconi in cima a ogni lista, si è ripiegato per una distribuzione dei big su tutto il territorio, a garanzia della tenuta dei voti. A cominciare dal pugliese Raffaele Fitto che dovrebbe guidare FI nella circoscrizione Sud e che, ancora scottato dall’esclusione dall’inner circle forzista in favore del consigliere politico Toti, è pronto alla conta interna sulla base dei risultati elettorali. Proprio per evitare questo redde rationem, il Cavaliere avrebbe preferito ci fossero altri volti a correre per Bruxelles. Ma la competizione, la prima senza la sua presenza in campo, è troppo importante per rischiare, anche se ieri Berlusconi sarebbe stato sconsigliato dal puntare sull’ex falco, sia da Romani, sia dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. Che, è certo, sarà capolista nella circoscrizione centro.


Italia  -  Cronaca/giustizia
Ilaria Alpi: il governo toglie il segreto / La procura aquiscisce
gli atti / Boldrini: ottima notizia
La procura di Roma acquisirà gli atti utili relativi agli omicidi dell'inviata Rai Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin oggetto della desecretazione annunciato dal Governo. A sollecitare la consegna della documentazione era stato il procuratore Giuseppe Pignatone una volta avuto notizia dell'avvio della procedura di desecretazione di una serie di dossier, tra i quali quello relativo ai fatti accaduti a Mogadiscio esattamente 20 anni fa. Il fascicolo processuale è attualmente affidato al pm Elisabetta Ceniccola.

«Felice che il governo abbia recepito mia richiesta di desecretazione su Ilaria Alpi. Segnale importante contro muro silenzio». Lo scrive in un tweet la presidente della Camera Laura Boldrini, commentando l'annuncio dell'esecutivo pronto a desecretare gli atti relativi all'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.


Ilaria Alpi
ILARIA  ALPI

Australia  
Aereo sparito: trovati i resti / IUl premier: "Due ogetti in fondo al mare"
Forse è una svolta. ​Il primo ministro australiano Tony Abbott ha annunciato oggi che due oggetti «eventualmente legati» all'aereo malese MH370, scomparso 12 giorni fa, sono stati rilevati dai satelliti nell'Oceano Indiano. Abbott ha detto in parlamento che l'Autorità australiana della sicurezza marittima ha ricevuto informazioni «nuove e credibili, basate su dati dei satelliti. Dopo l'analisi di immagini satellitari, due oggetti eventualmente legati alle ricerche sono stati identificati». Gli oggetti sono stati individuati a 2.500 km a sudovest della città australiana di Perth (costa ovest del paese), nell'Oceano Indiano meridionale. Uno dei due misura 24 metri, ha spiegato un responsabile dell'Autorità australiana della sicurezza marittima (Amsa), John Young, nel corso di una conferenza stampa oggi. «Gli oggetti sono relativamente sfocati - ha detto Young -. Sono di una certa taglia, probabilmente in acqua: scendono sotto la superficie e riemergono. Il più grande sarà di 24 metri. L'altro è più piccolo».

La ricerca Quattro aerei da ricognizione australiani sono stati deviati alla ricerca dei due oggetti «eventualmente legati» all'aereo malese. «Sono di una certa taglia, scendono sotto la superficie e riemergono. Il più grande sarà di 24 metri. L'altro è più piccolo», ha detto un responsabile dell'Autorità australiana per la sicurezza marittima, John Young.


CRIMEA  
Mosca accelera sull'annessione / Rilasciato il comandante
ucraino fermato dai russi
Il comandante della marina militare ucraina, Serghiei Gaiduk, fermato ieri a Sebastopoli durante l'assalto al suo comando da parte di filo russi, è stato rilasciato nei pressi del checkpoint di Chongar. Lo riferisce l'agenzia Kriminform. Insieme a lui sono stati rilasciati sette attivisti pro Kiev.

Inizia così, con una notizia di distensione, una giornata complicate, l'ennesima. Il processo giuridico per ammettere la Crimea e Sebastopoli in Russia sarà completato entro la fine di questa settimana: lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, citato dalle agenzie russe. Oggi la Duma è chiamata a ratificare trattato e legge costituzionale necessari per l'annessione, domani tocca al Senato. Altro atto formale in corso è il rilascio dei passaporti russi per i cittadini della Crimea, in seguito al referendum di domenica scorsa.

Nuove sanzioni La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato un «allungamento» della lista delle persone colpite dalle sanzioni dell'Unione europea. «Fin quando non ci saranno le condizioni politiche per un format così importante come quello del G8, non ci saranno più G8». Lo ha detto stamani la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il governo tedesco deciderà ora «se e conseguentemente in quale forma» si terranno le consultazioni russo-tedesche previste per fine aprile.


Lucianone




martedì 18 marzo 2014

Sport - Tennis / Pennetta è regina a Indian Wells: in finale batte la polacca Radwanska

18 marzo '14 - martedì       18th March / Tuesday                            visione post - 12

La protagonista del tennis italiano 
è tornata ancora lei
Flavia Pennetta,
che, a 32 anni, scala fino al n.12 del ranking mondiale, vincendo
in un torneo su cemento non facile come quello di Indian Wells.
Chi l'avrebbe detto, solo fino a poco tempo fa, che questa
pugliese  di Brindisi  sarebbe riuscita  in tale impresa  a
un'età già avanzata in uno sport che, come il nuoto, privi-
legia i giovani/giovanissimi, soprattutto in campo femminile?
Ma la cocciuta brindisina è arrivata a questo risultato nel
periodo più maturo della sua carriera, e dice di non volersi
fermare qui...   (Lucianone)

Come in una gara ciclistica, anche nella vita dopo le salite vengono le discese, 
era solito dire il grande Gianni Brera.    Molto probabilmente, fossimo stati ad 
ad ammirare in tv ik successo di Flavia Pennetta, quel grande scriba si sarebbe
ripetuto, per altro alzando insieme a me una coppa di champagne. Flavia ha in-
fatti finito per vincere matematicamente questa sera (domenica, 16 marzo, ndr.)
un torneo che già aveva meritato superando Li Na, l'autentica n.1 del mondo in
un momento nel quale Serena e Sharapova latitano.  La vittoria di questa sera è
frutto non solo degli  indubbi meriti  di Piccola Penna, ma anche del destino, che
aveva spesso congiurato contro la nostra Eroina, non solo sul campo  ma anche
nella vita.  La Radwanska battuta oggi non era infatti nelle sue abituali condizio-
ni di corridore inesauribile, e di regolarista maniacale. Un suo ginocchio sinistro...
è finito incerottato  come quello  di un calciatore e, a partire dal 2° set, abbiamo 
visto in campo solo una giocatrice, in forma splendida, e un'altra che non riusci-
va più a servirsi del ginocchio. Non dico con questo che, contro  l'autentica n.3
del mondo (appunto la polacca Radwanska) , Flavia non sarebbe riuscita, nelle
sue splendide condizioni, a vincere il secondo grande match dopo quello con la
Li Na. Intanto è stata splendida alla battuta e alla ribattuta, ma soprattutto mi 
è parsa più che consapevole delle qualità che, sin qui, la vita e gli infortuni era-
no riusciti spesso a frustrare.  -  Con questo match Flavia farà così in modo che
le nostre donne giungano per la prima volta nella storia ad occupare tre dei 15
primi posti in classifica.  
(da 'la RepubblicaSport - 17/03/2014  -  Gianni Clerici)


  

Pennetta e i sacrifici (per mantenersi ai vertici)

(da La gazzetta dello Sport - 17/03/'14  -  Opinioni / Vincenzo Martucci)
PENNETTA, UN MANIFESTO PER L'ITALIA
s o f f e r e n za,  s a c r i f i c i   e  v i t t o r i e
Il sorriso di Flavia Pennetta , la sua storia su e giù, la fantastica famiglia,
l'educazione, la disponibilità  sono  il manifesto ideale  della nostra Italia
che lotta e soffre, sembra vecchia, ma è sempre moderna, e bella e unica.
Perciò gli americani  impazziscono  per i nostri prodotti, ancor di più in 
California dove la moretta di Brindisi ha costruito le maggiori fortune:
nel 2009, con successo di los Angeles, e ora con quello di Indian Wells.
Perchè il cemento è il suo campo, anche  se ha vinto di più  sulla terra
rossa. Cemento lento, all'aperto. Dove ha un attimo di tempo in più per
pensare e un a palla più alta da colpire, ma ha anche  la possibilità  di
fare più cose.  -  Flavia non è unaq regolarista e nemmeno un'incontri-
sta, non è una picchiatrice e non è una attaccante, è un pò tutto insieme
E dunque diventa un'eccezione nel tennis moderno, soprattutto ora che, 
grazie al coach Salvador Navarro,. è meno prevedibile.    Anche se Flà
(Flavia) non potrà mai shakerare il cocktail tennistico dell'amica Frà
(Francesca Schiavone) che così ubriacò il Roland Garros 2010, ne po-
trà sfinire le avversarie come Sara Errani (sfortunata finalista a Pari-
gi 2012). 
Flavia Pennetta sfrutta armi diverse. E il destino, dopo ogni sgambetto,
le ha restituito qualcosa.  Fino a sfatare  anche  il tabù  numero 2  del
mondo: era 2 Serena Williams che la stoppava agli Us Open 2009, era
2 Azarenka quest'estate che la fermava ancora a New York, era 2 Li Na
che Flavia ha eliminato in semifinale a Indian Wells, è stata al massi-
mo 2 Aga Radwanska che cede in finale. Handicappata a un ginocchio,
è vero, ma non è questo il bello della nostra incredibile Italia?

Lucianone

Sport - calcio / serie A - 28^ giornata 2013/14

18 marzo '14 - martedì          18th March / Tuesday                          visione post - 3

Risultati delle partite
Verona H.   0       Atalanta       3        Cagliari   0     Livorno    2        Milan    2
Inter             2        Sampdoria   0        Lazio       2     Bologna   1         Parma   4

Sassuolo   3       Fiorentina   3        Genoa       0        Torino   0        Roma      3
Catania     1       Chievo        1        Juventus   1        Napoli   1        Udinese   2

Classifica squadre
JUVENTUS   75  /   Roma   61  /   Napoli   58  /   Fiorentina   48  /   Inter   47  /   Parma   46  /
Lazio   41  /   Verona H.   40  /   Atalanta   37  /   Torino   36  /   Milan, Genoa   35  /
Sampdoria   34  /   Udinese   31  /   Cagliari   29  /   Chievo, Livorno   24  /   Bologna   23  /
Sassuolo  21  /   Catania   20



Commento
(di Lucianone)

Continua... to be continued...

sabato 15 marzo 2014

Sport - calcio / serie B - 29^ giornata 2013/14

15 marzo '14 - sabato           15th March / Saturday                                 visione post - 6

Risultati delle partite
Spezia     0        Bari        1       Cittadella   1       Juve Stabia   2         Latina     0
Pescara   1        Avellino  0       Carpi          0        Ternana        3        Trapani   1

Modena   0       Palermo   2       Reggina   1        Varese    0     Lanciano   2     Siena     1
Empoli     0       Brescia    0       Crotone    4        Padova   3     Novara      1     Cesena   0
  
Classifica  squadre
PALERMO   56  /   Empoli, Lanciano   47  /   Latina, Trapani, Crotone   45  /  Avellino   44 /
Cesena   43  /  Siena   42  /   Pescara   41  /   Spezia   40  /   Carpi   39  /   Ternana   38  /
Modena, Brescia   37  /   Varese   36  /   Bari   35  /   Novara   31  /   Cittadella, Padova   26  /
Reggina   25  /   Juve Stabia   15

Lucianone

Cultura / libri - La biblioteca di Gioele

15 marzo '14 - sabato             15th March / Saturday                        visione post - 14

Tra il materiale ritrovato  che riguarda  La Cultura, ecco questa Biblioteca
di Gioele Dix, bravo comico-attore-artista-scrittore, che  avevo visto  e ap-
prezzato la prima volta quando aveva partecipato a 'Zelig' per un certo periodo.
(Lucianone)

(da la Repubblica - 7 novembre '13 - Sara Chiappori)
La letteratura secondo Gioele. Niente di accademico, ca va sans dire. Al contrario
un esperimento da caffè letterario in chiave giocosa tra libere associazioni, rifles-
sioni e connessioni impreviste. Sono i "Giovedix" in cui il comico e attore ma an-
che scrittore (di testi teatrali e di un romanzo, Si vede che era destino) legge, rac-
conta, smonta e rimonta cinque grandi autori del Novecento: Italo Calvino, Primo
Levi, Giorgio Manganelli, Achille Campanile e Dino Buzzati (da oggi, per cinque
giovedì, Cafè Rouge del Franco Parenti, a Milano, ndr.
 S. Chiappori - Giole Dix, perchè proprio questa cinquina?
Giole Dix  -  Scelta arbitraria: fanno parte del mio dna, i pilastri della mia forma-
zione letteraria.
S. C. - Tutti italiani.
Giole Dix  -  Non per banale patriottismo, ma per senso di appartenenza. Mi inte-
ressano le invenzioni linguistiche.
S.C. - Nè reading nè lezioni. Che cosa sono questi "Giovedix"?
Gioele Dix  -  Sono un esperimento in cui provo a riprodurre in pubblico quel che
accade quando si legge un libro che ci appassiona: cis si ferma, si torna su una fra-
se che ci ha colpito, si corre a un altro autore, a un film, a un pensiero, a un ricor-
do. Penso al lettore come a un esploratore di mondi.  Esplorarli  insieme  è diverso
dal farlo in solitario.
S.C. - Stasera si comincia con Calvino.
Gioele Dix  -  Sì, due racconti dalla raccolta "Ti con zero": Il guidatore notturno e
L'inseguitore, due formidabili riflessioni sull'idea di spazio/tempo: Per me Calvino
è la complessità dell'intelligenza, come scendere in profondità senza zavorra, restan-
do leggeri.
S.C. - Giovedì prossimo tocca a Primo Levi.
Gioele Dix  -  Ho scelto L'ultimo Natale di guerra, che contiene alcune interviste
impossibili ad animali. Con me ci sarà anche Stefano Bartezzaghi per leggere Il
gabbiano di Chivasso. Di Levi mi colpisce la fluidità. Si pensa a lui come all'em-
blema del sopravvissuto, ma la sua scrittura ha una freschezza impressionante.
Mi fa quasi incazzare tanto sembra naturale.
S.C. - Poi con "Centuria" arriva Manganelli.
Gioele Dix  -  Manganelli è la fantasia folle, il trionfo dell'aggettivo senza renderlo 
indigesto, il paradosso funambolico come quello dell'inquilino che non c'è e i condo-
mini che se la prendono perchè "come si permette di non dare fastidio?".
S. C. - Di Campanile invece ha scelto "Manuale di conversazione".
Gioele Dix  -  Umorista geniale. Il primo libro che ho letto da ragazzino era un suo
 romanzo, Se la luna mi porta fortuna. Lì ho capito cos'è la scintilla che accende il
rovesciamento benefico della comicità.
S.C. - "Il colombre e altri racconti di Buzzati" chiude il ciclo.
Gioele Dix  -  Buzzati è l'arte della sospensione. Racconta le cose lasciandole aperte 
come se un evento ineluttabile stesse sempre per accadere.  Una sorta di disegno su-
periore: non punitivo come quello monoteista, ma affollato  di dei capricciosi   molto
umani.
S.C. - Ci sono parecchi illustri esclusi, Gadda, Svevo...
Gioele Dix  -  Ma questo è solo il primo ciclo, se funziona ho intenzione di andare
avanti. E Gadda non potrà mancare. Svevo invece mi sollecita di meno. Non farei
mai Testori, che sento lontano, ma ci proverei con Pasolini.
S. C. - Nessuna scrittrice?
Gioele Dix  -  Vorrei occuparmi anche di poesia, per prima sceglierei Patrizia Cavalli.
S. C. - I grandi classici non la tentano?
Gioele Dix  -  Dante o Manzoni no. Dopo Carmelo Bene aggiungere qualcosa su Dante
è impossibile, mentre per Manzoni mi servono ancora 300 anni per dimenticare  quanto
me lo hanno fatto odiare e scuola".
S. C. - Tutte scelte molto personali.
Gioele Dix  -  l'idea è condividere le mie passioni letterarie. Come se prestassi i libri
che ho amato, che poi vuol dire regalarli. Perchè, quando un libro è bello mica lo resti-
tuisci. Al massimo lo passi a qulacun altro.

Gioele Dix sul palcoscenico  (2013)

Gioele Dix e i segreti della comicità  (2013)



Lucianone     

giovedì 13 marzo 2014

L'Opinione del giovedì - Unica speranza: 'Ci salverà il toscanaccio Renzi?'

13 marzo '14 - giovedì           13th march / Thursday                                visione post - 13

Parlando di Matteo Renzi, ma non solo  
(di Lucianone)
Il toscanaccio sta lasciando il segno, nel bene e... nel male, nella logorrea
dei suoi discorsi senza fine e.. nella comicità che spesso suscita per le bat-
tute e le uscite, che non sembrano per niente meditate prima come quelle
del Bersani romagnolo, bensì buttate lì d'istinto con pinocchiesca spaval-
deria e invadenza. L'ex sindaco Renzi (e nuovo di zecca premier) è fatto
così: prenderlo o lasciarlo.
Ma, a parte il lato caratteriale, sembra che qualcosa di nuovo sotto un 
certo aspetto, quello strettamente politico/decisionale, l'ex sindaco stia
producendo, sì fin qui effettivamente solo a parole, e almeno comunque 
la scossa sotto il punto del "muoviamoci" e "del fare in fretta" e di af-
frontare alcuni problemi critici della crisi (riforme, legge elettorale, toc-
care le tasse, irpef in particolare,partendo dagli 80 euro alle famiglie 
del 1.500 al mese) l'ha data, appunto la scossa che ci voleva. 
Del resto non si vede in giro nessun altro leader capace di decisio-
nismo migliore del Renzi attuale, che ha sì un'attitudine, come si è
detto, innata a vendere bene le sue parole, ma almeno in linea  ge-
nerale tocca nel suo progetto immediato punti su cui tutti (o quasi)
saremmo d'accordo.
Del resto è anche vero che il premier Renzi ha parlato poco niente
dei privilegi della casta, e far sparire il Senato o toccare leggermen-
te il numero delle auto blu, non risolve le disuguaglianze economiche
che sono sotto gli occhi di tutti. E alla fine come al solito, i soldi (fa- 
cili) si vanno a recuperare non da chi ha sprecato, evaso e rubato, ma 
dai poveracci e quindi pensionati e  statali/impiegati  di ogni ordine e
grado, soptrattutto  quelli  della sanitò, della scuola e  della polizia di 
stato, insomma i soliti noti.   
E' qui che Renzi dovrebbe fare metaforicamente come Robin Hood:
ridistribuire le ricchezze, togliendo a chi più ha e ha sempre avuto o
diminuendo di un bel pò a chi ha troppo avuto, e alzando nello stesso
tempo a chi ha poco e pochissimo avuto. E gli 80 euro sono sì un ini-
zio ma ancora non bastano.
Allora andiamo anche a vedere le strategie usate da Obama negli
Usa, e da papa Francesco in Vaticano.  Ecco i due esempi da esa-
minare e da seguire. Ma dobbiamo nello stesso tempo sganciarci
dalla visione miope  impostaci dall'Europa della Merkel e pensare
di rifare un'Europa che abbia alla base il senso del cuore, non solo
del risanamento dei debiti, della spending review, quindi dei tagli
impostici  da Bruxelles e  dalla Bce, e che  servono  solo  per far 
crescere alcuni, pochi Paesi a spese degli altri che ne vengono
sempre più impoveriti, a cominciare dalla Grecia. Per costruire
un'Europa Unita nella sua vera essenza comunitaria non si do-
veva partire da un concetto meramente economico  (quindi da 
una semplice moneta unica, euro o non euro che fosse) ma dal-
l'aspetto culturale, linguistico, umanitario, solidaristico. Come 
fu per la costruzione degli Stati Uniti d'America (pur con il loro 
travagliato cammino storico).

Lucianone

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

12 marzo '14 - giovedì          12th March / Thursday                          visione post - 10

Ecomomia 1  -  Italia
Il debito pubblico italiano balza a 2.089,5 miliardi
Bankitalia: +20,5 miliardi in solo un mese. «La causa è l’aumento 
delle disponibilità liquide del Tesoro». Fitch: la ripresa è stagnante.

Torna a salire a gennaio il debito pubblico italiano portandosi a quota 2.089,5 miliardi di euro, con un aumento di 20,5 miliardi in un solo mese. L’impennata, secondo quanto emerge dai dati Bankitalia, è dovuta essenzialmente all’incremento (20,3 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro, pari a fine gennaio a 57,9 miliardi (68,1 a gennaio del 2013). 
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 18,9 miliardi a 1.980,108 miliardi, quello delle amministrazioni locali è aumentato di 1,5 miliardi a 109,193 miliardi e quello degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. In particolare, il debito delle Regioni e delle Province autonome è salito a 37,754 miliardi dai 36,583 miliardi di dicembre, quello delle Province è sceso a 8,431 miliardi (da 8,452 miliardi) e quello dei Comuni si è attestato a 47,077 miliardi (da 47,286 miliardi). La vita media residua del debito si è attestata a 6,9 anni, in linea con dicembre 2013. 

Esteri  -  Venezuela
In fila per il pane, mentre la casta mangia aragoste
In un mese di rivolte 28 morti. Chavisti nel mirino per le spese pazze
«L’unica via per la giustizia è quella del socialismo, non il capitalismo, che è una forma di cannibalismo». Sull’affollata scalinata del Ministero degli Interni di Caracas, Pedro Carreño, che all’epoca era titolare di questo portafogli, sorrideva nella cornice dei microfoni. Poi, una giornalista lo interruppe e disse: «Ministro, non è contraddittorio criticare il capitalismo con al collo una cravatta Luis Vuitton?». Carreño guardò il cielo ed esitò per qualche secondo. Era nato 51 anni prima.

Esteri  -  Germania
Merkel: "Il progetto di riforme di Renzi è ambizioso"
Il premier vedrà lunedì la cancelliera. Piano bocciato dal
'Financial Times'
"Il governo tedesco è consapevole dell’ambizioso progetto di riforme del governo di Matteo Renzi. Certamente lo illustrerà alla cancelliera e ne parleranno. Ma non voglio anticipare i contenuti di quel che diranno subito dopo". Così il portavoce della Cancelliera, Steffen Seibert, in vista del vertice tra i due leader che si terrà lunedì, risponde a una domanda dei giornalisti sulle misure economiche annunciate dal premier italiano. Il portavoce ricorda anche che Italia e Germania lavorano insieme «molto strettamente e da molto tempo» e che questa collaborazione sarà rafforzata lunedì, quando si terrà l’incontro tra Renzi e Merkel.

Economia 2  -  Italia
DETRAZIONE: i calcoli in busta paga / Ecco chi avrà
i benefici maggiori
ROMA - Rispetto al passato sarà uno sgravio molto più concentrato sui redditi più bassi. A differenza degli altri interventi di riduzione del cuneo fiscale, gli sgravi sul lavoro annunciati dal nuovo esecutivo di Matteo Renzi saranno infatti appannaggio esclusivamente dei meno abbienti: a beneficiare dell’operazione saranno solo i contribuenti che dichiarano fino a 25 mila euro di reddito lordo annuo. Chi guadagna di più, dunque, non avrà alcun vantaggio, mentre finora gli interventi di riduzione del cuneo fiscale, ultimo quello varato per il 2014 dal governo di Enrico Letta, avevano interessato anche i redditi superiori a 25 mila euro, sebbene con un’intensità decrescente, destinata ad annullarsi completamente una volta superata la soglia dei 55 mila euro lordi annui.    Se l’impianto del provvedimento ricalcherà le linee indicate mercoledì dal premier, sarebbero fuori dai benefici anche gli incapienti, cioè coloro che dichiarano meno di 8 mila euro l’anno e già non pagano l’Irpef, ma anche i lavoratori autonomi e i pensionati. Lo strumento del nuovo intervento sul cuneo fiscale sarà infatti quasi certamente la specifica detrazione Irpef per i redditi da lavoro dipendente, che si applica in cifra fissa sui redditi più bassi, ed in proporzione sugli altri, e che sarà rafforzata. La detrazione fissa, sui primi 8 mila euro di reddito, appena portata dal governo Letta a 1.880 euro, potrebbe aumentare di parecchio, anche più del doppio. 
L’obiettivo del governo è quello di concedere uno sgravio fiscale che potrà arrivare a mille euro netti annui per i contribuenti nella fascia di reddito compresa tra 15 e 20 mila euro, quella dove si concentrerà la maggior intensità del bonus. In media sarà pari a circa 80 euro netti al mese, e nelle intenzioni del governo dovrebbe essere evidenziato da un’apposita voce nella busta paga.
Restano fuori pensionati, incapienti e la maggior parte dei lavoratori autonomi: solo gli studi che hanno organizzazioni stabili e dipendenti a carico potranno usufruire della riduzione dell’Irap a favore delle imprese che scatterà dal primo maggio. Il taglio, che nel complesso vale circa 2,5 miliardi di euro l’anno, dovrebbe consentire un abbattimento dell’Imposta sulle attività produttive del 10%. 
ENERGIA: sconti e incentivi nel mirino / Così la bolletta giù
 del 10%

L’ipotesi di un decreto per tagliare oneri impropri. Circa 100 mila euro di risparmi l’anno Un risparmio del 10% sulla bolletta elettrica per le piccole e medie imprese? Lo promette il governo. Ma che cosa significa in concreto? Conviene iniziare con qualche esempio reale.

I risparmi

Prendiamo una piccolissima impresa del Nord che lavora nel settore gomma-plastica e ha meno di dieci dipendenti. Ha sede nel Mantovano, ma il nome non importa. Fattura due milioni e settecentomila euro e l’anno scorso ha pagato per l’energia elettrica un conto di 78 mila euro. Qualora gli impegni del premier diventassero fatti potrebbe risparmiarne 7.800. Ancora: piccola impresa con meno di venti dipendenti del settore metalmeccanico. Fatturato di 2,4 milioni e costo dell’energia di 40 mila euro. Ne guadagnerebbe 4.000. Pochi? Tanti? Certo, i risparmi diventano più consistenti salendo di dimensioni, cioè arrivando fino alla media impresa: per altre due attività della stessa area, rispettivamente con 65 e 70 milioni di fatturato (settore gomma-plastica e alimentare), la spesa per energia è arrivata nel 2013 a toccare il milione di euro: 965 mila nel primo caso e un milione e 18 mila nel secondo. Morale: un risparmio a cavallo dei 100 mila euro per una media impresa del settore gomma-plastica.

ESTERI  -  Ucraina
Mosca: non invaderemo / Gli USA: soluzione diplomatica o conseguenze
Alta tensione sull'Ucraina. Barack Obama spera ancora comunque che la crisi si possa risolvere per via diplomatica. Se così non fosse per il presidente americano saranno inevitabili conseguenze nei confronti di Mosca.

Lavrov. «Non è nei piani di Mosca invadere l'Ucraina dell'est», ha dichiarato oggi il ministro degli
Esteri russo, Serghiei Lavrov, dopo il colloquio a Londra col segretario di Stato americano, John Kerry. Per ricostruire i rapporti tra Russia e Ucraina «non è necessario l'intervento o la mediazione internazionale», ha aggiunto Lavrov, che ha definito «utile» il colloquio con Kerry. Poi il ministro ha sottolineato che «i diritti dei russi in Crimea devono essere protetti» e che gli sforzi diplomatici proseguono in vista del referendum di domenica. «I nostri partner comprendono che le sanzioni sarebbero uno strumento controproducente» e «non gioverebbero a nessuna delle parti», ha detto ancora Lavrov, spiegando che l'effetto di eventuali sanzioni «sarebbe responsabilità di chi le impone».

Kerry. Il referendum in Crimea è «contrario alla Costituzione ucraina, in violazione del diritto internazionale e, pertanto, illegittimo». Lo ha detto il segretario di Stato americano John Kerry, ribadendo la posizione degli Stati Uniti, dopo l'incontro con Lavrov. Kerry ha ricordato che anche per il presidente Usa, Barack Obama, quello di domenica prossima è un referendum «illegale secondo la Costituzione ucraina. Né noi né la comunità internazionale riconosceremo i risultati. Se Mosca deciderà di ratificare il risultato del referendum di domenica in Crimea annettendo nei fatti la regione avrà dato uno schiaffo in faccia a qualsiasi tentativo di tendere la mano alla Russia, di proteggere gli interessi della Crimea e della Russia e di rispettare l'integrità territoriale dell'Ucraina». 


Putin. Il referendum per sancire la scissione della Crimea dall'Ucraina, in programma domenica, è conforme ai «principi del diritto internazionale e della Carta dell'Onu», ha detto il presidente russo Vladimir Putin secondo un comunicato del Cremlino.

Intanto la Cina si allontana dalla Russia sulla crisi ucraina. L'ambasciatore di Pechino all'Onu, Liu Jieyi, ha affermato in Consiglio di Sicurezza «la necessità di rispettare l'integrità territoriale dell'ex repubblica sovietica» e si è detto «aperto a tutte le proposte che siano in grado di ridurre la tensione». Secondo i diplomatici, la Cina potrebbe decidere di astenersi in caso di voto della bozza di risoluzione americana, lasciando la Russia isolata all'interno dei Quindici.

Manifestazione per la pace a Kiev


Lucianone