La protagonista del tennis italiano
è tornata ancora lei:
Flavia Pennetta,
che, a 32 anni, scala fino al n.12 del ranking mondiale, vincendo
in un torneo su cemento non facile come quello di Indian Wells.
Chi l'avrebbe detto, solo fino a poco tempo fa, che questa
pugliese di Brindisi sarebbe riuscita in tale impresa a
un'età già avanzata in uno sport che, come il nuoto, privi-
legia i giovani/giovanissimi, soprattutto in campo femminile?
Ma la cocciuta brindisina è arrivata a questo risultato nel
periodo più maturo della sua carriera, e dice di non volersi
fermare qui... (Lucianone)
Come in una gara ciclistica, anche nella vita dopo le salite vengono le discese,
era solito dire il grande Gianni Brera. Molto probabilmente, fossimo stati ad
ad ammirare in tv ik successo di Flavia Pennetta, quel grande scriba si sarebbe
ripetuto, per altro alzando insieme a me una coppa di champagne. Flavia ha in-
fatti finito per vincere matematicamente questa sera (domenica, 16 marzo, ndr.)
un torneo che già aveva meritato superando Li Na, l'autentica n.1 del mondo in
un momento nel quale Serena e Sharapova latitano. La vittoria di questa sera è
frutto non solo degli indubbi meriti di Piccola Penna, ma anche del destino, che
aveva spesso congiurato contro la nostra Eroina, non solo sul campo ma anche
nella vita. La Radwanska battuta oggi non era infatti nelle sue abituali condizio-
ni di corridore inesauribile, e di regolarista maniacale. Un suo ginocchio sinistro...
è finito incerottato come quello di un calciatore e, a partire dal 2° set, abbiamo
visto in campo solo una giocatrice, in forma splendida, e un'altra che non riusci-
va più a servirsi del ginocchio. Non dico con questo che, contro l'autentica n.3
del mondo (appunto la polacca Radwanska) , Flavia non sarebbe riuscita, nelle
sue splendide condizioni, a vincere il secondo grande match dopo quello con la
Li Na. Intanto è stata splendida alla battuta e alla ribattuta, ma soprattutto mi
è parsa più che consapevole delle qualità che, sin qui, la vita e gli infortuni era-
no riusciti spesso a frustrare. - Con questo match Flavia farà così in modo che
le nostre donne giungano per la prima volta nella storia ad occupare tre dei 15
primi posti in classifica.
(da 'la RepubblicaSport - 17/03/2014 - Gianni Clerici)
Pennetta e i sacrifici (per mantenersi ai vertici)
(da La gazzetta dello Sport - 17/03/'14 - Opinioni / Vincenzo Martucci)
PENNETTA, UN MANIFESTO PER L'ITALIA
s o f f e r e n za, s a c r i f i c i e v i t t o r i e
Il sorriso di Flavia Pennetta , la sua storia su e giù, la fantastica famiglia,
l'educazione, la disponibilità sono il manifesto ideale della nostra Italia
che lotta e soffre, sembra vecchia, ma è sempre moderna, e bella e unica.
Perciò gli americani impazziscono per i nostri prodotti, ancor di più in
California dove la moretta di Brindisi ha costruito le maggiori fortune:
nel 2009, con successo di los Angeles, e ora con quello di Indian Wells.
Perchè il cemento è il suo campo, anche se ha vinto di più sulla terra
rossa. Cemento lento, all'aperto. Dove ha un attimo di tempo in più per
pensare e un a palla più alta da colpire, ma ha anche la possibilità di
fare più cose. - Flavia non è unaq regolarista e nemmeno un'incontri-
sta, non è una picchiatrice e non è una attaccante, è un pò tutto insieme
E dunque diventa un'eccezione nel tennis moderno, soprattutto ora che,
grazie al coach Salvador Navarro,. è meno prevedibile. Anche se Flà
(Flavia) non potrà mai shakerare il cocktail tennistico dell'amica Frà
(Francesca Schiavone) che così ubriacò il Roland Garros 2010, ne po-
trà sfinire le avversarie come Sara Errani (sfortunata finalista a Pari-
gi 2012).
Flavia Pennetta sfrutta armi diverse. E il destino, dopo ogni sgambetto,
le ha restituito qualcosa. Fino a sfatare anche il tabù numero 2 del
mondo: era 2 Serena Williams che la stoppava agli Us Open 2009, era
2 Azarenka quest'estate che la fermava ancora a New York, era 2 Li Na
che Flavia ha eliminato in semifinale a Indian Wells, è stata al massi-
mo 2 Aga Radwanska che cede in finale. Handicappata a un ginocchio,
è vero, ma non è questo il bello della nostra incredibile Italia?
Lucianone
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