30 settembre '14 - martedì 30th September / Tuesday Risultati delle partite Roma 2 Atalanta 0 Sassuolo 0 Cesena 1 Chievo 1 Inter 1 Verona 0 Juventus 3 Napoli 1 Milan 1 Empoli 1 Cagliari 4 Torino 1 Genoa 0 Udinese 4 Palermo 0 Fiorentina 1 Sampdoria 1 Parma 2 Lazio 4 Classifica Juventus, Roma 15 / Udinese 12 / Sampdoria 11 / Inter, Milan, >> Verona H. 8 / Napoli 7 / Lazio, Fiorentina 6 / Genoa, Torino, Cesena 5 / Cagliari, Chievo, Atalanta 4 / Empoli, Parma, Palermo, Sassuolo 3
Il commento (di Lucianone)
Le magnifiche DUE sono ormai lanciate: Juve e Roma tengono botta a tutti
per adesso, e solo alla sesta giornata (prossima domenica sera) si saprà se
ci sarà una regina. A meno di un pareggio, ma (secondo me) poco probabile.
Altre squadre non male, che per ora tengono duro, sono l'Udinese e la Samp.
30 settembre '14 - martedì 30th September / Tuesday visione post - 19 Zygmunt Bauman: "Le emozioni passano, i sentimenti restano" (da 'la Repubblica' - 20/11/2012 - Raffaella De Santis) LA FILOSOFIA DELLA ROUTINE Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era èposibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invi- diabile o folle, a seconda dei punti di vista. Zygmunt Bauman sull'argomento è tor- nato più volte (lo fa anche nel suo ultimo libro Cose che abbiamo in comune, pubbli- cato da Laterza). I suoi lavori sono ricchi di considerazioni sul modo di vivere le re- lazioni: oggi siamo espoti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più sconta- to, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapi- do del consumo. 'Amore liquido', uscito nel 2003, partiva proprio da qui, dalla nostra lacerazione tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autenti- co. Raffaella De Santis - 'Cos'è che ci spinge a cercare sempre nuove storie?'. Zygmunt Bauman - "Il bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. 'L'amore li- quido' è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del lega- me". R. De Santis - 'Dunque siamo condannati a vivere relazioni brevi o all'infedeltà...'. Z, Bauman - "Nessuno è 'condannato'. Di fronte a diverse possibilità sta a noi sce- gliere. Alcune scelte sono più facili e altre più rischiose. Quelle apparentemente me- no impegnative sono più semplici rispetto a quelle che richiedono sforso e sacrificio". R. De Sanctis - 'Eppure lei ha vissuto un amore duraturo, quello con sua moglie Janina, scomparsa due anni fa'. Z. Bauman - "L'amore non è un oggetto preconfezionato e pronto per l'uso. E' affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-genera- to, ri-creato e resuscitato ogni giorno. Mi creda, l'amore ripaga quest'attenzione meravigliosamente. Per quanto mi riguarda (e spero sia stato così anche per Ja- nina) posso dirle: come il vino, il sapore del nostro amore è migliorato negli an- ni". R. De Sanctis - 'Oggi viviamo più relazioni nell'arco di una vita. Siamo più liberi o solo più impauriti?'. Z. Bauman - "Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari. ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre invano". R. De Santis - 'Lei però è invecchiato insieme a sua moglie: come avete affron- tato la noia della quotidianità? invecchiare insieme è diventato fuori moda?'. Z. Bauman - "E' la prospettiva dell'invecchiare ad essere ormai fuori moda, iden- tificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l'assenza di 'novità'. Quella 'novità' che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perchè fin dall'infanzia siamo stati abituati a rincorrere og- getti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso". R. De Santis - 'Abbiamo finito per trasformare i sentimenti in merci. Come possiamo ridare all'altro la sua unicità?'. Z. Bauman - "Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l'ooprtunità di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddi- sfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza sen- za processo di apprendimento. L'amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l'altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di com- passione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l'amore. CONTINUA... to be continued...
22 settembre '14 - lunedì 22nd September / Monday visione post - 7 (da 'la Repubblica' - 9 giugno '14 - Pietro Del Re, Larche-Alpi Francesi) IL RITORNO DEL BRANCO CHE SPAVENTA LA FRANCIA Stavolta la belva ne ha sgozzate parecchie di pecorelle, consumando la sua ultima ecatombe in uno scenario da cartolina con cime abbondantemente innevate, grasse abetaie e radure di un verde stupefacente. "Ormai siamo circondati dai lupi e nes- suno è più in grado di fermare le loro mattanze", si lamenta Jean-Jacques Lombard, un uomo alto e magro, col viso bruciato dal sole delle alture. "Stamattina, quando so- no salito al pascolo nella valle dell' Ubayette ho trovato una ventina di agnelli ancora agonizzanti. Ho dovuto sopprimerli io stesso, e le assicuro che i pochi euro con cui verrò risarcito dallo Stato non basteranno a ripagarmi di tanto orrore". Perseguitato dai francesi con ferosce accanimento per secoli, fino alla sua completa estinzione nel 1930, il lupo ha ricominciato a insediarsi in questi boschi agli inizi de- gli anni Novanta, quando i primi esemplari provenienti dai nostri Appennini scopri- rono dall'altra parte del confine la manna di enormi greggi interamente incustodite. Il suo ritorno ha immediatamente risvegliato paure ataviche, facendo insorgere gli allevatori e riportando alla memoria una lotta cominciata con Carlo Magno. Oltralpe di questi prodigiosi predatori se ne contano oggi circa 250 , sparsi in una quindicina di dipartimenti. Pochi mesi fa è stato avvistato un Canis Lupus italicus perfino in Champagne, a soli 160 chilometri da Parigi. - In Francia, dove solo un terzo delle greggi è protetto dai cani, il problema è che gli attacchi sono rmai quoti- diani, e in continuo aumento: dall'inizio dell'anno ne sono stati registrati già 200, e nel 2013 i lupi hanno predato oltre 2450 pecore. "O noi o loro: la pastorizia è in pe- ricolo, e con essa questi splendidi paesaggi alpini che l'uomo ha scolpito nel tempo, perchè il giorno che scompariranno le pecore, i boschi riprenderanno il sopravven- to e ci ritroveremo come nel Medioevo", dice Pierre Martin Charpenel, sindaco Ump di Barcellonette, cittadina nelle Alpi dell'Alta Provenza, a un tiro di schioppo dal Piemonte. "Di chi è la colpa? Delle potenti lobby di ambientalisti che da decen- ni mentono sostenendo che i lupi sono necessari all'ecosistema e che per difender- si da loro bastano i cani". Come il sindaco Charpenel, molti pastori se la prendono con quelli che hanno ac- colto con gioia il ritorno in Francia del temibile carnivoro, siano essi ecologisti, etologi o semplici amanti della natura. Dice Jacques Carriat, guida di montagna a Barcellonette e da anni strenuo difensore del lupo: "In Francia siamo abituati a demponizzare qualsiasi cosa. Prima gli arabi, poi i neri e gli ebrei, e adesso il lupo "italien". A Parigi, per compiacere gli elettori, i politici di ogni schieramen- to , compreso il leader no-global Josè Bovè, si oppongono tutti al ritorno del lupo. Con quali conseguenze? Che quest'anno se ne potranno legalmente abbattere 34 esemplari, e che l'anno prossimo il doppio". Ma per sua fortuna il lupo è un ani- male guardingo, diffidente, astutissimo. Perciò, l'anno scorso, nonostante i costi elevatissimi e il colossale dispiegamento di mezzi, i "lupari" hanno abbattuto so- lo 8 esemplari, ai quali però ne vanno aggiunti altrettanti eliminati di frodo dai bracconieri arruolati dagli allevatori. Più che a battute di caccia questi "prelievi" mirati somigliano a operazioni militari, con l'intervento di decine di uomini do- tati di armi da guerra e fucili di alta precisione con visori a infrarossi per caccia- re anche di notte. Come se non bastasse, le autorità francesi hanno incoraggiato gli stessi allevatori ad armarsi per spaventare il lupo a schioppettate se dovesse avvicinarsi alle greggi o, se necessario, per accopparlo quando è recidivo. "L'allevamento di ovini era in crisi prima che tornasse il lupo, il quale sbrana, sì e no, lo 0,3 per cento del totale delle pecore francesi", spiega Carriat, "men- tre la malattie parassitarie e i cani randagi ne uccidono una media di 1000 al giorno". Ma è possibile che in Francia siano davvero giunti all'amletico dilemma: o l'a- gnello o il lupo? Ed è possibile che non ci sia più spazio per il Canis lupus in in terre in cui ha abitato per centinaia di migliaia di anni prima di essere fe- rocemente sterminato da un corpo di gendarmeria, la louveterie, apposita- mente creato da un Franceso I nel XVI secolo? "In realtà una soluzione ci sarebbe Continua... to be continued...
22 settembre '14 - lunedì 22nd September / Monday visione post - 2 Billy Bragg è il cantautore inglese che in 31 anni di carriera ha sempre mantenuto una sua coerenza artistica e politica, ispirandosi a grandi come Woody Guthrie e Pte Seeger. (da 'la Repubblica' - 19/07/'14 - Andrea Morandi) Trentuno anni di carriera, dodici dischi e una coerenza sia politica che artistica che non ha rivali: il cantautore Billy Bragg... è uno degli ultimi baluardi di uncer- to modo di intendere la musica: in testa ha la lezione di giganti del folk come Woody Guthrie e Pete Seeger e le sue canzoni sono concepite come editoriali giornalistici, semptre segnate da punti di vista mai banali o scontat - Andrea Morandi - 'Dagli anni Ottanta, quando pubblicò il suo primo album, Life's a Riot with Spy vs Spy, quanto è cambiato il suo modo di scrivere can- zoni?'. B. Bragg - "Sono cambiato io: ero un ragazzo, sono diventato un padre di famiglia, quindi è cambiata anche la musica che faccio. . Per anni ho scritto canzoni di protesta e inni su come cambiare il mondo, ma il mio ultimo al- bum, Tooth & Nail, parla anche della difficoltà di mantenere in piedi una relazione sentimentale. Sono lotte diverse, ma importanti ognuna a suo modo per un individuo". A. Morandi - 'Da sempre nei suoi brani ha cantato i mali del mondo, dslla lotta alla Thatcher negli anni Ottanta alla globalizzazione. Ma può davvero una can- zone cambiare le cose?'. B. Bragg - "No, non può farlo, e lo dice uno che ha iniziato a fare musica alla fine degli anni Settanta ascoltando i vinili dei Clash e le loro canzoni di protesta, per me Joe Strummer era un faro. Negli anni ho capito però che la musica può ispirare le persone che la ascoltano, far capire che possono cambiare le cose , se davvero lo vo- gliono. Di questo sono ancora convinto". A. Morandi - 'Quanto è cambiata la scena musicale in questi trent'anni?' B. Bragg - "A quei tempi se volevo far ascoltare le mie canzoni, dovevo prendere la mia chitarra e andarmene in giro per l'Inghilterra a cercare un palco, era l'uni- co modo. Oggi invece, grazie al web, chiunque può ascoltare quello che suono, in Indonesia o in Italia. Il problema è un altro: la musica non rappresenta più un'a- vanguardia culturale, ha perso quel ruolo".
A. Morandi - 'E' pessimista per il futuro?'. B. Bragg - "No, perchè in realtà vedo che ai miei concerti, proprio grazie a Internet, Twitter o Facebook, vengono molte più persone che mi hanno co- nosciuto e ascoltato sul web. Credo che la funzione di aggregazione che ha la musica non solo sia rimasta intatta, ma è anche aumentata. E sarà sem- pre così".
A. Morand - 'Che rapporto ha con il pubblico italiano?". B. Bragg - "Molto buono, da sempre. In Italia avete una lunga e forte tra- dizione politica, quindi mi sono sempre sentito molto legato al pubblico, ho sempre sentito una grande risposta. A Milano, ricordo in particolare dei concerti molto intensi, c'è una lunga tradizione antifascista da voi di cui mi sento parte".
21 settembre '14 / domenica 21st September / Sunday visione post - 6 Risultati delle partite Cesena 2 Milan 0 Chievo 2 Genoa 1 Roma 2 Sassuolo 0 Empoli 2 Juventus 1 Parma 3 Lazio 0 Cagliari 0 Sampdoria 0 Atalanta 0 Udinese 1 Palermo 1 Torino 0 Fiorentina 1 Napoli 0 Inter 1 Verona Hellas 1 Classifica Roma, Juventus 9 / Verona Hellas 7 / Milan, Udinese 6 / Inter, Sampdoria 5 / Atalanta, Genoa, Fiorentina, Cesena 4 / Lazio, Parma > Chievo, Napoli 3 / Palermo, Sassuolo 2 / Cagliari, Empoli, Torino 1 Il commento Il Verona Hellas vola, ma quasi nessuno ne parla / Fanno notizia il Milan che non ingrana ancora, l'Inter che ritorna ai pareggi dopo le sette sberle al Sassuolo, la Lazio che dopo un bel gioco senza concludere si fa infilare dal Genoa, il Napoli che risulta ancora sterile in attacco e non esce dalla crisi, perfino il Torino che anche dopo l'acquisto di Quagliarella non trova ancora il bandolo della matassa e si fa parare anche i rigori / Si decantano, giustamente, le due duellanti prime in vet- ta - la Juve di Allegri e la Roma di Garcia. Ma la squadra gialloblù di Mandorlini con il suo terzo posto passa quasi sotto silenzio, se ne parla sempre per ultimo in qualsiasi rubrica televisiva e su parecchi giornali sportivi e non. Insomma il Verona H. e il suo ambiente calcistico sembrano dare fastidio (forse risulta antipatico Mandorlini?, ma non credo). Della bella Verona di Giulietta e Romeo si parla volentieri, ma del Verona schizzato, per ora, ai vertici della clas- sifica di A poche parole, ma solo perchè è necessario, niente di più- E già, siamo sempre allo stesso punto (come un tempo): la provincia vale poco niente, e forse anche quello scudetto favoloso dell'84/85 del Verona H. ha dato molto fastidio a tanti, soprattutto a quelli delle metropoli o giù di lì. L'unica a celebrare un pò la squadra gialloblù è stata la Gazzetta, anche se nelle pagine finali... (da Lucianone)
(da 'La Gazzetta dello Sport' - 22/09/2014 - pag 19 / Nicola Cecere) Rafael para il Toro. Così il Verona vola Il portiere è superbo sul rigore di El Kaddouri. Il moldavo Ionita lancia i gialloblù al terzo posto Alle spalle delle due battistrada era attesa l'Inter e invece spunta il Verona: questa la sorpresa regalata dalla coda della terza giornata. Sorpresa poi fino a un certo punto se un o ripensa alla scorsa stagione che ha visto a lungo prota- gonista la formazione di Andrea Mandorlini, il più trapattoniano degli allievi del Giuan. Questa sua creatura ha il sapore e la fragranza dei biscotti della nonna, quelli fatti nel forno di casa. E lui è pure fortunato: ha pescato in pan- china l'uomo del match, Artur Ionita, primo moldavo a far gol in serie A (una legnata, Padelli sorpreso). Sai le feste a Chisinau? Del resto il Verona dimostra una volta di più che sul mercato ci sa fare. Gli unici nomi della squadra sono i vecchi pluridecorati Luca Toni e Rafa Marquez, gli altri sono tutti soldatini al servizio di un disegno tattico mutevole, camaleon- tico: ci si difende in nove o dieci, se occorre, ma si è sempre pronti a ripartire in quattro o cinque. E si è sempre in grado di far male, se non ci si imbatte in un arbitro oper zelante come il Banti di ieri, che ha fermato un contropiede 4 contro due ignorando la norma del vantaggio e pure chi era stato il granata col- pevole del fallo tattico... Una tela di passaggi e raddoppi, arretramenti e ripartenze, che ha avviluppato il Torino per tutto il primo tempo nel quale il palo ha respinto una girata di te- sta di Gomez. Questo per dire come il successo sia legittimo. Il Toro ha pagato la difficoltà che incontra quando c'è da tirare: solo 6 volte (30 tentativi) in tre partite ha centrato lo specchio, ed è la media più bassa del campionato. Un ini- zio così sotto tono non si verificava da quasi sessani'anni: bisogna risalire alla stagione 1957/58 per trovare una formazione granata a secco di gol nelle prime tre giornate. Oggi è l'unica fra le venti di A a non aver violato le reti avversa- rie: l'ultimo posto è... meritato. El Kadduri, a 2 minuti dal novantesimo, ha sprecato la doppia chance del rigore,,, Quagliarella ha obbligato Rafael a un tuffo salva risultato e Amauri, rifornito di cross, non ha trovato il bersaglio in tre occasioni. Va detto però che al 75' sul piede destro di Toni è arrivato un cross ideale da spedire in gol. Il campione del mondo 2006 lo ha impattato di forza anzichè cercare il piatto: invece che di collo ha colpito con l'esterno spedendo sul fondo. Avesse chiuso il match, El Kaddouri avrebbe dormito meglio, ieri notte.
20 settembre '14 - sabato 20th September / Saturday visione post - 7 Italia - Lavoro Agenzia di collocamento tedesca "recluta" lavoratori in Puglia Due workshop il 30 settembre e il 1° ottobre a Bari e Lecce con l'agenzia di collocamento Zav che si occupa anche della formazione. LECCE - Eures Lecce, attivo nell’ambito del servizio Politiche del lavoro della Provincia di Lecce, in collaborazione con Eures Puglia, ha organizzato due giornate di incontri informativi con i funzionari dei servizi per l’impiego tedeschi, Bundesagentur für Arbeit, (Zav), sui temi: opportunità di lavoro, redazione curriculum, ricerca attiva del lavoro in Germania. Interverrà anche l’Icit, Istituto di cultura italo-tedesca di Lecce, per fornire tutte le informazioni relative allo studio della lingua tedesca e relative certificazioni. Il primo workshop si svolgerà a Bari il 30 settembre, mentre il secondo sarà a Lecce, mercoledì 1° ottobre, alle 9,30, nella Sala conferenze della Provincia di Lecce, in via Botti. Possono partecipare all’incontro informativo tutti coloro che desiderano effettuare un’esperienza lavorativa in Germania (laureati, laureandi, tecnici, diplomati); il seminario si svolgerà in italiano e inglese, la partecipazione è gratuita. Per partecipare, inviare una e-mail con allegato cv in italiano entro il 22 settembre, con oggetto Partecipazione Lavorare in Germania a: eures@provincia.le.it per l’evento di Lecce (1 ottobre 2014) ed eures@regione.puglia.it per l’evento di Bari (30 settembre 2014). I candidati idonei a sostenere il colloquio saranno informati via e-mail e invitati a presentarsi con un cv redatto in lingua tedesca o, in sostituzione, in inglese. Coloro che saranno ritenuti idonei al termine dei colloqui, verranno presi in carico per un periodo di 6 mesi dagli esperti Zav che effettueranno un’attività di matching del loro profilo con le offerte di lavoro presenti nel database Zav. (da 'corriere del mezzogiorno.corriere.it) Roma - Costi della politica Le Camere e la maxi indennità: così si aggira il tetto agli stipendi Tagli al personale compensati, così si aggirano i tetti. il primo tentativo di riordino e le resistenze di un sistema abituato ad aumenti a pioggia.
Il primo tentativo di riordino e le resistenze di un sistema abituato ad aumenti a pioggia: all’ultimo esame perl’avanzamentoil99%èpassato
Ucraina - Il memorandum per la tregua
Al via il cessate il fuoco / L'accordo dopo 7 ore di colloqui
Prevista la creazione di una zona demilitarizzata di 30 chilometri nella parte orientale dell’Ucraina, ma la situazione nella regione resta tesa.
È stato raggiunto a Minsk un accordo di cessate il fuoco e per la creazione di una zona demilitarizzata di 30 km nella parte orientale dell’Ucraina. L’annuncio è avvenuto dopo sette ore di colloqui del cosiddetto «gruppo di contatto» Osce-Mosca-Kiev-separatisti per risolvere la crisi in Ucraina. Oltre al cessate il fuoco si è raggiunto un accordo anche per la creazione di una zona demilitarizzata di 30 km nella parte orientale del Paese. «Abbiamo firmato un memorandum», ha detto alla stampa l’emissario di Kiev, l’ex presidente Leonid Kuchma. Il documento «dovrebbe portare alla realizzazione di una zona di massima sicurezza», ha affermato il leader separatista Igor Plotnitski.Ma la tregua nella regione resta ancora fragile. Grecia - Corfù
Traghetto sugli scogli all'isola di Corfù: tragedia sfiorata La notte scorsa un traghetto della Grimaldi Lines con 760 persone a bordo, l’Europa Link, in servizio lungo la linea Igoumenitsa-Ancona-Trieste, è finito contro gli scogli a Corfu’. Nessuno dei passeggeri è rimasto ferito Germania 'Basta migranti, siamo al limite' Il ministro dell’Interno tedesco all’Europa: «Bisogna aiutare i Paesi che ne ospitano di più». Stretta sullo status di rifugiato.
(Da 'la Repubblica' - 22 agosto 2013 - LE RIVOLTE ARABE / di Paolo Brera, Gerusalemme)
La Siria
Strage di bambini con il gas nervino
"Oltre mille morti" ma il regime nega
Vertice del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Gli Usa: "Profonda preoccupazione" Una Treblinka di bambini e ragazzi sorpresi in strada da nuvole di gas nervino, boccheggianti
come pesciolini fuor d'acqua. Hanno la schiuma alla bocca, qualcuno riesce a muovere appena
le braccia e le mani, qualcun altro non respira già più: medici senza farmaci li accudiscono "con
acqua e aceto", aspettando che muoiano allineati sul pavimento di un ospedale. Le immagini orri-
bili che filtrano dalle fila dei ribelli, e rimbalzano nelle coscienze di tutto il mondo, urlano che ieri
mattina nei sobborghi orientali di Damasco quelle armi sono state sganciate a quintali, trasforman-
do la capitale siriana in una camera di sterminio a cielo aperto.
Ma la replica del governo di Bashar Al-Assad è altrettanto ferma: le accuse sono basate sul "nulla,
vacue, categoricamente false e totalmente inventate", sono solo "una macchinazione pianificata in
anticipo", una "sporca guerra mediatica" per costringere l?occidente a intervenire a favore dei ri-
belli. Sono un modo per 'Gli ispettori dell'Onu' incaricati proprio in questi giorni di verificare se
in due anni di guerra civile siano state effettivamente usate armi chimiche - la "linea rossa" fissa-
ta da Obama per separare il tollerabile dall'inaccettabile - o se sia solo propaganda rimpallata nel
campo avversario. Se si fosse potuta fare la cosa più logica, percorrere quei 12 chilometri che separano le camere
a 5 stelle del Four Seasons, in cui alloggia la missione scientifica dell'Onu, e la periferia di Dama-
sco, avremmo saputo in pochi minuti se ieri sia stato uno di quei giorni che il mondo vorrebbe
dimenticare, il più grave sterminio con le armi chimiche da quando Saddam Hussein ordinò a
suo cugino, Alì il Chimico, di massacrare migliaia di curdi in Iraq con Sarin e Iprite. Era il 1988,
25 anni fa. Invece, per tutto il giorno ieri si sono inseguite le immagini strazianti provenienti da
tre quartieri nella periferia e le dichiarazioni ufficiali del regime , che di prima mattina aveva of-
ferto la sua versione: tramite l'agenzia Sana, il governo siriano vantava un'importante offensiva
con armi convenzionali, e l'uccisione di "dozzine di terroristi" islamici legati al fronte ribelle.
"Ecco, è una piccola terrorista, questa bimba?", dice un uomo mostrando un corpicino tra
le vittime della strage, come gli altri apparentemente senza un graffio eppure esanimi. Non
c'è accordo su nulla, nemmeno sui numeri della tragedia: "centinaia di morti", dicono le or-
ganizzazioni umanitarie raccogliendo le testimonianze dei volontari, ; "più di mille morti",
replicano i tanti rivoli del fronte ribelle fornendo cifre sempre diverse. Il probema è che
le regole della logica e quelle della diplomazia corrono su binari divergenti. La missione dei delegati Onu, pianificata in anticipo, prevede che non possano neppure lascia- re l'albergo se non per tre specifiche escursioni in zone in cui si sospetta siano sta- te utilizzate armi chimiche, e due di queste zone non sono note per ragioni di sicu- rezza. Loro, i delegati, sono cauti: "Il numero delle vittime dichiarate è così elevato da suscitare sospetto. Certamente è una situazione su cui dovremmo indagare, se il Consiglio di sicurezza ci autorizzerà", dice il responsabile, lo scienziato svedese Ake Sellstrom.
Ci sono volute 14 ore per riuscire a convocare d'emergenza il Consiglio di sicurezza, racco-
gliendo nel frattempo la presa di posizione di Ue e Usa, entrambe allineate a chiedere "l'ac-
cesso immediato" èper gli ispettori Onu sul luogo della strage. La Casa Bianca esprime "pro-
fonda preoccupazione " e "condanna con forza ogni uso delle armi chimiche". Una posizio-
ne su cui concorda anche la Lega Araba, mentre la Russia si limita a chiedere "un'inchiesta
corretta, obiettiva e professionale" dando però assoluto credito alla tesi governativa: è stata
una provocazione premeditata.
14 settembre '14 - domenica 14th September / Sunday visione post - 5 "Jewish and the City"Festival Internazionale di cultura ebraica dal 13 al 16 settembre '14 Il Festival si aggancia al valore della Pasqua ebraica "Parola, teatro e musica - L'incanto della narrazione: undici luoghi di Milano per un viaggio fra tradizione e attualità".
(da 'Corriere della Sera' - 7 settembre 2014 - Peppe Aquaro) Cercare se stessi, esplorare i perchè di un cammino, sono i passi esistenziali dell'uomo. Da sempre. Per l'Ebraismo, queste domande cominciano con l'Esodo dall'Egitto e prose- guono fino ad oggi. Ma sono anche gli interrogativi di ogni individuo, al di là dei contesti politico-religiosi. Ecco perchè "Jewish and the City", seconda edizione del Festival di cultura ebraica a Milano, dal 13 al 16 settembre prossimi, non si esaurisce nel racconto di un popolo, ma è il "Pèsach: il viaggio più lungo", scelto come tema da "colui che sa di non sapere", ricorda Roberto Della Rocca, responsabile scientifico del festival e direttore del Dipartimento culturale dell'unione delle comunità ebraiche italiane. Alla ricerca di possibili risposte, incontriamo lo psicologo evoluzionista Jonathan Gottschall, autore de "L'istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso liberi" (Bollati-Boringhieri), che già domani, alle 11, nella Bivlioteca Sormani, terrà una lectio magistralis sull'arte del racconto. - E' la preview-raccontata din un festival che entrerà nel vivo sabato 13, in for- ma di narrazione teatrale e musicale, alla Rotonda della Besana, tra le undici sedi di una città, Milano, "naturalmente portata alla condivisione e allo scambio", ricorda Daniele Co- hen, assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano. La Besana è il luogo scelto dalla regista Andrée Ruth Shammah, per "Seder. Che cosa è cambiato?", dove un avvenimento scandito nel tempo, il racconto nel racconto, portico do- po pertico, trae spunto dal "Seder di Pèsach", la cena della Pasqua ebraica. E sempre sot- to i portici della Besana, sede del Museo dei bambini, il giorno dopo, dalle 10 del mattino, toccherà ai più piccoli proseguire quel racconto ispirato all'Haggadah (il compendio delle principali omelie rabbiniche) in una mostra-gioco, "Il mercato delle storie". "Si cercheranno risposte, in questi giorni di festival, all'interno di discipline provenienti da mondi differenti", spiega l'assessore Cohen. - Domenica 14, la Sinagoga si sdoppierà in due momenti apparentemente differenti", spiega l'assessore Cohen. Domenica 14, la Sinagoga centrale si sdoppierà in due momenti apparentemente diversi. La studiosa di ebraismo Catherine Chalier ricorderà quanto cisacuno di noi faccia parte di una lunga storia iniziata prima e destinata a proseguire ("in pratica una riflessione sul rispetto per il prossimo, dal momento che oggi siamo schiavi dei pregiudizi, delle ide- ologie e di un consumismo aggressivo e globalizzato", aggiunge Della Rocca), mentre l'attore Gioele Dix si chiederà in "E Mosè battè la roccia", che cosa ci sia sfuggito del racconto della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana. Potrebbe esserci sfugito il giusto ruolo della figura femminile , analizzato, domenica 14, in occasione del- la 15^ giornata europea della cultura ebraica , all'interno de "Le donne nell'Esodo", dalle tre del pomeriggio in Sinagoga. E ancora, "Donne e diaspora" in forma di sette no- te, se a suonare è il quartetto klezmer, tutto al femminile, de "Les Nuages Ensemble", dalle 15 di domenica alla Besana.
7 settembre '14 - domenica 7th September / Sunday I riconoscimenti e i premi Leone d'oro - "A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence" di Roy Andersson (Svezia) Leone d'argento - "Le notti bianche del postino" di Andrej Konchalovskij Gran Premio Giuria - "The Look of Silence" di Joshua Oppenheimer Miglior attrice - Alba Rohrwacher per "Hungry Hearts" di Saverio Costanzo Miglior attore - Adam Driver per "Hungry Hearts" (da 'Corriere della Sera' - 7/9/'14 - di paolo Mereghetti) Alba Rohrwacher tiene alta la bandiera italiana alla 71esima Mostra di Venezia. Con un ruolo a rischio - una madre che per troppo amore finisce per far male al figlio - questa attrice schiva e minuta, lontanissima dai canoni acclamati della 'bel- lezza italica", ha saputo conquistare una meritatissima Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile in "Hungry Hearts" di Saverio Costanzo,. Trascinando sul podio anche il suo collega Adam Driver, premiato per l'interpretazione maschi- le. L'accoppiata, che un pò ha sorpreso soprattutto per il riconoscimento all'attore visto il gran numero di prove eccellenti (ricordiamo almeno quelle di Michael Kea- ton, Viggo Mortensen o Elio Germano), acquista ulteriore forza dal resto dei pre- mi, tutti ampiamente condivisibili. Il Leone d'oro a Roy Anderson a Roy Andersson per il suo"filosofico" piccione sul ramo, quello d'argento per la regia ad Andrej Konchalovskij e il Gran Premio della Giuria a 'Look of Silence' di Oppenheimer (che il giurato Tim Roth ha defi- nito "un capolavoro" rendendo pubblica durante la premiazione la sua passione ma anche, se ne deduce, le divisioni che non hanno permesso al film di conquista- re il primo premio), quei tre riconoscimenti - dicevo - premiano alcuni dei film mi- gliori visti al festival. - Certo, personalmente avrei voluto che anche altri titoli ottenessero un qualche riconoscimento: dispiace per l'esclusione di Anime nere, di Red Amnesia, di Le dernier coup de marteau (che pure ha fatto vincere al suo in- terprete Romain Paul il premio Mastroianni per la miglior giovane speranza) ma i premi sono quelli e non si possono moltiplicare come i pani e i pesci. Continua... to be continued...
6 agosto '14 - sabato 6th August / Saturday visione post - 9 Il mausoleo-valigia di Vuitton sulla Piazza Rossa è per caso una profanazione? Non più di quanto lo sarebbe in qualunque altra piazza del mondo. Non è il fan- tasma di Lenin, a subire l'onta. E' il passante qualunque, il cittadino della polis che se la vede invasa, per il lungo e per il largo, da quella immane carabattola di tranta metri. Si sa, del resto, che tra il lusso e l'eleganza non sempre corre buon sangue: il lusso è spesso cafonissimo e non ha, dell'eleganza, la leggerez- za e il sottotono. - Elegantissimo, in questo senso, fu l'atterraggio su quella piazza del Cessna monomotore di Mathias Rust, nel maggio del 1987, dopo un mirabile volo dalla Finlandia, sfuggendo ai caccia sovietici e ai radar come un pettirosso alle doppiette. Rust era un ragazzo tedesco nato nel 1968. Ave- va 19 anni. Voleva portare, in piena guerra fredda, un messaggio di pace. Fu accolto dai passanti, sbigottiti, che gli offrirono pane e sale, il gesto russo di benvenuto. Un'ora dopo arrivò la polizia politica. - Rust scontò 432 giorni di prigione, appena di meno delle Pussy Riot (la galera facile, in Russia, è una vecchia tradizione). L'aeroplano del ragazzo Mathias era lungo un decimo del valigione di Vuitton. La sua mole, un centesimo. Il suo peso, quello di un pettirosso (da 'la Repubblica' - 28/11/2013 / L'AMACA - Michele Serra)
4 settembre '14 - giovedì 4th September / Thursday Violenze su violenze e va in scena la replica del nazismo, ma questa volta è del tutto globalizzato (di Lucianone)
4 settembre '14 - giovedì 4th September / Thursday visione post - 12 La teoria dell'impatto gigante: quando la Terra si scontrò con Teia e nacque la Luna Uno studioso tedesco conferma l'impatto con un misterioso corpo celeste (Teia) avvenuto oltre quattro miliardi di anni fa. (da 'la Repubblica' - 6/6/2014 - di Silvia Bencivelli, Roma) L'atto di nascita della Luna è stato un gigantesco scontro spaziale. O meglio: un impatto avvenuto quattro miliardi e mezzo di anni fa tra la Terra primordiale, che allora era molto più grande di quanto non sia oggi, e un misterioso corpo celeste, che dopo lo scontro si sa- rebbe disintegrato. Per indicare quest'ultimo gli astronomi hanno scelto il nome Teia, che richiama l'antica dea greca madre di Selene, cioè la Luna. Mentre per indicare l'ipotesi della nascita del nostro satellite dal gigantesco incidente tra Teia e la Terra hanno scelto il nome decisamente meno poetico di "Impatto gigante". Oggi, a 40 anni dalla sua prima formulazione moderna, l'ipotesi sembra trovare una conferma grazie a una ricerca tede- sca pubblicata sull'ultimo numero della rivista Science. Secondo l'ipotesi dell'Impatto gigante, lo scontro spaziale tra corpi celesti avrebbe pro- dotto una nuvola di polveri e frammenti che, ruotando a grande velocità intorno alla Ter- ra, si sarebbero aggregati a formare la Luna. E in parte, questi frammenti sarebbero sta- te schegge di superficie terrestre. In parte, o forse soprattutto, resti del misterioso cor- po celeste. Ma se Teia non esiste più, comìè possibile provare che abbia davvero dato origine alla Luna? L'idea è che, se le cose sono andate come dice l'ipotesi, la Luna do- vrebbe assomigliare in qualche modo assomiglaire un pò a Teia, cioè dovrebbe portyare dentro di sè, da qualche parte, qualche segno dell'eredità materna. Il che però propone un duplice problema: il primo è che di Teia non conosciamo proprio niente e quindi non sappiamo che cosa cercare. E il secondo è che, finoa ieri, avevamo trovato solo rocce lu- nari in tutto e per tutto uguali a quelle della Terra.. Quindi di Teia nessuna traccia. Fino a ieri, però. - La ricerca tedesca, infatti, è finalmente riuscita a scovare un segno partico- lare nelle rocce della Luna che su quelle della Terra non cè. E' stato possibile grazie a campioni di superficie lunare, portate indietro dalle missioni Apollo della Nasa, e a tecni- che di analisi più raffinate. Questo segno è una piccola, ma significativa, differenza tra la quantità di una particolare forma dell'ossigeno contenuta nelle rocce lunari rispetto a quelle terrestri. - "La differenza è piccola ed è difficile da riconoscere -ha spiegato Da- niel Herwartz, coordinatore del gruppo di ricercatori dell'Università di Colonia - ma c'è. E significa due cose: possiamo essere ragionevolmente sicuri che ci sia stato l'impatto tra Teia e la Terra. E possiamo farci un'idea della composizione di Teia". Adesso, chia- riscono i ricercatori, si tratta di capire quanta Teia sia rimasta nella Luna e quanta abbia finito di disperdersi nello spazio. I vecchi modelli dicevano che la Luna era soprattutto fi- glia di Teia: i nuovi dati, concludono gli studiosi tedeschi, suggeriscono invece che sia fi- glia di entrambi. Metà della Terra e metà del misterioso corpo celeste. Ma ci potrebbe anche essere una seconda spiegazione per i risultati ella ricerca tedesca. Quella suggerita da Diego Turrini, planetologo dell'Istituto di Astrofisica e planetologia spaziali dell'Istituto nazionale di astrofisica di Roma: "cioè che si tratti del risultato di im- patti successivi, avvenuti anche quando la Luna e la Terra erano perfettamente formati". Tutti i corpi del sistema solare, infatti, hanno continuato anche dopo la loro formazione a ricevere l'impatto di meteoriti (come del resto avviene ancora). E siccome la Luna e la Terra hanno massa e gravità diversa "potrebbe essere stato qualcosa che si è impattato in maniera diversa e che ha provocato una qualche modifica della superficie di uno dei 2 corpi celesti". In fondo, i dati indicano solo che c'è una minima, ma chiara differenza nel- la composizione tra la Terra e il suo satellite. Questo non toglie, conclude Turrini, che per la nascita della Luna l'ipotesi dell'Impatto gigante rimanga oggi la più plausibile. "Ha an- che il vantaggio di spiegare l'unicità del nostro satellite,. che è "solo" un centesimo della massa della Terra ed è quindi grandissimo rispetto agli altri satelliti degli altri pianeti del Sistema solare". Lucianone CONTINUA... to be continued...
3 settembre '14 - mercoledì 3rd September / Wednesday visione post - 7 Risultati delle partite Livorno 1 Virtus Entella 0 C a t a n i a 3 Avellino 1 Varese 2 Carpi 1 B a r i 2 Vurtus Lanciano 3 Pro Vercelli 0 Spezia 1 Frosinone 1 Pescara 0 Perugia 2 Modena 1 Crotone 0 Brescia 0 Trapani 0 Bologna 1 Cittadella 1 Ternana 2 MODENA - CITTADELLA 1 1 Acosty Sgrigna Un punto a testa nell'esordio di campionato per emiliani e veneti. I padroni di casa vanno sotto, trovano il pareggio con Acosty e negli ultimi minuti cercano senza successo di ribaltare il risultato.
3 settembre '14 - mercoledì 3rd September / Wednesday visione post - 6 I rischi della società liquida con l'impegno ridotto a show e le sfide della tecno-modernità nelle società autoritarie (da 'la Repubblica' - 6 giugno 2014) di Zygmunt Bauman Per cominciare, i social network rappresentano più di qualsiasi altro strumento di sorveglianza una modalità più economica, accurata e in generale più facile per identificare e localizzare i dissidenti attuali o potenziali. E la sorveglianza esercitata attraverso i social network è resa assai più efficace grazie alla colla- borazione delle sue stesse vittime. Viviamo in una società confessionale, che promuove la pubblica esposizione di sè al rango di prova eminente e più acces- sibile, oltre che verosimilmente più efficace, di esistenza sociale. Milioni di utenti di Facebook fanno a gara tra di loro per rendere pubblici gli aspetti più intimi e al- trimenti inaccessibili della propria identità, delle proprie relazioni sociali, dei pro- pri pensieri, sentimenti ed attività. I social network sono il terreno di una forma di sorveglianza volontaria, fai-da-te, di gran lunga preferibile (sia per volumi che per costi) alle agenzie specializzate nelle quali operano professionisti dello spionaggio e del pedinamento. Una vera manna per qualsiasi dittatore e i suoi servizi segreti, una pioggia di monete cadute dal cielo. Uno dei capitoli di 'L'ingenuità della rete' (saggio di Evgeny Morozov che esplora pro-
prio questi temi, ndr) si intitola"Perchè il Kgb vuole che tu ti iscriva a Facebook". Morozov vi passa in rassegna i molti modi in cui i regimi autoritari , o meglio tiran- nici, possono sconfiggere i presunti combattenti della libertà al loro stesso gioco, servendosi della stessa tecnologia alla quale gli apostoli e i panegiristi delle pro- pensioni democratiche di internet hanno affidato le proprie speranze. Non c'è nulla di nuovo; come ci ricorda L'Economist, un tempo i dittatori del passato impiegava- no le vecchie tecnologie in maniera analoga per mettere a tacere e disarmare le proprie vittime: alcune ricerche dimostrano che i tedeschi dell'Est che avevano ac- cesso ai programmi televisivi occidentali erano meno portati ad esprimere insoddi- sfazione nei confronti del regime. Quanto ai ben più potenti mezzi dell'informatica digitale, Morozov sostiene che internet fornisce a coloro che vivono sotto regimi autoritari cos' tante distrazioni facilmente accessibili e a buon mercato da compli- care considerevolmente i tentativi di indurre le persone ad interessarsi minima- mente alla politica. Ameno che la politica si ricicli a sua volta in un'avvincente va- rietà di intrattenimento , piena di impeto e passione e tuttavia rassicurantemente sdentata, sicura e innocua. (Testo tratto da Moral Blindness.The loss of Sensitivity in Liquid Modernity di Zygmunt Bauman and Leonidas Donskis - Polity Press 2013). Lucianone
3 settembre '14 - mercoledì 3rd September / Wednesday visione post - 5 The return of Bonnie and Clyde First part The Friday afternoon before the Memorial Day weekend, Milwaukee banks were crowded with customers making last-minute withdrawals and deposits. Bank employees were particularly nervous that day because of the rash of bank holdups that had been plaguing the city for the past month; twenty two according to the police. Accordingly, the stage was set for a comedy of errors that might have turned out to be a tragedy. Mr. and Mrs. Blake - two law-abiding, churchgoing citizens - were mistaken for a modern-day Bonnie and Clyde. While they were at the teller's window of a bank, the bank's robbery alarm went off and police charged in with guns drawn. Mr. and Mrs. Blake , frightened by the alarm, were fleeing when they were stopped at gunpoint. Appunti e note utili con Vocabulary deposits - money put in a bank = versamenti employees - also spelled in American 'employes' = impiegati rash - large number plaguing - troubling, afflicting police is always plural unlike the Italian singular la polizia comedy of errors -comic errors or mistakes law-abiding - obeying the law = rispettoso delle leggi churchgoing - attending church services regularly = fedeli modern-day - contemporary went off - rang = ha suonato drawn - ready to shoot fleeing - running away = darsi alla fuga Second part "That's them!" the teller shouted accusingly. "The man and woman with the duffel bag." - "We were only making a withdrawal," Mr. Blake said, insisting upon their innocence. "Sure you were," said the doubting policeman, "you were just withdrawing enough money to fill that duffel bag." - The hapless couple were hauled off unceremoniously to the police station to be booked. Subsequently, the police discovered a twelve-guage shotgun and "burglar" tools in their duffel bag CONTINUA... to be continued...