martedì 30 ottobre 2012

Sport - calcio / Serie B - 12^ giornata 2012/13

31 ottobre 2012 - mercoledì        31st October / Wednesday        visioni post - 11
                                                                                                     

Steccano Verona e Livorno
E il Sassuolo allunga: +6

Serie B, 12ª giornata: Di Francesco batte 3-1 la Ternana e consolida il primato. Mandorlini beffato dal Crotone (3-3); i toscani fanno 1-1 con il Lanciano. Successi per Ascoli, Cesena, Empoli, Pro Vercelli e Juve Stabia. Finiscono pari Cittadella-Brescia, Modena-Padova e Varese-Vicenza

Dodicesima giornata di Serie B nel segno della capolista. Nell'anticipo delle 18, il Sassuolo vince 3-1 in casa della Ternana (che era imbattuta da 8 partite) e consolida il primato in classifica, portandosi a quota 31 punti, allungando a +6 sul Verona (3-3 pazzesco a Crotone) e +8 sul Livorno (1-1 a Lanciano).

Risultati delle partite
Ternana - Sassuolo          1 - 3             Ascoli - Novara           2 - 0   
Bari - Empoli                     2 - 3            Cesena - Grosseto       3 - 2 
Cittadella - Brescia          1 - 1             Crotone - Verona        3 - 3
Juve Stabia - Reggina     1 - 0              Lanciano - Livorno    1 - 1
Modena - Padova              0 -0             Pro Vercelli - Spezia   1 - 0
Varese - Vicenza              1 - 1

Classifica di serie B
Sassuolo  31  /  Verona  25  /  Livorno  23  /  Padova, Juve Stabia  18  /
Cittadella  17  /  Ternana, Varese  16  /  Modena, Brescia, Ascoli, Spezia  15  /
Bari, Vicenza, Empoli, Cesena  12  /  Crotone, Pro Vercelli  11  /  Novara  10  /
Reggina, Lanciano  9  /  Grosseto  3

Crotone-Verona 3-3Gara vietata ai deboli di cuore quella dello Scida. Il 3-3 finale premia la tenacia del Crotone che non ha mai mollato anche quando è passata in svantaggio al 46’ del secondo tempo. Ma andiamo per ordine. Mandorlini rimodula la squadra lasciando molti titolari in panchina. Drago lascia fuori Caetano e gli preferisce Ciano. Dieci minuti di schermaglia ma di bel gioco fino al vantaggio del Verona. Che arriva al 18’ per merito di Martino che sfrutta una clamorosa indecisione difensiva e si ritrova solo davanti a Caglioni: il suo sinistro è preciso e non lascia scampo al portiere rossoblù per il suo primo gol stagionale. Il Crotone preme ma offre il fianco al Verona che con Cocco non trova lo specchio dopo una invenzione di Hallfredsson che taglia in due la difesa crotonese. Ma il pareggio arriva al 22’ grazie ad un rigore accordato da Di Bello per fallo di Hallfredsson che in piena area respinge con un braccio un tiro ravvicinato di Maiello. Dal dischetto Gabionetta trasforma con precisione. Ma il Verona non ci sta e sfiora due volte il vantaggio con Cocco e con Gomes ma al 4’ una invenzione di Hallfredsson che trova lo spiraglio giusto per mettere Cocco davanti a Caglioni eludendo il fuorigioco. Anche per l’attaccante ex dell’AlbinoLeffe primo centro stagionale. Si torna dal riposo con gli stessi effettivi ma e con il Verona che però sfiora in più circostanze la terza rete. Gabionetta si infortuna al 12’ e a suo posto entra Pettinari. Che al 34’ trova lo spiraglio giusto per pareggiare su una intuizione di Mazzotta. Quando tutto lascia pensare ad un pareggio ecco l’impennata veronese al 46’ grazie a Gomes che raccoglie un a deviazione volante di Cacia e con un diagonale preciso impallina Caglioni. Il Crotone però non molla e al 48’ Eramo pesca nell’area Maiello che controlla col destro e col piattone batte Nicolas per il definitivo e spettacolare 3-3.
 (Luigi Saporito  -  da la Gazzetta dello Sport.it) 
   Martinho: ha appena segnato per l'Hellas Verona

Ternana-Sassuolo 1-3Succede tutto nel finale con il Sassuolo che passa al Liberati per 3-1. Dopo un primo tempo senza troppe emozioni con la capolista impegnata in un lungo e sterile possesso palla la partita s'è accesa nella ripresa grazie alla Ternana che attacca e crea l'occasione del gol con Carcuro al 14' il cui colpo di testa finisce contro la traversa. Ma il Sassuolo in contropiede ha scatenato i suoi avanti e al 18' è passato con un tocco sotto misura di Valeri servito da un assist aereo di Pavoletti. La Ternana perde Ferraro per infortunio e con l'uomo in meno subisce il raddoppio di Pavoletti che di testa infila sull'angolo di Berardi. Sembra finita ma la Ternana si rimette in partita. Al 37' Troiano colpisce il pallone con una mano in mischia. Litteri s'incarica di calciare il rigore che Pomini devia sul palo. Dall'angolo Vitale mette in mezzo per il colpo di testa vincente di Brosco. I settemila del Liberati ci credono, spingono la Ternana in avanti ma in contropiede il Sassuolo passa. Un tocco di Fazio su Masucci genera il rigore che Terranova calcia con forza. Traversa, palla oltre la linea non vista, ma Magnanelli risolve tutto spingendo in rete il pallone. (Massimo Laureti)
Lanciano-Livorno 1-1Finale pirotecnico a Lanciano con Alessandro Volpe sugli scudi. Nel giro di due minuti tra il 44’ e 46’ della ripresa colpisce prima la traversa e poi trova il pareggio su perfetto assist di Falcone. Il Lanciano paga la pochezza offensiva anche se nella ripresa ha mostrato chiari segni di miglioramento.Quando la classifica si fa pesante ed affronti una delle protagoniste del campionato non puoi concedere tre assenze importanti in difesa e non subirne le conseguenze, anche se lo stesso Livorno arriva a Lanciano privo di due pedine importanti come Siligardi ed Ederson. La gara si gioca a centrocampo, dove la squadra di Nicola trova gli spazi migliori e costruisce la vittoria, anche in virtù di una maggiore esperienza dei suoi uomini.I locali cercano di fare la partita ma in avanti non hanno forza, tanto che Fiorillo non viene mai impegnato per tutto il primo tempo. Il Livorno si muove bene con il trio d’attacco, con Belingheri che fa la differenza, con movimenti precisi, sempre in sintonia con i compagni di reparto. Quando il Lanciano mostra di voler osare un po’ di più, viene fuori l’esperienza e la migliore organizzazione del Livorno che trova il gol. E’ il 37’ quando con una perfetta ripartenza Paulinho serve alla perfezione Belingheri che trafigge Casadei con un perfetto diagonale. La reazione del Lanciano è generosa con Falcinelli vicino al gol al 7’ con un gran tiro deviato in angolo da Fiorillo. Gli spazi concessi alla squadra ospite sono inevitabilmente più ampi con la partita sicuramente più gradevole. Nel finale Aquilanti salva sulla linea un tiro di Piccoli poi lo spettacolare finale di Volpe che regala a Gautieri un punto che fa morale. (Fiorenzo Carlini)




Lucianone

lunedì 29 ottobre 2012

Meteo - L'uragano Sandy negli Usa

29 ottobre 2012 - lunedì     29th October / Monday

Uragano su New York
New York paralizzata in attesa di Sandy

Più di un milione e mezzo senza luce. Sandy arriva sulla costa orientale

L'arrivo a Atlantic City è previsto a mezzanotte (ora italiana) Più di un milione e mezzo senza luce. Sandy arriva sulla costa orientale

L'impatto con New York è previsto tra le 18 e le 20.30 locali (tra le 23 di lunedì e l'1.30 di martedì, ora italiana). Tutta la costa orientale degli Stati Uniti è in allerta: milioni di persone si stanno preparando all'arrivo dell'uragano. Nel frattempo Sandy ha raggiunto un diametro di circa 1500 chilometri, è grande quanto lo stato del Texas. I meteorologi temono possa trasformarsi nella peggiore tempesta degli ultimi decenni. Un milione e seicentomila persone sono senza elettricità nella costa orientale. Prima vittima: uno dei due dispersi del Bounty. 



«NON C'E' PIU' TEMPO PER SCAPPARE» - Il sindaco ha avvertito che «le condizioni in città sono pericolose e peggioreranno nelle prossime ore». Sandy è la «tempesta del secolo»: «state a casa», afferma il sindaco di New York, Michael Bloomberg, sottolineando che la metro e i bus resteranno quasi sicuramente fermi domani.

DISPERSO DEL BOUNTY - È stato ritrovato il corpo di uno dei due dispersi dopo il naufragio della nave replica del Bounty. Lo rende noto la guardia costiera americana. Si tratta della prima vittima statunitense dell'uragano Sandy.
NEW YORK PARALIZZATA - Il gigantesco uragano si sta spostando ad una velocità di 44 chilometri orari, soffiando venti che sfiorano i 140 chilometri all'ora. A causa del vento provocato da Sandy i livelli elevati di acqua potrebbero estendersi su diversi cicli di maree prolungando le inondazioni costiere e nelle baie. A New York il sindaco Bloomberg ha prolungato fino a domani la chiusura delle scuole. Problemi si stanno registrando con l'evacuazione delle 375mila persone che vivono nelle zone a rischio della Grande Mela: in molti, infatti, si sarebbero rifiutati di lasciare le loro case. Paralizzato Wall Street: il floor del New York Stock Exchange resta chiuso oggi e con ogni probabilità anche domani. Erano 25 anni che Wall Street non si fermava per un uragano, l'ultima volta è successo nel 1987 con l'arrivo di «Gloria». Metropolitane e mezzi pubblici di superficie sono fermi.

Sandy è a New York, almeno 12 morti
Sei milioni di persone senza luce

L'uragano ridotto a «Superstorm». Manhattan città fantasma, 3,5 metri d'acqua a Battery Park

LE VITTIME - Il bilancio è di almeno 12 morti, di cui tre sarebbero bambini. Un morto anche in Canada. Gli ultimi casi sono quello di due persone uccise in New Jersey per un albero abbattutosi sulla loro auto e quello in West Virginia di una donna di 48 anni che con la sua auto si è schiantata contro un camion a causa del fondo stradale scivoloso per la neve. Un'altra persona è rimasta uccisa in Connecticut sempre per la caduta di un albero, un'altra è morta di attacco di cuore mentre veniva evacuata ad Atlantic City. Un morto e un disperso per il naufragio del Bounty (vedi sotto). Una donna è morta a New York, nel Queens, fulminata da una scarica elettrica mentre camminava per strada, quando ha messo il piede in una pozzanghera. Sandy ha fatto una vittima anche in Canada: una donna è morta a Toronto dopo essere stata colpita da un cartellone sradicato dai venti che soffiavano a 65 chilometri orari. In Canada si sono registrati venti molto sostenuti nel sud dell'Ontario e in Quebec.

Lucianone

domenica 28 ottobre 2012

Sport - calcio / Serie B - 11^ giornata 2012/13

28 ottobre 2012 - domenica      28th October / Sunday     visualizzazioni - 36.774

Il Verona passa con due rigori
Padova pari, Spezia k.o.

11/a giornata del campionato di B: la squadra di Mandorlini vince 2-0 col Lanciano in dieci per l'espulsione di Leali. Decisivi i penalty trasformati da Cacia e Gomez. Dopo i fatti di Livorno, il club veneto ricorda Morosini con uno striscione e delle maglie celebrative. Il Grosseto mette fuori rosa quattro calciatori coinvolti in un incidente la notte scorsa alle 5.30
Nell'undicesima giornata della B, il Verona piazza il controsorpasso sul Livorno grazie alla vittoria per 2-0 sul Lanciano, in dieci per l'espulsione di Leali. In rete Cacia e Gomez, entrambi su rigore. Il Padova non va oltre l'1-1 casalingo col Bari, mentre lo Spezia rimedia una sconfitta per 3-0 dal Cittadella. Avevano aperto i giochi il Sassuolo, con il successo sulla Juve Stabia per 1-0, e il Livorno, con la vittoria casalinga sul Cesena per 1-0.

     Lo striscione del Verona per Morosini

VERONA-LANCIANO 2-0 — Due rigori permettono al Verona di battere il Lanciano e tornare al secondo posto, prima della trasferta di Crotone ed il posticipo col Sassuolo. Al Bentegodi più di un minuto di applausi mentre i giocatori dell’Hellas reggono al centro del campo lo striscione “Moro per sempre con noi”, una delle tante risposte della società ai cori di Livorno nei confronti di Pier Mario Morosini. Mandorlini vara il tridente Bojinov-Cacia-Grossi, con Gomez per la prima volta in panchina. I primi pensieri per il Lanciano arrivano di Bojinov, ma Leali è molto attento. Nicolas, sostituto dell’infortunato Rafael, si addormenta al 28’, raccogliendo con le mani un passaggio all’indietro volontario. Tutto il Verona si mette in barriera, Amenta spara sul muro gialloblu, sulla respinta Falcinelli trova pronto Nicolas. Sempre vivi Cacia e Grossi, ma il Lanciano non trema. Il secondo tempo (5’) si apre col diagonale fuori di Cacia, al quarto d’ora Leali stoppa il sinistro di Bojinov. Mandorlini a mezzora dalla fine fa alzare dalla panchina Rivas e Gomez per Bojinov e Grossi. La pressione aumenta, fino alla mezzora e alla volata di Gomez verso la porta. L’argentino anticipa Leali, finisce a terra. È rigore ed espulsione di Leali, entra Casadei per Pepe, pochi secondi dopo Cacia piazza una gran botta sotto la traversa. Uno a zero. Il Lanciano ha l’occasione giusta tre minuti dopo, ma Falcinelli spara alto da ottima posizione dopo lo scivolone di Moras. La contesa è chiusa al 40’, con il secondo rigore della giornata (trattenuto Cocco) trasformato stavolta da Gomez. Il Verona è secondo.
(Alessandro De Pietro  -  da la Gazzetta dello Sport.it) 
SPEZIA-CITTADELLA 0-3Quasi senza attaccare nel primo tempo, troppo sbilanciato nella ripresa ed è così che lo Spezia finisce lungo e disteso, sul sintetico del suo 'Picco', abbattuto da un Cittadella cinico e robusto. Non basta neanche il portafortuna Gabriele Volpi, presidente onorario dei liguri, fino ad oggi imbattuto da spettatore, perché il loro ruolo, i veneti, lo interpretano alla perfezione. Il vantaggio dei granata (per l'occasione in giallo), arriva al 40' del primo tempo: dopo un bel triangolo, Biraghi arriva sul fondo e rasoterra cede al centro, dove il tiro di piatto di Di Carmine, viene deviato da Giannetti proprio sotto porta. Cambia volto lo Spezia nel secondo tempo, dopo che Serena trasforma il poco funzionale e scarsamente produttivo modulo 3-5-2, in un più aggressivo 4-3-3. Schiacciato completamente nella propria metà campo, il Cittadella tenta soprattutto delle ripartenze, ma è proprio in una di queste, al 13', dopo un errore elementare di Goian sulla trequarti, che Di Carmine s'invola solitario verso la porta di Iacobucci. Mario Rui, nel tentativo di intervenire, spinge in area l'attaccante e l'arbitro Abbattista, dopo aver espulso il portoghese, concede il rigore (14'): batte Di Roberto, il portiere dello Spezia, tocca ma non evita lo 0-2. Il definitivo tris al 18', dopo un'incomprensione tra Benedetti e Iacobucci nell'area piccola, è ancora di Giannetti, che soffia il pallone da sotto il naso degli avversari e mette dentro a porta vuota. Per lo Spezia, in dieci uomini, soltanto la parte alta della traversa, colpita al 44' da Piccini con un tiro-cross dalla fascia destra. (Marco Magi)

domenica 21 ottobre 2012

Storie - personaggio / Gigi Meroni, artista e calciatore ribelle

21 ottobre 2012 - domenica        21st October / Sunday            visioni post - 21
                                                                                                  
Dedicherò di tanto in tanto qualche pagina di questo blog
ai grandi del calcio. Uno di questi è stato senz'altro Gigi
Meroni, che i più giovani non conosceranno bene, se non
da eventuali racconti dei genitori e dei nonni.
Questo articolo del giornalista Enrico Deaglio spiega bene
la vita calcistica ed extracalcistica  di Meroni, e soprattut-
to il suo essere originale in quel periodo, anni '60, in cui re-
gole e tradizione ancora resistevano.
(Lucianone)

(da 'la Repubblica' - 9 ottobre 2012 - di E. Deaglio)
Il 15 ottobre di 45 anni fa moriva il calciatore artista e ribelle
del Torino, Gigi Meroni, passando così dal campo alla leggenda.
MERONI -  Genio della lampada granata,
                       quando Gigi dribblava il mondo
                    
 Domenica 15 ottobre del 1967, la notizia cominciò a spargersi dopo
le 21. Aveva la forza di quei venti gelidi che precedono la tempesta.
Diceva che  quel ragazzo portato  al pronto soccorso  dell'ospedale
Mauriziano era Gigi Meroni, l'ala destra del Torino.  Investito da
un'auto, forse morto.
Ora era sul lettino del pronto soccorso e davanti, nel corridoio ar-
rivava la folla.    Erano infermieri, medici, gli allievi, i portantini,  
ma anche i malati in pigiama o con la vestaglia. Tanti salivano sa-
livano in piedi sulle due lunghe panche di metallo. Ma su così tan-
ta calca gravava una specie di silenzio, mentre gli occhi cercavano
di aprire quella porta e di sapere che cosa succedeva dentro. Poi la
porta si aprì e comparve un infermiere, mandato dall'interno come
portavoce. In piemontese pronunciò il verdetto: "Anche se vive, non
potrà più giocare al fùtbol". La folla cominciò a singhiozzare.
Erano in due, Meroni e il terzino Fabrizio Poletti, sulla mezzeria di
corso Re Umberto, tornavano indietro dal bar Zambon.    Un'Appia
che  aveva sorpassato  nonostante  la  doppia riga, li aveva falciati;
Poletti di striscio, Meroni in pieno spaccandogli le gambe.   Ora si
sentivano grida nel corridoio, sulla maledizione della squadra, sul-
la nuova Superga, sulla Malignità del Fato: "Cristo, poteva morire
Poletti!". Era arrivato Nestor Combin, il centravanti argentino con
la faccia da indio, e dovevano tenerlo in tre perchè cercava di ucci-
dersi a testate contro le colonne di granito dell'ingresso. Era arriva-
to Fabbri, Topolino, avvolto in un impermeabile che piangeva da solo.
ormai c'erano centinaia di persone , quando la porta si aprì di nuovo,
uscì il medico che, semplicemente, scosse la testa.  -  Lasciò la porta
socchiusa e dentro alcuni riuscirono a vedere per un attimo Gigi Me-
roni morto, la barba e i baffi neri come un Cristo messicano, con un
grande fazzoletto bianco che gli reggeva il mento. Colpito da dietro,
i due femori si erano frantumati ed erano esplosi.
Luigi Meroni, nato a Como nel 1943, ala destra del Torino, era alto
appena 1,72, aveva il fisico di un pulcino, e giocava con i calzettoni
abbassati alla Sivori, cosicchè  quando usciva  dal campo  si poteva
vedere tutto il sangue sulle gambe, accumulato in 90 minuti di bot-
te; entusiasmava e  inteneriva  per l'arte, il talento , la fragilità  e
una certa tristezza negli occhi. Si beveva come ridere dei lungagnoni
come Facchetti o Schnellinger, aveva le traiettorie impossibili, l'apo-
teosi nello spazio stretto, le girate repentine, il magnetismo tra piede
e pallone. Era un"capellone", un ribelle naturale e un artista.
Gli dicevano "Taglati i capelli, Meroni!", ma lo dovettero convocare
ugualmente  in Nazionale tanto era bravo (e se lo avessero messo in
campo dopo l'infortunio a Bulgarelli non avremmo avuto l'umiliazione
della Corea).


Dipingeva quadri, si era fatto restaurare una Balilla, portò una volta
per Torino una gallina al guinzaglio, un'altra volta passeggiò scalzo:
si disegnava lui stesso i suoi vestiti - certi gessati da gangster, cami-
cie e cravatte dal collo spropositato. Lo chiamavano in tanti modi:
"zingaro", "Calimero", "hidalgo", "beat", "farfalla", ma il titolo 
più bello era "il quinto dei Beatles", che condivideva  con George
Best del Manchester United.
Gigi Meroni non cercò mai la celebrità, ma gli capitò di essere un
simbolo in un'Italia di cambiamento. Era cresciuto in un oratorio
di Como, e si trovò spaesato quando lo vendettero al Genoa. I tifo-
si lo amarono talmente che ci furono "disordini", quando Meroni
venne comprato dal Torino. Si era innamorato di una ragazza del
luna park, si chiamava Cristiana e andarono a vivere insieme, no-
nostante lei avesse dovuto subire un matrimonio combinato. Non
protestava mai, Meroni:  ma, per esempio, rifiutava di tagliarsi i
capelli. Non parlava di politica , ma divenne un simbolo della li-
bertà. Quella sua barba lunga, poi, lo accomunava ai ribelli.
A Torino - per invidia e cattiveria - l'avvocato Agnelli arrivò ad
offrire 750 milioni alla squadra concorrente, pur di vederlo gio-
care con la maglia della Juventus. Torino era ancora una città
calma, allora, ma in migliaia  minacciarono di scatenare "di-
sordini", se questo scandalo si fosse avverato. Persino i sinda-
cati, che allora erano poco e niente, si dissero scandalizzati.
E così, solo per paura della piazza, Meroni era rimasto granata.
   La settimana dopo la sua morte, si giocava il derby. Si capì da 
che parte stavano, rispettivamente, il Bene e il Male. Poletti scese
in campo  zoppo, Nestor Combin, l'indio, con 39 di febbre, segnò 
3 gol frutto di rabbia pura.   Il quattro a zero lo siglò Carelli, un
ragazzo, ma tutti  capirono  che il gol  non lo aveva fatto lui, ma
la maglia numero sette che indossava.


Lucianone

Sport - calcio / Serie A - 9^ giornata 2012/13

21 ottobre 2012 - domenica    21st October / Sunday    visualizzazioni - 36.196

Risultati delle partite giocate domenica 21 ottobre '12
Cagliari  - Bologna      1 - 0 
Chievo - Fiorentina     1 - 1
Palermo - Torino         0 - 0
Udinese - Pescara       1 - 0 
Atalanta - Siena          2 - 1
Inter - Catania            2 - 0
Parma - Sampdoria     2 - 1
Genoa - Roma            2 - 4
Risultati delle partite giocate sabato 20 ott. '12
Juventus - Napoli     2 - 0
Lazio - Milan            3 - 2

Nell'anticipo di sabato la Juve ha offerto l'ennesima prova
di forza  e, battendo per 2 -0 il Napoli, l'ha staccato  di  tre
punti dando vita alla prima  mini-fuga della stagione.




sabato 20 ottobre 2012

Sport - calcio / Serie B - 10^ giornata 2012/13

20 ottobre 2012 - sabato     20th October / Saturday        visioni post - 10

Risultati delle partite di sabato 20 ott. '12
Cesena - Reggina        1 - 1
Lanciano - Empoli       0 - 3
Modena - Grosseto     0 -0
Ternana - Vicenza      0 - 0
Ascoli - Juve Stabia       2 - 4
Cittadella - Sassuolo     1 - 0
Livorno - Verona            0 - 2
Pro Vercelli otone- Padova    1 - 2
Varese - Spezia             0 - 0

Partita di venerdì 19 ott. '12 - ore 20,45)
Crotone - Novara  2 - 1
Bari - Brescia
(posticipo di lunedì 22 ott. '12)

Classifica della serie B
Sassuolo  25  /  Verona  21  /  Livorno  19  /
Padova  16  /  Spezia, Juve Stabia, Ternana  15  /
Modena, Varese  14  /  Cittadella  13  /
Brescia, Ascoli  12  /  Bari, Novara, Vicenza  10  /
Crotone, Cesena  9  /  Lanciano  8  /
Pro Vercelli  7  /  Reggina, Empoli  6  /  Grosseto  2

Sassuolo, primo passo falso
Verona, sorpasso al Livorno

10ª giornata di Serie B: la capolista cede per 1-0 sul campo del Cittadella. I veronesi vincono 2-0 al Picchi e salgono al secondo posto in classifica

Nella 10ª giornata del campionato di B, il Sassuolo perde l'imbattibilità con il Cittadella che fa il colpaccio di giornata per 1-0 con Di Carmine. La sfida ai piani alti tra Livorno e Verona finisce 2-0 per i gialloblù che passano al secondo posto. A fine primo tempo l'episodio vergognoso: i tifosi veronesi insultano Morosini, il calciatore amaranto morto in campo a Pescara nella passata stagione. A Varese lo Spezia fa 0-0, così come la Ternana in casa col Vicenza. La giornata, aperta dalla vittoria del Crotone sul Novara per 2-1, si chiuderà con il posticipo di lunedì tra Bari e Brescia (ore 20.45).
CITTADELLA-SASSUOLO 1-0 — Prima sconfitta del Sassuolo che cade a Cittadella, campo storicamente indigesto alla squadra emiliana che non ha mai vinto al Tombolato. Il Sassuolo sinora non era mai stata costretto a rimontare il risultato, la cavalcata vincente termina dopo otto vittorie e un pareggio. Foscarini preferisce Giannetti a Maah e Schiavon a Paolucci, non al meglio della condizione, e tiene basso Biraghi a controllare Catellani, quasi una difesa a quattro, Di Francesco invece manda in campo Pavoletti al posto di Berardi. Inizio piacevole, Cittadella e Sassuolo si affrontano senza tatticismi, entrambe le squadre cercano il pallino del gioco e ne esce una gara vivace. E’ Sosa a sbrogliare una pericolosa situazione nell’area del Cittadella, quindi è bravo Pomini ad anticipare in tuffo Di Carmine su cross di Giannetti. Al 17’ il vantaggio di padovani: Baselli pesca Di Carmine in area che supera con un preciso pallonetto Pomini in uscita. La capolista reagisce subito, prima con la conclusione di Missiroli dal limite deviata in angolo dal portiere, quindi con il colpo di testa di Boakye, alto sulla traversa. Veloci ripartenze del Cittadella, che va vicino al radoppio nel giro di due minuti: Biraghi impegna a terra il portiere con un violento sinistro, quindi è Giannetti con la girata di testa a impegnare Pomini, che stavolta si supera per deviare il pallone. Cittadella più pericoloso del Sassuolo nei primi 45 minuti, e Pomini al 38’ è chiamato ad un altro intervento risolutore per alzare sulla traversa il colpo di testa di Sosa. Di Francesco inserisce Berardi per Catellani in avvio di ripresa, e subito c’è il gran colpo di testa di Pavoletti, respinto oltre la traversa da Cordaz, lo imita Pellizzer, vola Pomini a togliere il pallone dall’incrocio. Il Cittadella, com’era prevedibile, cala l’intensità e il Sassuolo comanda il gioco, ma sono nuovamente i padroni di casa a rendersi pericolosi con la ripartenza di Giannetti al 25’, la conclusione è centrale. Parapiglia nell’area del Cittadella nei minuti finali: strattonati un paio di giocatori del Sassuolo, cade a terra anche Pellizzer, l’arbitro lascia correre. (da la Gazzetta dello Sport. it  -  Simone Prai)


LIVORNO-VERONA 0-2 — Con pieno merito il Verona espugna l'Armando Picchi, scavalca in classifica il Livorno, si porta solitario sul secondo gradino e rosicchia il ritardo dalla capolista Sassuolo. E' finita 0-2. Gli scaligeri hanno confermato anche sulle rive del Tirreno la propria buonissima intelaiatura. Dall'altra parte il Livorno (alla seconda sconfitta interna consecutiva) si è svegliato troppo tardi. Amaranto poco fortunati nel convulso finale. Di fatto il match si è deciso nella seconda parte della ripresa. Al 26', il Verona, dopo aver esercitato un chiaro predominio territoriale, sblocca (in modo più che legittimo) il punteggio con il solito implacabile Cacia. L'attaccante, capocannoniere del campionato con otto gol realizzati in nove partite devia di testa un preciso cross dalla fascia sinistra di Grossi. La sua incornata non lascia scampo a Fiorillo, protagonista pochi minuti prima di brillanti interventi. Sotto di un gol, il Livorno prova il tutto per tutto e non viene baciato dalla buona sorte. Proteste toscane per un contatto dubbio in area su Paulinho (36'), palo di Salviato (37') da sotto misura e gol annullato a Paulinho (40') per un millimetrico fuorigioco. Al 45', i gialloblù raddoppiano e chiudono i conti. Merito di Martinho (secondo gol stagionale per il brasiliano), abile a battere, con un preciso diagonale di sinistro, l'incolpevole Fiorillo. Alla fine del primo tempo un episodio increscioso: i tifosi ospiti hanno insultato Morosini, il calciatore amaranto morto in campo a Pescara nella passata stagione. (Fabio Giorgi)


Ultrà del Verona insultano Morosini
Dopo la vergogna le scuse del club

Durante la partita del "Picchi" di Livorno, un gruppo di sostenitori ospiti ha fatto partire un coro contro il giocatore morto sul campo a Pescara lo scorso 14 aprile. La Digos avrebbe ripreso tutto. In serata il comunicato del club che si dissocia dallo scioccante gesto dei propri tifosi


Ultrà del Verona insultano Morosini
Dopo la vergogna le scuse del club

LIVORNO, 20 ottobre 2012

Durante la partita del "Picchi" di Livorno, un gruppo di sostenitori ospiti ha fatto partire un coro contro il giocatore morto sul campo a Pescara lo scorso 14 aprile. La Digos avrebbe ripreso tutto. In serata il comunicato del club che si dissocia dallo scioccante gesto dei propri tifosi


Piermario Morosini, morto il 14 aprile a Pescara. Ansa

Piermario Morosini, morto il 14 aprile a Pescara.
Bruttissimo episodio allo stadio "Armando Picchi", durante la partita tra Livorno e Verona. Verso la fine del primo tempo un gruppo di ultrà del Verona ha scandito un coro di insulti verso Piermario Morosini, il calciatore del Livorno morto lo scorso anno a Pescara durante una partita di serie B. Il coro è stato appena percepito dal resto dei tifosi presenti allo stadio, ma non è sfuggito alla Digos della questura livornese che ha filmato gli autori, i quali hanno concluso la performance con saluti romani e slogan fascisti.

Commento di Lucianone
In questi casi mi chiedo sempre il per-chè. Come sia possibile cioè che capitino episodi
così pesanti, vergognosi e alla fine disumani, sui campi di calcio, e tanto più su un cam-
po di calcio a me sacro, in quanto quello della mia squadra del cuore. Peggio che peggio!   
Fa male soprattutto quando una squadra come l'Hellas Verona (che da 3 anni fa degli ec-
cellenti campionati di B, con giocatori che si distinguono per professionalità e quindi per
i risultati ottimali, sfiorando spesso la promozione) deve subire certi tifosi cafoni e pre-
potenti che con il calcio hanno poco o niente a che fare. E quando poi si insulta la memo-
ria di Morosini si è proprio toccato il fondo! 
Meno male che la società Verona e poi i giocatori tutti ci hanno messo la pezza con le
scuse pubbliche, senz'altro dovute al Moro e alla sua famiglia.

Lucianone   

venerdì 19 ottobre 2012

Ultime notizie - latest news

20 ottobre 2012 - sabato     20th October / Saturday      visioni post - 5

Elezioni USA / Presidenziali 2012

Obama, le tasse sono un boomerang?
Tre «paperoni» su quattro vivono
negli stati controllati dai democratici


Dalla mappatura politica del territorio americano disegnata sulla base delle più recenti tornate elettorali, nei 28 Stati democratici, e nella capitale D.C., vivono 45.415 ultra-ricchi, a fronte dei 14.865 residenti nei 22 Stati controllati dai repubblicani
tartassati dalle riforme fiscali
Ecco una di quelle notizie che suona quasi come un monito alle orecchie di Barack Obama e del suo partito: la lotta di classe e l’inasprimento della tassazione per le fasce di contribuenti più agiati rischia di penalizzare lo stesso elettorato democratico.  
A dispetto delle tradizionali logiche partitiche, infatti, i tre quarti dei «paperoni» degli Usa vivono in quegli Stati controllati proprio dall’asinello. A rivelarlo è uno studio della società di ricerca Wealth-X, secondo cui i ricchissimi d’America, ovvero quelli con un patrimonio netto di almeno 30 milioni di dollari, preferiscono i «Blue State».  
Dalla mappatura politica del territorio americano disegnata sulla base delle più recenti tornate elettorali, nei 28 Stati americani, e nella capitale D.C., vivono 45.415 ultra-ricchi, a fronte dei 14.865 residenti nei 22 Stati controllati dai repubblicani. A guidare la classifica in blu sono California e New York rispettivamente con 10.955 e 8.595 residenti con al loro attivo un patrimonio dai 30 milioni di dollari in su. Nonostante il massiccio apporto del Golden State e dello Stato dell’Impero, anche senza di loro la maggioranza dei «paperoni» rimarrebbe circoscritta nei feudi democratici con circa 26 mila presenze. Sul gradino più basso del podio troviamo invece la Florida con 3.650 presenze mentre il fanalino di coda è il Delaware con 55 super-ricchi. La leadership della classifica in rosso è del Texas dove sono residenti 5.890 persone con ricchezze per almeno 30 milioni di dollari
Seguono la Georgia e l’Arizona rispettivamente con 1.110 e 910 ricchissimi, mentre a chiudere la classifica delle roccaforti del Grand Old Party è l’Alaska con 50 presenze. «Da questo rapporto emerge un elemento decisamente ironico - spiega David Friedman, direttore di Wealth-X - Al contrario di quella che è la convinzione popolare consolidata, ovvero che i super-ricchi siano tendenzialmente più vicini a posizioni repubblicane, in realtà negli Stati a controllo democratico ne troviamo tre volte tanti quanti sono residenti negli stati repubblicani».  
presidenziali usa

Obama & Romney, la cena dell’ironia
Hillary scuote le donne: basta piagnistei

Paolo Mastrolilli, FRANCESCO SEMPRINI
Serata a New York con l’arcivescovo Dolan, gli sfidanti si affrontano a colpi di battute
per il voto cattolico. Gli applausi
danno l’impressione che il pubblico
preferisca il repubblicano.

Politica/Finanza - Italia
Davide Serra attacca Bersani:
«Lei mi offende, ci penseranno i miei legali»

Il finanziere: «Essere definito "bandito" da lei mi offende e delegittima il lavoro pulito
che ho portato avanti in 20 anni».

Dalle polemiche alle carte bollate. Dopo che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo aveva attaccato una prima volta (per colpire il suo principale avversario nella corsa alle primarie del Pd, il sindaco di Firenze Matteo Renzi) definendolo un «bandito tra virgolette», non ha sopportato il secondo attacco sempre di Bersani. E ha risposto a muso duro. «Essere definito "bandito" da lei mi offende» e anche se «in Italia lei è ... immune» ci penseranno «i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole. Prima o poi non lo sarà più (immune, ndr) e io procederò inesorabilmente, ho molto tempo e voglio che la verità venga ristabilita». Così Davide Serra, il finanziere sostenitore della campagna di Renzi, risponde a Pier Luigi Bersani in una lettera aperta all'Ansa.

BERSANI REPLICA - «Non so dove l'ho offeso», è la laconica replica del segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Non so perché si sia offeso - ha aggiunto - Io parlo solo di Cayman. Sto solo dicendo che, noi italiani, non dovremmo considerare tutti quelli che hanno base alle Cayman. Non c'è nulla da offendersi, e se lo fa sono problemi suoi». Ancora più netto il commento del portavoce del segretario: «Dove e come Bersani avrebbe detto che Davide Serra è un bandito? Il segretario del Pd ha parlato di Cayman e non di Davide Serra che non ha il piacere di conoscere». L'entourage di Serra, del resto, ha contro-replicato a stretto giro di posta: «Avremo forse letto male tutti i giornali e frainteso tutte le televisioni?».

Politica - Lombardia
In Lombardia le “primarie” della Lega
Maroni: voglio fare pulizia in Regione

Migliaia di gazebo in tutta la regione per scegliere i candidati e firmare
i tre quesiti referendari su tasse,
Imu ed euro proposti dal Carroccio
Milano
Il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, ha dato il via a Rho, in provincia di Milano, alle primarie del Carroccio per scegliere chi candidare alla Regione Lombardia. Nella scheda viene chiesto ai militanti della Lega di indicare anche una preferenza per il voto anticipato tra “l’election day nel 2013” e il “2015 con Formigoni”. L’ex ministro dell’Interno non ha detto chi voterà, ma ha escluso di voler dare la preferenza a se stesso: “Il voto è segreto, voterò domani a Varese, ma nella Lega ci sono tanti uomini validi”.  
 «Ho fatto pulizia nella Lega e voglio fare pulizia anche nel palazzo della Regione Lombardia, dove abbiamo visto che la `ndrangheta è riuscita ad entrare»: lo ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni inaugurando la `Gazebata´ per i referendum promossi dal Carroccio. Maroni ha inaugurato la Gazebata della Lega (che si terrà oggi e domani per promuovere tre referendum ma anche chiedere opinioni sul futuro candidato della Lombardia) a Rho, alle porte di Milano. E ai giornalisti che gli chiedevano se non sia in imbarazzo a continuare un’alleanza con un partito, il Pdl, che ha avuto diversi indagati in Lombardia, l’ex ministro dell’Interno ha risposto: «Io distinguo sempre le responsabilità personali da quelle politiche». Dunque, al di là dei singoli nomi, il leader del Carroccio ha ribadito la «disponibilità a continuare un’esperienza di Governo in Regione Lombardia che è stata positiva e di successo, evitando di dare la Lombardia alle sinistre». 

Roma - Manifestazione in piazza della Cgil
Cgil in piazza contro la legge di Stabilità
Camusso: l’austerità di Monti ha fallito

Protesta a Roma contro la legge di stabilità
Camusso: l’austerità ha fallito, ora il lavoro
Il premier: non sprecare la fiducia ottenuta
Bersani: il governo ascolti di più i lavoratori
Camusso: «Il governo non pensa all’occupazione».
Bonanni punge: «Il corteo? Non me n’ero accorto»
Passera: «Aperti a modifiche, ma a saldi invariati»
Il sindacato: spostiamo sul lavoro
dei giovani i soldi della produttività
Roma,  20 ottobre '12
La Cgil è tornata a Piazza San Giovanni dopo due anni per difendere il lavoro e per contrastare «la politica di austerità», che, denuncia il segretario generale Susanna Camusso «ha fallito» e si è resa «colpevole» dell’attuale situazione del Paese. Per rilanciare l’economia Camusso suggerisce di spostare sul lavoro dei giovani i soldi previsti per produttività. E la Cgil non manca di dare un altro appuntamento alla piazza: Camusso chiude il suo discorso dal palco assicurando la partecipazione dell’Italia alla manifestazione, indetta dal sindacato europeo, per mercoledì 14 novembre. Manca quindi poco meno di un mese alla prossima iniziativa, a cui la Cgil si augura partecipino anche Cisl e Uil. Intanto, però, bisogna pensate alla legge di stabilità, che secondo Camusso necessita di «profondi modifiche», non di qualche correzione, per ridurre «l’iniquita».

La giornata a piazza San Giovanni è stata lunga, l’iniziativa organizzata dalla Cgil per riunire le centinaia di vertenze ha, infatti, rappresentato una novità: si è trattato di una non stop con lo slogan “Il lavoro prima di tutto”. Sulla piazza, che si è così riempita pian piano (la linea del sindacato è di non dare numeri), hanno campeggiato sin dal mattino 30 stand regionali e di categoria. Mentre sul palco si alternavano alla musica di Eugenio Finardi, La Casa del Vento, Enzo Avitabile, le volti e i voci della crisi, ovvero le testimonianze di lavoratori a rischio. Camusso prima ha passeggiato tra gli stand, seguendo dal palco le note di “Bella ciao” e poi ha preso la parola nel pomeriggio per dire ad alta voce che «Il Paese non si salva se non si salva il lavoro», che le aziende in crisi pagano «una politica sbagliata» fatta di finanza e non di investimenti. Al governo la leder della Cgil riserva parole dure, sottolineando che l’Italia non «aveva bisogno di professori» per ritrovarsi in una «situazione disastrata», su cui pesano mezzo milione di cassaintegrati e un altro mezzo milione di posti persi in tre anni. Infatti per Camusso «passando di spending review in spending review non si mettono a posto i conti dello Stato ma si fanno licenziamenti di massa». Dal palco non viene mai pronunciata la parola “sciopero”, incitato dal segretario generale della Fiom Maurizio Landini. E ai cronisti che hanno fatto notare come la manifestazione del 14 novembre cada di mercoledì, ovvero di giorno lavorativo, Camusso ha risposto che la forma di partecipazione all’iniziativa del sindacato europeo non è stata ancora decisa «vedremo nei prossimi giorni», visto che è stata deciso solo ieri la data, «ne discuteremo con Cisl e Uil». Camusso evidenzia anche che ogni paese è libero di articolare come meglio crede la manifestazione e così alcuni Stati hanno optato per incrociare le braccia e altri no.

La protesta della Cgil a Roma

Il sindacato: spostiamo sul lavoro

Lucianone

Cultura - Libri / Il nuovo libro di Beppe Severgnini

20 ottobre 2012 - sabato      20th October / Saturday           visioni post - 10

"Italiani di domani - 8 porte sul futuro",
l'ultimo libro del giornalista Beppe Severgnini
E' pubblicato da Rizzoli ed è uscito  nelle librerie
mercoledì 17 ottobre; ed è stato presentato dallo
stesso autore a Venezia, all'Auditorium Santa
Margherita dell'Università Cà Foscari.
Nel libro Severgnini dà otto consigli per il futuro a chi vuole
riprogrammare se stesso e il nostro Paese.
Lo scrittore-giornalista scrive: "Cari ragazzi, dovete sognare,
e dovete essere brutali e ottimisti. Imparando da Eraclito e da
Springsteen".
Ecco, qui di seguito, l'introduzione e i consigli/regole dell'autore.

Introduzione   -  di Beppe Severgnini
Ve lo prometto: eviterò i sermoni e l'autobiografia. Insieme alla bici da
corsa, alla cucina gourmet e allo spettacolo delle ragazze d'estate costi-
tuiscono le tentazioni di chi ha i capelli metallizzati, radi o assenti.
Troverete, nelle prossime pagine, solo pochi ricordi: se li ho utilizzati
è per aiutare chi legge, non per consolare chi scrive.   E nessun pater-
nalismo , spero. Noi siamo la generazione cui ancora rubavano l'auto-
radio: il rischio esiste.     Sulla gente che offre buoni consigli quando  
non può più dare cattivi esempi, tuttavia, sono state scritte memorabili
canzoni. L'esperienza è un antipasto preparato da qualcun altro. Si può
assaggiare o rifiutare, e in ogni caso  non bisogna consumarne troppo.
Il libro che state per leggere  non è riservato ai laureati, ai ventenni o
ai giovani: categoria vasta, generica e insidiosa. Anche se è nato nelle
università - come spiegherò alla fine - 'Italiani di domani'  è destinato
a chi vuole provare a ragionare sul proprio futuro, e magari a cambiar-
lo. Se vogliamo riprogrammare noi stessi e il nostro Paese  - brutto ver-
bo, bel proposito - dobbiamo continuare a provarci, anche quand'è fini-
to il tempo epico della gioventù.
Nelle prossiome pagine troverete otto passaggi; se preferite, otto chiavi
per il futuro. Ognuno contiene altrettanti sottopassaggi.  Otto è un nu-
mero sensuale e simmetrico: non piace solo ai cinesi, che di queste cose
se ne intendono.  Sono le otto T del tempo che viene: prendetele o scar-
tatele, tutte o in parte. Se le scartate, però, pensate perchè lo fate. E' co-
munque un buon esercizio.
1  - Talento
Siate brutali  -  La ricerca del proprio talento non è soltanto una forma
di convenienza e un precetto evangelico: è una prova di buon senso.
Scoprire ciò che siamo portati a fare - qual è la nostra attitudine o pre-
disposizione - richiede tempo, e non risolve i nostri problemi di lavoro,
realizzazione personale o inserimento sociale. Però aiuta.
Se il vostro talento corrisponde alla vostra passione, tanto meglio. Se così
non fosse, siate onesti - anzi, spietati - con voi stessi.   Ricordo quanto mi
piacesse giocare a calcio, da ragazzo. Correvo, contrastavo, crossavo, rien-
travo. Purtroppo, non possedevo la combinazione di intuizione, fantasia e
tecnica che vedevo in alcuni avversari e compagni di squadra, Riconosce-
vo intorno a me il talento, ed ero abbastanza onesto - o non così sciocco -
da ammetterlo: potevo mettere in campo solo la mia buona volontà, e non
bastava. Sui giornali, oggi, leggo colleghi che scrivono  come io calciavo
al volo di sinistro.  Ma non hanno avuto la capacità di capirlo, o la forza
di ammetterlo.
2  - Tenacia
Siate pazienti - L'invito alla pazienza è fuori moda, lo so. Chiamatela
tenacia, allora. E' l'abilità di identificare un obiettivo e inseguirlo, E'
la capacità di tener duro. E' l'abitudine alla fatica. E' la forza di sop-
portare un capo insopportabile. E' la calma con cui si cercano i risul-
tati, sapendo che occorre seminare per raccogliere. E non basta: occor-
re conoscere semente e terreno. Vengo da molte generazioni di agricol-
tori, questo aspetto non mi può sfuggire.

Continua...to be continued

giovedì 18 ottobre 2012

Ultime notizie /dall'Italia e dal mondo - Latest news

18 ottobre 2012 - giovedì       18th October / Thursday        visioni post - 5

Politica / Italia
Santanchè: «Dimettetevi tutti»
Alfano: «Basta con linea sfascista»


La «pasionaria» del centrodestra aveva invitato il segretario a lasciare: «Un mondo è finito, fate come Silvio».

Daniela Santanchè tuona che «il Pdl non esiste più», che è «un mondo finito», che «devono dimettersi Alfano e i coordinatori». E i vertici del Pdl si stringono a coorte contro la «sfascista», termine scelto proprio da Alfano, bocciando la linea proposta dalla pasionaria del centrodestra, ritenuta «inconciliabile» con quella voluta dal partito. Ruolo che Santanchè ha prontamente respinto al mittente: «Non sono io che ho portato il Pdl dal 22 al 15%».

Economia / Stati Uniti - Wall Street
Google a picco: pubblicati per errore i dati
Mountain View perde in borsa l'8%. La fuga di notizie dalla società specializzata
nella stampa dei risultati trimestrali

Politica/economia - Incontro bilaterale 
Merkel -Hollande: gelo al vertice europeo
Poi spunta accordo su vigilanza bancaria

Nel bilaterale confronto acceso tra i due leader.
La proposta della Cancelliera di istituire un super-commissario Ue con poteri di veto sui bilanci nazionali. Ma il titolare dell'Eliseo gela le ipotesi tedesche: «Non prevalgano
le ragioni elettorali». Alla fine trovato un compromesso.


Politica - Italia / Il segretario del Pdl
Alfano: «Cacceremo ladri e ruba-galline»
E in Lombardia esclude il voto a dicembre

Linea dura e tolleranza zero dopo le recenti indagini per corruzione
«Cacceremo dal partito i ladri, i ruba-galline, i malfattori e i gaglioffi. Tolleranza zero». Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai cronisti rispondendo sull'indagine per corruzione nei confronti del coordinatore provinciale di Milano, Sandro Sisler. Ed è tornato anche, sollecitato,
 in merito alle affermazioni di Daniela Santanchè che ha chiesto le dimissioni del gruppo dirigente del partito. «Il Pdl - ha detto- non è di estrema destra, non è il partito di Le Pen, non è contro l'euro e per l'uscita dall'Ue. Detto questo non ho alcun problema personale con Santanchè. 

Politica - Italia  / Verso le elezioni
Sondaggi  -  Il ciclone Grillo
Sondaggi Swg, Beppe Grillo cresce al 21/22%
In Sicilia potrebbe essere il primo partito

Il Pd resta comunque il primo partito a livello nazionale, in difficoltà Idv e Udc

Lucianone

mercoledì 17 ottobre 2012

Appuntamenti - cinema / La storia del Cinema

17 ottobre 2012 - mercoledì            17th October / Wednesday              visioni post - 10

La scelta di una delle migliori pellicole viste negli ultimi
tempi quest'anno (fino ad oggi) è caduta su questo film-
documentario.

(da 'la Repubblica' - SPETTACOLI&TV - 28 sett. '12 /  
di Robero Nespoli)
"The story of film - An Odyssey"
regia di Mark Cousins
Documentario
Voce di Mario Cordova
Inizia con la sequenza dello sbarco di "Salvate il soldato 
Ryan" di Spielberg  il megadocumentario   'The story of
film - An odyssey', nelle sale  italiane  in questi giorni  e
per sette settimane di seguito.    Segno già evidente che 
non si tratta della solita storia del cinema, un elenco cro-
nologico  di date, nomi e capolavori, ma  che  sulla carta
perdono vitalità diventando opachi e anonimi.
La differenza si comincia a sentire dal titolo che l'autore, 
il regista e critico irlandese Mark Cousins, gli ha dato:
non 'history' (sequenza di eventi), ma 'story', ovvero nar-
razione, racconto. - 
Certo, nelle 15 ore del film Cousins non trascura i fondamentali
del cinema:  dai pionieri (Edison, i Lumière, Mèliès) ai maestri
del cinema classico (Griffith, Chaplin & Co.); dalle avanguardie
all'età d'oro di Hollywood con il suo star system, i kolossal alla
'Via col vento', i Ford e gli Hitchcock, senza trscurarne i grandi
ribelli (Stroheim, Welles); dal "cinema moderno" (Godard, Ber-
tolucci), che mise in discussione tutto, al inema politico degli
anni 70-80; dall'arrembaggio del digitale ad 'Avatar', agli idoli
dei cinefili del nuovo millennio, Tarantino e Nolan.

"E' tempo di rintracciare la mappa della storia del cinema che
abbiamo nelle nostre teste" proclama l'autore nel primo episo-
dio.   -   E lo fa: però a modo suo, con un metodo - nello stesso
tempo - libero e rigoroso. Innanzitutto incardina i film nel loro
contesto storico e geografico; poi racconta l'evoluzione del ci-
nema come linguaggio, mostrando attraverso scene e sequen-
ze  di film famosi la nascita  del primo piano  del carrello, del  
flashback  e delle altre figure stilistiche  che resero il cinema 
sempre  più ipnotico  e il pubblico  sempre più affascinato da 
esso. -  Ma fa di più: a differenza delle precedenti storie del
cinema, tutte scritte  "all'occidentale", riserva  largo spazio
alle  cinematografie  dell'Asia, dell'India, dell'Africa, fonda-
mentali e di solito relegate in capitoletti d'appendice. Anche
la parte svolta dalle donne, quasi sempre minimizzata, trova
occasione di riscatto: tra le sceneggiatrici di Hollywood che
firmavano  con  nomi  maschili, Jane Champion, la giovane
iraniana Samira Makhmalbaf.

 
Altro aspetto importante di questa storia del cinema è la
sua non-neutralità politica: soprattutto in relazione ai pe-
riodi più "caldi" del passato prossimo. Vedi i titoli di due
episodi: il decimo 1968 - 1979, I registi radicali degli an-
ni 70 raccontano lo stato della nazione, e il dodicesimo,
Gli anni 80, Cinema e protesta in giro per il mondo.
Il lungo viaggio è pieno di idee  e aneddoti, mai noioso,
illuminato  dalle testimonianze  di "guide" prestigiose:
Stanley Donen, Gus Van Sant, Lars Von Trier, Bernar-
do Bertolucci, Claudia Cardinale e molti altri.
C'è spazio anche per episodi poetici. Uno fra tutti. Il
maestro giapponese Yasujiro  Ozu, celebre per la ie-
ratica compostezza delle sue immagini, beveva molto.
Oggi riposa   in una tomba con su scritto "nessuno";
ma i suoi fan lo sanno e gli portano, in dono, bottiglie
di whisky e di vino perch' possa godersele anche nel-
l'aldilà.
A un documentario così diverso dagli altri, la BIM ha fatto
corrispondere una modilità di distribuzione originale. Ogni
martedì, da qui a novembre, vdengono proiettati due nuovi
episodi di 'The Story of film', per la durata di 2 ore, in sale
di Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Genova, Pado-
va, , Bari.    Più avanti ci sarà il cofanetto; però chi ama la
"settima arte" di vero amore accetti un consiglio: la prima
visione se la regali al cinema.


Lucianone


lunedì 15 ottobre 2012

Economia - Approfondimenti / sul capitalismo finanziario

15 ottobre 2012 - lunedì      15th October / Monday         visioni post - 9

Continuando  un discorso  approfondito  sul capitalismo, sua
nascita, sviluppo, trasformazione e crisi, e raccogliendo ma-
teriale inerente a questo tema,   importante per l'economia
mondiale, ecco qui  un articolo  estremamente interessante
preso dal quotidiano 'la Repubblica' in cui si esamina da do-
ve derivano  le difficoltà e le dinamiche contorte  della fase
attuale di un capitalismo estremamente selvaggio, in quanto
prettamente/unicamente  finanziario.
(Lucianone)

(da 'la Repubblica' di sabato 22 settembre '12 -
di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini)
La deriva del capitalismo
Le mille agomentazioni per spiegare la crisi in cui sono immersi
i paesi occidentali da 5 anni a questa parte non ci appaiono mol-
to convincenti e, come ha ricordato Vladimiro Giacchè, riporta- 
no  alla mente  le  giustificazioni  di John Belushi nel film dei
'Blues Brothers'.   Per convincere l'ex fidanzata  abbandonata 
sull'altare a non ammazzarlo, Belushi dice: "Quel giorno finì
 la benzina. Si bucò un pneumatico.   Non avevo i soldi per il
taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria!
Era venuto  a trovarmi  da lontano un amico  che non vedevo
da anni!  Qualcuno mi rubò la macchina!  Ci fu un terremoto!
Una tremenda inondazione! Un'invasione di cavallette!".  
Alle mille spiegazioni della crisi, noi ne aggiungiamo un'altra: 
la liberazione del movimento dei capitali, che, all'inizio degli
anni '80 pose fine  al grande compromesso  di Bretton Woods
fondato appunto sul divieto di circolazione dei capitali a cui
faceva da contrappeso la libertà di circolazione delle merci.
Lo strappo effettuato (in Occidente) dai due leader conserva-
tori, Reagan  negli Stati Uniti e  Thatcher in Inghilterra, de-
terminò un completo rovesciamento dei rapporti di forza sia
tra capitale e lavoro, sia tra capitalismo e democrazia poichè
creò una condizione di fortissimo vantaggio per le grandi im-
prese private nei confronti degli stati nazionali.
Da quel momento   la capacità  di intervento dello Stato nel-
l'economia andò incontro ad un drastico ridimensionamento,
mentre i lavoratori cominciarono a subire i ricatti delle delo-
calizzazioni produttive. La liberazione dei capitali rappresen-
dunque la mossa decisiva che influenzò l'evoluzione dell'e-
comomia mondiale e diede l'avvio alla fase del capitalismo fi-
nanziario.
A dire la verità, anche nell'opinione degli economisti classici
la libertà dei movimenti di capitale non era stata sempre vista
di buon occhio. -    Un grande pensatore come David Ricardo
aveva  ammonito  sui pericoli inerenti  alle loro libere scorri- 
bande. I capitali, aveva sostanzialmente osservato, non sono
valigie trasportabili indifferentemente da un punto all'altro
del mondo:   sono elementi essenziali del contesto sociale il
cui spostamento non può non determinare conseguenze rile-
vanti nella sorte della stessa coesione sociale.  -  Per questi
motivi sradicare e trasferire i capitali in qualsiasi parte del
mondo  senza   il consenso della comunità non può  essere
considerato un comportamento virtuoso.
Ma ci sono anche altre conseguenze molto importanti, poi-
chè  si crea un mercato finanziario  integrato  che consente
al capitale di tutto il mondo di entrare in collegamento e di
dar luogo "all'internazionale dei capitalisti", un'èlite glo-
bale, che concentra in sè un potere immenso.  L'appello di
Karl Marx,  'proletari di tutto il mondo unitevi', si realizza,
ma al contrario. - I mercati finanziari diventano un'istitu-
zione strutturata e iniziano ad esprimersi come i governi.
E' ben noto , infatti, che a Wall Street si tengono riunioni
periodiche dei capi delle grandi banche  e delle società fi-
nanziarie che stabiliscono i tassi di interesse e, attraverso
 le decisioni  di investimento o di disinvestimento, posso-
no sfiduciare i governi che attuano politiche economiche
non gradite e sono in grado di condizionare il destino di
intere popolazioni. - 
Il mutamento del rapporto di forza tra il capitale e gli al-
tri fattori di produzione da una parte  e tra il capitalismo
e  il  governo  democratico  dall'altra, rappresentano due
fattori fondamentali che sono alla radice del processo di
finanziarizzazione. Ma c'è anche un altro motivo: l'enor-
me concorrenza che si stabilisce dopo la liberazione dei
movimenti  di  capitale  tra  i  capitalismi nazionali e il
mercato finanziario internazionale.
Questa concorrenza   acuisce e aumenta  l'importanza
del profitto nell'ambito della struttura economica.
Nell'impresa i fattori legati al profitto riprendono po-
sizione dominante e con essi  la distribuzione  di divi-
dendi agli azionisti  e  la ricerca continua  dell'incre-
mento  delle  quotazioni azionarie, indice supremo di
efficienza e di forza. I finanzieri conquistano così un
ruolo centrale nella gestione   delle grandi unità pro-
duttive imponendo  la loro visione del mondo rappre-
sentata dal guadagno immediato da ottenere con ogni
mezzo.
Questa è la situazione che dobbiamo rovesciare se vo- 
gliamo realmente uscire dalla crisi. - Le recenti deci-
sioni della Banca Centrale Europea sugli interventi
"antispread" rappresentano  un primo passo  impor- 
tante per ricostruire la sovranità monetaria dell'UE
e per ridimensionare l'influenza della speculazione
finanziaria sulle politiche economiche  dei paesi in
difficoltà.  Ormai è evidente a tutti  che i mercati fi-
nanziari rappresentano  un potentissimo amplifica-
tore delle  fisiologiche  fluttuazioni  cicliche  poichè
innescano  dei  meccanismi cumulativi  che si auto-
alimentano.  -    Quando c'è crescita i mercati gettano
benzina sul fuoco e amplifiano l'espansione, ma quan
do c'è crisi i mercati spingono l'economia verso la de-
pressione. per questo è necessario fare ben di più:  la
politica deve tornare a fissare le regole fondamentali
dei movimenti di capitale a livello mondiale. Occorre
una nuova  Bretton Woods, questa volta nel segno di
Keynes. Non è una riforma. E' una rivoluzione.

Lucianone