21 settembre 2012 - venerdì 21st September / Friday visioni post - 11
In Parlamento deputati arroccati
sui loro privilegi e i tagli sono solo
per tutti gli altri... cittadini normali
Non c'è soltanto il taglio dei parlamentari avviato a un rinvio sine die,
cioè, in concreto, affidato al buon cuore dei parlamentari che saranno
eletti (in numero uguale a quello vigente, beninteso) l'anno prossimo.
Dopo che Pdl e Lega hanno inserito nella riforma costituzionale pre-
sidenzialismo e federalismo, il progetto si è arenato a Montecitorio,
senza che il Pd si sia finora fatto avanti per chiedere lo stralcio delle
sole norme che ridurrebbero di un quinto il numero di deputati e se-
natori. Un destino simile corre il rischio di trovare anche la diminu-
zione dei consiglieri regionali nelle regioni a statuto speciale, anzi,
nemmeno in tutte.
Per ora si è fermi al primo dei 4 appuntamneti costituzionalmente
previsti: per diminuire il numero dei consiglieri regionali (che in Si-
cilia si chiamano deputati regionali) bisogna, infatti, modificare i
relativi statuti, e quindi ottenere una duplice approvazione da par
te delle camere.
Al Senato è stata approvata , lo scorso 18 aprile, la proposta di leg-
ge costituzionale che fa salire da 20mila a 25mila il numero degli
abitanti necessario per computare un seggio consiliare in Friuli-
Venezia Giulia. Essa giace alla commissione Affari costituzionali
di Montecitorio. Esattamente nelle stesse condizioni si trova il di-
segna di legge costituzionale mirante ad abbassare da 90 a 70 il
numero dei deputati dell'assemblea regionale siciliana. Identica,
infine, è la condizione del terzo progetto, che abbassa a 60 gli o-
dierni 80 consiglieri regionali della Sardegna. Da notare che tut-
t'è tre i disegni di legge provengono dai rispettivi consigli regio-
nali. La Sicilia, chiamata alle urne il prossimo 28 ottobre, ovvia-
mente rieleggerà i 90 deputati regionali come da statuto, in vigo-
re da quando ancora c'era il Regno d'Italia.
La cifra non ha eguale in alcun'altra regione. Anche il numero
dei consiglieri nelle altre regioni (bisognerebbe comprendervi
anche Valle d'Aosta e Tren-tino Alto Adige, non toccate dalle
proposte ferme alla Camera) risulta spropositato rispeto ai
seggi assegnati dalla legge nazionale, almeno prima che la de-
voluzione del numero dei consiglieri alle singole regioni com-
portasse scontati incrementi.
Qualche segnale è giunto dal Pd, per sollecitare la calendariz
zazione dei provvedimenti, ma non pare ci sia un diffuso entu-
siasmo per approvare celermente le tre leggi. E va ricordato
che dopo il voto favorevole della Camera debbono passare 3
mesi per la successiva approvazione. Se, quindi, anche otto-
bre dovesse trascorrere senza che l'aula di Montecitorio
provveda, si potrebbe dire addio al taglio dei consiglieri in 3
regioni a statuto speciale. sarebbe un altro, l'ennesimo, argo-
mento a favore di chi contesta la casta e predica l'antipolitica.
(da 'ItaliaOggi' di 18 sett. 2012 - Primo piano / di Cesare Maffi)
Lucianone
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