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(da la Repubblica - 16/11/2014 - Antonio Fraschilla / Palermo)
Sicilia, l'ultima beffa: 300 dirigenti nei musei,
ma non ci sono soldi per le lampadine
Il satiro danzante, che sembra librarsi nell'aria con il suo carico di mistica energia,
è illuminato, ma solo a metà. Il museo che lo ospita, creato apposta per lui nel cuore
di Mazara del Vallo, non ha potuto chiamare un elettricista per installare l'illumina-
zione adatta perchè non saprebbe come pagarlo. E il caso della statua in bronzo emersa
miracolosamente dal mare nel 1997 non è isolato. Al Paolo Orsi di Siracusa, uno dei più
importanti scrigni di tesori preistorici, greci e romani del mediterraneo, le telecamere di sicurezza si sono rotte da tempo ma è impossibile ripararle. La Regione, d'altronde, que
st'anno non ha investito un euro per il funzionamento dei siti e delle aree archeologiche
che ospitano i suoi gioielli. In compenso però ha a libro paga un esercito di dirigenti, che
affollano a dismisura gli uffici dei beni culturali dell'Isola. Un esercito di comandanti,
spesso solo di se stessi, promossi dal Duemila e man mano trasferiti nei musei, con il ri-
sultato paradossale di oggi: la Sicilia nei propri Beni ha più dirigrnti del ministero - 306
contro 191 - compresi soprintendenze e siti. "Colpa di una legge che in una notte del
Duemila ha promosso mille funzionari e dirigenti", dice l'attuale responsabile del dipar-
timento Beni culturali dell'Isola, Salvatore Giglione". Tutti promossi e negli anni migra-
ti verso i siti culturali, magari quelli più vicini a casa così da non allontanarsi troppo dal-
la famiglia. Una miriade di dirigenti che - per dirne un'altra - nei loro curriculum hanno
di tutto fuorchè lauree in storia dell'arte, antropologia o archeologia.
Nel piccolo museo di Aidone , che ospita la Venere di Morgantina, non ci sono brochure
o guide perchè la Regione, manco a dirlo, non ha i fondi visto che il capitolo di spesa per
il funzionamento dei Beni culturali è stato azzerato dal governatore Rosario Crocetta,
alle prese con un buco di bilancio di 3 miliardi di euro. Un gioiello, la Venere, che al
Getty Museum di Malibù in poche settimane ha attratto 400 mila visitatori e che da
quando è tornata in Sicilia è stata ammirata da non più di 30 mila persone in un anno.
In compenso ad Aidone la Regione ha sul groppone ben tre dirigenti, con stipendi che
variano dai 60 agli 80 mila euro lordi all'anno. Due di loro sono agronomi. Sì, proprio
così, con un lungo curriculum di pubblicazioni sul grano e le coltivazioni autoctone
della Sicilia. Ma d'altronde sembra esserci un particolare legame tra l'agricoltura e i
beni culturali di Sicilia: un agronomo è stato appena nominato tra i dirigenti del par-
co di Selinunte, una delle aree archeologiche più grandi e importanti del Mediterraneo
E qui gli altri due colleghi graduati del sito sono un architetto e un ingegnere.
Al parco archeologico di Agrigento, invece, i dirigenti sono otto ma nessuno è archeolo-
go. Così come alla Villa romana del Casale di Piazza Armerina, un piccolo sito che però
ha due dirigenti a tenersi compagnia.
In tutto il Polo museale fiorentino, che al suo interno ha la Galleria degli Uffizi, c'è un
solo dirigente, la soprintendente Cristina Acidini. Così come la Polo musedale romano
che gestisce dal Colosseo ai Fori imperiali: "Nelle direzioni del ministero e nelle sedi
periferiche, quindi anche nei poli museali da Pompei a Milano, c'è solo un dirigente
dopo i yagli varati dai governi degli ultimi anni", dice il segretario della Funzione pub-
blica Cgil per i beni culturali, Claudio Meloni. - Nell'Isola del tesoro, invece, di diri-
genti ce ne sono talmente tanti che non bastano le poltrone. Così a una dozzina di gra-
duati il dipartimento ha pensato bene di affidare compiti di "studi e ricerca". Qualche
esempio? C'è chi studia i teatri attivi in Sicilia, chi invece le feste popolari nell'Isola
Orientale. Un esercito di superstipendiati, mentre i musei rimangono in abbandono.
A tutti i siti hanno staccato il telefono, perchè da mesi la Regione non paga le bollette.
"Possiamo solo ricevere telefonate - dicono dal museo archeologico di Enna - ma que-
sto non è l'unico problema: non abbiamo i fondi per pagare il gas e quindi niente ri-
scaldamento.". Da Taormina a Segesta non cìè poi una sola brochure, nè una caffet-
teria o un bookshop dove acquistare una guida oppure un volume sulle opere appena
viste. Il "rivoluzionario" governo Crocetta, come ama ripetere il presidente della Re-
gione, ha bloccato le gare sui servizi aggiuntivi, sospettando "sprechi e malaffare come
avvenuto in passato". Da due anni e mezzo tutto è fermo.
"Non abbiamo soldi", è il ritornello e soltanto in questi giorni, raschiando il fondo del
barile, la regione ha trovato 400 mila euro per pagare gli straordinari di dicembre ai
custodi, e garantire così l'apertura nei festivi. Apertura fino alle 13, s'intende, e comun-
que oltre il normale orario dei custodi, che in Sicilia lavorano come i bancari: da lunedì
a venerdì. Il resto è straordinario. Un altro paradosso, considerando i 1.545 addetti a li-
bro paga, molti di più che nelle altre regioni d'Italia. Un altro record, nei beni culturali
di Sicilia trasformati in carrozzoni salvastipendi
Lucianone
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