"Cittadini distanti / L'Ue deve
riconciliare Potere e Politica"
(da 'Corriere della Sera' - 26/05/'14 - Maria Serena Natale)
Intervista a Zygmunt Bauman
"Democrazia rappresentativa in crisi"
Sociologo e filosofo polacco nato nel 1925 Zygmunt Bauman ha
attraversato le rivoluzioni del Novecento elaborando categorie di
interpretazione della realtà diventate capisaldi della sociologia
contemporanea, in un pensiero organico sulla "modernità liquida"
che abbraccia sentimenti, consumi e rapporti di forza. Ciò a cui as-
sistiamo oggi, dice al Corriere, è "il divorzio tra potere e politica".
M.S. Natale (Corriere della Sera):
Professor Bauman, la campagna elettorale ha visto uno sforso senza precedenti
delle Istituzioni europee per mobilitare 400 milioni di cittadini. Reazione all'allar-
me populismo ma anche sviluppo naturale di un'integrazione sempre più profon-
da che fa perno sul Trattato di Lisbona e sfocerà in una scelta "politica" del pre-
sidente della Commissione. Eppure l'Europa stenta ad appassionare - quando
non suscita aperta ostilità. Coswa c'è all'origine di questo senso di estraneità?
Z. Bauman - 'Si tratta di sentimenti che non sono rivolti solo alle istituzioni
europee, fisicamente lontane dai luoghi dove i cittadini affrontano le difficoltà
della vita quotidiana e regolarmente invocate dalle capitali per spiegare decisio-
ni impopolari. La sfiducia riguarda il sistema politico nel suo insieme, i cittadini
stanno perdendo la fede nella capacità delle istituzioni di rispettare le promesse.
Le radici di questa tendenza vanno ricercate nell'ultimo mezzo secolo, nel corso
del quale i processi di deregolamentazione promossi e supervisionati dai governi
che hanno aderito alla rivoluzione neoliberale, hanno portato alla graduale sepa-
razione tra potere, inteso come capacità di fare, e politica, cioè capacità di decidere
cosa fare'.
M .S. Natale: - Quindi la sfiducia nella politica nasce dall'indebolimento delle prero-
gative nazionali che proprio il progetto europeo vuole diluire in un organismo fede-
rale?
Z. Bauman - 'In pratica poteri prima esercitati all'interno dei confini dello Stato
nazione, e soprattutto i poteri finanziari che determinano benessere e miseria per
milioni di persone, sono evaporati e confluiti in un dominio extraterritoriale, una
terra di nessuno, mentre la politica è rimasta territorialmente determinata.
L'effetto collaterale di tutto questo è, come ha fatto notare l'economista americano
Joseph Stiglitz, la totale separazione tra creazione di valore di mercato e creazione
di lavoro, con un conseguente sotto-utilizzo di uomini e macchinari, spreco e ingiu-
stizia. I valori fondamentali che credevamo di vedere salvaguardati dai nostri rap-
presentanti eletti - eguaglianza di opportunità, onestà, rispetto delle regole - sono
stati platealmente violati. La sopravvivenza dei governi ormai è percepita come uno
strumento per consentire ai ricchi di accrescere la loro ricchezza, mentre i più van-
no incontro a un impoverimento irreversibile'.
M.S. Natale: - In questo vuoto di iniziativa politica come si stanno muovendo i par-
titi tradizionali?
Z. Bauman - 'Qualsiasi cambio della guardia porta modifiche minime nelle poli-
tiche dei governi, tanto meno nelle durezze che comporta la lotta per la sopravvi-
venza in un clima di acuta incertezza'.
M.S. Natale: - E pur essendo baluardo di pace e diritti, l'Unione Europea viene
considerata complice di questo "tradimento" della politica che perpetua il vecchio
sistema del privilegio e dell'ineguaglianza.
Z. Bauman - 'A questo si aggiunge il progressivo trasferimento all'individuo del
compito di contrastare gli effetti distruttivi del mercato che persegue il profitto a
scapito di tutti gli altri valori. E' quello che il sociologo americano Anthony Gid-
dens ha descritto come il regno della politica della vita quotidiana dov'è il singolo
con le sue risorse strutturalmente inadeguate, a dover assumere l'iniziativa per
trovare soluzioni individuali a problemi comuni'.
M.S. Natale: - In che modo l?europa può rilanciare queste credenziali?
Z. Bauman - 'La stessa Europa è un collettore locale di problemi globali, ma anche
un laboratorio unico nel quale sono quotidianamente dibattute e sperimentate possi-
bili soluzioni. Solo in tale misura il contributo derll'Unione può essere significativo
per il futuro del pianeta che va incontro a un nuovo, radicale passaggio: dal livello
degli Stati nazione alla dimensione più ampia dell'umanità già stretta nella rete del-
l'interdipendenza globale. In questo contesto conflittuale la Ue deve andare molto
più a fondo nel processo interno di riforma, arrivare alle radici dell'incapacità istitu-
zionale di riconciliare politica e potere.
Lucianone
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