30 aprile '14 - mercoledì 30th April / Wednesday visione post - 12
Nel calcio spagnolo, due partite alla ribalta
alla 35^ giornata della Liga:
Valencia 0 Villareal 2
Atletico Madrid 1 Barcellona 3 (giocate domenica 27 aprile '14)
Partite che fanno parlare di sè molto più di ogni
altro match per due motivi: uno contingente alla
classifica della Liga e alla squadra che uscirà in-
fine campione vincente del maggiore torneo spa-
golo, e l'altro molto particolare, ma non meno (e
anzi, molto più) importante: per un gesto che ha
avuto il potere di bucare lo schermo televisivo e
di entrare come saetta in tante coscienze, maga-
ri anche le più cocciute dure e resistenti.
Protagonista di tale gesto ò stata una BANANA
insieme a chi se l'è mangiata.
Ma andiamo, come si dice, per ordine, e incominciamo
dalla cronaca e dal commento iniziale della partita:
(da 'la Gazzetta dello Sport' . Filippo Maria Ricci / Madrid)
Due vittorie. Tanto dista dall'Atletico questa Liga, Se Simeone batte
Levante e Malaga tornerà a essere campione con il suo amato "Atleti",
18 anni dopo aver assaporato la stessa gioia quando era giocatore.
Altrimenti dovrà chiedere qualcosa al Barca, che ieri a Vila-Real in una
serata piena di emozioni e lacrime per i ricordo di Vilanova ha vinto 3-2
ma continua ad avere scarse probabilità di confermarsi campione.
Villareal avanti 2-0 (Cani e Trigueros), rimonta blaugrana con gli
autogol di Gabriel e Musacchio e la rete di Messi, numero 27 in Li-
ga (come Diego Costa, Ronaldo è a 30), 40 stagionale. Ed ecco il gesto:
A Dani Alves (del Barcellona) hanno tirato una banana, lui ha risposto
ai razzisti mangiandosela mentre tirava il corner da cui è scaturito il 2-2
Continua... to be continued....
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mercoledì 30 aprile 2014
Cultura / libro - "La Casa delle Meraviglie": grandi scrittori per 'mini' lettori
30 aprile '14 - mercoledì 30th April / Wednesday visione post - 15
Grandi scrittori al servizio di lettori "mini"
(da la Repubblica - 20 aprile '14 - Benedetta Marietti / LITTLE PEOPLE)
C'era una volta una "casa delle meraviglie"che pubblicava solo libri belli per bambini,
"diversissimi l'uno dall'altro per formati, immagini, parole, contenuti, tecniche utilizza-
te. Ognuno con il proprio stile. Ognuno con il proprio carattere". Era la Emme Edizioni,
fondata nel 1966 da Rosellina Archinto, che portò una ventata di novità nel panorama
della letteratura per ragazzi. Il primo libro pubblicato fu Piccolo blu e piccolo giallo di
Leo Lionni, cui seguirono nel 1967 molti altri: James Joyce, Il gatto e il diavolo, illu-
strato da Flaminia Siciliano; Il palloncino rosso di Iela Mari; Tre feroci banditi di To-
mi Ungerer; Alì Babà e i 40 ladroni di Lele Luzzati. E poi Enzo Mari, Bruno Munari,
Maurice Sendak, Sonia Delaunay, Bob Gill, Pinin Carpi, Ionesco, Rodari, Calvino.
A rievocare quella straordinaria avventura editoriale che durò fino al 1985 e che ri-
voluzionò il modo di fare libri per bambini e di pensare l'infanzia ci ha pensato
Loredana Farina, tra i fondatori della casa editrice La Coccinella. Il suo "La Casa
delle Meraviglie" ricostruisce un affresco della Milano viva e dinamica degli anni
Sessanta e Settanta attraverso le parole di Rosellina Archinto, che racconta la scel-
ta controcorrente di pubblicare volumi all'avanguardia, di qualità, rivolti ai bambi-
ni e illustrati da grandi pittori, fotografi, designer, e gli altri incontri, le amicizie,
i contatti internazionali, le collaborazioni con Graziano Cavallini, Oreste Del Buo-
no, Natalia Ginzburg. Un mondo vitale e ottimista che non c'è più e di cui, soprat-
tutto oggi, si sente la mancanza.
Lucianone
Grandi scrittori al servizio di lettori "mini"
(da la Repubblica - 20 aprile '14 - Benedetta Marietti / LITTLE PEOPLE)
C'era una volta una "casa delle meraviglie"che pubblicava solo libri belli per bambini,
"diversissimi l'uno dall'altro per formati, immagini, parole, contenuti, tecniche utilizza-
te. Ognuno con il proprio stile. Ognuno con il proprio carattere". Era la Emme Edizioni,
fondata nel 1966 da Rosellina Archinto, che portò una ventata di novità nel panorama
della letteratura per ragazzi. Il primo libro pubblicato fu Piccolo blu e piccolo giallo di
Leo Lionni, cui seguirono nel 1967 molti altri: James Joyce, Il gatto e il diavolo, illu-
strato da Flaminia Siciliano; Il palloncino rosso di Iela Mari; Tre feroci banditi di To-
mi Ungerer; Alì Babà e i 40 ladroni di Lele Luzzati. E poi Enzo Mari, Bruno Munari,
Maurice Sendak, Sonia Delaunay, Bob Gill, Pinin Carpi, Ionesco, Rodari, Calvino.
A rievocare quella straordinaria avventura editoriale che durò fino al 1985 e che ri-
voluzionò il modo di fare libri per bambini e di pensare l'infanzia ci ha pensato
Loredana Farina, tra i fondatori della casa editrice La Coccinella. Il suo "La Casa
delle Meraviglie" ricostruisce un affresco della Milano viva e dinamica degli anni
Sessanta e Settanta attraverso le parole di Rosellina Archinto, che racconta la scel-
ta controcorrente di pubblicare volumi all'avanguardia, di qualità, rivolti ai bambi-
ni e illustrati da grandi pittori, fotografi, designer, e gli altri incontri, le amicizie,
i contatti internazionali, le collaborazioni con Graziano Cavallini, Oreste Del Buo-
no, Natalia Ginzburg. Un mondo vitale e ottimista che non c'è più e di cui, soprat-
tutto oggi, si sente la mancanza.
Lucianone
sabato 26 aprile 2014
Sport - calcio / Serie A - 35^ giornata 2013/14
27/28 aprile '14 - domenica/ lunedì 27/28th April / Sunday - Monday visione post - 27
Risultati degli anticipi
Roma 2 Bologna 0 Inter 0 Verona 4
Milan 0 Fiorentina 3 Napoli 0 Catania 0
Risultati delle altre partite
Cagliari 1 Livorno 0 Sampdoria 2 Torino 2 Atalanta 1 Sassuolo 1
Parma 0 Lazio 2 Chievo 1 Udinese 0 Genoa 1 Juventus 3
Classifica squadre
JUVENTUS 93 / Roma 85 / Napoli 69 / Fiorentina 61 / Inter 57 /
Torino, Lazio, Verona 52 / Parma, Milan 51 / Atalanta 47 / Sampdoria 44 /
Genoa 40 / Cagliari, Udinese 39 / Chievo 30 / Sassuolo, Bologna 28 /
Livorno 25 / Catania 23
E perchè Toni no?
Cerco di capire, ma alla fine non capisco. Non soltanto perchè sono un tifoso
dell'Hellas Verona (uno dei tantissimi, comunque), ma perchè semplicemen-
te non è logico, o, meglio ancora, è contrologica. Toni: campione del mondo,
che a 37 anni ha fin qui realizzato 128 reti in A (come Rivera), che ancora
oggi ti sa fare 20 gol (cara Lega, ti sbagli, il portiere, dopo il palo è ininfluen-
te, soprattutto se il tocco dell'estremo difensore è involontario, molto involon-
tario - rivedete la regola, che è meglio!), dunque non 19, alla 35^ giornata di
campionato, che con i suoi gol ha contribuito a portato l'Hellas al record di 16
vittorie, superando il Verona scudettato di Bagnoli (1984/85) e mancano anco-
ra tre giornate alla fine, sia per aumentare e il record e il numero gol del no-
tro bomber. Per tutti questi motivi, che alla fine sottintendono la forma attuale
strepitosa del 'vecchio' Luca, io al posto di Prandelli ci penserei ancora un pò
prima di escludere del tutto l'opzione Toni. Cosa deve ancora fare per dimo-
strare di essere all'altezza, nonostante l'età?
N.B. - Anche in passato i c.t. che non hanno portato bomber di razza ai mondiali
se ne sono, in parte, pentiti e qualcuno anche amaramente. Dunque, logica vuole
o verrebbe...
L'attacco azzurro e... la sfida del gol
Due bisonti si mangiano il prato dei marcatori, a caccia dell'Europa per la propria mandria
e del Mondo per se stessi. Ciro Immobile spinge il Toro sull'Udinese. Luca Toni solleva il
Verona contro il Catania: a 52 punti c'è il sesto posto, con affaccio sulla coppa minore e sul
trono dei cannonieri. La moviola spietata toglie a Padron Toni il secondo gol, giudicando
colpevole la schiena del povero Frison: l'attaccante di Pavullo, rilevato sul 4-0 per il giusto
tributo, s'era arrabbiato, "volevo fare il terzo e portare il pallone a mia figlia". Si ritrova in-
vece con una rete sola, protestano l'Hellas e il suo presidente Setti, "per noi il 2-0 resta suo,
ci auguriamo che questo non pregiudichi la classifica finale".
Il bollettino adesso dice Immobile 21, Toni 19. Ciro, che riceverà il premio Prisco per cor-
rettezza, lealtà e simpatia, è al record personale in A. Gli ultimi a segnare 21 reti in un
anno nel Toro furono Pulici ('76) e Graziani ('77), ma il primato è di Valentini Mazzola (29),
e poi ci sono anche Santos(27) e Gabetto (23). Immobile in vita sua non aveva mai timbrato
sei volte di fila , neppure nel Pescara di Zeman. E può entrare nel pantheon di chi ha vinto
la classifica marcatori in B e in A (Bettega, Bierhoff, Boffi, Chinaglia, Del Piero, Giordano,
Hubner, Milani, Protti, Pruzzo, Paolo Rossi e Toni). Più di Toni ha anche le chance azzurre:
nel listone di Prandelli lui c'è, anche se è in ballottaggio con Destro (una rete ogni 85' per
il romanista, secondo solo a Messi per media). "Sto facendo vedere a Prandelli tutto que-
lo che so fare - dice Immobile -, se mi scegierà sarò pronto. Ai test sono arrivato bene, an-
che con qualche acciacco, ma il c.t. l'ha capito"...
Non spera più nel Brasile, invece, Luca Toni. Ci credeva fino a ieri ("Leggo i nomi in bal-
lo, hanno segnato tutti meno di me"), ora s'è arreso: "Non devo mandare nessun video-
messaggio. Prandelli ha scelto i 40 e io e Totti dobbiamo metterci l'animo in pace". Può
puntare solo a diventare il cannoniere più vecchio della Serie A, a 37 anni, - Immobile o
Toni, il paradosso è che il prossimo capocannoniere potrebbe restare a casa. Si può?
Enzo Bearzot lo fece, due volte, con Roberto Pruzzo. Nell'82, il romanista aveva vinto
il secondo titolo dei cannonieri (19 gol), il ct gli preferì Paolo Rossi, appena rientrato
dalla squalifica. E al posto di Bettega, ko, chiamò Selvaggi. Andò benissimo, superata
la bufera in partenza. La replica infelice nel 1986: Pruzzo di nuovo re del gol, ma fuori
dal Messico (partirono Rossi, Altobelli, Galderisi, Vialli e Serena). L'Italia uscì agli
ottavi. Andò male pure negli altri casi, anche se Milani (capocannoniere nel '62), Prot-
ti (nel'96, con gli Europei e Hubner (nel 2002) non erano mai stati nel giro azzurro. Più
recente il caso di Gilardino: nel 2004 segnò 23 gol (uno meno di Sheva), vinse l'Euro-
peo under 21 a giugno e ne fu capocannoniere, ma il Trap non volle farlo debuttare in
Portogallo. Quando l'Italia salutò al primo turno, tradita dal biscotto di Svezia e Dani-
marca.
(da 'la Repubblica' - 28/04/2014 - Francesco Saverio Intorcia / IL CASO)
Continua,,, to be continued...
Risultati degli anticipi
Roma 2 Bologna 0 Inter 0 Verona 4
Milan 0 Fiorentina 3 Napoli 0 Catania 0
Risultati delle altre partite
Cagliari 1 Livorno 0 Sampdoria 2 Torino 2 Atalanta 1 Sassuolo 1
Parma 0 Lazio 2 Chievo 1 Udinese 0 Genoa 1 Juventus 3
Classifica squadre
JUVENTUS 93 / Roma 85 / Napoli 69 / Fiorentina 61 / Inter 57 /
Torino, Lazio, Verona 52 / Parma, Milan 51 / Atalanta 47 / Sampdoria 44 /
Genoa 40 / Cagliari, Udinese 39 / Chievo 30 / Sassuolo, Bologna 28 /
Livorno 25 / Catania 23
C o m m e n t o
(di Lucianone)E perchè Toni no?
Cerco di capire, ma alla fine non capisco. Non soltanto perchè sono un tifoso
dell'Hellas Verona (uno dei tantissimi, comunque), ma perchè semplicemen-
te non è logico, o, meglio ancora, è contrologica. Toni: campione del mondo,
che a 37 anni ha fin qui realizzato 128 reti in A (come Rivera), che ancora
oggi ti sa fare 20 gol (cara Lega, ti sbagli, il portiere, dopo il palo è ininfluen-
te, soprattutto se il tocco dell'estremo difensore è involontario, molto involon-
tario - rivedete la regola, che è meglio!), dunque non 19, alla 35^ giornata di
campionato, che con i suoi gol ha contribuito a portato l'Hellas al record di 16
vittorie, superando il Verona scudettato di Bagnoli (1984/85) e mancano anco-
ra tre giornate alla fine, sia per aumentare e il record e il numero gol del no-
tro bomber. Per tutti questi motivi, che alla fine sottintendono la forma attuale
strepitosa del 'vecchio' Luca, io al posto di Prandelli ci penserei ancora un pò
prima di escludere del tutto l'opzione Toni. Cosa deve ancora fare per dimo-
strare di essere all'altezza, nonostante l'età?
N.B. - Anche in passato i c.t. che non hanno portato bomber di razza ai mondiali
se ne sono, in parte, pentiti e qualcuno anche amaramente. Dunque, logica vuole
o verrebbe...
L'attacco azzurro e... la sfida del gol
Due bisonti si mangiano il prato dei marcatori, a caccia dell'Europa per la propria mandria
e del Mondo per se stessi. Ciro Immobile spinge il Toro sull'Udinese. Luca Toni solleva il
Verona contro il Catania: a 52 punti c'è il sesto posto, con affaccio sulla coppa minore e sul
trono dei cannonieri. La moviola spietata toglie a Padron Toni il secondo gol, giudicando
colpevole la schiena del povero Frison: l'attaccante di Pavullo, rilevato sul 4-0 per il giusto
tributo, s'era arrabbiato, "volevo fare il terzo e portare il pallone a mia figlia". Si ritrova in-
vece con una rete sola, protestano l'Hellas e il suo presidente Setti, "per noi il 2-0 resta suo,
ci auguriamo che questo non pregiudichi la classifica finale".
Il bollettino adesso dice Immobile 21, Toni 19. Ciro, che riceverà il premio Prisco per cor-
rettezza, lealtà e simpatia, è al record personale in A. Gli ultimi a segnare 21 reti in un
anno nel Toro furono Pulici ('76) e Graziani ('77), ma il primato è di Valentini Mazzola (29),
e poi ci sono anche Santos(27) e Gabetto (23). Immobile in vita sua non aveva mai timbrato
sei volte di fila , neppure nel Pescara di Zeman. E può entrare nel pantheon di chi ha vinto
la classifica marcatori in B e in A (Bettega, Bierhoff, Boffi, Chinaglia, Del Piero, Giordano,
Hubner, Milani, Protti, Pruzzo, Paolo Rossi e Toni). Più di Toni ha anche le chance azzurre:
nel listone di Prandelli lui c'è, anche se è in ballottaggio con Destro (una rete ogni 85' per
il romanista, secondo solo a Messi per media). "Sto facendo vedere a Prandelli tutto que-
lo che so fare - dice Immobile -, se mi scegierà sarò pronto. Ai test sono arrivato bene, an-
che con qualche acciacco, ma il c.t. l'ha capito"...
Non spera più nel Brasile, invece, Luca Toni. Ci credeva fino a ieri ("Leggo i nomi in bal-
lo, hanno segnato tutti meno di me"), ora s'è arreso: "Non devo mandare nessun video-
messaggio. Prandelli ha scelto i 40 e io e Totti dobbiamo metterci l'animo in pace". Può
puntare solo a diventare il cannoniere più vecchio della Serie A, a 37 anni, - Immobile o
Toni, il paradosso è che il prossimo capocannoniere potrebbe restare a casa. Si può?
Enzo Bearzot lo fece, due volte, con Roberto Pruzzo. Nell'82, il romanista aveva vinto
il secondo titolo dei cannonieri (19 gol), il ct gli preferì Paolo Rossi, appena rientrato
dalla squalifica. E al posto di Bettega, ko, chiamò Selvaggi. Andò benissimo, superata
la bufera in partenza. La replica infelice nel 1986: Pruzzo di nuovo re del gol, ma fuori
dal Messico (partirono Rossi, Altobelli, Galderisi, Vialli e Serena). L'Italia uscì agli
ottavi. Andò male pure negli altri casi, anche se Milani (capocannoniere nel '62), Prot-
ti (nel'96, con gli Europei e Hubner (nel 2002) non erano mai stati nel giro azzurro. Più
recente il caso di Gilardino: nel 2004 segnò 23 gol (uno meno di Sheva), vinse l'Euro-
peo under 21 a giugno e ne fu capocannoniere, ma il Trap non volle farlo debuttare in
Portogallo. Quando l'Italia salutò al primo turno, tradita dal biscotto di Svezia e Dani-
marca.
(da 'la Repubblica' - 28/04/2014 - Francesco Saverio Intorcia / IL CASO)
Continua,,, to be continued...
Riflessioni-ricerche / Sull'ambiente, la nostra civiltà malata e il necessario cambiamento
26 aprile '14 - sabato 26th April / Saturday visione post - 18
Con questa rubrica 'Riflessioni-ricerche' (che completa quella delle 'Riflessioni')
cerco di trovare spunti che riescano a mettere in luce le origini e le problematiche
della crisi economica/morale/ambientale che oggi tutti stiamo vivendo (e tantissi-
mi sulla propria pelle e salute). Questa lungo articolo-riflessione di V. Mancuso
mi è sembrato/a molto acuto e approfondito, con alcuni ulteriori spunti religiosi
e filosofici molto attuali. Conclude lasciando spazio alla speranza, non è facile
ma, come dice lo stesso Mancuso, è doveroso (e aggiungo) almeno nei confronti
dei giovani d'oggi e delle generazioni future.
(Lucianone)
(da la Repubblica - venerdì 18 aprile '14 / Vito Mancuso - LettereCommenti&Idee)
LA VIA CRUCIS DEL MONDO
La nostra civiltà è malata, è in corso una via crucis del pianeta, davanti ai nostri occhi
distratti. L'aria delle nostre città, i nostri mari inquinati, l'acqua, le foreste, sono vittime
di un'ideologia rapace e utilitaristica che considera la natura solo come un'inanimata ri-
sorsa da sfruttare e che alimenta la fiorente industria della fiction per la finzione necessa-
ria a sedare le coscienze. I rifiuti prodotti dagli oltre 7 miliardi di esseri umani sono ormai
superiori alle possibilità di smaltimento, e per alcuni di essi come le scorie nucleari lo
smaltimento è praticamente impossibile. Che cosa avverrà quando nel 2025 la popolazione
sarà di 8,1 miliardi? Equando nel 2050 giungerà a 9,6 miliardi? Una nuova guerra mon-
diale? Una serie permanente di inarrestabili conflitti locali?
Barbara Spinelli (l'altro giorno) ricordava Hans Jonas e la sua nuova formulazione dell'im-
perativo etico in senso ecologico. In un'intervista del 1992 a Der Spiegel Jonas segnalava
il pericolo del "tragico fallimento della cultura superiore, la sua caduta in una nuova primi-
tivizzazione", intendendo con ciò "la povertà di massa, la morte di massa, l'uccisione di
massa". Da allora sono passati oltre vent'anni e questo declino verso la primitivizzazione
e la massificazione è proseguito: lo vediamo nei costumi, nel gusto estetico, nella politica,
nel linguaggio dove tutto diventa più grossolano e più violento. E più irrazionale.
Ai nostri giorni un terzo del cibo prodotto viene buttato via, sono i,3 miliardi di tonnellate
di cibo su scala annuale che finiscono tra i rifiuti, con l'uso scriteriato di acqua, energia e
vita animale e vegetale che tutto questo comporta. E ciò a fronte del fatto che ogni giorno
muoiono per fame 24.000 mila esseri umani, 8 milioni e mezzo all'anno. Basta questo per
evidenziare la pericolosa malattia mentale di cui soffre la nostra società?
Nutriamo la nostra anima con le manifestazioni di massa dell'effimero (sport di massa,
musica di massa, cinema di massa... ) pagandone i protagonisti con cifre esorbitanti, men-
tre miliardi di esseri umani vivono con meno di due dollari al giorno. Proprio nell'epoca
del trionfo della scienza assistiamo a un tracollo della razionalità nel governo del mondo,
con la conseguenza che a trionfare non è veramente la scienza, la quale è sempre ricerca
e dubbio, ma è piuttosto la tecnica che ammanisce certezze e cattura le menti.
Anche la modalità con cui nelle nostre società si conquista il consenso e si accede al pote-
re è sempre più all'insegna dell'irrazionalità, perchè vince chi sa suscitare emozioni forti
mentre chi pratica l'onestà dell'analisi è inevitabilmente destinato alla sconfitta: se penso
ai leader politici di quand'ero ragazzo (Moro, Zaccagnini, Berlinguer) vedo che per loro
non vi sarebbe oggi nessuna chance.
Quando Francesco d'Assisi compose il suo testo più bello, il Cantico delle creature, la pa-
gina più antica della letteratura italiana, era quasi cieco per una malattia agli occhi e
soffriva per una serie di altri mali che da lì a un anno l'avrebbero condotto alla morte.
Ciò non gli impedì di cantare la luce di frate sole e di frate focu e di celebrare le altre
realtà naturali. Penso che guardando alla sua vita sia possibile capire le due principali
malattie di cui soffriamo oggi: 1) una filosofia di vita opposta a quella di Francesco e
analoga a quella del ricco mercante suo padre, cioè all'insegna dell'accumulo e del con-
sumo , a cui si viene indotti fin da piccoli dalla potenza della pubblicità e dall'industria
dell'intrattenimento che le gira attorno; 2) una filosofia della natura opposta a quella
del Cantico delle creature che considera la materia come inerte e la vita come lotta, e
da cui discende un atteggiamento predatorio verso il pianeta e il conseguente inquina-
mento. Dal canto suo la religione tradizionale dell'Occidente non è stata in grado di
fronteggiare questi due mali, anzi vi ha persino contribuito a causa del suo antropocen-
trismo, per cui anche il cristianesimo si deve rinnovare, anzi direi convertire.
L'umanità, se vuole sopravvivere, deve cambiare la mentalità che guida le sue politiche
economiche e che orienta il suo atteggiamento verso la natura. L'unica possibilità di una
svolta è nella presa di coscienza che la Terra è un organismo che deve la sua origine e la
sua esistenza alla logica dell'armonia relazionale. Il passaggio da una civiltà basata sul-
la lotta a una civiltà basata sulla cooperazione può avvenire solo se si comprende che è
la stessa logica dell'evoluzione naturale a basarsi sulla cooperazione e si educano i nostri
ragazzi in questa prospettiva. Occorre quindi superare la cupa filosofia della vita trasmes-
sa dal darwinismo e comprendere che a guidare l'evoluzione non è soltanto la lotta ma pri-
ma ancora il rapporto di complementarietà e di armonia, visto che non esiste vita se non in
relazione, non esiste bios se non come symbios, come simbiosi.
Dalla crisi ecologica ed eticospirituale non si uscirà se non si risaneranno le idee che l'han-
no prodotta. Occorre che l'urgenza ecologica trasformi la nostra visione della biologia e ci
faccia prendere coscienza del legame che unisce tutte le cose, dell'interconnessione di ogni
ente con il tutto, di ciò che la fisica chiama entanglement e che costituisce il paradigma on-
tologico più avanzato. Tutto ciò è traducibile in filosofia dicendo che la prima categoria dell'essere non è la sostanza ma è la relazione, all'insegna di una relazionalità globale che
supera l'antropocentyrismo e l'utilitarismo che ne discende.
Da Francesco d'Assisi malato e alla vigilia della morte nacque uno dei testi più sublimi del-
la spiritualità di tutti i tempi. Dalla nostra civiltà, malata e così cieca da non riconoscere la
sua malattia, può emergere ancora la possibilità di una svolta per non precipitare nell'abis-
so sempre più vicino? Penso che nessuno lo sappia ed è per questo che le tenebre del venerdì
santo avvolgono le nostre esistenze e il nostro futuro, senza sapere se ci sarà data la luce di
pasqua. Ma credere di sì è un dovere morale, oltre all'unica concreta possibilità che la svol-
ta possa prodursi davvero.
Lucianone
Con questa rubrica 'Riflessioni-ricerche' (che completa quella delle 'Riflessioni')
cerco di trovare spunti che riescano a mettere in luce le origini e le problematiche
della crisi economica/morale/ambientale che oggi tutti stiamo vivendo (e tantissi-
mi sulla propria pelle e salute). Questa lungo articolo-riflessione di V. Mancuso
mi è sembrato/a molto acuto e approfondito, con alcuni ulteriori spunti religiosi
e filosofici molto attuali. Conclude lasciando spazio alla speranza, non è facile
ma, come dice lo stesso Mancuso, è doveroso (e aggiungo) almeno nei confronti
dei giovani d'oggi e delle generazioni future.
(Lucianone)
(da la Repubblica - venerdì 18 aprile '14 / Vito Mancuso - LettereCommenti&Idee)
LA VIA CRUCIS DEL MONDO
La nostra civiltà è malata, è in corso una via crucis del pianeta, davanti ai nostri occhi
distratti. L'aria delle nostre città, i nostri mari inquinati, l'acqua, le foreste, sono vittime
di un'ideologia rapace e utilitaristica che considera la natura solo come un'inanimata ri-
sorsa da sfruttare e che alimenta la fiorente industria della fiction per la finzione necessa-
ria a sedare le coscienze. I rifiuti prodotti dagli oltre 7 miliardi di esseri umani sono ormai
superiori alle possibilità di smaltimento, e per alcuni di essi come le scorie nucleari lo
smaltimento è praticamente impossibile. Che cosa avverrà quando nel 2025 la popolazione
sarà di 8,1 miliardi? Equando nel 2050 giungerà a 9,6 miliardi? Una nuova guerra mon-
diale? Una serie permanente di inarrestabili conflitti locali?
Barbara Spinelli (l'altro giorno) ricordava Hans Jonas e la sua nuova formulazione dell'im-
perativo etico in senso ecologico. In un'intervista del 1992 a Der Spiegel Jonas segnalava
il pericolo del "tragico fallimento della cultura superiore, la sua caduta in una nuova primi-
tivizzazione", intendendo con ciò "la povertà di massa, la morte di massa, l'uccisione di
massa". Da allora sono passati oltre vent'anni e questo declino verso la primitivizzazione
e la massificazione è proseguito: lo vediamo nei costumi, nel gusto estetico, nella politica,
nel linguaggio dove tutto diventa più grossolano e più violento. E più irrazionale.
Ai nostri giorni un terzo del cibo prodotto viene buttato via, sono i,3 miliardi di tonnellate
di cibo su scala annuale che finiscono tra i rifiuti, con l'uso scriteriato di acqua, energia e
vita animale e vegetale che tutto questo comporta. E ciò a fronte del fatto che ogni giorno
muoiono per fame 24.000 mila esseri umani, 8 milioni e mezzo all'anno. Basta questo per
evidenziare la pericolosa malattia mentale di cui soffre la nostra società?
Nutriamo la nostra anima con le manifestazioni di massa dell'effimero (sport di massa,
musica di massa, cinema di massa... ) pagandone i protagonisti con cifre esorbitanti, men-
tre miliardi di esseri umani vivono con meno di due dollari al giorno. Proprio nell'epoca
del trionfo della scienza assistiamo a un tracollo della razionalità nel governo del mondo,
con la conseguenza che a trionfare non è veramente la scienza, la quale è sempre ricerca
e dubbio, ma è piuttosto la tecnica che ammanisce certezze e cattura le menti.
Anche la modalità con cui nelle nostre società si conquista il consenso e si accede al pote-
re è sempre più all'insegna dell'irrazionalità, perchè vince chi sa suscitare emozioni forti
mentre chi pratica l'onestà dell'analisi è inevitabilmente destinato alla sconfitta: se penso
ai leader politici di quand'ero ragazzo (Moro, Zaccagnini, Berlinguer) vedo che per loro
non vi sarebbe oggi nessuna chance.
Quando Francesco d'Assisi compose il suo testo più bello, il Cantico delle creature, la pa-
gina più antica della letteratura italiana, era quasi cieco per una malattia agli occhi e
soffriva per una serie di altri mali che da lì a un anno l'avrebbero condotto alla morte.
Ciò non gli impedì di cantare la luce di frate sole e di frate focu e di celebrare le altre
realtà naturali. Penso che guardando alla sua vita sia possibile capire le due principali
malattie di cui soffriamo oggi: 1) una filosofia di vita opposta a quella di Francesco e
analoga a quella del ricco mercante suo padre, cioè all'insegna dell'accumulo e del con-
sumo , a cui si viene indotti fin da piccoli dalla potenza della pubblicità e dall'industria
dell'intrattenimento che le gira attorno; 2) una filosofia della natura opposta a quella
del Cantico delle creature che considera la materia come inerte e la vita come lotta, e
da cui discende un atteggiamento predatorio verso il pianeta e il conseguente inquina-
mento. Dal canto suo la religione tradizionale dell'Occidente non è stata in grado di
fronteggiare questi due mali, anzi vi ha persino contribuito a causa del suo antropocen-
trismo, per cui anche il cristianesimo si deve rinnovare, anzi direi convertire.
L'umanità, se vuole sopravvivere, deve cambiare la mentalità che guida le sue politiche
economiche e che orienta il suo atteggiamento verso la natura. L'unica possibilità di una
svolta è nella presa di coscienza che la Terra è un organismo che deve la sua origine e la
sua esistenza alla logica dell'armonia relazionale. Il passaggio da una civiltà basata sul-
la lotta a una civiltà basata sulla cooperazione può avvenire solo se si comprende che è
la stessa logica dell'evoluzione naturale a basarsi sulla cooperazione e si educano i nostri
ragazzi in questa prospettiva. Occorre quindi superare la cupa filosofia della vita trasmes-
sa dal darwinismo e comprendere che a guidare l'evoluzione non è soltanto la lotta ma pri-
ma ancora il rapporto di complementarietà e di armonia, visto che non esiste vita se non in
relazione, non esiste bios se non come symbios, come simbiosi.
Dalla crisi ecologica ed eticospirituale non si uscirà se non si risaneranno le idee che l'han-
no prodotta. Occorre che l'urgenza ecologica trasformi la nostra visione della biologia e ci
faccia prendere coscienza del legame che unisce tutte le cose, dell'interconnessione di ogni
ente con il tutto, di ciò che la fisica chiama entanglement e che costituisce il paradigma on-
tologico più avanzato. Tutto ciò è traducibile in filosofia dicendo che la prima categoria dell'essere non è la sostanza ma è la relazione, all'insegna di una relazionalità globale che
supera l'antropocentyrismo e l'utilitarismo che ne discende.
Da Francesco d'Assisi malato e alla vigilia della morte nacque uno dei testi più sublimi del-
la spiritualità di tutti i tempi. Dalla nostra civiltà, malata e così cieca da non riconoscere la
sua malattia, può emergere ancora la possibilità di una svolta per non precipitare nell'abis-
so sempre più vicino? Penso che nessuno lo sappia ed è per questo che le tenebre del venerdì
santo avvolgono le nostre esistenze e il nostro futuro, senza sapere se ci sarà data la luce di
pasqua. Ma credere di sì è un dovere morale, oltre all'unica concreta possibilità che la svol-
ta possa prodursi davvero.
Lucianone
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
26 aprile '14 - sabato 26th April / Saturday visione post - 13
Città del Vaticano
Canonizzazioni: i preparativi in Piazza San Pietro
Ratzinger concelebra con Francesco / L'evento dei
quattro papi a San Pietro.
Bergoglio l'aveva invitato e Benedetto XVI ha accettato di partecipare domenica
mattina alla messa di canonizzazione di Giovanni XXVIII e Giovanni Paolo II
CITTA’ DEL VATICANO - Un evento senza precedenti nella storia, quattro Papi protagonisti in piazza San Pietro. Benedetto XVI concelebrerà con Francesco la Messa di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Bergoglio aveva invitato il predecessore, la presenza del Papa emerito era attesa. È stato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, a darne conferma ufficiale: «Il Papa emerito Benedetto XVI ha accettato l’invito e ha comunicato a Papa Francesco che sarà presente e concelebrerà: quindi sarà anche concelebrante, il che non vuol dire che vada all’altare», ha spiegato . «Verosimilmente, saranno all’altare i cardinali Sodano e Re, e poi il cardinale Dziwisz, il cardinale Vallini e il vescovo di Bergamo. Il Papa emerito, invece, sta con i cardinali e vescovi sulla sinistra del sagrato e saremo tutti lieti di avere la sua presenza».
«Non è una statua»
Roma - politica
Cosentino intercettato: "Berlusconi mi dia quello che chiedo
o qui cola tutto a picco" / E la Santanchè: "Il Cavaliere ha intorno
dei cretini, ma lui non lo è" / Nuovi atti depositati al Riesame di Napoli
Milano - politica
Nuova gaffe di Berlusconi: "Per tedeschi lager mai esistiti" / E il ministro
tedesco Schulz risponde: "Lui uguale odio, invidia e litigi"
Il leader di Forza Italia torna a insultare il candidato socialista alla presidenza
della commissione Ue, a cui 11 anni fa diede del kapò. La replica: "Scandaloso
usare le parole per vantaggio elettorale". E il ministrob tedesco della Famiglia:
"Attacchi indicibili". Europee, Silvio dice: "Se arriviano al 20% accendiamo un
cero".
Questione Ucraina - Crimea - Russia
Kiev chiude i rubineti dell'acqua alla Crimea / Il G7 deciso a nuove
sanzioni contro la Russia / Le ulteriori restrizioni Usa potrebbero
arrivare già lunedì / Il Papa dona una penna al premier ucraino:
"Firmi la pace con questa" / Renzi: "Kiev vada avanti con riforme" /
Osservatori Osce sequestrati, i filorussi chiedono scambio di prigionieri
Lucianone
Città del Vaticano
Canonizzazioni: i preparativi in Piazza San Pietro
Ratzinger concelebra con Francesco / L'evento dei
quattro papi a San Pietro.
Bergoglio l'aveva invitato e Benedetto XVI ha accettato di partecipare domenica
mattina alla messa di canonizzazione di Giovanni XXVIII e Giovanni Paolo II
CITTA’ DEL VATICANO - Un evento senza precedenti nella storia, quattro Papi protagonisti in piazza San Pietro. Benedetto XVI concelebrerà con Francesco la Messa di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Bergoglio aveva invitato il predecessore, la presenza del Papa emerito era attesa. È stato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, a darne conferma ufficiale: «Il Papa emerito Benedetto XVI ha accettato l’invito e ha comunicato a Papa Francesco che sarà presente e concelebrerà: quindi sarà anche concelebrante, il che non vuol dire che vada all’altare», ha spiegato . «Verosimilmente, saranno all’altare i cardinali Sodano e Re, e poi il cardinale Dziwisz, il cardinale Vallini e il vescovo di Bergamo. Il Papa emerito, invece, sta con i cardinali e vescovi sulla sinistra del sagrato e saremo tutti lieti di avere la sua presenza».
«Non è una statua»
La presenza di Benedetto XVI ha un significato particolare: Ratzinger è stato il collaboratore e la persona più vicina a Wojtyla e insieme l’ultimo Papa ad aver partecipato, giovane teologo, al Concilio Vaticano II convocato da Roncalli. «Il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione» spiegava a marzo Francesco nell’intervista al direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli.«Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa». Francesco aveva già invitato Ratzinger in occasione del Concistoro del 22 febbraio, per la prima volta in duemila anni due Papi si mostrarono nella Basilica di San Pietro.
Roma - politica
Cosentino intercettato: "Berlusconi mi dia quello che chiedo
o qui cola tutto a picco" / E la Santanchè: "Il Cavaliere ha intorno
dei cretini, ma lui non lo è" / Nuovi atti depositati al Riesame di Napoli
Milano - politica
Nuova gaffe di Berlusconi: "Per tedeschi lager mai esistiti" / E il ministro
tedesco Schulz risponde: "Lui uguale odio, invidia e litigi"
Il leader di Forza Italia torna a insultare il candidato socialista alla presidenza
della commissione Ue, a cui 11 anni fa diede del kapò. La replica: "Scandaloso
usare le parole per vantaggio elettorale". E il ministrob tedesco della Famiglia:
"Attacchi indicibili". Europee, Silvio dice: "Se arriviano al 20% accendiamo un
cero".
Questione Ucraina - Crimea - Russia
Kiev chiude i rubineti dell'acqua alla Crimea / Il G7 deciso a nuove
sanzioni contro la Russia / Le ulteriori restrizioni Usa potrebbero
arrivare già lunedì / Il Papa dona una penna al premier ucraino:
"Firmi la pace con questa" / Renzi: "Kiev vada avanti con riforme" /
Osservatori Osce sequestrati, i filorussi chiedono scambio di prigionieri
Lucianone
mercoledì 23 aprile 2014
Appuntamenti / culturali - Bergamo e dintorni
23 aprile '14 - mercoledì 23rd April / Wednesday
55esima edizione della Fiera dei Librai
Libri e autori sul Sentierone / Bergamo
19 aprile - 4 maggio 2014
"Fiera di Primavera" / Brembate di Sopra
Parco Casa Serena e centro storico
1 maggio
87^ edizione della rassegna musicale all'Accadenia Tadini / Lovere
Grandi note sul Sebino
24 aprile - 28 maggio
Mercoledì 7 maggio:
Cesare Chiacchiaretta (bandoneon); Filippo Arlia (pianoforte)
Omaggio ad Astor Piazzolla
Musiche di: A. Piazzolla, Luis Bacalov, Carlos Gardel
Lunedì 12 maggio:
Simonide Branconi (viola)
Sergio Marchegiani (pianoforte)
Musiche di: Dmitrij Dmitrievic Sostakovic, Simonide Braconi,
Henry Vieuxtemps, Franz Schubert
13^ edizione del Festival Itinerante / Albino, Ranica e Nembro
La musica di "Albino Classica"
Fino al 31 maggio
Lucianone
55esima edizione della Fiera dei Librai
Libri e autori sul Sentierone / Bergamo
19 aprile - 4 maggio 2014
"Fiera di Primavera" / Brembate di Sopra
Parco Casa Serena e centro storico
1 maggio
87^ edizione della rassegna musicale all'Accadenia Tadini / Lovere
Grandi note sul Sebino
24 aprile - 28 maggio
Mercoledì 7 maggio:
Cesare Chiacchiaretta (bandoneon); Filippo Arlia (pianoforte)
Omaggio ad Astor Piazzolla
Musiche di: A. Piazzolla, Luis Bacalov, Carlos Gardel
Lunedì 12 maggio:
Simonide Branconi (viola)
Sergio Marchegiani (pianoforte)
Musiche di: Dmitrij Dmitrievic Sostakovic, Simonide Braconi,
Henry Vieuxtemps, Franz Schubert
13^ edizione del Festival Itinerante / Albino, Ranica e Nembro
La musica di "Albino Classica"
Fino al 31 maggio
Lucianone
lunedì 21 aprile 2014
Sport - calcio / serie A - 34^ giornata 2013/14
21 aprile '14 - lunedì 21st April / Monday Visione post - 3
Risultati delle partite
Atalanta 1 Catania 2 Chievo 0 Fiorentina 0 Genoa 1
Verona 2 Sampdoria 1 Sassuolo 1 Roma 1 Cagliari 2
Juventus 1 Lazio 3 Milan 3 Parma 0 Udinese 1
Bologna 0 Torino 3 Liovorno 0 Inter 2 Napoli 1
Classifica squadre
JUVENTUS 90 / Roma 82 / Napoli 68 / Fiorentina 58 / Inter 56 /
Milan, Parma 51 / Toeino, Lazio,Verona H. 49 Atalanta 48 / Sampdoria 41 /
Genoa, Udinese 39 / Cagliari 36 / Chievo 30 / Bologna, Sassuolo 28 /
Livorno 25 / Catania 23
Continua... to be continued...
Risultati delle partite
Atalanta 1 Catania 2 Chievo 0 Fiorentina 0 Genoa 1
Verona 2 Sampdoria 1 Sassuolo 1 Roma 1 Cagliari 2
Juventus 1 Lazio 3 Milan 3 Parma 0 Udinese 1
Bologna 0 Torino 3 Liovorno 0 Inter 2 Napoli 1
Classifica squadre
JUVENTUS 90 / Roma 82 / Napoli 68 / Fiorentina 58 / Inter 56 /
Milan, Parma 51 / Toeino, Lazio,Verona H. 49 Atalanta 48 / Sampdoria 41 /
Genoa, Udinese 39 / Cagliari 36 / Chievo 30 / Bologna, Sassuolo 28 /
Livorno 25 / Catania 23
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Istruzione / grammatica - Parole lunghe: inglese no, italiano sì
21 aprile '14 - lunedì 21st April / Monday visione post - 8
Ho trovato finalmente questo articolo, di Bartezzaghi, che spiega
la questione delle parole lunghe e di quelle corte nell'uso delle 2
lingue, inglese e italiano, e il loro evolversi nella società moderna,
tecnologica/tecnocratica/digitalizzata. Ecco le principali differenze
e gli aspetti più originali e particolari. (Lucianone)
Inglese: parole lunghe addio, e nell'Italiano
non si accorciano. Mentre le lingue anglosassoni le aboliscono
da noi restano. Perchè più della sintesi amiamo l'enfasi.
(da 'la Repubblica' - 27/03/2014 - Stefano Bartezzaghi)
Ma allora lo sparuto deputato grillino che a Montecitorio ha detto sarò "breve e
circonciso" era, oltretutto, controtendenza? La lingua, si dice, si accorcia, abbiamo
a disposizione meno spazio, meno tempo, meno caratteri, meno fiato e lui invece
aggiunge una sillaba oltretutto rovinosa. E lo fa proprio mentre promette di essere
breve. Chissà, avrà voluto incrociare l'essere "conciso" con un quadrisillabo come
"circoscritto" o addirittura un pentasillabo come "circostanziato". Ma se la matema-
tica non è un'opinione, il dizionario non è aritmetica, e la somma non gli ha giovato.
Tra sms, WhatsApp e Twitter, è vero, ci siamo abituati ad abbreviare le parole, a di-
gitare geroglifici come "cmq" per "comunque" o "xkè" per "perchè" e a impiega-
re acronimi come "we" per "weekend" o anche "asap" che significa "as soon as
possible", adottato nella nostra anglomania, così poco fantasiosa da non essersi
inventata un ancor più breve, e fico, "ipp" per: "il prima possibile".
L'allarme sulla sparizione delle parole lunghe proviene proprio dai paesi anglofoni,
parola del Wall Street Journal. In inglese c'è da sempre, o quasi, una fobia per il
quadrisillabo e oltre: paroloni che fanno sentire pretenziosi i locutori e ignoranti gli
interlocutori. Ma loro si insultano a quattro lettere, mentre noi ce ne mettiamo dieci,
e quattro sillabe, per scambiarci dei compiuti "vaffanculo". Persino in preda all'ur-
genza espressiva e all'ira siamo dunque indulgenti con la nostra prolissità.
Un decennio fa era anche uscito un qualche studio che registrava la presenza di co-
gnomi molto corti, monosillabi o bisillabi, ai vertici delle grandi potenze: Bush, Chi-
rac, Blair, Putin. Cognomi che entrano in tutti i titoli dei giornali. Grande potenza
non siamo, ma i titolisti italiani hanno certo sudato per vent'anni con Berlusconi,
spesso chiamato Silvio anche per ragioni di ingombro. C'è comunque da immaginar-
si che alcuni anglismi abbiano avuto successo da noi anche per la maggiore econo-
mia, dalle sei sillabe di "ristrutturazione" alle tre di "restyling", ms anche dalle 3
di "d'accordo" alle due di "O.K.". E poi c'è "spread" (monosillabo) per "differen-
ziale" (pentasillabo), come in passato si è imposto "film" (monosillabo) su "pellico-
la" (quadrisillabo) e oramai si dice "premier" (bisillabo) anzichè "presidente del
Consiglio", a costo di una forzatura istituzionale. Così ci sono imposte, imposizioni,
tributi, contributi, contribuzioni, ma quando protestiamo lo facciamo contro le "tasse",
e, se colpiscono abitazioni e immobili, semplifichiamo tutto in "case". Però i nostri
"investimenti" hanno cinque sillabe, e già due in più dell'equivalente e non stringa-
to "investments".
CONTINUA... to be continued...
Ho trovato finalmente questo articolo, di Bartezzaghi, che spiega
la questione delle parole lunghe e di quelle corte nell'uso delle 2
lingue, inglese e italiano, e il loro evolversi nella società moderna,
tecnologica/tecnocratica/digitalizzata. Ecco le principali differenze
e gli aspetti più originali e particolari. (Lucianone)
Inglese: parole lunghe addio, e nell'Italiano
non si accorciano. Mentre le lingue anglosassoni le aboliscono
da noi restano. Perchè più della sintesi amiamo l'enfasi.
(da 'la Repubblica' - 27/03/2014 - Stefano Bartezzaghi)
Ma allora lo sparuto deputato grillino che a Montecitorio ha detto sarò "breve e
circonciso" era, oltretutto, controtendenza? La lingua, si dice, si accorcia, abbiamo
a disposizione meno spazio, meno tempo, meno caratteri, meno fiato e lui invece
aggiunge una sillaba oltretutto rovinosa. E lo fa proprio mentre promette di essere
breve. Chissà, avrà voluto incrociare l'essere "conciso" con un quadrisillabo come
"circoscritto" o addirittura un pentasillabo come "circostanziato". Ma se la matema-
tica non è un'opinione, il dizionario non è aritmetica, e la somma non gli ha giovato.
Tra sms, WhatsApp e Twitter, è vero, ci siamo abituati ad abbreviare le parole, a di-
gitare geroglifici come "cmq" per "comunque" o "xkè" per "perchè" e a impiega-
re acronimi come "we" per "weekend" o anche "asap" che significa "as soon as
possible", adottato nella nostra anglomania, così poco fantasiosa da non essersi
inventata un ancor più breve, e fico, "ipp" per: "il prima possibile".
L'allarme sulla sparizione delle parole lunghe proviene proprio dai paesi anglofoni,
parola del Wall Street Journal. In inglese c'è da sempre, o quasi, una fobia per il
quadrisillabo e oltre: paroloni che fanno sentire pretenziosi i locutori e ignoranti gli
interlocutori. Ma loro si insultano a quattro lettere, mentre noi ce ne mettiamo dieci,
e quattro sillabe, per scambiarci dei compiuti "vaffanculo". Persino in preda all'ur-
genza espressiva e all'ira siamo dunque indulgenti con la nostra prolissità.
Un decennio fa era anche uscito un qualche studio che registrava la presenza di co-
gnomi molto corti, monosillabi o bisillabi, ai vertici delle grandi potenze: Bush, Chi-
rac, Blair, Putin. Cognomi che entrano in tutti i titoli dei giornali. Grande potenza
non siamo, ma i titolisti italiani hanno certo sudato per vent'anni con Berlusconi,
spesso chiamato Silvio anche per ragioni di ingombro. C'è comunque da immaginar-
si che alcuni anglismi abbiano avuto successo da noi anche per la maggiore econo-
mia, dalle sei sillabe di "ristrutturazione" alle tre di "restyling", ms anche dalle 3
di "d'accordo" alle due di "O.K.". E poi c'è "spread" (monosillabo) per "differen-
ziale" (pentasillabo), come in passato si è imposto "film" (monosillabo) su "pellico-
la" (quadrisillabo) e oramai si dice "premier" (bisillabo) anzichè "presidente del
Consiglio", a costo di una forzatura istituzionale. Così ci sono imposte, imposizioni,
tributi, contributi, contribuzioni, ma quando protestiamo lo facciamo contro le "tasse",
e, se colpiscono abitazioni e immobili, semplifichiamo tutto in "case". Però i nostri
"investimenti" hanno cinque sillabe, e già due in più dell'equivalente e non stringa-
to "investments".
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domenica 20 aprile 2014
Sport - calcio / Serie B - 35^ giornata 2013/14
20 aprile '14 - domenica 20th April / Sunday visione post - 8
Risultati delle partite (giocate giovedì 17 aprile)
Crotone 3 Bari 0 Brescia 1 Carpi 2 Cittadella 1 Juve Stabia 2
Varese 2 Latina 1 Padova 3 Modena 2 Cesena 0 Avellino 2
Novara 3 Palermo 1 Spezia 1 Ternana 1 Lanciano 2
Trapani 1 Reggina 0 Siena 0 Pescara 0 Empoli 1
Classifica squadre
PALERMO 72 / Latina 57 / Empoli 56 / Crotone 55 / Cesena 52 /
Siena, Spezia, Lanciano 51 / Modena, Trapani, Avellino 49 / Pescara, Bari,
Brescia 46 / Carpi 45 / Ternana 44 / Varese 43 / Novara 39 / Cittadella 36 /
Padova 35 / Reggina 28 / Juve Stabia 17
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Risultati delle partite (giocate giovedì 17 aprile)
Crotone 3 Bari 0 Brescia 1 Carpi 2 Cittadella 1 Juve Stabia 2
Varese 2 Latina 1 Padova 3 Modena 2 Cesena 0 Avellino 2
Novara 3 Palermo 1 Spezia 1 Ternana 1 Lanciano 2
Trapani 1 Reggina 0 Siena 0 Pescara 0 Empoli 1
Classifica squadre
PALERMO 72 / Latina 57 / Empoli 56 / Crotone 55 / Cesena 52 /
Siena, Spezia, Lanciano 51 / Modena, Trapani, Avellino 49 / Pescara, Bari,
Brescia 46 / Carpi 45 / Ternana 44 / Varese 43 / Novara 39 / Cittadella 36 /
Padova 35 / Reggina 28 / Juve Stabia 17
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venerdì 18 aprile 2014
LAVORO - La generazione no-jobs
19 aprile '14 - sabato 19th April / Saturday
Secondo i centri studi, 1 milione di disoccupati in Italia ha tra i 24 e i 35
anni. Sono proprio loro a pagare di più la recessione / Digitalizzati, spesso
laureati e precari per definizione: e chi lavora ha un reddito inferiore del
12% a quello medio.
(da la Repubblica - 07/04/'14 - Luisa Grion)
La generazione no-jobs persa nella crisi
Sono pienamente digitalizzati, a volte laureati e precari per definizione. Nati
nei "favolosi" anni Ottanta, cresciuti nell'età dell'oro del consumismo, oggi
sono soprattutto disoccupati. Più disoccupati di tutti gli altri. I trentenni, o
meglio ancora quella fascia d'età che va dai 24 ai 34 anni, sono immersi fino
al collo nella crisi e rappresentano in pieno quella generazione che anche se-
condo Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario, "rischiamo di per-
derci se non si fanno le riforme". Eppure di loro si parla meno: una parte non
potrà nemmeno contare sulle opportunità che da maggio saranno offerte dalla
"garanzia giovani" estesa fino ai 29 anni.
Sopraffatti dal dato statistico che segna la disoccupazione giovsnile - conside-
rata come tale quella fra i 15 e i 24 anni - oltre il 42 per cento, pochi si accor-
gono che in cifre assolute è la fascia successiva quella più penalizzata. Uno
studio di Manageritalia fa notare come, fra i 24 e i 34 anni (guardando ai da-
ti Istat sull'intero 2013, gli ultimi comparabili per classi d'età), ci siano
938.112 disoccupati, il 18 per cento del totale. Dai 15 ai 24 ce ne sono 655.429.
Fra i primi c'è la percentuale più alta di laureati, fra i secondi ci sono anche i
troppi ragazzi che hanno abbandonato la scuola.
La chiamano generazione Y o Millennials e secondo Filippo Teoldi, economi-
sta de Lavoce.info, è quella che più di ogni altra si è impoverita con la crisi:
chi aveva trnt'anni nel 1977 aveva un reddito superiore del 3 per cento rispet-
to a quello medio nazionale, chi li ha compiuti nel 2010 ha fatto i conti con un
crollo del 12 per cento sulla media.
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Secondo i centri studi, 1 milione di disoccupati in Italia ha tra i 24 e i 35
anni. Sono proprio loro a pagare di più la recessione / Digitalizzati, spesso
laureati e precari per definizione: e chi lavora ha un reddito inferiore del
12% a quello medio.
(da la Repubblica - 07/04/'14 - Luisa Grion)
La generazione no-jobs persa nella crisi
Sono pienamente digitalizzati, a volte laureati e precari per definizione. Nati
nei "favolosi" anni Ottanta, cresciuti nell'età dell'oro del consumismo, oggi
sono soprattutto disoccupati. Più disoccupati di tutti gli altri. I trentenni, o
meglio ancora quella fascia d'età che va dai 24 ai 34 anni, sono immersi fino
al collo nella crisi e rappresentano in pieno quella generazione che anche se-
condo Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario, "rischiamo di per-
derci se non si fanno le riforme". Eppure di loro si parla meno: una parte non
potrà nemmeno contare sulle opportunità che da maggio saranno offerte dalla
"garanzia giovani" estesa fino ai 29 anni.
Sopraffatti dal dato statistico che segna la disoccupazione giovsnile - conside-
rata come tale quella fra i 15 e i 24 anni - oltre il 42 per cento, pochi si accor-
gono che in cifre assolute è la fascia successiva quella più penalizzata. Uno
studio di Manageritalia fa notare come, fra i 24 e i 34 anni (guardando ai da-
ti Istat sull'intero 2013, gli ultimi comparabili per classi d'età), ci siano
938.112 disoccupati, il 18 per cento del totale. Dai 15 ai 24 ce ne sono 655.429.
Fra i primi c'è la percentuale più alta di laureati, fra i secondi ci sono anche i
troppi ragazzi che hanno abbandonato la scuola.
La chiamano generazione Y o Millennials e secondo Filippo Teoldi, economi-
sta de Lavoce.info, è quella che più di ogni altra si è impoverita con la crisi:
chi aveva trnt'anni nel 1977 aveva un reddito superiore del 3 per cento rispet-
to a quello medio nazionale, chi li ha compiuti nel 2010 ha fatto i conti con un
crollo del 12 per cento sulla media.
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giovedì 17 aprile 2014
Riflessioni - La truffa leghista alla Regione Lombardia /
17 aprile '14 - giovedì 17th April / Thursday visione post - 6
Considerate nel dettaglio, le accuse contro alcuni leghisti per
truffa alla Regione Lombardia (vedi l'inchiesta della procura di Mi-
lano) fanno impallidire ogni precedente. Si va da quello che faceva
finta di abitare altrove per mettere in conto ogni giorno, per anni,
300 chilometri di rimborso benzina: al "consulente" che prendeva
10 mila euro al mese per distribuire i volantini del Carroccio; al
banchetto di nozze messo in nota spese. Le celebri mutande verdi
di Cota, in confronto, sono solo un dettaglio pittoresco. Chi ha me-
moria del furore "anti-casta" della Lega delle origini, contro la
politica ladra che depreda il povero contribuente, ha il diritto di
farsi un'amara risata. Amara perchè la morale va ben oltre le sor-
ti, oramai trascurabili, del partito di Bossi. Ne esce travolto e ridi-
colizzato il mito (ieri leghista, oggi grillino ma non solo) della
"gente comune" che insorge contro il potere corrotto; e per que-
sta sua sola qualità - non avere mai fatto politica - si sente inve-
stita di una missione purificatrice; ma appena varcato il portone
del Palazzo , in mezzo a tutti quegli stucchi e quegli arazzi, perde
la trebisonda e allunga le mani peggio del peggiore dei vecchi
politicanti.
(da la Repubblica - 20/03/2014 - 'L'AMACA' / Michele Serra)
Considerate nel dettaglio, le accuse contro alcuni leghisti per
truffa alla Regione Lombardia (vedi l'inchiesta della procura di Mi-
lano) fanno impallidire ogni precedente. Si va da quello che faceva
finta di abitare altrove per mettere in conto ogni giorno, per anni,
300 chilometri di rimborso benzina: al "consulente" che prendeva
10 mila euro al mese per distribuire i volantini del Carroccio; al
banchetto di nozze messo in nota spese. Le celebri mutande verdi
di Cota, in confronto, sono solo un dettaglio pittoresco. Chi ha me-
moria del furore "anti-casta" della Lega delle origini, contro la
politica ladra che depreda il povero contribuente, ha il diritto di
farsi un'amara risata. Amara perchè la morale va ben oltre le sor-
ti, oramai trascurabili, del partito di Bossi. Ne esce travolto e ridi-
colizzato il mito (ieri leghista, oggi grillino ma non solo) della
"gente comune" che insorge contro il potere corrotto; e per que-
sta sua sola qualità - non avere mai fatto politica - si sente inve-
stita di una missione purificatrice; ma appena varcato il portone
del Palazzo , in mezzo a tutti quegli stucchi e quegli arazzi, perde
la trebisonda e allunga le mani peggio del peggiore dei vecchi
politicanti.
(da la Repubblica - 20/03/2014 - 'L'AMACA' / Michele Serra)
domenica 13 aprile 2014
Sport - calcio / serie A - 33^ giornata 2013/14
13 aprile '14 - domenica 13th April / Sunday
Risultati delle partite
Sassuolo 1 Roma 3 Bologna 1 Livorno 2 Napoli 4 Sampdoria 0
Cagliari 1 Atalanta 1 Parma 1 Chievo 4 Lazio 2 Inter 4
Torino 2 Verona H. 3 Milan 1 Udinese 0
Genoa 1 Fiorentina 5 Catania 0 Juventus 2
Classifica squadre
JUVENTUS 87 / Roma 79 ( Napoli 67 / Fiorentina 58 / Inter 53 / Parma 51 /
Torino, Milan, Lazio 48 / Atalanta, Verona H 46 / Sampdoria 41 / Genoa 39 /
Udinese 38 / Cagliari 33 / Chievo 30 / Bologna 28 / Livorno, Sassuolo 25 /
Catania 20
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Risultati delle partite
Sassuolo 1 Roma 3 Bologna 1 Livorno 2 Napoli 4 Sampdoria 0
Cagliari 1 Atalanta 1 Parma 1 Chievo 4 Lazio 2 Inter 4
Torino 2 Verona H. 3 Milan 1 Udinese 0
Genoa 1 Fiorentina 5 Catania 0 Juventus 2
Classifica squadre
JUVENTUS 87 / Roma 79 ( Napoli 67 / Fiorentina 58 / Inter 53 / Parma 51 /
Torino, Milan, Lazio 48 / Atalanta, Verona H 46 / Sampdoria 41 / Genoa 39 /
Udinese 38 / Cagliari 33 / Chievo 30 / Bologna 28 / Livorno, Sassuolo 25 /
Catania 20
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Sport - calcio / serie B - 34^ giornata 2013/14
13 aprile '14 - domenica 13th April / Sunday
Risultati delle partite
Cesena 0 Avellino 0 Crotone 0 Empoli 1 Latina 4 Modena 4
Spezia 2 Brescia 1 Carpi 0 Ternana 0 Novara 1 Juve Stabia 2
Pescara 1 Siena 1 Trapani 0 Varese 0 Padova 2
Cittadella 1 Lanciano 0 Palermo 1 Bari 1 Reggina 2
Classifica squadre
PALERMO 69 / Empoli 56 / Latina 54 / Cesena, Crotone 52 / Siena 51 /
Trapani 49 / Modena, Avellino, Spezia, Lanciano 48 / Pescara, Bari, Brescia 46 /
Carpi 44 / Varese 43 / Ternana 41 / Novara 36 / Cittadella 33 / Padova 32 /
Reggina 28 / Juve Stabia 16
CONTINUA... to be continued...
Risultati delle partite
Cesena 0 Avellino 0 Crotone 0 Empoli 1 Latina 4 Modena 4
Spezia 2 Brescia 1 Carpi 0 Ternana 0 Novara 1 Juve Stabia 2
Pescara 1 Siena 1 Trapani 0 Varese 0 Padova 2
Cittadella 1 Lanciano 0 Palermo 1 Bari 1 Reggina 2
Classifica squadre
PALERMO 69 / Empoli 56 / Latina 54 / Cesena, Crotone 52 / Siena 51 /
Trapani 49 / Modena, Avellino, Spezia, Lanciano 48 / Pescara, Bari, Brescia 46 /
Carpi 44 / Varese 43 / Ternana 41 / Novara 36 / Cittadella 33 / Padova 32 /
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CONTINUA... to be continued...
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
13 th April - domenica 13th April / Sunday visione post - 29
ROMA / società - cronaca
Corteo dei movimenti nel centro della capitale: scontri,
tensioni, fumogeni e cariche / Oltre 40 feriti, 20 denunciati
ROMA - Pomeriggio di guerriglia nel cuore della Capitale. Prima le uova e le arance, poi i petardi, i bastoni e le catene. All’altezza di piazza Barberini la polizia ha caricato i manifestanti. Venti i feriti: un giovane sudamericano rischia di perdere tre dita di un mano per lo scoppio di un petardo. Sei persone fermate. In questi minuti il corteo è ritornato nella zona di Porta Pia da dove era partito.
Guerriglia a piazza Barberini (Roma)
Incappucciati e armati di bastoni e picconi sono invece 80 i giovani fermati dalla
polizia vicino al Verano poco prima dell'inizio del corteo. E' ancora in corso la loro iden-
tificazione. Intanto in via XX Settembre, davanti al ministero dell'Economia, fitto lancio di
arance scandito dallo slogan: "riprendiamoci i palazzi del potere".
"IL DIRITTO a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammati-
camente attuale come quello dell'emergenza abitativa - ha detto il sindaco di Roma Ignazio
Marino - non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro
di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città, che
svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scon-
tri e disordini".
Le ragioni della protesta - Sarà un assedio ai palazzi del potere. I
movimenti per la casa, e non solo, avevano presentato così il corteo. Una marcia
anche "contro il governo Renzi, l'austerity, il jobs act e il piano casa" che si sno-
derà per piazza Fiume, via Piave, via XX Settembre, largo Santa Susanna, via
Barberini e via Veneto. E proprio via Veneto è considerata una zona "calda"
della protesta, con il previsto sit-in davanti il ministero del Lavoro e delle Poli-
tiche sociali. Da lì i manifestanti proseguiranno per via del Tritone, via del
Traforo, viaMilano, viaNazionale, piazza della Repubblica, via Einaudi, viale
de Nicola, via Solferino, piazza Indipendenza,, via San Martino della Battaglia,
viale Castro Pretorio e via del Policlinico per fare poi ritorno a Porta Pia.
Roma - Movimenti per la casa, tensioni e scontri con la polizia: 40 feriti
Anche gli studenti
Fotosequenza L'agente in borghese
ROMA / società - cronaca
Corteo dei movimenti nel centro della capitale: scontri,
tensioni, fumogeni e cariche / Oltre 40 feriti, 20 denunciati
ROMA - Pomeriggio di guerriglia nel cuore della Capitale. Prima le uova e le arance, poi i petardi, i bastoni e le catene. All’altezza di piazza Barberini la polizia ha caricato i manifestanti. Venti i feriti: un giovane sudamericano rischia di perdere tre dita di un mano per lo scoppio di un petardo. Sei persone fermate. In questi minuti il corteo è ritornato nella zona di Porta Pia da dove era partito.
Guerriglia a piazza Barberini (Roma)
Incappucciati e armati di bastoni e picconi sono invece 80 i giovani fermati dalla
polizia vicino al Verano poco prima dell'inizio del corteo. E' ancora in corso la loro iden-
tificazione. Intanto in via XX Settembre, davanti al ministero dell'Economia, fitto lancio di
arance scandito dallo slogan: "riprendiamoci i palazzi del potere".
"IL DIRITTO a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammati-
camente attuale come quello dell'emergenza abitativa - ha detto il sindaco di Roma Ignazio
Marino - non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro
di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città, che
svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scon-
tri e disordini".
Le ragioni della protesta - Sarà un assedio ai palazzi del potere. I
movimenti per la casa, e non solo, avevano presentato così il corteo. Una marcia
anche "contro il governo Renzi, l'austerity, il jobs act e il piano casa" che si sno-
derà per piazza Fiume, via Piave, via XX Settembre, largo Santa Susanna, via
Barberini e via Veneto. E proprio via Veneto è considerata una zona "calda"
della protesta, con il previsto sit-in davanti il ministero del Lavoro e delle Poli-
tiche sociali. Da lì i manifestanti proseguiranno per via del Tritone, via del
Traforo, viaMilano, viaNazionale, piazza della Repubblica, via Einaudi, viale
de Nicola, via Solferino, piazza Indipendenza,, via San Martino della Battaglia,
viale Castro Pretorio e via del Policlinico per fare poi ritorno a Porta Pia.
Roma - Movimenti per la casa, tensioni e scontri con la polizia: 40 feriti
Anche gli studenti
Tra i manifestanti affluiti a Porta Pia ci sono anche i collettivi universitari, almeno trecento studenti, che hanno sfilato partendo da piazzale Aldo Moro, davanti all’ingresso dell’università La Sapienza. I ragazzi hanno uno striscione con su scritto: «Dalle metropoli alle università, assediamo le città». Sotto il monumento dedicato ai bersaglieri, oltre ai movimenti per la casa, ci sono centri sociali, sindacati, immigrati, No Tav e No Muos, che si battono contro le antenne per le telecomunicazioni che gli Stati uniti vogliono installare in Sicilia.
Fotosequenza L'agente in borghese
colpisce la ragazza a terra - Il video
Misano - Italia / cronaca motociclismo
Dramma al circuito di Misano: pilota muore travolto in pista
La vittima è Emanuele Cassani, 25 anni, Un altro è rimasto gravemente ferito.
Esteri - Ucraina
Forze speciali ucraine a Sloviansk / Yanukovich: "Siamo alla
guerra civile"
Operazione antiterrorismo nella provincia orientale di Donetsk. Filorussi
controllano edifici e barricate. Disordini e spari. "Almeno tre i morti".
La vittima è Emanuele Cassani, 25 anni, Un altro è rimasto gravemente ferito.
Una domenica da dimenticare sul circuito di Misano Adriatico, segnato da un incidente mortale che ha visto sfortunato protagonista Emanuele Cassani. Originario di Faenza, il venticinquenne prendeva parte al trofeo Bridgestone, nell’ambito della Coppa Italia. Sulla sua 600, Cassani scattava in prima fila e l’incidente è accaduto pochi secondi dopo l’accendersi della luce verde. Nelle concitate fasi della partenza, il faentino si è toccato con altri due avversari, cadendo.
La dinamica ricorda quella di altri sciagure in gara: Emanuele è rimasto a terra ed è stato investito dai piloti che lo seguivano. A nulla è servito
l’intervento del personale medico presente in circuito, il giovane pilota è deceduto immediatamente in seguito alle ferite riportate nell’incidente. Gli altri due piloti coinvolti, invece, non sono in pericolo.
Forze speciali ucraine a Sloviansk / Yanukovich: "Siamo alla
guerra civile"
Operazione antiterrorismo nella provincia orientale di Donetsk. Filorussi
controllano edifici e barricate. Disordini e spari. "Almeno tre i morti".
Nell’Ucraina dell’Est torna a scorrere il sangue. Tanto che l’ex presidente deposto Yanukovich, rifugiato a Rostov sul Don (in Russia) parla di «guerra civile». I filorussi s’impossessano di nuovi palazzi amministrativi nelle città vicine al confine con la Russia, il governo di Kiev risponde agli insorti con una `operazione antiterrorismo´ che ha già fatto le prime vittime, ma che rischia di degenerare in un bagno di sangue dopo che stasera il presidente ucraino Oleksandr Turcinov ha annunciato in tv l’intervento delle forze armate.
L’operazione contro i filorussi lanciata stamattina a Sloviansk - una città di circa 120.000 abitanti dove gli insorti controllano la sede della polizia e quella dei servizi segreti (Sbu) - non ha portato a risultati significativi per il governo di Kiev, e il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, ha riferito di «morti e feriti da entrambe le parti», senza ulteriori dettagli. Probabilmente si tratta del blitz delle forze speciali contro un posto di blocco dei filorussi sulla strada tra Sloviansk e Artiomovsk. Stando al ministro, tra i governativi sarebbe morto un ufficiale dell’Sbu e cinque uomini sarebbero rimasti feriti, mentre più tardi l’amministrazione regionale di Donetsk ha dato un bilancio complessivo di un morto e nove feriti. Altri media parlano però di almeno due morti.
L’operazione per ora sembra congelata e, come ha potuto constatare l’ANSA, gli insorti - armati di bastoni e spranghe di metallo, ma anche di kalashnikov - continuano a tenere in pugno le loro roccaforti, difese da barricate di pneumatici e filo spinato, mentre di forze dell’ordine di Kiev non si vede l’ombra. Le nuove autorità ucraine non sembrano però voler permettere che si ripeta una nuova Crimea. Nel suo discorso Turcinov lo ha detto esplicitamente ed è tornato a puntare il dito contro Mosca accusandola di essere dietro la rivolta e di aver «versato sangue» in una «guerra contro l’Ucraina». Ma l’uso della forza contro i filorussi rischia anche di far scoppiare un conflitto tra Mosca e Kiev. Il Cremlino si è infatti già da tempo innalzato a difensore dei russi e dei russofoni d’Ucraina e se dovesse essere usata la forza, la Russia - che avrebbe circa 35.000 militari alla frontiera con l’Ucraina - potrebbe avere un pretesto per un intervento armato simile a quello già sperimentato in Crimea.
I disordini nelle città dell'est dell'Ucraina
Il ministero degli Esteri di Mosca ha definito «vergognoso» il ricorso all’esercito da parte di Kiev per sopprimere l’insurrezione e, dopo aver ammonito che l’uso della forza rischia di far saltare la riunione del 17 aprile a Ginevra tra Usa-Russia-Ue-Ucraina, ha annunciato di voler portare la crisi nel sud-est ucraino al Consiglio di sicurezza dell’Onu e all’Osce per una discussione urgente.
I disordini nelle città dell'est dell'Ucraina
Il ministero degli Esteri di Mosca ha definito «vergognoso» il ricorso all’esercito da parte di Kiev per sopprimere l’insurrezione e, dopo aver ammonito che l’uso della forza rischia di far saltare la riunione del 17 aprile a Ginevra tra Usa-Russia-Ue-Ucraina, ha annunciato di voler portare la crisi nel sud-est ucraino al Consiglio di sicurezza dell’Onu e all’Osce per una discussione urgente.
Lo zampino del Cremlino però nell’esplodere della crisi ci sarebbe eccome, secondo Kiev e l’Occidente. L’Ucraina sostiene di averne «ampie prove» e che le porterà a Ginevra, mentre l’ambasciatore Usa all’Onu Samantha Power ha denunciato che in ognuna delle città dell’Ucraina dell’Est dove si verificano attacchi di gruppi armati filorussi ci sono «tutti i segnali di ciò che abbiamo visto in Crimea», ovvero «segnali di un coinvolgimento di Mosca».
L’alto rappresentante per la politica estera della Ue Catherine Ashton si dice «seriamente preoccupata», alla vigilia del Consiglio esteri europeo in Lussemburgo dove si discuteranno le eventuali misure legate al deterioramento della situazione.
Intanto nelle città della russofona Ucraina orientale sono sempre di più gli edifici governativi sui quali sventola il tricolore di Mosca. Nei giorni scorsi i filorussi si sono impadroniti del palazzo dell’amministrazione regionale e del comando regionale della polizia a Donetsk e della sede dei servizi segreti a Lugansk. A Kramatorsk, dopo uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine, i pro Mosca controllano la stazione di polizia e, secondo alcuni media, anche il palazzo comunale e l’aeroporto locale. Oggi anche la procura di Donetsk è caduta in mano agli insorti, così come il municipio di Mariupol, importante città portuale sul Mar Nero. Se dovesse davvero mettere le mani sull’Ucraina dell’Est, Mosca andrebbe incontro a nuove sanzioni occidentali e a un isolamento internazionale ancora maggiore, ma Kiev perderebbe il cuore economico, industriale e minerario del Paese .
Lucianone
sabato 12 aprile 2014
Sport - calcio / serie A - 32^ giornata 2013/14
12 aprile '14 - sabato 12th April / Saturday visione post - 12
Risultati delle partite
Chievo 0 Inter 2 Lazio 2 Atalanta 0 Cagliari 1 Catania 1
Verona H. 1 Bologna 2 Sampdoria 0 Sassuolo 2 Roma 3 Torino 2
Fiorentina 2 Parma 1 Juventus 2 Genoa 1
Udinese 1 Napoli 0 Livorno 0 Milan 2
Classifica squadre
JUVENTUS 84 / Roma 76 / Napoli 64 / Fiorentina 55 / Inter, Parma 50 /
Lazio 48 / Verona H., Atalanta 46 / Torino, Milan 45 / Sampdoria 41
Genoa 39 / Udinese 38 / Cagliari 33 / Chievo, Bologna 27 / Livorno,
Sassuolo 25 / Catania 20
Continua...
Risultati delle partite
Chievo 0 Inter 2 Lazio 2 Atalanta 0 Cagliari 1 Catania 1
Verona H. 1 Bologna 2 Sampdoria 0 Sassuolo 2 Roma 3 Torino 2
Fiorentina 2 Parma 1 Juventus 2 Genoa 1
Udinese 1 Napoli 0 Livorno 0 Milan 2
Classifica squadre
JUVENTUS 84 / Roma 76 / Napoli 64 / Fiorentina 55 / Inter, Parma 50 /
Lazio 48 / Verona H., Atalanta 46 / Torino, Milan 45 / Sampdoria 41
Genoa 39 / Udinese 38 / Cagliari 33 / Chievo, Bologna 27 / Livorno,
Sassuolo 25 / Catania 20
Continua...
mercoledì 9 aprile 2014
Sport - Tennis/ Coppa Davis: azzurri in semifinale con grande impresa di Fognini
9 aprile '14 - mercoledì 9th April / Wednesday visione post - 4
Incredibile rimonta del TEAM AZZURRO
contro la Gran Bretagna al Tennis Club di Napoli
Ecco tutte le fasi del match (3 giorni, terra rossa):
Venerdì 4 aprile
Fognini (Ita) b. Ward (Gb) 6-4 2-6 6-4 6-1
Murray (Gb) b. Seppi (Ita) 6-4 7-5 6-3
Sabato 5 aprile
Il doppio Murray-Fleming (Gb) b. Bolelli-Fognini (Ita) 6-3 6-2 3-6 7-5
Domenica 6 aprile
Fognini b. Murray 6-3 6-3 6-4
Seppi b. Ward 6-4 6-3 6-4
(da 'La Gazzetta dello Sport' - lunedì 7 aprile '14 - Vincenzo Martucci, Napoli)
Nessuno, nemmeno suo padre, lo stravolto, tifosissimo, Fulvio. Nemmeno la
sorella, idolatrante, Fulvia, nemmeno la mamma-mamma Silvana, nemmeno
lui, Fabio Fognini, l'ultimo vero eroe del tennis italiano, avrebbe scommesso
non di battere Andy Murray, perchè nella terra rossa era possibile, fra due
che peraltro sono coetanei e si fronteggiano dai 12 anni. Ma riuscirci addirit-
tura per tre set a zero e con L'Italia con le spalle al muro , sull'1-2 dei quarti
di finale di coppa Davis, era davvero impronosticabile. Eppure è successo.
Ancora una volta, nello sport in generale e nel meraviglioso sport italiano in
particolare, è successo: come implorava uno striscione ("San Gennà, fang stù
miracl") e con la benedizione di Maria, l'arbitro francese sosia dell'antipatico
Bastianich di Masterchef. E così gli azzurri, grazie alla miglior prestazione di
sempre della loro storia - considerata la situazione e il calibro dell'avversario
Murray, 8 del mondo - sono zampillati come lapilli del vicino Vesuvio dall'in-
ferno della quasi eliminazione al purgatorio del 2-2 e poi, con il terzo punto
di Andreas Seppi contro James Ward, sono tornati dopo 16 anni al paradiso
delle semifinali. Purtroppo in Svizzera, contro Federer e Wawrinka, e quindi
presumibilmente su un campo molto veloce indoor, il 12-14 settembre.
Lucianone
Incredibile rimonta del TEAM AZZURRO
contro la Gran Bretagna al Tennis Club di Napoli
Ecco tutte le fasi del match (3 giorni, terra rossa):
Venerdì 4 aprile
Fognini (Ita) b. Ward (Gb) 6-4 2-6 6-4 6-1
Murray (Gb) b. Seppi (Ita) 6-4 7-5 6-3
Sabato 5 aprile
Il doppio Murray-Fleming (Gb) b. Bolelli-Fognini (Ita) 6-3 6-2 3-6 7-5
Domenica 6 aprile
Fognini b. Murray 6-3 6-3 6-4
Seppi b. Ward 6-4 6-3 6-4
(da 'La Gazzetta dello Sport' - lunedì 7 aprile '14 - Vincenzo Martucci, Napoli)
Nessuno, nemmeno suo padre, lo stravolto, tifosissimo, Fulvio. Nemmeno la
sorella, idolatrante, Fulvia, nemmeno la mamma-mamma Silvana, nemmeno
lui, Fabio Fognini, l'ultimo vero eroe del tennis italiano, avrebbe scommesso
non di battere Andy Murray, perchè nella terra rossa era possibile, fra due
che peraltro sono coetanei e si fronteggiano dai 12 anni. Ma riuscirci addirit-
tura per tre set a zero e con L'Italia con le spalle al muro , sull'1-2 dei quarti
di finale di coppa Davis, era davvero impronosticabile. Eppure è successo.
Ancora una volta, nello sport in generale e nel meraviglioso sport italiano in
particolare, è successo: come implorava uno striscione ("San Gennà, fang stù
miracl") e con la benedizione di Maria, l'arbitro francese sosia dell'antipatico
Bastianich di Masterchef. E così gli azzurri, grazie alla miglior prestazione di
sempre della loro storia - considerata la situazione e il calibro dell'avversario
Murray, 8 del mondo - sono zampillati come lapilli del vicino Vesuvio dall'in-
ferno della quasi eliminazione al purgatorio del 2-2 e poi, con il terzo punto
di Andreas Seppi contro James Ward, sono tornati dopo 16 anni al paradiso
delle semifinali. Purtroppo in Svizzera, contro Federer e Wawrinka, e quindi
presumibilmente su un campo molto veloce indoor, il 12-14 settembre.
Lucianone
Ambiente - Acqua e sprechi nascosti
9 aprile '14 - mercoledì 9th April / Wednesday visione del post - 5
Dopo Giappone e Messico siamo il terzo importatore
di acqua / Il nostro consumo idrico è a un livello critico.
Ogni giorno 6.000 litri a testa. Ecco tutti gli sprechi nascosti
(da la Repubblica - 20/03/'14 - Antonio Cianciullo)
Un essere umano per sopravvivere ha bisogno di 4 litri di acqua al giorno. Ovviamente
ne usiamo di più per cucinare e per tutti gli usi domestici: il consumo medio quotidiano
di una famiglia europea si aggira attorno ai 165 litri. E' già una bella cifra, se però si
calcola anche l'acqua virtuale, quella che non vediamo ma è servita a produrre il cibo e
a far funzionare le industrie, scopriamo che il conto s'impenna. E che la situazione del
nostro Paese si fa critica: l'impronta idrica in Italia , cioè la quantità di acqua dolce
utilizzata per produrre beni e servizi, è pari a 132 miliardi di metri cubi l'anno, 6.309
litri pro capite al giorno. Siamo il terzo importatore netto di acqua virtuale al mondo
62 miliardi di metri cubi l'anno), dopo Giappone e Messico e prima di Germania e Re-
gno Unito. ...questi dati sono raccontati nel rapporto "Acqua in bocca: quello che il
cibo non dice sull'impronta idrica" preparato dal Wwf. Sono numeri che mostrano la
faccia di una potenziale carenza: solo il 2,5 per cento dell'acqua che copre per oltre 2
terzi il pianeta è dolce. - Se togliamo la quota non disponibile perchè racchiusa nei
ghiacci e nelle acque sotterranee, di questo patrimonio prezioso resta solo l'1 per cen-
to. Per molto tempo questo 1 per cento è stato sufficiente. Ma l'assalto alle zone umi-
de, la crescita demografica, l'aumento dei consumi pro capite e l'inquinamento hanno
fatto saltare in molte aree del mondo un equilibrio già fragile. E ora il cambiamento
minaccia di assestare il colpo finale. Così, mentre l'acqua diventa sempre più prezio-
sa, l'Italia si trova esposta al terzo debito idrico del pianeta.
L'acqua è un bene insostituibile
"La colpa è del peggioramento delle nostre abitudini alimentari", spiega Francesca
Greco, la ricercatrice del King's College di Londra che assieme a Marta Antonelli ha
curato lo studio. "In Italia il consumo di cibo è responsabile dell'89 per cento dei
consumi di acqua e questo dato ci dovrebbe aiutare perchè la dieta mediterranea ha
un impatto idrico molto minore di quella a base di carne. Peccato che negli ultimi
anni il nostro stile di vita sia peggiorato: importiamo grandi quantità di beni che
richiedono molta acqua come la carne di maiale tedesca".
Non solo abbiamo aumentato i consumi di carne (una bistecca da 3 etti costa 4 mila
litri di acqua) ma siamo passati dal pollo ruspante al wurstel, dalla ricotta con latte
di pecora al pascolo ai latticini d'importazione provenienti da allevamenti intensivi.
E così la situazione è progressivamente peggiorata: l'importazione idrica dell'Italia
è del 66 per cento più alta della media mondiale (1.385 metri cubi pro capite l'anno).
E tra le principali economie non europee l'Italia si colloca al vertice dei consumi
pro capite, dopo Stati Uniti, Canada e Australia.
"Sul risparmio idrico è stata fatta molta comunicazione ma sul versante sbagliato:
si parla quasi solo dei consumi nelle case che valgono il 4 per cento del nostro bi-
lancio complessivo", aggiunge Francesca Greco. "Visto che i prodotti di origine
animale (latte, uova, carne, formaggi) rappresentano quasi la metà dell'impronta
idrica totale dei consumi, in Italia per migliorare dovremmo puntare con forza
sul made in Italy, sui prodotti da pascolo, sul chilometro zero, sulla dieta medi-
terranea". - Una proposta che punta a dare spazio , anche in vista di Expo 2015
dedicato al cibo, alla messa a fuoco di un'impronta idrica capace di valutare i va-
ri tipi di consumo: l'acqua verde, cioè la pioggia contenuta nel suolo e nelle pian-
te (69 per cento del totale, assorbita dall'agricoltura); l'acqua grigia, quella utiliz-
zata per diluire l'inquinamento (22 per cento); l'acqua blu: laghi, fiumi, falde sot-
terranee (9 per cento).
Numeri
Nel mondo
2,5% - è la percentuale di acqua dolce sul pianeta
1% - è ka percentuale di acqua dolce utilizzabile
89% - l'acqua che contribuisce per il consumo di cibo
7% - l'acqua incorporata nei prodotti industriali
4% - il consumo di acqua per usi domestici
Lucianone
Dopo Giappone e Messico siamo il terzo importatore
di acqua / Il nostro consumo idrico è a un livello critico.
Ogni giorno 6.000 litri a testa. Ecco tutti gli sprechi nascosti
(da la Repubblica - 20/03/'14 - Antonio Cianciullo)
Un essere umano per sopravvivere ha bisogno di 4 litri di acqua al giorno. Ovviamente
ne usiamo di più per cucinare e per tutti gli usi domestici: il consumo medio quotidiano
di una famiglia europea si aggira attorno ai 165 litri. E' già una bella cifra, se però si
calcola anche l'acqua virtuale, quella che non vediamo ma è servita a produrre il cibo e
a far funzionare le industrie, scopriamo che il conto s'impenna. E che la situazione del
nostro Paese si fa critica: l'impronta idrica in Italia , cioè la quantità di acqua dolce
utilizzata per produrre beni e servizi, è pari a 132 miliardi di metri cubi l'anno, 6.309
litri pro capite al giorno. Siamo il terzo importatore netto di acqua virtuale al mondo
62 miliardi di metri cubi l'anno), dopo Giappone e Messico e prima di Germania e Re-
gno Unito. ...questi dati sono raccontati nel rapporto "Acqua in bocca: quello che il
cibo non dice sull'impronta idrica" preparato dal Wwf. Sono numeri che mostrano la
faccia di una potenziale carenza: solo il 2,5 per cento dell'acqua che copre per oltre 2
terzi il pianeta è dolce. - Se togliamo la quota non disponibile perchè racchiusa nei
ghiacci e nelle acque sotterranee, di questo patrimonio prezioso resta solo l'1 per cen-
to. Per molto tempo questo 1 per cento è stato sufficiente. Ma l'assalto alle zone umi-
de, la crescita demografica, l'aumento dei consumi pro capite e l'inquinamento hanno
fatto saltare in molte aree del mondo un equilibrio già fragile. E ora il cambiamento
minaccia di assestare il colpo finale. Così, mentre l'acqua diventa sempre più prezio-
sa, l'Italia si trova esposta al terzo debito idrico del pianeta.
L'acqua è un bene insostituibile
"La colpa è del peggioramento delle nostre abitudini alimentari", spiega Francesca
Greco, la ricercatrice del King's College di Londra che assieme a Marta Antonelli ha
curato lo studio. "In Italia il consumo di cibo è responsabile dell'89 per cento dei
consumi di acqua e questo dato ci dovrebbe aiutare perchè la dieta mediterranea ha
un impatto idrico molto minore di quella a base di carne. Peccato che negli ultimi
anni il nostro stile di vita sia peggiorato: importiamo grandi quantità di beni che
richiedono molta acqua come la carne di maiale tedesca".
Non solo abbiamo aumentato i consumi di carne (una bistecca da 3 etti costa 4 mila
litri di acqua) ma siamo passati dal pollo ruspante al wurstel, dalla ricotta con latte
di pecora al pascolo ai latticini d'importazione provenienti da allevamenti intensivi.
E così la situazione è progressivamente peggiorata: l'importazione idrica dell'Italia
è del 66 per cento più alta della media mondiale (1.385 metri cubi pro capite l'anno).
E tra le principali economie non europee l'Italia si colloca al vertice dei consumi
pro capite, dopo Stati Uniti, Canada e Australia.
"Sul risparmio idrico è stata fatta molta comunicazione ma sul versante sbagliato:
si parla quasi solo dei consumi nelle case che valgono il 4 per cento del nostro bi-
lancio complessivo", aggiunge Francesca Greco. "Visto che i prodotti di origine
animale (latte, uova, carne, formaggi) rappresentano quasi la metà dell'impronta
idrica totale dei consumi, in Italia per migliorare dovremmo puntare con forza
sul made in Italy, sui prodotti da pascolo, sul chilometro zero, sulla dieta medi-
terranea". - Una proposta che punta a dare spazio , anche in vista di Expo 2015
dedicato al cibo, alla messa a fuoco di un'impronta idrica capace di valutare i va-
ri tipi di consumo: l'acqua verde, cioè la pioggia contenuta nel suolo e nelle pian-
te (69 per cento del totale, assorbita dall'agricoltura); l'acqua grigia, quella utiliz-
zata per diluire l'inquinamento (22 per cento); l'acqua blu: laghi, fiumi, falde sot-
terranee (9 per cento).
Numeri
Nel mondo
2,5% - è la percentuale di acqua dolce sul pianeta
1% - è ka percentuale di acqua dolce utilizzabile
89% - l'acqua che contribuisce per il consumo di cibo
7% - l'acqua incorporata nei prodotti industriali
4% - il consumo di acqua per usi domestici
Lucianone
martedì 8 aprile 2014
Sport - calcio / serie B - 33^ giornata 2013/14
8 aprile '14 - martedì 8th April / Tuesday visione post - 3
Risultati delle partite
Palermo 2 Brescia 3 Carpi 3 Cittadella 1 Juve Stabia 2 Novara 1
Avellino 0 Pescara 0 Trapani 2 Siena 0 Varese 4 Crotone 1
Lanciano 1 Ternana 0 Reggina 0 Bari 1 Spezia 2
Modena 3 Cesena 2 Latina 1 Empoli 1 Padova 2
Classifica squadre
PALERMO 66 / Empoli 53 / Cesena 52 / Crotone, Latina 51 / Trapani 49
Siena, Avellino, Lanciano 48 / Modena, Pescara, Spezia 45 / Bari, Brescia, Varese,
Carpi 43 / Ternana 41 / Novara 36 / Cittadella 32 / Padova 31 / Reggina 27 /
Juve Stabia 16
Il Cesena vince a Terni e sale al terzo posto / Crotone, solo pari col Novara
COMMENTO
(di lucianone)
La marcia verso la A di questo Palermo sembra davvero inarrestabile. E
pensare che non era partito niente bene, almeno all'inizio non faceva
presagire un simile cammino veloce e spedito con addirittura 13 punti
di distacco netto sulla seconda di classifica. Proprio no!
Un'altra squadra che sta emergendo alla grande è il Cesena, che fino
a più di un mese fà galleggiava a circa metà ckassifica, e che ora si è
spinta fino al terzo gradino, dando anche a vedere un margine ulte-
riore di potenzialità per insidiare i primi due posti. Ma è anche vero
che la claasifica della B è in continua trasformazione da una dome-
nica all'altra, con alternarsi di risultati a dir poco contraddittori.
Quindi saranno proprio le ultime quattro, cinque giornate a chia-
rire quasi del tutto le diverse posizioni.
Continua... to be continued...
Risultati delle partite
Palermo 2 Brescia 3 Carpi 3 Cittadella 1 Juve Stabia 2 Novara 1
Avellino 0 Pescara 0 Trapani 2 Siena 0 Varese 4 Crotone 1
Lanciano 1 Ternana 0 Reggina 0 Bari 1 Spezia 2
Modena 3 Cesena 2 Latina 1 Empoli 1 Padova 2
Classifica squadre
PALERMO 66 / Empoli 53 / Cesena 52 / Crotone, Latina 51 / Trapani 49
Siena, Avellino, Lanciano 48 / Modena, Pescara, Spezia 45 / Bari, Brescia, Varese,
Carpi 43 / Ternana 41 / Novara 36 / Cittadella 32 / Padova 31 / Reggina 27 /
Juve Stabia 16
Il Cesena vince a Terni e sale al terzo posto / Crotone, solo pari col Novara
33ª giornata: gli uomini di Bisoli vincono soffrendo a Terni e piazzano il sorpasso sui calabresi. Il Latina sale: 1-0 con la Reggina. Il Trapani cade col Carpi. Lanciano, 3 schiaffi col Modena. Anche il Siena k.o.
COMMENTO
(di lucianone)
La marcia verso la A di questo Palermo sembra davvero inarrestabile. E
pensare che non era partito niente bene, almeno all'inizio non faceva
presagire un simile cammino veloce e spedito con addirittura 13 punti
di distacco netto sulla seconda di classifica. Proprio no!
Un'altra squadra che sta emergendo alla grande è il Cesena, che fino
a più di un mese fà galleggiava a circa metà ckassifica, e che ora si è
spinta fino al terzo gradino, dando anche a vedere un margine ulte-
riore di potenzialità per insidiare i primi due posti. Ma è anche vero
che la claasifica della B è in continua trasformazione da una dome-
nica all'altra, con alternarsi di risultati a dir poco contraddittori.
Quindi saranno proprio le ultime quattro, cinque giornate a chia-
rire quasi del tutto le diverse posizioni.
Continua... to be continued...
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