Dopo Giappone e Messico siamo il terzo importatore
di acqua / Il nostro consumo idrico è a un livello critico.
Ogni giorno 6.000 litri a testa. Ecco tutti gli sprechi nascosti
(da la Repubblica - 20/03/'14 - Antonio Cianciullo)
Un essere umano per sopravvivere ha bisogno di 4 litri di acqua al giorno. Ovviamente
ne usiamo di più per cucinare e per tutti gli usi domestici: il consumo medio quotidiano
di una famiglia europea si aggira attorno ai 165 litri. E' già una bella cifra, se però si
calcola anche l'acqua virtuale, quella che non vediamo ma è servita a produrre il cibo e
a far funzionare le industrie, scopriamo che il conto s'impenna. E che la situazione del
nostro Paese si fa critica: l'impronta idrica in Italia , cioè la quantità di acqua dolce
utilizzata per produrre beni e servizi, è pari a 132 miliardi di metri cubi l'anno, 6.309
litri pro capite al giorno. Siamo il terzo importatore netto di acqua virtuale al mondo
62 miliardi di metri cubi l'anno), dopo Giappone e Messico e prima di Germania e Re-
gno Unito. ...questi dati sono raccontati nel rapporto "Acqua in bocca: quello che il
cibo non dice sull'impronta idrica" preparato dal Wwf. Sono numeri che mostrano la
faccia di una potenziale carenza: solo il 2,5 per cento dell'acqua che copre per oltre 2
terzi il pianeta è dolce. - Se togliamo la quota non disponibile perchè racchiusa nei
ghiacci e nelle acque sotterranee, di questo patrimonio prezioso resta solo l'1 per cen-
to. Per molto tempo questo 1 per cento è stato sufficiente. Ma l'assalto alle zone umi-
de, la crescita demografica, l'aumento dei consumi pro capite e l'inquinamento hanno
fatto saltare in molte aree del mondo un equilibrio già fragile. E ora il cambiamento
minaccia di assestare il colpo finale. Così, mentre l'acqua diventa sempre più prezio-
sa, l'Italia si trova esposta al terzo debito idrico del pianeta.
L'acqua è un bene insostituibile
"La colpa è del peggioramento delle nostre abitudini alimentari", spiega Francesca
Greco, la ricercatrice del King's College di Londra che assieme a Marta Antonelli ha
curato lo studio. "In Italia il consumo di cibo è responsabile dell'89 per cento dei
consumi di acqua e questo dato ci dovrebbe aiutare perchè la dieta mediterranea ha
un impatto idrico molto minore di quella a base di carne. Peccato che negli ultimi
anni il nostro stile di vita sia peggiorato: importiamo grandi quantità di beni che
richiedono molta acqua come la carne di maiale tedesca".
Non solo abbiamo aumentato i consumi di carne (una bistecca da 3 etti costa 4 mila
litri di acqua) ma siamo passati dal pollo ruspante al wurstel, dalla ricotta con latte
di pecora al pascolo ai latticini d'importazione provenienti da allevamenti intensivi.
E così la situazione è progressivamente peggiorata: l'importazione idrica dell'Italia
è del 66 per cento più alta della media mondiale (1.385 metri cubi pro capite l'anno).
E tra le principali economie non europee l'Italia si colloca al vertice dei consumi
pro capite, dopo Stati Uniti, Canada e Australia.
"Sul risparmio idrico è stata fatta molta comunicazione ma sul versante sbagliato:
si parla quasi solo dei consumi nelle case che valgono il 4 per cento del nostro bi-
lancio complessivo", aggiunge Francesca Greco. "Visto che i prodotti di origine
animale (latte, uova, carne, formaggi) rappresentano quasi la metà dell'impronta
idrica totale dei consumi, in Italia per migliorare dovremmo puntare con forza
sul made in Italy, sui prodotti da pascolo, sul chilometro zero, sulla dieta medi-
terranea". - Una proposta che punta a dare spazio , anche in vista di Expo 2015
dedicato al cibo, alla messa a fuoco di un'impronta idrica capace di valutare i va-
ri tipi di consumo: l'acqua verde, cioè la pioggia contenuta nel suolo e nelle pian-
te (69 per cento del totale, assorbita dall'agricoltura); l'acqua grigia, quella utiliz-
zata per diluire l'inquinamento (22 per cento); l'acqua blu: laghi, fiumi, falde sot-
terranee (9 per cento).
Numeri
Nel mondo
2,5% - è la percentuale di acqua dolce sul pianeta
1% - è ka percentuale di acqua dolce utilizzabile
89% - l'acqua che contribuisce per il consumo di cibo
7% - l'acqua incorporata nei prodotti industriali
4% - il consumo di acqua per usi domestici
Lucianone
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