BODEI: "Noi, poveri postumani schiavi
delle nuove libertà"
Il filosofo spiega come vivere in un'epoca che ha ormai varcato
tutti i confini: morali, biologici, religiosi e scientifici.
(da la Repubblica - R2Cultura - 6/09/2013 - Franco Marcoaldi)
Pisa
Esistono ancora dei limiti ultimi, invalicabili, che condizionano le nostre vite?
Limiti di ordine biologico, morale, religioso, sessuale, ambientale? O siamo en-
trati in un mondo illimitato dove tutto, almeno in apparenza, è possibile? L'inte-
ra modernità è segnata da una violazione consapevole e inesausta dei limiti e
dei confini, a cominciare da quelli geografici, continuamente superati nella gran-
de stagione delle scoperte, e delle avventurose spedizioni verso l'ignoto.
Ma oggi siamo entrati in una fase ulteriore e diversa, in cui l'autogoverno della
propria finitezza è un valore apprezzato da singoli individui: non il volano di una
morale condivisa. E il peccato di superbia, commesso da chi sfida la volontà di
Dio e il suo disegno, non rappresenta più un freno sufficiente al contenimento
degli umani appetiti. Oggi sono il desiderio e la libertà individuale a spingerci
avanti, e lo sviluppo della tecnica si è fatto talmente inarrestabile da prefigura-
re addirittura l'avvento di una società post-umana.
Da qui l'idea di compiere una perlustrazione a tutto campo, capace di coinvolge-
re scienziati, teologi, psicoanalisti e filosofi. A cpminciare da Remo Bodei, uomo
di grande equilibrio e competenza, capace di offrirci il quadro introduttivo neces-
sario di una questione che mette in gioco i fondamenti stessi del nostro stare al
mondo.
R. BODEI: "Sul muro esterno del tempio di D. elfi, accanto alla più nota frase
'Conosci te stesso', ve n'era un'altra che dice: 'Niente di troppo'. Nel mondo
antico, andare oltre i confini stabiliti dalla divinità è hybris che viene punita:
l'esempio più noto è quello di Icaro. La filosofia classica insiste ull'ideale del-
la medietà, in quanto virtù che squalifica gli estremi per difetto e per eccesso:
est modus in rebus. Per ciascun essere la perfezione è avere un limite. L'infini-
to è un concetto negativo, sinonimo di amorfo, confuso, indistinto".
Marcoaldi - "Poi con la modernità cambia tutto".
R. BODEI: "Non si deve avere una concezione trionfalistica della modernità
come innovazione pura, come completa rottura dei ponti con il passato, ma
certamente essa ha sfidato molti tabù imposti dalla tradizione, specie quelli
segnati dalla religione cristiana. Ha cercato di svelare gli arcana naturae,
gli arcana dei e gli arcana imperii. Del resto, che gli uominnon possano
accettare i limiti perchè segnati dalla "mala contentezza", lo mostrano
sia Machiavelli che Hobbes. Il limite così diventa provvisorio, si sposta
con noi al pari dell'orizzonte, chiude per aprire. E' fatto per essere oltre-
passato".
F. Marcoaldi - "Ora però sta accadendo qualcosa di ulteriore. Viene messa
in discussione l'idea stessa di umano, almeno per come l'abbiamo conosciu-
ta sin qui".
R. BODEI: "Sono in particolare le biotecnologie che mettono in crisi con-
vinzioni, abitudini e idee di durata millenaria. Fin qui è stato ovvio, eviden-
te, che un individuo viene al mondo secondo i vecchi e collaudati metodi
della riproduzione sessuata naturale, con un corpo e una mente soggetti a
malattie e deformità congenite e soffre, gode e muore assieme a tutti i
suoi organi; ora non più. Si nasce - ormai lo sappiamo - con frequenza sem-
pre maggiore attraverso metodi di fecondazione assistita, si è padri o ma-
dri al di fuori dell'età fisiologica abituale, si hanno trasferimenti di materia
vivente attraverso trapianti di organi, che collegano storie e vicende diffe-
renti in un solo corpo. Secondo una proiezione abbastanza atttendibile di
una prestigiosa rivista di medicina, in Occidente, alla fine di questo seco-
lo saremo tutti pluritrapiantati e provvisti di numerose protesi che faran-
no funzionare organi malati del nostro corpo, miglioreranno le prestazio-
ni esistenti o aggiungeranno preswtazioni nuove".
F. Marcoaldi - "Quali conseguenze sui nostri sentimenti e le nostre pas-
sioni?".
R. BODEI: "Enormi. Perchè si modifica la trama dei rapporti di sangue e
parentela che sono stati alla base della struttura della famiglia e, in parte,
della composizione della società. Non siamo abituati a questa nuova e ri-
schiosa libertà, che esorcizziamo spesso attraverso vecchi fantasmi, e ci
vorrà tempo per esercitarla. Servirà una più limpida visione della questio-
ne. Non abbiamo ancora potuto misurare il senso della metamorfosi in cor-
so dallo studio dell'umano a quello del post-umano, dai corpi organici agli
esseri formati di carne e metallo, silicio e plastica, di parti umane e anima-
li, trasferibili con trapianti da un individuo all'altro. Sulla ponderazione
dei pro e dei contro prevalgono le paure, trasformando la soluzione dei
problemi bioetici in un ripetuto referendum. Al quale il cittadino si pre-
senta immancabilmente in uno stato di solitudine e oggettiva incompeten-
za".
F, Marcoaldi - "E qui si misura il eficit della politica. Che dovrebbe
avere l'autorità necessaria per regolare la dismisura intrinseca allo
sviluppo delle varie tecniche".
R. BODEI: "E' il problema della democrazia. San Paolo, sotto Nerone,
scriveva che ogni autorità viene da Dio e quindi bisogna obbedire. Tutto
questo ha funzionato per secoli, millenni. Era la doppia autorità rappre-
sentata dai due soli, Chiesa e Impero, a stabilire i limiti entro i quali il
comportamento umano è lecito, virtuoso e non peccaminoso. Ora non
ci sono più i due soli e l'autorità non viene più dall'alto, ma dal basso.
Dal popolo. Quindi l'autorità democratica è costitutivamente debole, il
che è un vantaggio, perchè garantisce la libertà individuale; ma anche
uno svantaggio perchè, ci si deve appoggiare a stampelle offerte da al-
tre agenzie formative, essenzialmente la tradizione religiosa e la morale.
Si aggiunga che la democrazia ha sempre cercato di media-
re tra quantità e qualità, accettando l'idea kantiana del "legno storto"
dell'umanità, ma anche promuovendo l'educazione di ciascuno alla cit-
tadinanza attiva. Oggi, in epoca di pupulismi, si scivola sempre più
verso una democrazia anemica, sin troppo benevola verso le debolez-
ze del cittadino. E in cui la mancanza di autorità favorisce la licenza.
Senza contare che le figure esemplari da prendere a modello non
abbondano".
F, Marcoaldi - "In un mondo dove tutto sembra possibile, non si
finisce per rimuovere il lato tragico di ogni scelta e quindi l'idea
ultima della vita e della morte?".
R. BODEI: "Il mancato riconoscimento della tragicità delle scelte
porta a impegni che non impegnano, all'erosione della responsabi-
lità, all'appuntamento mancato con il futuro. E anche, certo, alla
rimozione della morte, limite ultimo e indiscusso. In precedenza vi-
geva una possibile redenzione della vita dopo la morte. Oggi invece
si assiste a una presunta redenzione della vita a scapito della morte,
che finisce così per incarnare l'osceno".
F. Marcoaldi - "Paradossale a dirsi, mentre l'esplosione dei diritti
individuali e le accelerazioni della tecnica ci invitano a infrange-
re ogni limite, una terribile situazione economica pare risospin-
gerci entro vecchi limiti: duri, spietati".
R. BODEI:
CONTINUA... to be continued...
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