mercoledì 31 luglio 2013

Sport - Mondiale di nuoto / Barcellona 2013

31 luglio '13 - mercoledì        31st July / Wednesday                      visioni post - 8

NUOTO  / Finale 200 stile libero

Federica Pellegrini a un soffio dall'oro, ma
trova una grande Franklin.  E' comunque
un argento, che Fede non s'aspettava.

Pellegrini strepitosa, è d'argento nei 200 stile libero: "Una medaglia inaspettata"

Grande rimonta di Fede, che non riesce a replicare i trionfi di Roma 2009 e Shanghai 2011 per soli 23 centesimi. L'azzurra si arrende a Melissa Franklin. "Bene così, sono felicissima"

Fede d’argento. Un argento spettacolare, un argento inatteso, un argento pazzesco dietro Missy Franklin, la nuotatrice fenomeno del futuro. La Pellegrini fa una gara sensazionale, alla sua maniera, di controllo nei primi 100 e poi spara un ultimo 50 metri da favola passando da quarta a seconda e toccando in 1’55”14, dietro la diciottenne americana autrice di 1’54”91.
IL RISVOLTO — Federica era sesta ai 50 metri in 27"40, quinta ai 100 metri (56"63), quarta ai 150 metri (1'26"07) ed ha nuotato l'ultima vasca più veloce di tutte in 29"07 (l'americana in 29"76, la francese in 30"09), segno di una condizione smagliante e di una capacità tattica all'altezza del suo grande passato.








Lucianone

Società e politica / commento - La paura del popolo

31 luglio '13 - mercoledì           31st July / Wednesday                  visioni post - 6

(da 'la Repubblica' - 12/06/2013 - Barbara Spinelli)

LA PAURA DEL POPOLO
Di tanto in tanto, quando si temono rivoluzioni, o si fanno guerre, oppure
nel mezzo di una crisi economica  che trasforma le nostre esistenze, torna
l'antica paura  del suffragio universale. Del popolo che partecipa alla vita
politica, che licenzia  i governi inadempienti  e  ne sceglie di nuovi, che fa
sentire la propria voce. E' la paura che le classi alte, colte, ebbero già nel-
la Grecia classica. Aristotele paventava la degenerazione democratica, se
sovrano fosse diventato il popolo e non la legge. Ancora più perentorio un
libello anonimo    (La Costituzione degli Ateniesi, attribuito a Senofonte) 
uscito nel V secolo a.C.: "In ogni parte del mondo gli elementi migliori so-
no avversari della democrazia (...). Nel popolo troviamo grandissima igno-
ranza e smoderatezza e malvagità. E' la povertà soprattutto, che lo spinge
ad azioni vergognose". -    Il dèmos respinge le persone per bene: "vuole 
essere libero e comandare e del malgoverno gliene importa ben poco. Sot-
to il suo dominio tutte le procedure si rallentano, ed è il caos che oggi chia-
miamo ingovernabilità.  -  L'orrore del populismo o dei democratici dema-
goghi ha queste radici, che  Marco D'Eramo  illustra  con maestria   in un 
saggio  uscito il 16 maggio su Micromega.  
Ma è dopo la Rivoluzione francese, e in special modo comincia a estender-
si gradualmente il diritto di voto, nella seconda parte dell'800, che fa appa-
rizione un'offensiva ampia, e concitata, contro il suffragio universale. Inor-
ridiscono i democratici  stessi. Nei primi anni del '900, il giurista Gaetano
Mosca vede già le plebi e le mafie del Sud  distruggere istituzioni  e buon 
governo. E' diffusa l'idea che i migliori, e le migliori politiche, saranno tra-
volti e annientati dal popolo elettore. Si formano chiuse oligarchie, con la
scusa di tutelare il popolo dai suoi demoni.
E' una paura che va a ondate, e non sempre l'oggetto che spaventa è espli-
citamente indicato.   Quella che oggi torna a dilagare pretende addirittura
di salvare la democrazia, imbrigliandola  e  tagliando le ali estremiste (gli
"opposti estremismi", spiega d'Eramo, diventano sinonimi di populismo).
Ma gli elementi dell'annosa offensiva contro il suffragio universale sono
tutti presenti, sotto traccia. Il popolo smoderato e incolto va vigilato, spia-
to: o perchè chiede troppo, o perchè rischia di avere troppi grilli per la te-
sta.    Sono aggirate anche le Costituzioni, fatte per proteggere i cittadini
dai soprusi delle cerchie dominanti. Ovunque le democrazie sono alle pre-
se con i danni collaterali di questa ferrea legge oligarchica.
Accade proprio in questi giorni in America, dove prosegue una guerra an-
titerrorista sempre più opaca, condotta senza che il popolo (e neppure gli
alleati per la verità) possa dire la sua.   Il culmine l'ha raggiunto Obama,
che pore aveva criticato la torbida sconfinatezza delle guerre di Bush. Il
6 giugno, viene svelata un 'immensa operazione di sorveglianza dei citta-
dini americani da parte dell'Agenzia di sicurezza nazionale; milioni di nu-
meri telefonici  e indirizzi mail, raccolti non in zone belliche ma in patria 
col consenso segreto di vari provider. Indignato, il New York Times com-
menta: "Il Presidente ha perso ogni credibilità" (poi per prudenza retti-
fica: "Ha perso ogni credibilità su tale questione").
Analogo orrore dei popoli è ravvivato dalla crisi economica, governata
com'è da trojke e tecnici separati dai cittadini:  anch'essa (la crisi), co- 
me la guerra, va affidata  a pochi  che sanno (poche persone per bene,
pochi migliori, direbbe lo Pseudo Senofonte). Gli ottimati sapienti stan-
no  come su una zattera e non a caso il loro nome è "traghettatori".
Sotto la scialuppa ribolle il popolo: forza infernale, miasma imprevedi-
bile e contaminente. Infiltrato da meticci, demagoghi, gente colpevole
due volte: sia quand'è sprecona, sia quando non consuma abbastanza.
Sono invisi anche gli sradicati, o meglio  chi pensa  all'interesse gene-
rale oltre che locale: se vuoi lusingare un partito, oggi, digli che non è
un meteco ma "ha un forte radicamento territoriale". Nei cervelli dei
traghettatori s'aggira il fantasma, temuto come la peste degli anni '70,
dell'esplosione sociale e dell'ingovernabilità.
E' in questa cornice che le parole si storcono, sino a dire il contrario
di quel che professano.   La riforma significava miglioramento della
condizione dei cittadini, del loro potere di influire sulla politica. Furo-
no grandi riforme il suffragio universale, e subito dopo  l'introduzio-
ne del Welfare: ambedue malandate. Adesso il riformista escogita
strategie per tenere al guinzaglio gli eccessi esigenti dei governati.
Il proliferare in Italia di comitati di saggi (per cambiare la Costitu-
zione, per il Presidenzialismo) è sintomo di un crescente scollamen-
to di chi comanda dal popolo, e al tempo stesso dai suoi rappresen-
tanti.     Ci si adombra, quando il Parlamento è definito una tomba. 
Per fortuna non lo è. Ma un Parlamento  fatto di nominati  più che
di veri eletti  somiglia parecchio  a un sepolcro imbiancato: e così
resterà, finchè non avremo diritto a una legge elettorale decente.
Tale è la paura del popolo elettore, che per forza questo si ritrae
e fugge. Si esprime in vari modi (nei referendum, sul web, attra-
verso la stampa indipendente) ma ogni volta sbatte la testa con-
tro un muro. Lo Stato ne diffida, al punto di spiare milioni di cit-
tadini come in America. E i nemici peggiori diventano i reporter
e le loro fonti, che gettano luce sulle malefatte dei governi. Nel
2010 fu il caso di Wikileaks.

Lucianone

martedì 30 luglio 2013

Sport - Mondiale di nuoto / Barcellona 2013

30 luglio '13 - martedì         30th July / Tuesday                      visioni post - 5

NUOTO
Pellegrini super: in finale nei 200 stile!

L'italiana ha dominato la seconda semifinale con il tempo di 1' 55'' 78. Sesta Alice Mizzau, fuori dalla finale. Bene anche Mattia Pesce nei 50 rana. Nei 1500 stile, la statunitense Ledecky polverizza il record mondiale della Ziegler che resisteva dal 2007


Una Pellegrini da urlo: la più veloce al mondo in semifinale nei 200 stile libero che ha vinto negli ultimi due eventi iridati. Fede mette in fila tutta l’agguerrita concorrenza in 1’55”78 (56”94 a metà) tornando a nuotare a memoria una gara che l’ha resa famosa e nella quale ha detenuto contemporaneamente titolo olimpico, mondiale, europeo e primato del mondo (1’52”98): Fede non doveva neanche disputare questa gara essendosi dedicata in stagione solo al dorso, ma evidentemente senza attese ed aspettative, divertendosi e basta, ha nuotato con leggerezza antica e con un tempo che ha sfiorato di venti centesimi il trionfo iridato di due anni fa a Shanghai. Uno spettacolo al cospetto dell’americana Missy Franklin, reduce dall’impegno nei 100 dorso, e autrice di 1’56”05, dell’olimpionica francese Camille Muffat da 1’56”28 e della sorprendente spagnola Melanie Costa da 1’56”19. Domani sera la finale. “Sono sorpresa del gran tempo e soddisfatta davvero, non aspettatevi nulla ma ci sarò nella mia finale - ha commentato Federica, che ha dedicato il risultato alle vittime dell'incidente in Irpinia -. Non ho fatto nessun lavoro specifico sui 200 stile libero, li ho nuotati per vedere quanto potevo valere e il risultato mi sorprende. Non so se le altre si siano nascoste ma non mi sembrano in forma neanche loro. La cosa importante e' che mi sto divertendo molto...per adesso".



E' sempre Fede: Pellegrini in finale nei 200 stile

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Il secondo oro della Franklin   
 A proposito di Missy Franklin, il secondo oro di questo Mondiale (primo individuale) lo afferra nei 100 dorso in 58”42 (miglior crono stagionale, quinta di tutti i tempi) dopo un passaggio di 9 centesimi al di sotto del record mondiale della britannica Gemma Spofforth (58”12), ma il primato s’è volatilizzato di 30 centesimi nella seconda vasca. La diciottenne americana sale sul podio con l’australiana Emoly Seebohm (59”06) e la nipponica Aya Terakawa (59”23), mentre sotto il podio resta l’altra americana Eisabeth Pelton (59”45), pericolosa per i 200 dorso che interessano Fede.

Pallanuoto
Battuta la Spagna  4 - 3 :  è semifinale  

Decisivo il rigore di Figlioli nel terzo parziale: ora i ragazzi di Campagna se la vedranno con il Montenegro. Vittoria dedicata alle vittime in Irpinia


Il Settebello è una potenza, e sbatte fuori i padroni di casa, l’ambiziosa Spagna al termine di una partita bollente, dura, tesa, con poco spettacolo per l’altissima posta in palio. Quattro gol, uno in più di quelli segnati dai padroni di casa che ci restano molto male alla fine e la buttano sullo scontro fisico ma ottengono ben poco contro un’Italia che non perde la testa mai, è sempre ordinata nel gioco e nel reparto difensivo che annulla quasi sempre le superiorità numeriche dei giocatori di casa. In alcuni frangenti è decisivo il portiere Stefano Tempesti, uno che dà sicurezza all’intera squadra. Tra gli avversari si mettono in evidenza proprio i giocatori che hanno a che fare con il campionato italiano, cioè Perrone e Molina. L’Italia campione del mondo 2011 e olimpionica nel '92 in questa piscina, vince la partita più delicata e giovedì sera sfiderà il Montenegro, che ha battuto i finalisti di due anni fa. Sulla nostra strada c’è per una finale la Croazia, che ha patito contro l’Australia.
Pietro Figlioli  contrastato dallo spagnolo Pere Estrany. Afp
Pietro Figlioli contrastato dallo spagnolo Pere Estrany

Lucianone





Società / istruzione - Stati Uniti : Obama aiuta gli studenti

30 luglio '13 - martedì            30th July / Tuesday                          visioni post - 5

Come ti aiuto gli studenti
Il presidente Barack Obama  vuole aiutare  milioni di studenti  ed ex studenti
americani che si sono indebitati per andare all'università, frequentare i master
o arrivare alle vette più alte degli studi superiori.  Sulla sua scrivania ci sono i
dati dell'ammontare complessivo  dovuto dai giovani al governo federale al 31 
dicembre 2012: 966 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta quasi il 15 per
cento dei debiti degli americani ed è praticamente raddoppiata a partire dal 2001.
In più Obama sa che dal primo luglio gli interessi sul debito (la media per studen-
te è di 27 mila dollari) passeranno da una media del 3,4 al 6,8 per cento. Così la
Casa Bianca ha infilato nella legge di budget una norma che cambia le regole del
gioco: i prestiti calmierati saranno lo 0,93 per cento in più dei bond a 10 anni, ov-
vero 2,75 per cento; quelli liberi  4,75 per cento  e  quelli relativi ai prestiti per i
master e i phd del 5,75 per cento.
Barack Obama ha molto a cuore questo problema. Lui stesso ha raccontato non
molti mesi fa che ha finito di pagare i debiti contratti per studiare prima alla Co-
lumbia University e poi alla Harvard School of Law solo atto anni fa e che la ra-
ta del debito universitario era più alta di quella per la casa. Lo stesso è avvenu-
to per la moglie Michelle.  I debiti degli ex studenti contribuiscono anche a fre-
nare i consumi e la ripresa.  Gli studi della Federal Reserve indicano che i gio-
vani  sotto i 30 anni  che hanno  un debito universitario  con il governo fderale
comprano meno case , perchè non se la sentono di aggiungere  al loro budget
anche un mutuo immobiliare.  E quelli sotto i 25 anni rinunciano ad acquistare
l'auto.
)da "l'Espresso" - 30 maggio 2013 - Mondo / Antonio Carlucci)

Lucianone

lunedì 29 luglio 2013

Riflessioni - Sui nuovi centri commerciali

29 luglio '13 - lunedì              29th July / Monday                           visioni post - 5

Viaggiando per l'Italia si ha l'impressione che la sola
forma  di vita economica  ancora fiorente, e visibile, siano i nuovi
centri commerciali, che spuntano ovunque come funghi. Nessuna
ostilità preconcetta (anche se  non sono  tra i miei luoghi  di vita
prediletti) ma una domanda che, immagino, molti altri si pongono:
quando ce ne sarà uno ogni cento abitanti, che ce ne faremo?
Chi andrà a riempire i carrelli e a far tintinnare le casse (con que-
sti chiari di luna, poi)?  Amici umbri, atterriti, mi dicono  che  nel 
solo comprensorio spoletino già ne sorgono quattordici, e mi do-
mando da quale pianificazione territoriale e da quale allucinazio-
ne del marketing  possa sortire  un numero  così esorbitante di
queste neocittà commerciali, parecchie delle quali, turrite come
fortilizi, paiono  la parodia  dell'Italia monumentale, quella dei
borghi e dei castelli. Di solito, a questo genere  di osservazioni
qualcuno risponde, piccato, che l'economia ha disperato bisogno
di nuovi cantieri e nuove opere. Benone. Ma poichè nel passato 
abbiamo dimostrato, autorità e cittadini all'unisono, di avere una
visione del futuro  di gittata cortissima, e di non saper  program-
mare quasi niente al di là della settimana prossima, torno a chie-
dere: ma chi ci andrà mai, a riempire  quel  dedalo  immenso di 
scaffali, comparse salariate?
(da  L'AMACA  -  di Michele Serra  / la Repubblica - 26/07/2013)

Ulteriori riflessioni
(di Lucianone)
Altro motivo fondamentale perchè non continuino a sorgere
questi centri commerciali-cattedrali: tolgono lavoro ai picco-
li commercianti, fanno sparire uno dopo l'altro i piccoli ne-
gozi (che giù la crisi sta decimando di suo), non danno lavo-
ro continuativo ai commessi e ai giovani, ma solo rischiano
di alimentare il precariato.
Mi sembra che queste grandi, enormi opere commerciali 
possano servire solo, in estate, a trovare rinfresco dalla 
calura insopportabile (un mese forse e mezzo in tutto).
Voi direte:  e i prezzi popolari, gli sconti vantaggiosi,
dove li metti?   Sì, ma sono sempre molto periodici e
limitati. 
E gli anziani che devono  raggiungere  questi  centri 
posti  quasi sempre  in periferia   come fanno  senza 
l'aiuto continuo dell'auto di figli e nipoti? E poi esi-
ste anche e sempre più l'anziano che vive da solo e
senza alcun parente vero o presunto. Allora si orga-
nizzino anche pulmini adatti che portino la gente, 
anziani e invalidi, a far la spesa un pò lontano. 
Ma nell'Italia della crisi ognuno per sè e dell'al-
tro, di solito il debole, chi se ne frega, come sempre,
del resto...

Lucianone

domenica 28 luglio 2013

Appuntamenti - Musica / concerti ed eventi in Lombardia

28 luglio '13 - domenica           28th July / Sunday                     visioni post - 10

VERDELLO (Bergamo)

Questa sera:  ore 18 - Parco Villa Comunale /  ingresso libero
Inedita proposta a molte voci tra mucica e pittura in tempo
reale dal titolo "Pennellate musicali".

L'ensemble strumentale "I quattro tempi" - Federica Poletti

al flauto, Sonia Rovaris al violino, Claudio Cerotti alla viola,
Aurelio Pizzuto al violoncello - si esibisce assieme al percus-
sionista Raffaele Di Gioia e alla pittrice Ylenia  De Rocco. 
La particolare formazione nasce dalla volontà del quartetto
bergamasco di sperimentarsi in soluzioni inedite e collabora-
zioni stimolanti, cercando sonorità nuove e accattivanti.
Lo spettacolo s'intitola "Pennellate musicali" perchè preve-
de una performance della pittrice Ylenia de Rocco durante
l'esibizione del quartetto con l'aggiunta delle percussioni.
Il repertorio spazia dalla musica celtica al jazz, fino al tango 
argentino. I componenti del quartetto lavorano insieme da 3
anni.
(da 'L'Eco di Bergamo' - 28/07/2013  - Bernardino Zappa) 
Il sottoscritto è andato a vedere e sentire "I 4 tempi" e 
la performance della pittrice Ylenia. Buonissima musica,
per la quale mi sarei aspettato molti più spettatori. Che
sia stato il caldo afoso e a tratti insopportabile? Comun-
que sono musicisti giovani tutti da scoprire, compreso
il percussionista Di Gioia.   (Lucianone)
Andate a visitare il loro sito:  www.iquattrotempi.it     

Bergamo - Città Alta
Quarto appuntamento per "Not(t)e d'Estate£ di Gioventù Musicale
Italiana, sezione di Bergamo.
Questa sera:  ore 21,15  /  Sotto il Portico di Palazzo della Ragione
in Città Alta - posto a sedere 5 euro.
Si propone il Duo "Ipanema", composto da Giorgio Ratto al flauto
e Antonio Amodeo alla chitarra.  ispirato al quartiere di Rio de Ja-
neiro, il duo apre la serata con le movenze  sudamericane di Antonio
Carlos Jobim, dai brasiliani considerato "O Maestro".   A lui e alla
sua bossa nova si rifà la celebre canzone "La Garota De Ipanema".
La serata prosegue in clima sudamericano con "Bordel 1900" ed
"Escualo" di Astor Piazzolla, anche lui rivoluzionario del tradizio-
nalissimo tango argentino, e poi ancora con i brasiliani Heitor Villa-
Lobos ("Distribuicao de Flores"), Aòlberto Chicayban con la sua
colorata "Suite Brasileira", il venezuelano Pedro Elias Gutiérrez
con "Alma Llanera", considerato  il  secondo  inno venezuelano 
(non ufficiale). Finale classico con l'Ouverture dalla "Cenerento-
la" di Rossini, la "Turca-ciarda"  di Monti e Mozart  per finire
quindi con "Ba-Rock" del duo Ipanema.
(da "L'Eco di Bergamo" - 28/07/'13)  -  Bernardino Zappa)

Leffe  (Bergamo)

Questa sera:  ore 21 - nel cortile di Palazzo Pezzoli (passaggio 
musicanti leffesi)  / Terza edizione del 'Festival internazionale 
della chitarra'
Concerto di Riccardo Zappa (protagonista della "guitar music" in Italia)
Dal suo primo album, "Celestion", pubblicato nel 1977, e dopo una ventina
di altri dischi, Zappa ha evoluto una tecnica elegante che, mai, ha messo in
un cantone la qualità della musica. La "camera incantata". dove ha registra-
to i primi dischi, non è più là, ma Riccardo Zappa non è cambiato tanto. Con-
tinua a essere uno dei chitarristi cardine della scena italiana.
( estratto da "L'Eco di Bergamo" - 28/07/'13  -  Ugo Bacci)

Milano 

Questa sera:  ore 21 - All'Ippodromo del Galoppo di Milano / ingresso 40 euro
In concerto il gruppo dei Blurnella formazione originale
ventuno anni dopo il debutto discografico e dieci dopo la separazione
che segnò la fine di un'epoca. - Il cantante Diego Albarn, il chitarrista 
Graham Coxon, il bassista Alex James e il batterista Dave Rowntree
riscoprirono il piacere di ritrovarsi insieme nel 2009 per qualche con-
certo in patria, due show sold out a Hyde Park e la partecipazione al
festival di Glastonbury, dando molto materiale per il film "No distance
left to run" realizzato l'anno scorso e lanciato con uno show alla chiusu-ù
ra delle Olimpiadi di Londra.  
I Blur rappresentano la metà del Brit Pop. Furono loro, infatti, a con-
tendersi lo scettro di imperatori del genere per tutti gli anni Novanta
con i detestati rivali Oasis. 
Blur e Oasis
Segnati da un destino comune, i due gruppi hanno guidato la rivolu-
zione pop che contrapponeva il trend inglese al grunge americano,
finendo per dividersi. I Blur solo momentaneamente; i fratelli Gal-
lagher, per ora, definitivamente,     Dopo un decennio che vide gli 
oasis alimentare i giornali di gossip con innumerevoli dissidi fami-
gliari e dall'altra parte i singoli componenti dei Blur impegnati in
vari progetti personali. Damon si è diviso fra i Gorillaz, The Good
the Bad and The Queen e la composizione di opere teatrali, Coxon
ha pubblicato dischi da solista, James ha prodotto altri gruppi e ha
coltivato la sua passione gastronomica.

Lucianone


sabato 27 luglio 2013

Sport - Mondiale di nuoto / Barcellona 2013

27 luglio '13 - sabato            27 th July / Saturday                       visioni post - 3

Nuoto, Mondiali fondo:
Grimaldi d'oro nella 25 km

Dopo le delusioni sui 5 e 10 km, l'atleta bolognese trionfa nella 25: bruciata al fotofinish la tedesca Maurer dopo 5h07’19"7 di gara. Quarta Alice Franco. La vincitrice: "Non m'ero accorta di aver vinto. Mi sono detta che dovevo resistere e che dovevo portare a casa qualcosa". Uomini: settimo Ruffini.


Martina Grimaldi d'oro nella 25 km di fondo. Nel percorso del porto di Barcellona la bolognese brucia al fotofinish la tedesca Maurer dopo 5h07’19"7 di gara e conquista il titolo mondiale della specialità più dura del fondo. Sul podio la tedesca Maurer (a 1/10) e la statunitense Fabian (a 7/10). Per la Grimaldi, che era stata di bronzo nella 10 km a Londra 2012 e aveva già due medaglie mondiali (argento a Shanghai 2011 e bronzo a Roma 2009 sempre nella 10 km), è il successo della consacrazione. Resta giù dal podio per una manciata di secondi l’altra azzurra, Alice Franco, quarta a 3”2 dalla Grimaldi.
"PENSAVO FOSSI SECONDA" — Felice ovviamente la nuotatrice azzurra, che non aveva nemmeno capito di aver vinto, tanto stretto è stato l'arrivo. Ma lei era contenta di essere salita sul podio. Poi, appena saputo che la medaglia era quella più preziosa...: "E' stato un Mondiale in salita ma alla fine è andata bene. Questa è stata una medaglia di testa e cuore. Polmoni e sacrificio. Mi sono detta che dovevo resistere e che dovevo portare a casa qualcosa. In queste tre gare (anche 5 e 10 km) ho retto bene e adesso sono contenta. Dedico la vittoria a tutti quelli che mi sono stati vicino e mi hanno seguito in questi giorni. Ho deciso il 24 di fare anche questa gara, stavo bene. Questa medaglia vale tanto: negli ultimi mille metri ho attaccato. Sapevo che dovevo resistere e aggredire. Non mollare. La statunitense Fabian mi stava sulla schiena di continuo, la tedesca Maurer era lì. Non vedevo la brasiliana Cunha. Era ai miei piedi. Ed era pericolosissimo tenerla lì. Dovevo dare tutto e alla fine ce l'ho fatta. Pensando di essere arrivata seconda. Invece ho vinto. L'ho scoperto in zona mista dopo aver già rilasciato delle dichiarazioni. Al tocco ho guardato il maxischermo ed ero segnalata seconda. Poi c'è stato il fotofinish. Tattica finalmente vincente. Aspettare gli uomini, partite 15 minuti dopo, e andare in scia. Seguire la scia è tra le mie caratteristiche. Lo strappo avvenuto a metà gara per seguire il passo degli uomini ha cominciato a selezionare il gruppo. Siamo rimaste in sei per tre posti. Sapevo che potevo giocare le mie chance negli ultimi mille metri. Non ho affrettato i tempi e poi ho vinto lo sprint".

UOMINI — L’oro nella gara maschile è ancora una volta del tedesco Lurz, a quota 11 medaglie mondiali, in 4h47”27, davanti al belga Ryckeman (a 4/10) e al russo Drattcev (a 1”1). Settimo l’azzurro Simone Ruffini, a 15”7, mentre Valerio Cleri attardato sin dai primi giri “Gli ultimi due giri non ce l’ho più fatta, ma il settimo posto non è malvagio – è il commento di Ruffini -. E’ solo la quarta volta che faccio questa gara, ho resistito e ho reagito a tutte le crisi, ma mi manca ancora qualcosa".
  
TUFFI — Andrea Chiarabini si qualifica per la semifinale della piattaforma (oggi pomeriggio dalle 14), dopo le eliminatorie è decimo (418.80), il capoclassifica è il cinese Qiu Bo 524.40. Eliminato Maicol Verzotto 22° con 355.10. Oggi alle 17.30 la finale dei 3 metri femminile con Tania Cagnotto e Maria Marconi.

Trampolino 3 metri  -  Cagnotto e Marconi, podio sfumato di un soffio

In finale, Tania chiude quarta, ma senza rimpianti: "Sono soddisfatta al 99,99%: non pensavo di tornare con due medaglie". Maria spreca tutto con un pessimo quarto tuffo. Oro alla cinese Zi.


Cagnotto-Marconi, beffa dai 3 metri

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Lucianone

venerdì 26 luglio 2013

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

26 luglio '13 - venerdì         26th July / Friday                    visioni post - 8

Meteo
Caronte alla porta: il caldo record dell'estate
previsto tra domenica e martedì / 14 città da
bollino rosso
L'anticiclone è arrivato sull'Italia e sta per provocare una tra le più imponenti ondate di caldo degli ultimi 10 anni. Domenica le città a rischio saranno complessivamente 25

SPAGNA - il treno uscito in curva
Un italiano tra le vittime: è il 25enne  Dario
Lombardo / Il macchinista è stato  arrestato 
e rischia fino a 312 anni di carcere

BRASILE
Il Papa a Capocabana: un milione di giovani in festa
per la Via Crucis
Spettacolo di colori, luci e fantasia in spiaggia: San Francesco benedetto con una colomba. Papa Francesco incontra i detenuti ed elogia i nonni. Si commuove nella favela di Rio. Ai giovani: "Fate casino"

Lucianone

Sport - calcio / Tutto HellasVerona

26 luglio '13 - venerdì          26th July / Friday

La presentazione della squadra veneta

Quattromila persone hanno applaudito la squadra di Mandorlini
in via Sogare, a Verona / Entusiasmo Hellas / Il presidente Setti
suona la carica: "Dateci la Juventus" /  La grinta di Rafael, il
portiere: "L'obiettivo è la salvezza, dobbiamo giocare con tutte
le nostre carte"
Le ultime luci del giorno lasciano il posto alle prime ombre della sera.
Il sole tramonta sullo stadio di via Sogare e scende anche qualche goc-
cia di pioggia  ma batte forte il cuore di 4.000mila tifosi gialloblù  che 
hanno anticipato il rientro dalle vacanze... per ringraziare ancora una
volta Mandorlini e i suoi ragazzi, "quelli che fecero l'impresa", quelli
che hanno portato in tre anni l'Hellas dalla C alla A, per dare il benve-
nuto ai nuovi arrivati che hanno già capito che aria tira a Verona -
"una passione incredibile, me ne avevano sempre parlato ma non pen-
savo una roba così", ammette  Luca Toni, un campione del mondo  in
maglia gialloblù - per applaudire ancora una volta Setti, Sogliano, Gar- 
dini... i dirigenti che hanno regalato un sogno alla gente scaligera. 
Per abbracciare e non dimenticare Giovanni Martinelli, l'uomo che ha 
avuto la forza di acquistare una società in grande difficoltà e di risolle-
varla con razionalità, intelligenza e tanto coraggio.    "Lui è il nostro
presidente- ha detto Maurizio Setti - Giovanni martinelli ci è sempre
stato vicino e lo sentiamo vicino anche adesso, più che mai...".
Fumogeni colorati e cori da stadio. Brividi sulle gradinate, brividi in
mezzo al campo.    Cristiana Buonamano, giornalista Sky e madrina 
della serata, chiama sul palco lo staff tecnico.  Poi i giocatori, uno a 
uno, dai portieri agli attaccanti, in rigoroso ordine alfabetico.












La formazione dell'Hellas Verona che ha conquistato la serie A,
dopo una lunga permanenza in Prima Divisione e due anni in B
Applausi per tutti, canzoni personalizzate per i beniamini del pubblico, per
bomber Cacia, per super Nick Ferrari, per Mimmo Maietta. "Noi voglia-
mo Maietta in Nazional, Maietta in Nazional, Maietta in Nazional...". Si
commuove il difensore gialloblù, stringe i denti  come fa  quando lotta in
mezzo all'area e prende in mano il microfono: ..."Cosa ho fatto per meri-
tarmi tutto questo? Dò sempre il massimo, dal primo all'ultimo minuto.
La gente l'ha capito e mi vuole bene. Io in Nazionale? Non scherziamo, 
l'Hellas è la mia Nazionale". Ancora cori, ancora applausi.

CONTINUA... to be continued...






mercoledì 24 luglio 2013

Società - Italia / Normalità e povertà

23 luglio '13 - martedì          23 rd July / Tuesday                    visioni post - 5

Ci sono due articoli apparsi nel mese di luglio che rappresentano
molto bene la situazione italiana sia sociale che  economico-poli-
tica, con tutta la sua diversità/specificità da quella di tutti gli altri
Paesi, soprattutto dell'area europea. Li ho scelti tra altri  che ho
letto in questo mese, e li riporto qui di seguito, sperando che pos-
sano  essere utili  per  l'approfondimento-conoscenza  della crisi
continuativa italiana incluse, naturalmente, le cause che l'hanno
provocata e ancora la provocano.
(Lucianone)


(da la Repubblica - 20/07/2013  -  Stefano Rodotà)
La normalità deviata
Molti fatti, in questi giorni, hanno destato scandalo, suscitato proteste, acceso
qualche fuoco d'indignazione. Ma non sono il frutto di una qualche anomalia,
non rientrano nella categoria delle eccezioni o degli imprevisti. Appartengono
a quella "normalità deviata" che caratterizza ormai da anni il funzionamento
del sistema politico. Ha corroso il costume civile, accompagna il disfacimento
del sistema industriale e la terribile impennata della povertà.
Il caso Alfano è davvero  una illustrazione esemplare  del modo in cui questa
normalità deviata  è stata costruita, fino a divenire l'unica, riconosciuta for-
ma di normalità istituzionale. Lasciando da parte la responsabilità oggettiva
per fatti di cui non avrebbe avuto conoscenza, bisogna chiedersi quale ruolo
giochi la responsabilità politica.
Dove va a finire questa specifica forma di responsabilità quando si adotta
questo tipo di argomentazione?    Scompare, anzi  è  da tempo  scomparsa,    
creando una zona di immunità nella quale i titolari di incarichi istituzio-
nali si muovono liberi, quasi estranei alle strutture che pure ad essi fanno
diretto riferimento, anche quando il funzionamento di queste struture pro-
duce gravi conseguenze politiche. La responsabilità politica, anzi, finisce 
con l'essere considerata come una insidia, un rischio. Guai a farla valere.
se così vengono messi in pericolo la stabilità del governo, gli equilibri fa-
ticosamente o acrobaticamente costruiti.
Questo particolare tassello della normaòlità deviata finisce con il rivelare
la più profonda distorsione del nostro sistema politico - l'essere ormai pri-
gioniero di uno stato di emergenza permanente. Questo è divenuto l'argo-
mento che  inchioda  il sistema politico  alle sue difficoltà, negandogli la 
possibiltà di sperimentare soluzioni diverse da quelle che, via via, mostra-
no i loro evidenti limiti, fino a sottrarre alla politica ogni legittimo margi-
ne di manovra.    Di nuovo la normalità deviata, di fronte alla quale vien 
forte la tentazione  di pronunciare  un "elogio della follia politica", che
spesso consente di cogliere i tratti reali di una situazione assai meglio del
realismo proclamato. Era davvero imprevedibile quello che sta accadendo,
l'intima fragilità delle "larghe intese" che, prive di qualsiasi collante po-
litico, sono in ogni momento esposte a fibrillazioni, ricatti, strumentaliz-
zazioni?  E' la mancanza di coraggio politico a produrre instabilità.
Così non soltanto  l'orizzonte  dell'azione di governo  si accorcia sempre
di più, fin o ridursi al giorno dopo.    Soprattutto si perde la capacità di 
operare in modo adeguato alle situazioni di crisi e di ripartire le risorse
rispettando le vere priorità, le emergenze effettive.  Infatti, si accettano
come variabili indipendenti  quelle che, invece, sono pretese settoriali
o prepotenze di parte. Problemi procedurali a parte, com'è possibile ri-
partire le scarse risorse disponibili assumendo come tabù intoccabile 
l'acquisto degli F-35, mentre premono altre e pià drammatiche neces-
sità? Com'è possibile inchiodare fin dal primo giorno l'azione del go-
verno intorno alla questione dell?Imu, condizionando l'intyera stra-
tegia economica per soddisfare una promesa elettorale di Berlusconi,
mentre svaniscono quelle del Pd?
In questa normalità sempre più deviata non riescono a trovare posto 
le vere, grandi emergenze. Mentre si dissolve l'apparato industriale, 
non vi sono segni di una vera politica industriale. Neppure questa
è una novitù, perchè si tratta di una ereditù dei governi Berlusconi
e pure del governo Monti, dove quelle due parole venivano liquida-
te quasi con disprezzo come si facesse cenno a una inammissibile
interferenza nel mercato. E da questa ulteriore assenza di politica
viene un contributo all'aggravarsi della situazione economica, che
ormai deve essere letta  partendo  dalle cifre impressionanti  sulla 
povertà. Le ha analizzate efficacemente e impietosamente Chiara
Saraceno, sottolineando pure la necessità di modifiche strutturali,
come quelle riguardanti l'avvio di forme di reddito garantito.  Un
governo blindato, dunque, non è necessariamente sinonimo di go-
verno forte e efficiente. 
CONTINUA... 
to be continued...,

martedì 23 luglio 2013

Società / scenari - L'America di Obama / Detroit, metropoli fallita

23 luglio '13 - martedì          23rd July / Tuesday                      visioni post - 13

In Russia lo zar (ma fino a quando?) Putin è sotto il tiro dei 
dissidenti, Navalnyj in primis, e della protesta  sempre  di 
più popolare.  Lì la situazione economico-sociale è a tutto
vantaggio di una piccola parte di ricchi e quindi della èlite
del Paese, creata appunto dalla politica strozza-popolo (di-
ritti compresi) portata avanti in lunghi anni di potere da un
Putin, che ora comunque sente sul collo il fiato delle mon-
tanti proteste di piazza.
Dall'altra parte,
nell'America di Obama, le cose (soprattutto la situazione
economica) sembravano essere in buona parte migliorate
sotto la spinta di una politica di crescita tendente a ridurre
drasticamente il debito pubblico e in favore di un'occupazio-
ne che, effettivamente, ha dato buoni frutti riducendo con-
temporaneamente in modo consistente  la disoccupazione
(arrivata quasi ai limiti europei). 
Ma ora non tutta l'America  sta beneficiando  dei risultati che
comunque in non molto tempo Obama è riuscito a raggiungere
dopo il suo secondo mandato.   E' il caso di alcune grandi città
come Detroit, e il seguente articolo che ho trovato e letto nel
quotidiano  la Repubblica  descrive molto bene  uno scenario  
che è bene conoscere.
(Lucianone)

(da la Repubblica - 20/07/2013 -  Massimo Vincenzi)
"Detroit sta affondando, aiutateci"
Sulle strade della metropoli fallita / Scuole chiuse, ambulanze
ferme: la bancarotta che scuote l'America.
Detroit -
Sopra c'è scritto : 'abbiamo bisogno di democrazia, non di un commissario'.
E' in pensione, in questo palazzo di vetro e cemento ha lavorato per una
vita e adesso lotta per i suoi diritti. E poco importa se la sua sfida ( e di
quelli come lei) sta uccidendo la città dove è nata: "Ah no, io non ci sto 
a questo gioco. Non siamo noi i colpevoli della situazione.  Quei due si-
gnori pensano che per avere un tetto e un  pò di cibo dobbiamo campare
sulle spalle dei nostri figli? O che dovevamo lavorare sino alla morte?
Comandano loro, trovino ,loro il modo per darci quello che ci spetta".
Quei due signori sono il governatore del Michigan Rick Snyder e il
commissario speciale Kevin Orr, che giovedì pomeriggio si sono arresi
dichiarando il fallimento di Detroit: il più grande nella storia degli Stati
Uniti. Un debito tra i 18 e i 20 miliardi (di dollari), l'impossibilità di arri-
vare ad un accordo  con i creditori (fondi pensioni in testa)  e i ripetuti 
no dei sindacati ad una riduzione dei salari pubblici spingono Orr dove
aveva giurato  non sarebbe mai arrivato quattro mesi fa, all'inizio del 
suo incarico: "Ci aspettano scelte dolorose, ma purtroppo non ci sono
alternative. Se qualcunio ha un piano diverso o un'dea migliore, venga
da me. Lo accolgo a braccia aperte. Ma le cifre del nostro bilancio non
ci lasciano speranze", dice nella conferenza stampa di ieri. Poi aggiun-
ge: "Vi sembra possibile vivere in una città dove i bambini camminano
lungo le strade buie e malmesse, dove sui tetti delle case fatiscenti cre-
scono arbusti  o  dove  se chiamate la polizia  gli agenti  arrivano dopo  
un'ora perchè sono pochi?".  - Non aspetta la risposta, la conosce già.
La sua idea è quella di usare i poteri straordinari che la pratica del fal-
limento gli concede per rimettere in marcia la capitale dell'auto. Servo-
no tagli drastici alla pubblica amministrazione che è la vera zavorra: i
dipendenti sono 13 mila, 1 per 55 abitanti, quasi un servizio a domicilio.
Poi, con i soldi incassati, vuole avviare un piano da un miliardo e mezzo
di dollari per rimettere in sesto le infrastrutture.   Ma non sarà facile, i
rappresentanti dei fondi pensioni minacciano ostruzionismo legale e già
ieri un giudice della contea di Ingham  ha dichiarato incostituzionale la
richiesta di bancarotta.  "Se la prendono con noi che siamo l'anello de-
bole ", dice Brett. E' qui che ascolta Jenna parlare e fa sì con la testa. 
Lui ci lavora ancora in questi uffici, si accende una sigaretta all'ombra
della statua che raffigura lo spirito di Detroit.   Parla, alzando la voce:
"La signora ha ragione, i suoi diritti se li è conquistati. Non è finita lei
in prigione per corruzione, non siamo noi a far funzionare nel peggiore 
dei modi le cose. Andrebbero cambiati tutti i dirigenti, dal numero uno
sino in fondo. Serve una bella ripulita".
E' su questo marciapiede che c'è l'epicentro della protesta . Alcune
mamme distribuiscono volantini che accusano: vogliono toglierci la
Oakman Elementary School. Accanto, un gruppo di persone raccoglie
firme a favore di un ospedale che rischia lo smantellamento. Ecco co-
sa  succede  quando  fallisce  una città:  le luci si spengono, le scuole 
chiudono, le ambulanze restano nei garage, i poarchi diventano deser-
ti. E' il destino di una metropoli schiacciata dal suo stesso peso.   C'è 
una bella cartina pubblicata dal Detroit Free Press che spiega la situa-
zione meglio di tanti saggi: si vede  l'estensione di Detroit  e dentro ci 
stanno San Francisco, Boston e l'isola di Manhattan. E il guaio è che
in questo spazio infinito ci abitano solo 700 mila persone contro quasi
tre milioni. Ovvio che i conti non tornano, le tasse non bastano più.
Eppure  Detroit non ha la faccia di un ammalato. Basta risalire Wood-
ward Avenue, lo stradone che da Downtown corre berso nord, per ren-
dersene conto. Qui c'era il deserto sino a quattro anni fa.  I giganti del-
l'auto: Gm, Ford e Chrsyler erano sul fondo della loro storia, trascinan-
do con sè anche la città.   I grattacieli liberty erano in disuso, i cartelli
affittasi e vendesi coprivano le grandi vetrate. E' passato poco tempo,
sembra un secolo fa:  ora l'industria dell'auto  è in forte ripresa  e qui
torna la vita. Arrivano soldi e investimenti, l'economia privata festeg-
gia la ripresa.  Dietro Campus Martius Park, la Chrysler dell'era Fiat
ha preso in leasing l'ultimo e  il penultimo piano  di un palazzo storico, 
per metterci alcuni suoi uffici (la maggior parte sono fuori, come tutte
le fabbriche). Negli altri ventuno (piani) lavorano i 900 dipendenti del-
la Quicken Loans, una finanziaria che fornisce mutui, soprattutto  on
line e soprattutto ai più giovani. Il fondatore è Dan Gilbert, per molti 
la rinascita ha il suo volto da eterno ragazzo del college: "Questi che
lui assume cercano poi casa qui vicino, portano i pub e i ristoranti a
riaprire in queste strade. E' un circolo virtuoso", giurano i manager
che si ritrovano nelle sale eleganti  del Detroit  Athletic Club, il cir-
colo pià vecchio ed esclusivo. Ed è qui che la dichiarazione di falli-
mento è stata presa quasi con soddisfazione: "Finalmente invertia-
mo la rotta, è l'occasione giusta per rimediare a 60 anni di declino",
afferma  Sandy  K. Baruah, il presidente  della  Detroit  Regional 
Chamber. La Chrysler con un comunnicato spiega: "Abbiamo fidu-
cia nella città e nella forza di volontà della sua gente. Per noi non
cambia niente, continueremo ad investire qui".  La società insie-
me ad altri partner è impegnata  nel progetto della nuova metro-
politana leggera che collegherà Downtown a Midtown: altra ben-
zina nel motore, un altro passo in avanti. Whole Foods, il gigante
dell'alimentare, aprirà a breve due supermercati qui:  "C'è uno
spirito nuovo, si sente nell'aria. Le persone sono stufe di vivere
sempre  sotto la cappa  del fallimento, della  crisi  economica", 
giura Matthew, che lavora da Compuware, che ha il suo quar-
tiere generale in queste strade. E che per aiutare sponsorizza
con le sue maglie gialle gli uomini che  curano il verde di que-
sta zona.
Poche centinaia di metri  più in là, in  un  altro mondo,  Jenna
sta arrotolando il suo cartello: "Luglio non è un bel mese per
noi", sospira  ricordando gli scontri razziali del 1967.   Poi ri-
trova la grinta:    "Ci chiamano la Grecia d'America. Ma la
Grecia è stata salvata, perchè a noi ci lasciano andare a fon-
do?". Ed è nell'incrocio tra i suoi diritti e la logica dei nume-
ri che Detroit gioca la sua partita più difficile.



(da la Repubblica - 20/07/'13  -  Federico Rampini)
La maledizione della capitale dell'auto
Bisogno essere stati a Detroit per capire che cosa significa vivere in una città
dove il 40% dei lampioni la sera son o spenti per mancanza di corrente.   Una
città dove  la metà dei pachi e giardini pubblici  sono chiusi  perchè sono finiti
da tempo i fondi per la manutenzione e la vigilanza.    Quella che all'apice del
suo trionfo industriale  fu la capitale mondiale  dell'automobile  e  divenne  la
quarta metropoli d'America  con 1,8 milioni di abitanti, era ormai dimagrita a
700.000 abitanti, con vastissime zone  ridotte allo stato di quartieri-fantasma,
desertificati da uno spopolamento senza precedenti in tempi di pace.   Ma la
storia del declino angosciante di Detroit è il penultimo capitolo. Ciò che scon-
certa di più, nelle vicende recenti che hanno preceduto questa bancarotta mu-
nicipale (la più grossa negli annali degli Stati Uniti), è che il fallimento di De-
troit coincide con un periodo di fantastica rinascita della sua industria automo-
bilistica.  -  General Motors, Ford e Chrysler vanno a gonfie vele, la loro spet-
tacolare rimonta è uno dei fattori dell'attuale ripresa economica americana.
Anche se ormai solo Chrysler ha una grossa fabbrica all'interno del perimetro
urbano (quella dove assembla la nuova Jeep Grand Cherokee), anche le altre 
due grandi case hanno ripreso ad assumere in questo bacino di manodopera.
Colipisce la divaricazione estrema tra le due situazioni: da una parte un capi-
talismo privato che torna ad essere forte e opulento; dall'altro un'istituzione
pubblica che va a picco, fino a dichiarare bancorotta.
E' purtroppo la rappresentazione estrema di una contraddizione che l'intera
America sta vivendo. L'economia reale è in crescita da quattro anni, e tutta-
vi lo Stato rimane "povero" in molte delle sue articolazioni ed enti locali: la
qualità dei servizi pubblici langue; molte infrastrutture collettive continuano
a soffrire per una penuria di investimenti. Questo accade perchè in un paese
bicefalo  -  dove il presidente  è  democratico, ma la Camera ha una maggio-
ranza di destra; il Senato è democratico ma  la Corte suprema  e  il governo  
locale di molti Stati è in mano ai conservatori  -  l'ideologia liberista continua
ad avere ampia presa. "Affamare la bestia" è l'antico slogan lanciato ai tem-
pi di Ronald Reagan e la Bestia immonda per i conservatori è ovviamente lo
Stato. Detroit è stata affamata fino in fondo, fino a farla morire d'inedia.
Due pesi, due misure, anche nei procedimenti di bancarotta. Quando erano 
General Motors  e  Chrysler  sull'orlo del fallimento, scattò la procedura di 
bancarotta nota come Chapter 11, con l'obiettivo di risanare e riloanciare le
due aziende. Furono chiesti e ottenuti sacrifici pesanti ai lavoratori ( il dimez-
zamento dei salari per i nuovi assunti) ma al tempo stesso intervenne una ge-
nerosa solidarietà nazionale sotto forma di decine di miliardi intervento pub-
blico.   Nella procedura fallimentare di Detroit ci sarà solo la prima parte: i
sacrifici. saranno licenziati molti dipendenti pubblici, altri dovranno accetta-
re tagli ai salari, anche i pensionati verranno messi a contribuzione: non esi-
stono in America "diritti acquisiti"  neppure nel pubblico impiego, di fronte
alla bancarotta. Qualcuno ,loderà il modello iper-flessibile che consente al-
l' America di uscire più rapidamente dalle crisi. Ma le ferite sociali saranno
dolorose.
CONTINUA... 
to be continued...