domenica 31 marzo 2013

Sport - calcio / Serie A - 30^ giornata 2012/13

31 marzo '13 - domenica        31st March / Sunday

Risultati delle partite
Atalanta  -  Sampdoria       0 - 0
Cagliari  -  Fiorentina          2 - 1
Chievo  -  Milan                  0 - 1
Genoa  -  Siena                   2 - 2
Inter Juventus                     1 - 2  
Lazio  -  Catania                 2 - 1            
Palermo  -  Roma               2 - 0
Parma  -  Pescara               3 - 0
Torino  -  Napoli                3 - 5
Udinese  -  Bologna           0 - 0   
Classifica  
Juventus  68  /  Napoli  59  /  Milan  57  /  Fiorentina  51  /  Lazio  50  /
Inter, Roma  47  /  Catania  45  /  Udinese  42  /  Parma, Cagliari  38  /
Sampdoria, Bologna  36  /  Torino, Chievo  35  /  Atalanta  34  /
Genoa  27  ( Siena  26  /  Palermo  24  /  Pescara  21

La Partitissima Inter -Juventus
La squadra di Conte domina il primo tempo, gol di Quagliarella, ma
non chiude. Nella ripresa c'è il pareggio di Palacio e dopo 6' arriva
il gol decisivo di Matri. Alla fine fallaccio di Cambiasso espulso, e
poi l'interista si scusa con Jovinco.

L'analisi    (di Alberto Cerruti)

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venerdì 29 marzo 2013

Ultime notizie / Ultim'ora - La scomparsa di Enzo Jannacci



Morto Jannacci, voce degli ultimi|Foto
«Ironico e struggente» -Audio|VideoIl cantautore cardiologo, cabarettista e protagonista della musica italiana si è spento a Milano a 77 anni. Soffriva da tempo di cancro
Stile inimitabile e talent scout, fu vero caposcuola 
di Mario Luzzatto Fegiz

Il cordoglio del "suo" 
Milan: «Ciao Enzo» 

Il tweet di Fabio Fazio: «Un genio che ha inventato un mondo bellissimo» - Guarda


Il grande cantautore si è spento dopo una lunga malattia. Era nato a Milano nel 1935. Molti i suoi indimenticabili successi, come "Quelli che" e "La vita la vita"

L'abbraccio di Milano a Jannacci - foto / 2 - foto

Rep Tv Assante: Faro per i giovani / Video che non volle vivere da artista video 1Tweet Ligabue


Video Da "Vengo anch'io" a "Ho visto un re" Video Ovadia: "Come se tutta Milano si fosse congedata"

Politica / L' analisi - Sulla democrazia elettorale

30 marzo '13 - sabato           30th March / Saturday                   visioni post - 5

(recuperato da 'la Repubblica' - 19 marzo 2013 - Nadia Urbinati)
La democrazia dell'anatema
Molti cittadini hanno espresso il loro disappunto per l'anatema lanciato da
Beppe Grillo  contro i "traditori"  che in Senato  non  se la sono sentita di  
considerare Schifani e Grasso equivalenti.   Quei cittadini hanno messo  il 
dito nella piaga di un movimento che crede che la democrazia implichi una-  
nimità (salvo poi praticare la regola di maggioranza quando deve espellere
i traditori).  E hanno messo in luce una verità fondamentale: non ci può es-
sere Parlamento senza libertà. Non solo libertà di parola e di associazione
dei cittadini che devono poter fare campagna elettorale e tenere libere ele-
zioni, ma anche libertà di decisione di chi siede in Parlamento.  
Come sanno bene i partiti, nemmeno la loro più ferrea disciplina può toglie-
re al singolo rappresentante la libertà di decidere e votare secondo il pro-
prio giudizio. E le espulsioni dal partito non si traducono in decadenza del
mandato parlamentare. La nostra libertà come cittadini dipende da questa
intraducibilità, e cioè dalla libertà dei nostri rappresentanti.
Nel libero mandato sta la forza della democrazia elettorale.   Senza il quale
i deputati sarebbero dipendenti al servizio di un padrone che sta al di sopra
dell'interesse generale.
Ha colto nel segno quel blogger che ha scritto, rivolgendosi a Grillo e alla
sua minaccia di espellere chi ha votato Grasso, queste parole: "E voi sare-
ste contro la partitocrazia? Ma è proprio questo! Limitare la libertà di scel-
ta perchè fa comodo al partito. Siete peggio dei peggiori partiti della prima
repubblica. Viva la libertà di pensiero.   Viva i cittadini che hanno scelto di
dire no al padrone del partito. Così hanno reso un servizio alla gente".
La libertà dei rappresentanti si incontra con quella dei cittadini e, se la pri-
ma viene meno, anche la seconda è violata.  Il mandato libero, ripetiamolo
a chi ne ha dato  una definizione distorta  e sbagliatissima, non seve a dare
all'eletto la libertà di saltare i fossi e passare da uno schieramento a un al-
tro - se questo avviene, non si deve concludere che la norma è sbagliata.
Ad essere "sbagliato" - nel senso di eticamente riprovevole - è il compor-
tamento del deputato. Ma meglio rischiare queste violazioni (e, se neces-
sario, lasciare che la legge le punisca se il salto è stato pagato con moneta
sonante) che volere  una violazione fatale: quella che ci sarebbe  se non ci
fosse mandato libero.
La libertà di essere responsabili di fronte ai cittadini significa anche rendersi
conto che chi siede in Parlamento è come un pezzettino del popolo sovrano e
che, quando si trova a dover decidere su questioni istituzionali, dovrebbe ra-
gionare  mettendosi  dal punto di vista  dell'interesse  generale, ovvero  del
"come se" al suo posto ci fosse il popolo tutto.    Un processo che potrebbe
sembrare astratto, ma non lo è  perchè  tutti noi  siamo capaci  di ragionare
mettendoci dal punto di vista degli altri, anzi di tutti.    Questa visione larga
del giudizio politico, che ci consente di pensare a noi come parte di un tutto
grande è alla base della nostra capacità di cittadinanza.  Il parlamentare si
identifica  certamente  con una bandiera, ma sa che perfino mettendosi dal
suo punto di vista può riuscire a vedere il tutto, il generale.



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giovedì 28 marzo 2013

L'Opinione del giovedì - Il tempo del non governare, il sistema del non risolvere

28 marzo '13 - giovedì         28th March / Thursday                visioni post - 9

L'idea era di dare come titolo a questa Opinione del giovedì
"Il bivio: elezioni o un lungo non-governo permanente", e 
l'ultima parola, permanente,  l'ho aggiunta pure in seguito.
Ma poi pensando alla situazione creatasi in Italia, con tanti 
'no' detti gli uni agli altri che creano situazioni e tempi vuoti
di stallo politico e dove tutto si dimostra irrisolvibile perchè
ognuno pensa a sè stesso, non al paese reale, ai cittadini  e
ai loro problemi, ho trovato giusto cambiare in "Tempo del
non governare, sistema del non risolvere". Tutto insomma
si è ingolfato, bloccato: politica, società e chiaramente (ma
cosa più importante) le istituzioni che dovrebbero guidare
il Paese reale, appunto; non quello digitale dei network  e
dei blog (vedi Grillo), non  quello  processuale-giudiziario
(vedi Berlusconi), non quello degli apparati partitici vari e
connessi/sconnessi che ci hanno guidato in tanti anni di go-
verni disastrosi, portando l'Italia sull'orlo del fallimento e
tuttora ci si sta provando ad uscirne per eliminare con se-
gni di penna, non di matita cancellabile (i famosi 8 punti di
Bersani, addirittura 20 di Grillo, ma quanto ci costeranno
ancora?), il tutto attraverso le fatiche di Ercole del segreta-
rio Pd, che non retrocede di un passo ma che sta esaurendo
le carte o cartucce dopo i noooooo indefessi del Sovrano dei
5Stelle. - Così tutta bloccata, tutta non risolta è la situazione.
cioè è sempre il solito sistema del non risolto. Ma rinviato.
E qui spieghiamoci meglio: è da vedere, esaminare, appro-
fondire una volta di più, probabilmente/possibly una marea
di volte, di chi la colpa, dove gli inganni, chi è stato contro
chi, perchè sono stati detti tutti quei no l'uno (partito o mo-
vimento che sia) nei confronti dell'altro  - e poi sono tre le
parti che  si sono spartite  i risultati delle lezioni  -  e poi
sembra di giocare continuamente al giochetto dell'oca, e
si ritorna sempre da capo senza aver poi concluso nulla-
E le famiglie sono sempre più povere, e i casi di corruzio-
ne non finiscono mai, e i casi disperati (ormai tanti, troppi)
finiscono in suicidi di imprenditori e non solo...
Questa insomma è oggi  il panorama  della  situazione italiana
politica e sociale e esistenziale:  cioè un groviglio drammatico
e ormai inestricabile da cui è sempre più difficile uscire.
Ma non bisogna disarmarci, questo mai. Dobbiamo perseverare
nello sperare che arrivi un 'quid', sotto forma di qualcosa di ina-
spettato,  in senso positivo naturalmente. Purtroppo la carta del
nostro Presidente Napolitano è quasi in scadenza e ci mancherà
chiunque sia il suo futuro sostituto. Perchè è sempre stato lui, il
condottiero ultraottantenne, che ci ha tolto sempre le castagne
da fuoco, fino a difendere in Germania la faccia dell'Italia e dei
politici nostrani da quella derisione (inaccettabile) di 'pagliacci'.
Lui, sì, ci mancherà e lascerà un grande vuoto: speriamo venga
riempito altrettanto bene!

Lucianone

Arte - Appuntamenti / La Mostra: Lorenzo Lotto

28 marzo '13 - giovedì         28th March / Thursday               visioni post - 10                              

Alla Venaria Reale di Torino (fino al 7 luglio)
le opere di Lorenzo Lotto,
artista veneziano inquieto che, lavorando nelle Marche,
rivoluzionò le pale d'altare e i soggetti religiosi del Rinascimento

(da 'la Repubblica'  -  15/03/2013  -  Claudio Strinati)
Lorenzo Lotto
Quella pittura così viva di un genio solitario
Torino
La mostra Un maestro del Rinascimento. Lorenzo Lotto nelle Marche è stata
al Museo Puskin di Mosca e arriva adesso alla Venaria Reale di Torino.
Forse non è grande ma di autentica e assoluta bellezza. Una ventina di sublimi
dipinti tra cui il San Vincenzo Ferrer in Gloria, affresco staccato in antico, tra-
sportato su tela e restaurato nell'occasione. Proveniente da San Domenico a
Recanati. Ed ecco, Recanati ci ricorda i soggiorni del maestro nelle Marche,
capitolo fondamentale della sua vita di uomo e artista  che opera soprattutto
nella provincia, e che la mostra ripercorre magistralmente.
Opere del Lotto si trovano o si trovavano a Jesi, a Cingoli, a Ponteranica, a
Monte San Giusto, a Recanati, a Ancona, a Loreto.
Alcuni centri sono ben noti, altri molto meno eppure Lotto vi lasciò opere so-
lenni e meravigliose alcune delle quali possiamo vedere adesso riunite  insie-
me. Non è un mistero per nessuno come le Marche siano tra i luoghi più re-
moti d'Italia. Lo ha raccontato Federico Fellini al punto di fare della solitudi-
ne e dell'introspezione adriatica una sorta di categoria universale dello spiri-
to. Lotto ne sapeva qualcosa e frequentò a lungo quei luoghi. 
Negli ultimi anni divenne adirittura oblato perpetuo della Santa Casa di Loreto.
Lì visse un dramma che ce lo fa vedere oggi  come  uno dei grandi "nevrotici"
dell'arte cinquecentesca come il fiorentino Pontormo o l'emiliano Lelio Orsi da
Novellara.     Spiriti inquieti, si diceva un tempo, e certo Lottolo fu a giudicare
dal suo Libro di spese diverse dove annota con precisione cose piccole e grandi
tutto rapportando alla sua psiche irrimediabilmente turbata.


Che gli era successo dai quarant'anni fino akka morte nel 1557? Di solito  la
spiegazione è quella del "nemo propheta in patria". Lui, veneziano, a Vene-
zia non ebbe quel successo e quella rilevanza che avrebbe meritato, per es-
ser sopraffatto da Tiziano, che era di Pieve di Cadore e di veneziano aveva
ben poco, e poi da Paolo Caliari, veronese.   Si è pensato che avesse un ca-
rattere schivo e riservato, e i documenti su di lui lo attesterebbero.
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mercoledì 27 marzo 2013

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

27 marzo '13 - mercoledì         27th March / Wednesday               visioni post - 10

Politica italiana  /  M5S  vs  Pd
Grillo:  "Bersani-Berlusconi padri puttanieri"
Il segretario Pd: "Auguri, salvatori della Patria"

Dal blog il leader del M5S torna a insultare i politici,
colpevoli di aver rapinato le nuove generazioni del futuro 
I Cinque Stelle sono usciti dall'incontro con Bersani da poche ore. E lui, il leader
del M5S, riprende a gridare la sua rabbia dal suo blog contro il leader del Pd e
gli altri politici di professione, Berlusconi, D'Alema, Cicchitto, Monti. Tutti defi-
niti "padri puttanieri" della politica. Tutti schiaffeggiati con nuovi insulti e tutti
avvisati: "Vi cacceremo"-
LA REPLICA DI BERSANI -
Uno dei diretti interessati, Pierluigi Bersani, appreso del contenuto del post ha
commentato: "Auguri ai salvatori della Patria". E ha aggiunto: "Pensare di fermare
l'intelligenza con gli insulti è come pensare di fermare l'acqua con le mani. Uno può
insultare quando sta fuori dal Palazzo  ma quando  è in Parlamento  deve  dire cosa
vuol fare".

Il caso dei Marò
Dimissioni di Terzi, sconcerto del Colle
Caos nel governo sul caso Marò: il ministro degli Esteri si dimette perché contrario al ritorno in India, il ministro della Difesa lo critica ("Troppo facile") e il Quirinale definisce "irrituale" il gesto di Terzi. / Interim a Monti

Rimborsi alle imprese, l'ostacolo dei grillini
Dopo aver votato sì alla procedura di revisione per l’avvio dei pagamenti alle imprese i 5 Stelle ci ripensano.
Il capogruppo al Senato Crimi prima tenta di ritirare l’appoggio, poi annuncia che verrà presentata una risoluzione.
Governo, eppur si muove
Bersani: si può lavorareL'incaricato vede Pdl e Lega (insieme) e poi Scelta civica: rimangono difficoltà, dice, ma il progetto di uno sforzo condiviso per le riforme comincia ad essere compreso. Alfano: o si cambia o si va al voto.

Il "terzo neutrino" da ragione a Pontecorvo
 È arrivato al Gran Sasso il terzo neutrino tau. Era partito da Ginevra che era un neutrino muonico. E lungo la strada ha «oscillato», ovvero ha trasmutato. Proprio come prevede la teoria elaborata da Bruno Pontecorvo

CIPRO

La Ue: "Sette giorni di misure speciali a Cipro"

Guardie armate per la riapertura delle banche   Foto  I tir con 5 miliardi di euro a NicosiaGli istituti aperti fino alle 18.00 di questo pomeriggio, già in fila i cittadini dell'isola mediterranea. Bruxelles: "Ristabilire il prima possibile la libera circolazione dei capitali". Sull'isola sono arrivati quattro container con 5 miliardi




OLANDA

"Internet, il più grande attacco di sempre" foto

Ondata di spam rallenta il web. "Italia per ora non colpita"

"Internet, il più   grande attacco di sempre"   fotoLa rete congestionata da messaggi indesiderati. Disguidi per milioni di internauti. La causa, lo scontro tra un gruppo anti-spam e un provider olandese

 



 Lucianone 

lunedì 25 marzo 2013

Economia italiana (per capire) - La crescita perduta

25 marzo '13 - lunedì            25th March / Monday                  visioni post - 15

Per capire meglio alcuni aspetti economici riguardanti l'Italia e le
altre nazioni, soprattutto dell'Eurozona, comincio a dare notizie
ricavate, per lo più, da lunghi articoli  del giornalista-economista
Alessandro Penati (cui seguiranno altri noti e meno noti) così da
avere un quadro più allargato-approfondito sull'argomento.
(Lucianone)

(da la Repubblica - 6 dicembre 2012  -  Alessandro Penati)
Mercato
Bill Gates, Carlos Slim e la crescita perduta
Da 15 anni la crescita italiana  non tiene il passa  con  l'Europa
del "nord" e gli altri paesi industrializzati: il divario di reddito si
allarga e il debito pubblico diventa meno sostenibile. Da almeno
60 siamo alle prese con la questione meridionale. Questi i grandi
problemi del paese.    
Che cosa ci sia all'origine della differente prosperità economica
di nazioni o regioni, e che cosa determini la loro capacità di cre-
scere , è l'argomento del libro 'Why Nations Fail'  (D. Acemoglu
e J. Robinson): un'analisi che mette in luce elementi rilevanti per
per l'Italia di oggi.
La spiegazione "geografica" (clima, risorse naturali) e  quella  "sociologica" 
(credo religioso, cultura, struttura familiare) sono state contraddette dall'evi-
denza empirica. La spiegazione più frequente è la "miopia": la scarsa crescita
è frutto di politiche economiche errate, prodotto della "miopia" di una classe
dirigente.  Basterebbe dunque una élite illuminata che attui le politiche giu-
ste. Ed è la convinzione prevalente in Italia: la ricetta per la crescita è nota,
ma  è compito  di  una nuova élite (governo tecnico, Bce, Ue, concertazione
sindacati- impree, eccetera) metterla in atto.    Questo libro documenta che
non è così.
Le istituzioni economiche determinano gli incentivi all'istruzione, al risparmio,
all'investimento, all'innovazione, all'adozione di nuove tecnologie. In definitiva
la capacità di crescita.  Le istituzioni economiche sono quindi cruciali; ma è il
processo politico  che  determina le istituzioni economiche e sono le istituzioni
politiche che determinano il funzionamento di questo processo.
La crescita dipende quindi da quanto l'agenda della politica e delle istituzioni
è dettata dagli interessi della classe dirigente, piuttosto che dei cittadini.
La crescita sarà minore  dove un'élite radicata  privilegia le politiche che conso-
lidano il suo potere. Crescita economica, infatti, significa rimpiazzare il vecchio
col nuovo, adattandosi rapidamente a nuove tecnologie e cambiamenti, spostan-
do capitale e lavoro verso i settori più produttivi: la celebre "distruzione creativa",
che però destabilizza relazioni  e  posizioni consolidate, alterando potere politico
ed economico. - Una classe dirigente difficilmente si darà da fare per indebolirsi
con le proprie mani.
Nogales, Arizona, ha un reddito pro capite triplo di Sonora, Messico; ha scuole e 
strade migliori, meno corruzione e criminalità. Eppure, solo una barriera di confi-
ne separa le due città. La spiegazione sta nella storia di due tra i più ricchi uomini
al mondo: l'americano Bill Gates e il messicano Carlos Slim. Il primo ha costruito
la sua fortuna creando Microsoft: il sistema educativo  gli ha dato l'istruzione ap-
propriata; le istituzioni economiche  gli hanno permesso  di creare una nuova im-
presa e fornito i finanziamenti; il mercato del lavoro di assumere personale quali-
ficato; un mercato aperto di vendere i suoi prodotti ed espandersi. Le stesse istitu-
zioni, a garanzia dell'interesse collettivo, hanno però controllato che non abusas-
se del potere monopolistico.
Carlos Slim, invece, ha costruito la sua di fortuna conquistando il monopolio della
telefonia dalla privatizzazione di Telemex, pur non essendo il miglior offerente, con
risorse  ottenute  a debito; e preservandolo, sei anni dopo, vincendo contro l'accusa
di monopolio dell'Antitrust messicano. In un paese dove dominano le relazioni e la 
corruzione della classe politica. Questo dovrebbe ricordarci qualcosa.
Per crescere e ridurre le disparità regionali non basta enunciare e promettere riforme
economiche. Ci vuole una critical juncture, ovvero un evento critico che rompa l'equi-
librio delle istituzioni politiche, e quindi economiche, della società.
Oggi, non mi illuderei che governo tecnico, riforma elettorale, movimentismo, federa-
lismo, fiscal and growth compact possano rappresentare uno di questi snodi cruciali.
La nostra juncture critica poteva essere l'apertura ai capitali e alla concorrenza inter-
nazionali a seguito della crisi del 1993 e del'ingresso nell'Euro: avrebbero potuto spaz-
zare relazioni  e  rendite, disintermediare il sistema bancario, e imporre al Paese rifor-
me e liberalizzazioni.     Un'occasione perduta perchè le nostre élite si sono arroccate
con successo: con il nobile pretesto di tutelare la stabilità del sistema finanziario, del-
l'interesse nazionale e dell'occupazione.

  
La vignetta di Altan

Lucianone

domenica 24 marzo 2013

Sport - calcio / Serie B - 33^ giornata 2012/13

24 marzo '13 - domenica         24th March / Sunday                                     4

Ribaltone Hellas Verona in  7'! 

Ok il Livorno

Rallenta il Sassuolo, Empoli k.o.
 33ª giornata: Mandorlini da 0-2 a 3-2 con il Crotone; i toscani battono 2-0 il Lanciano; capolista bloccata in casa dalla Ternana. L'Empoli cade in casa nel posticipo con il Bari. Ok Novara, Reggina e Pro Vercelli.
Grande rimonta del Verona nella 33ª giornata di Serie B: la squadra di Mandorlini va sotto 0-2 in casa con il Crotone, poi mette a segno il ribaltone in 9 minuti. Successo importante in vista del big match in casa del Sassuolo, che rallenta ancora, bloccato sullo 0-0 dalla Ternana. Tiene il passo in chiave secondo posto il Livorno: 2-0 al Lanciano. Si stacca invece l'Empoli che precipita a 10 punti dal secondo posto: i play-off sono a rischio. Ok Novara, Reggina e Pro Vercelli. Pari Brescia-Cittadella e Vicenza-Ternana. Negli anticipi di ieri il Cesena ha vinto 2-1 a Grosseto, mentre il Modena ha battuto fuori casa 1-0 il Padova.

Verona-Crotone 3-2 — Tre gol in nove minuti, per restare secondi e lasciare dietro il Livorno prima di Sassuolo. Il Verona soffre le pene dell’inferno ma batte il Crotone, sprofonda sullo 0-2 ma risale con l’orgoglio e le mosse di Mandorlini dopo l’intervallo. Pioggia battente al Bentegodi, ritmo lento ed equilibrio totale. Il Crotone in avvio fa un figurone. Senza paura e sempre pronto a ripartire. Dall’altra parte Hallfredsson si accomoda in panchina, dopo i 76 minuti giocati a Lubiana contro la Slovenia di Bacinovic, rimasto a guardare con la sua Nazionale ed in campo al Bentegodi in una mediana con Jorginho e Nielsen. L’Hellas fa fatica come non mai a prendere in mano il pallino del gioco, perché il Crotone conferma di avere piedi buoni e personalità sufficiente per tenere lontano il pallone da Caglioni. Così nessuno si meraviglia più di tanto quando (34’) Eramo spunta in piena area sull’angolo di Ciano e infila Rafael. Il primo tempo è tutto qui, fra un Verona bloccato ed un Crotone spigliato forte della spinta di tre partite vinte nelle ultime quattro giornate. Si torna negli spogliatoi senza recupero con un risultato quanto meno inatteso. Il Bentegodi non crede ai suoi occhi quando (13’) De Giorgio dalla sinistra si beve Nielsen e Cacciatore chiudendo a giro di destro là dove Rafael non può arrivare. Per accendere il Verona però ci vuole un attimo, perché Mandorlini ha in panchina gente come Hallfredsson e Ferrari, in campo già sei minuti prima dello spunto di De Giorgio. Sotto la doccia vanno Bacinovic e Rivas. E coi due centravanti (Cacia più Ferrari) più l’adrenalina dell’islandese la musica diventa un’altra. A dare una mano a Mandorlini ci si mettono anche i centrali di Drago, immobili quando Cacia (15’) è solo ai limiti dell’area piccola a raccogliere di testa l’invito di Cacciatore e fermi (19’) pure sullo spunto di Agostini, il cui invito davanti a Caglioni trova troppo comodamente il piatto vincente di Cacia. Il Verona spinge ancora, dalla parte sinistra della difesa del Crotone qualcosa non funziona se (23’) Cacciatore può di nuovo alzare la testa e cogliere il rimorchio centrale del neoentrato Sgrigna, che non poteva trovare momento migliore per segnare il primo gol con la sua nuova maglia. Il Crotone si ributta nella metà campo avversaria, crea di nuovo pericoli dalle parti di Rafael. Tre minuti di recupero, battaglia aspra sotto la pioggia. Poi la fine. L’Hellas resta secondo. (Alessandro De Pietro  -  da La Gazzetta dello Sport.it)

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venerdì 22 marzo 2013

Lavoro/occupazione - Nuovi agricoltori: contadini imprenditori

22 marzo '13 - sabato       22nd March / Saturday                          visioni post - 16

Oggi si riparte dalla terra, abbandonata dai padri a partire dagli anni '60/'70
per entrare nelle fabbriche di città e metropoli; si riparte dalla coltivazione
delle terre per combattere la crisi. Almeno un bel pò di giovani ci provano,
quelli più coraggiosi che intendono uscire da un tunnel disoccupazionale
che sembra privo di sbocchi.  Ma ci vogliono entrare, potendo, in modo im-
prenditoriale, magari trasformando la terra in oro. E per l'economia italia-
na può essere ossigeno indispensabile. Ecco al riguardo un articolo recupe-
to dalla carta stampata che sviluppa bene questo aspetto dell'occupazione
giovanile.   (Lucianone)

(da la Repubblica - Stili di vita - 18/01/2013 - Carlo Petrini)
La disoccupazione giovanile si attesta intorno al 37%: l'agricoltura
potrebbe offrire delle possibilità  /  I posti di lavoro sono in crescita
del 6% in tale settore e in tutta Italia compaiono esempi virtuosi.

Circa vent'anni fa il sistema universitario francese si rivoluzionò con l'intento di
ringiovanire la classe docente che stava vistosamente invecchiando, e questo po-
neva una serie di questioni non solo occupazionali ma anche di visione della cul-
tura e dell'insegnamento. Iniziarono così a velocizzarsi e semplificarsi i passaggi
da studente  a ricercatore, da ricercatore ad assistente, da assistente a docente  e
nel giro di qualche anno il sistema di rinnovò con beneficio di tutti.
La nostra agricoltura  è  più o meno  in quella situazione: pochi operatori, con
un'elevata età media, con culture legate ai decenni passati  e poche prospettive
di futuro, quindi scarso carburante per il presente.  -   A questo si aggiunge un
dato che sgomenta:  la  disoccupazione  giovanile  veleggia  intorno  al 37%, e
quella complessiva si attesta all'11% appesantendo destini ed esistenze indivi-
duali e familiari, e sostanzialmente  sprecando  un tesoro  di intelligenze e po-
tenzialità. Sembrerebbe un classico 2+2. l'agricoltura ha bisogno di giovani, i
giovani hanno bisogno di lavoro. Dovrebbe risultare  logico e immediato  che
la prima preoccupazione della politica oggi dovrebbe essere quella di facilita-
re l'accesso dei giovani (ma anche dei quarantenni e cinquantenni che stagna-
no da anni in cassa integrazione o che si ritrovano senza un lavoro fino a poco
tempo fa considerato "sicuro") in agricoltura.

C'E' CHI STUDIA PER RILEVARE L'AZIENDA DI FAMIGLIA
Da qualche parte  ci stanno provando: a Cervere, in provincia di Cuneo, il
Conservatorio di Valorizzazione e Tutela del Porro, ha fatto il suo 2+2.  La
domanda  di Porro  di Cervere cresce, la produzione non è sufficiente, tante
persone in paese sono senza lavoro.   Non era un 2+2 scontato: i produttori
del consorzio avrebbero potuto semplicemente aumentare le loro produzioni,
affittare  o  acquistare altri terreni, il loro ruolo  di imprenditori agricoli li 
avrebbe giustificati.   Ma si sono ricordati che prima di essere imprenditori
agricoli sono cittadini, sono parte di una comunitò. Sicchè hanno proposto
un bando per disoccupati (www.porro-cervere.cn.it/): loro ci mettono la ter-
ra e la formazione per la prima stagione, e il supporto alla commercializza-
zione del prodotto.   Poi, dopo questo anno di prova, chi vuole continuare,
chi si sarà appassionato e avrà dimostrato di poter fare questa cosa con se-
rietà, potrà avere l'aiuto di una banca locale per avviare la sua impresa.
Tantissime sono  poi  le iniziative individuali, al punto che, nonostante
tutto, il comparto agricolo pare essere l'unico in questo paese a segnare
andamenti positivi, con il numero dei posti di lavoro in crescita di circa
il 6% e le imprese agricole guidate da giovani in crescita del 4%.
Si tratta, certo, qualche volta, di trentenni che decidono di riprendere e
rivitalizzare aziende di famiglia, sicchè si farebbe i fretta a dire beh, cer-
to, se hai la terra il più è fatto. Non è così: certo avere la terra aiuta, ma
gli investimenti  necessari  per metterla  in produzione  sono imponenti,
così come sono  spaventose  le trafile burocratiche  che occorre seguire
per realizzare a norma di legge i propri sogni incastrando i regolamenti
comunali con quelli nazionali, cercando la via per accedere a finanzia-
menti regionali o europei, insomma destinando una quantità impressio-
nante ad altro, prima di fare davvero agricoltura. E' questa la storia di
due laureati dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: uno,
Nicola del Vecchio, tornato in Molise per avviare la sua azienda  sui ter-
reni di famiglia (famiglia di medici e avvocati, che di quei terreni non si
era mai preoccupata più di tanto limitandosi a darli in affitto) e l'altro,
Carlo Fiorani, tornato in Lombardia  per far ripartire con criteri di so-
stenibilità un'azienda agricola lasciata da tempo al suo destino...

C'E'  CHI PARTE DA ZERO
Ma c'è anche chi parte esattamente da zero: niente famiglie di agricoltori
alle spalle,niente terreni, niente capitali.   Qualche volta   anche niente
competenze. E' la storia di alcuni giovani viticoltori che si stanno cimen-
tando nel campo del vino: I Dirupi (Valtellina), Didier Gerbelle  (Valle
d'Aosta), Simone Scaletta (Langhe), Gianluca Colombo di Segni di Lan.
ga (Langhe), Val Faccenda (Roero), Andrea Tirelli  (Colli Tortonesi):
storie impastate di curiosità, passione, allegria e fiducia, ma anche di
umiltà e di gratitudine  verso chi può dare una mano, insegnare, fare
rete.  -  Forse è questo l'asso nella manica che hanno i giovani rispetto
ai loro  colleghi contadini  con  qualche decennio  in più:  fanno rete,
chiedono formazione e informazione, usano i vicini di casa o i social
network, ma alla fine riescono a capire perchè non dovevano potare
quando hanno potato o non dovevano lavorare il pane in quel modo
lì. E soprattutto sanno tante cose diverse: hanno formazioni in campo
umanistico, ambientale, politico, economico.  E decidono di darsi al-
l'agricoltura, portando in dono quel che sanno e ricevendo quel che
chiunque vorrà insegnargl
La nuova economia si rafforza quando questi giovani agricoltori sanno
operare in tutta la filiera, producono i cereali per fare il pane o alleva-
no pecore per produrre formaggi, studiano forme di nuova commercia-
lizzazione diretta. E proprio l'Università di Scienze Gastronomiche di
Pollenzo nei prossimi mesi metterà in cantiere  corsi di apprendistato
per salumieri, micro birrai, panettieri, affinatori di formaggi, proprio
per rispondere a queste esigenze.
La domanda allora è:  cosa aspetta la nostra classe politica per ridurre
una burocrazia asfissiante? Che cosa aspetta la nostra classe dirigente
ad occuparsi di questo settore? A mettersi a studiare questo ambito per
fare in modo che parlare di Made in Italy non diventi, a breve, un par-
lare a vanvera?    Cosa aspettano a capire che sta lì, in quei campi, in
quelle mani, in quei cervelli e in quella voglia di sudare, l'identità di
questo nostro paese? Bisogna che quel mestiere torni ad essere presti-
gioso e soddisfacente, che torni ad essere uno dei mestieri principi ver-
so cui l'uomo naturalmente tende, e deve avere riconoscimento a livel-
lo sociale ed economico.  L'era del "vai a zappare" detto a chi non pa-
reva particolarmente dotato per gli studi è finita da un pezzo.  Oggi a
zappare ci vanno, ci vorrebbero andare, quelli che  studiando  hanno
capito  che è a aprtire dal cibo che si cambia il mondo, e si migliora
l'ambiente, la salute, la qualità della vita di tutti.
La società civile ha capito bene che, come giustamente titolava un
sito di settore qualche giorno fa, è ora di "salire in agricoltura".
E' ora che lo capiscano, anzi sono già in grave ritardo, istituzioni,
politica e banche.

CIFRE
I nuovi agricoltori con meno di 35 anni
6%       Nell'Unione europea
3%       In Italia
7,9%   In Francia
7,7%   In Germania
Le imprese agricole degli under 35 in Italia
65 mila  pari al 10% della imprenditorialità giovanile del Paese
di cui
50%  cerca di espandere la sua attività
78%  punta al miglioramento dei prodotti
80%  cerca nuovi canali commerciali (vendita diretta, ecc.)
Rapporto età-estensione delle aziende
(agricoltori under 35 - media Ue 18%)
8%     Meno di 10 ettari
19%   Almeno 50 ettari
18%   Da 50 a 100 ettari
Continua...to be continued...

mercoledì 20 marzo 2013

Ultime notizie - Dall'Italia / Latest news

21 marzo '13 - giovesì            21st Maech / Thursday                  visioni post - 6

Politica
Grillo al Colle: “A noi il governo”
“A M5S la vigilanza su Rai e Servizi”

Berlusconi: "Il Pd non può avere tutto: Camere,
governo e pure Quirinale"

Venerdì l’incarico.
Occhi puntati sulle richieste dei Cinque Stelle: “Cariche istituzionali mercanteggiate tra i partiti”
Oggi tocca a Pdl-Lega e a Bersani 
Occhi puntati sul Quirinale. Le consultazioni sono partite ieri, ma oggi è la giornata clou con le audizioni di Beppe Grillo (senza Gianroberto Casaleggio colpito da un’influenza), Pdl-Lega e Pierluigi Bersani.  
LA GIORNATA  
Giorgio Napolitano intende fare presto e vuole numeri certi in Parlamento per conferire il mandato esplorativo al Pd, che alle elezioni ha ottenuto la maggioranza assoluta solo alla Camera. In vista c’è un incarico lampo per Bersani, ma non si esclude l’opzione di un esecutivo di responsabilità nazionale, il cosiddetto “piano B” di cui si parla da giorni, gradito ai montiani e al Pdl. Dopo l’incontro con la delegazione M5S saliranno al Colle le delegazioni del Pdl e della Lega Nord che hanno deciso di presentarsi insieme per dare alla coalizione di centrodestra un segnale di compattezza. Alle 15,15 è previsto l’incontro tra il presidente Giorgio Napolitano e il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Alle 18, infine, sarà sul Colle la delegazione del Pd guidata dal segretario Pier Luigi Bersani. Difficilmente l’incarico ’”esplorativo’’ o “pieno” verrà assegnato da Napolitano questa sera. E’ più probabile che arrivi domani.  

ELEZIONI POLITICHE 2013

Bersani corregge la rotta
e valuta il passo laterale / Il segretario del Pd poterebbe fare da regista


Pier Luigi Bersani, segretario del Pd
Il Quirinale, il piano B di Napolitano Un governo di scopo super partes

L’obiettivo resta chiarissimo, e non muta: un governo per il cambiamento. Di tutto il resto - a chi l’incarico, in che tempi e con quale mandato - Pier Luigi Bersani discuterà oggi al calar del sole con Giorgio Napolitano: senza rigidità o, addirittura, impuntature. «Pier Luigi, naturalmente, se la sente di gestire questa fase - annota Stefano Di Traglia, fidatissimo portavoce -. Ha inviato a tutti i parlamentari gli otto punti base del possibile programma, e questo vuol dire che vuole ed è pronto a governare. Ma adesso occorre abbassare la tensione su chi e quando avrà un mandato dal Quirinale: perchè questo è compito di Napolitano, di cui ci fidiamo pienamente».  

Atletica
21/03/2013 - personaggio

Addio Mennea, re della velocità azzurra

L’ex campione è morto a 60 anni.
Oro olimpico a Mosca nel 1980,
il suo record sui 200 durò 17 anni.
La camera ardente nella sede Coni
Roma 
È morto stamattina in una clinica a Roma, all’età di 60 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996. L’ex campione, soprannominato “Freccia del Sud”, da tempo lottava con un male incurabile. Nato a Barletta nel 1952, al di fuori dello sport è stato un avvocato e politico. Nel 2006 ha fondato con la moglie Manuela Olivieri la “Fondazione Pietro Mennea”, sostenendo la ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive. Tra gli obiettivi la lotta al doping, attraverso la diffusione dei valori nel mondo dello sport. 

Camera ardente al Coni  
Appresa la notizia della morte del campione Pietro Mennea, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l’allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma.  

«Grande uomo di sport»  
«È una situazione troppo dolorosa, si fa fatica a fare commenti, perché non solo era un grande uomo di sport, ma anche un grande amico. Proprio qualche settimana fa ci eravamo ripromessi di vederci presto, al telefono. E non ci siamo riusciti. Per la Fidal è un giorno tristissimo». Alfio Giomi, il presidente della Federazione Italiana Atletica Leggera ha commentato così la scomparsa dell’ex campione. 


Val Susa
I deputati grillini portano i No Tav nel cantiere
Nella lista stilata dai parlamentari
anche i contestatori più radicali,
inseriti come “collaboratori” di deputati
e senatori per accedere all’area off limits.

lunedì 18 marzo 2013

Economia - La crisi economica tra Svizzera, Italia e resto d'Europa: stipendi e cifre

18 marzo '13 - sabato          18th March / Saturday                 visioni post - 24

Le retribuzioni  (1)
Referendum in Svizzera: stop agli stipendi d'oro
Maggioranza quasi al 68%, stravince il sì al tetto per i manager - Limite
anche ai bonus
Lugano - Si chiama Thomas Minder il picolo industriale svizzero, con una fabbrichetta
che produce materiale per l'igiene dentale, che passerà alla storia per aver fatto piange-
re i tycoon delle grandi banche e delle multinazionali, quotate alla borsa di Zurigo.   Ai
quali è riuscito a tagliare, senza tante storie, stipendi e bonus a molti zeri.
Minder, che siede nel Parlamento federale  come indipendente, ha vinto il referendum
che lui stesso aveva denominato "contro le retribuzioni abusive", e al quale il 67,9 per
cento dell'elettorato ha dato il proprio consenso, una delle maggioranze più schiaccian-
ti della storia della confederazione.
"Minder ha vinto, innanzitutto, per la coincidenza tra crisi economica, avvertita pure in
Svizzera, con le notizie  sui bonus milionari  di molti supermanager", spiega l'avvocato
Paolo Bernasconi, presidente del comitato nazionale che si è battuto perchè il referen-
dum passasse.    "Tenga presente - aggiunge Bernasconi - che, finora, i dirigenti delle
aziende quotate in Borsa  potevano  decidere , personalmente, l'importo  del proprio
stipendio e dell'eventuale buonuscita, avallati da consigli d'amministrazione compiacen-
ti".   Ed è contro questo meccanismo perverso che si è sollevato il popolo svizzero. Il
quale ha deciso che, d'ora innanzi, sarà l'assemblea degli azionisti, quindi non più il Con-
siglio di amministrazione, a stabilire l'ammontare dei bonus e degli stipendi.
La storia della lotta della pulce Milder contro i titani della grande industria e della finanza,
inizia nel 2001, con il fallimento di Swissair. Al piccolo imprenditore di Sciaffusa non an-
dò giù che Mario Corti, l'amministratore delegato della compagnia fosse riuscito (nono-
stante quell'epilogo inglorioso) a intascare una liquidazione di 12 milioni e mezzo di fran-
chi, una decina di milioni di euro di oggi.  "Ed è stato, anche, alla luce di questo ed altri
scandali che abbiamo proposto che, in futuro, vengano vietate sia le liquidazioni che le
buonuscite", dice ancora l'avvocato Paolo Bernasconi..

Il Governo elvetico ha un anno di tempo per adeguare la normativa sulle aziende
quotate, alla luce del risultato del referendum.  Intanto coloro che erano opposti
alla tesi di Minder, continuano a dipingere un'economia svizzera che sarà contrad-
distinta da un esodo massiccio dei manager più capaci, verso mercati ancora di-
sponibili a versare retribuzioni multimilionarie. Secondo Paolo Bernasconi sono
favole: "all'estero, in generale, i manager sono pagati peggio e la concorrenza è
più forte". "Potrà piuttosto succedere - argomenta dal canto suo l'ex-presidente
del partito liberale svizzero, Fulvio Pelli - che una holding sia trasferita fuori dal-
la Confederazione, di modo che le retribuzioni dei suoi dirigenti verranno decise
all'estero , aggirando, in tal modo. la legge".   "Per tradizione - dice Pelli - i diri-
genti d'azienda svizzeri hanno sempre goduto di un'immagine austera. Poi , una
ventina d'anni fa, si è sposato il modello americano, con la conseguenza che si
è saputo di top manager, come il numero uno di Credit Suisse, Brady Dougan,
che in un solo anno è arrivato a guadagnare 60 milioni di franchi".
(da la Repubblica - 4 marzo 2013 - Franco Zantonelli)

Le retribuzioni   (2)
Le buste paga italiane al 12° posto in Europa - In Germania
guadagnano il 14% in più di noi
I lavoratori danesi guadagnano quasi il doppio di quelli italiani: 27,09 euro lordi
in media per ora contro 14,48. Ma a guadagnare più di noi nella Ue sono in tan-
ti: ben 11 Paesi, come emerge dall'indagine Istat "Struttura delle retribuzioni".
Siamo lontanissimi anche dall?Irlanda, che vanta una retribuzione lorda media di
22,23 euro, e dal Lussemburgo (21,95). - I nostri salari sono inferiori di oltre il
14% a quelli tedeschi, del 13% a quelli del Regno Unito e dell'11% a quelli fran-
cesi. Sono inferiori anche alla media dell'Eurozona, 15,22 euro, battono solo la
media Ue27 (14,02 euro), che però tiene conto anche di Paesi con salari bassis-
simi come la Bulgaria (2,04 euro l'ora), ultima in classifica, Romania (2,67), Let-
tonia (3,78) e Lituania (3,44).
I dati Istat riguardano le imprese e le istituzioni con almeno 10 dipendenti nell'in-
dustria e nei servizi, e non tengono conto dei contratti di apprendistato.
Le rilevazioni sono state effettuate nell'ottobre 2010, ma è difficile pensare che
le cose nel frattempo siano cambiate in meglio per il nostro Paese, tanto che il
51,1% degli italiani dichiara, secondo l'ultimo rapporto Eurispes, di percepire
retribuzioni "per niente" o "poco" soddisfacenti, contro un carico di lavoro ec-
cessivo per il 32,2% degli intervistati. A pesare sull'insoddisfazione della mag-
gioranza dei lavoratori italiani  sono  anche probabilmente le forti disparità di
trattamento. I dipendenti con almeno 15 anni  di anzianità aziendale percepi-
scono una retribuzione annua  superiore del 61,4%  rispetto  ai loro colleghi
assunti da meno di cinque anni.   Considerando le varie fasce di età, le diffe-
renze sono anche maggiori: la retribuzione lorda oraria media e di 9,6 euro
nella fascia d'età 14-19 anni, sale a 11,2 euro da 20-29 anni e fino a 23,5
euro per gli ultrasessantenni.  Sarà per quello che (conferma l'ultima edizio-
ne  dell'Osservatorio  sul  Diversity management  della  Sda  Bocconi)
"l'azienda non sembra essere tanto il luogo della guerra tra i sessi, quanto
quello della guerra tra le generazioni".

Lucianone