domenica 7 marzo 2021

Società /emergenza Covid - SCUOLA: il modello della Francia

 7 marzo '21 - domenica                                7th March / Sunday                             visione post - 8


(da la Repubblica - 4 marzo '21 - Primo piano / dalla corrispondente Anais Ginori, Parigi)
Stop a bar, teatri e musei
per non chiudere le aule
- Solo 41 giorni persi dagli studenti francesi contro i 93 in Italia
Quando si è trattato di sacrificare attività sociali per arginare l'epidemia, la francia ha rinunciato a
molto. A bar e ristoranti che restano chiusi da fine ottobre nel Paese che ha inventato la gastrono-
mia. Quattro lunhissimi mesi che stanno mettendo in ginocchio gli esercenti, costretti ad acconten-
tarsi della vendita da asporto, senza neppure una data fissata per una possibile riapertura. Tutta la
vita culturale, solitamente molto tutelata Oltralpe, è stata abolita. Niente cinema e teatri ma nean-
che i musei. - L'eccezione francese, termine che una volta si usava proprio per la cultura, sono oggi
le scuole. Gli istituti hanno riaperto dopo il primo lockdown di primavera e da allora hanno seguito 
il normale calendario scolastico senza particolari scossoni, forse aiutati dal fatto  che ogni sei setti-
mane in classe ne sono previste due di vacanza.  "siamo orgogliosi di aver permesso alla Francia di
essere uno dei Paesi che ha mantenuto il maggior numero di giorni di scuola per i suoi bambini",
dice il ministro dell' Istruzione, Jean-Michel Blanquer.  I dati gli danno ragione. Secondo l'Unesco,
la Francia è tra i Paesi europei che hanno penalizzato meno l'insegnamento in presenza dall'inizio
della pandemia. Solo 41 giorni di chiusura totale - dati aggiornati a gennaio - rispetto alla Spagna
(70 giorni), il Regno Unito (72 giorni) o l?italia (93).  La Francia non è un'eccezione assoluta. In
Europa nel plotone di testa ci sono Svezia e Islanda. Ma data la taglia della popolazione francese
(67 milioni) e il numero di alunni (12,5 milioni) esiste un enigma francese, tanto più visto dall'Ita-
lia. -  Emmanuel Macron ha sbagliato tante cose nella gestione della crisi.  Il governo ha cercato
un anno fa dinascondere la penuria di mascherine e test, ed è partito con clamoroso ritardo nella 
campagna di vaccinazione. Ma la difesa dell'istruzione è una priorità dichiarata che il Presidente,   
sposato a un'insegnante e nipote di una nonna preside, ha saputo mantenere sin da quando ha scel-
to la riapertura a maggio contro il parere del Cts e poi ancora nel secondo lockdown di novembre,
durante il quale la serrata non è stata applicata agli istituti. L'unico aggiustamento fatto da quattro
mesi è la Dad al 50 per cento nei licei.
Secondo i dati pubblicati ogni fine settimana dal ministero, le chiusure di classi e istituti non han-
no mai superato l'1% del livello nazionale. E non si può dire  che la Francia  abbia  avuto  finora 
un'epidemia più fuori controllo e letale che in altri Paesi dove le scuole sono state più chiuse.
In Francia i decessi per Covid sono 87mila, rispetto ai 98mila in Italia  e  ai 123mila del Regno
Unito. Ora l'apparizione delle varianti può cambiare tutto. L'epidemia ha ricominciato a correre.
L'ultimo bollettino registra 23mila nuovi contagi, con 25.111 ricoverati in ospedale, 3.636 in te-
rapia intensiva, 326 decessi (3 marzo '21). Il tasso di incidenza medio è a 220, quello di positivi-
tà al 7% con una media di 300mila tamponi al giorno.
Dall'autunno in Francia il coprifuoco non è mai stato tolto, anticipato alle 18 a metà gennaio.
Nelle prossime settimane il governo vuole seguire un approccio localizzato, sull'esempio ita-
liano. Venti dipartimenti  sono stati dichiarati  sotto "sorveglianza rafforzata", tra cui Parigi,
Lione e marsiglia, mentre a Nizza e Dunkerque è già stato varato un lockdown durante i week-
end. Il protocollo sanitario nelle scuole è stato modificato da metà febbraio. Per chiudere una
classe bastano tre casi di Covid, variante inglese compresa, e solo un caso per le varianti bra-
siliana o sudafricana. L'autoisolamento è passato da 7 a 10 giorni. A breve dovranno arrivare 
i test salivari nelle scuole per velocizzare i controlli.  Il tasso di incidenza tra i più giovani sta
già aumentando per effetto delle varianti. Nell'incertezza della pandemia, ll'eccezione france-
se resta fragile. Il premier Jean Castex ha però ribadito l'ordine di priorità: "Non escludiamo
nuove restrizioni ma le scuole saranno l'ultima cosa che chiuderemo".

Lucianone

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