ITALIA - Coronavirus
Il bilancio: i morti (ultime 24 ore) sono 525, il numero più basso dal 19 marzo
Calano per la prima volta i ricoverati con sintomi
Iss: "E' iniziata la discesa, pensare a fase 2"
Diminuiscono le vittime (525 morti) e si conferma il dato in flessione sui posti letto occupati in terapia intensiva. Borrelli: "Non abbassare la guardia, state a casa". L'Iss: "La curva scende. Se i dati si conferrmano potremo cominciare a pensare a.lla fase due".
ROMA - Siamo ancora nel picco, ma ci sono tre dati che vanno nella direzione giusta: pur rimanendo un numero inaccettabile, 525, il numero dei morti non era a questi livelli dal 19 marzo, due settimane fa. In più per la prima volta calano le persone ricoverate con sintomi (- 61 unità, un'inezia su quasi 30 mila persone, ma finora era sempre aumentato) e si conferma la flessione dei posti letto occupati in terapia intensiva (valore che è calato ieri per la prima volta), con altri 17 posti che si sono liberati oggi.
Purtroppo resta alto anche il numero delle vittime, che però mostra un rallentamento. Nelle ultime ventiquattr'ore sono morte 525 persone (ieri le vittime erano state 681), arrivando a un totale di decessi 15.887. Anche i guariti restano sugli stessi livelli e raggiungono quota 21.815, per un aumento in 24 ore di 819 unità (ieri erano state dichiarate guarite 1.238 persone). Netto l'aumento dei guariti negli ultimi giorni e come tendenza.
Il numero totale di persone che hanno contratto il virus dall'inizio dell'epidemia è 128.948 (4.316 nuovi contagi rilevati nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 4.805). I tamponi fatti oggi sono stati 34.237, un numero più o meno stabile rispetto a ieri (37.375). Il rapporto tra tamponi fatti e casi individuati è di 1 malato ogni 7,8 tamponi fatti, il 12,8%, stabile rispetto a ieri e agli ultimi giorni.
Lombardia e Milano
In Lombardia calano i ricoveri, ma situazione preoccupante a Milano
Gallera: "I morti sono certamente più dei numeri certificati".
Morte in 24 ore 345 persone, "ma sono quelle che avevano fatto il tampone". I positivi sono 50.455, 1.337 in più rispetto a ieri
Il numero dei nuovi ricoverati in Lombardia "si è quasi fermato", crescono i dimessi e il numero dei morti è in calo, anche se "la drammatica verità è che il numero reale è sicuramente più ampio, sul territorio, nelle Rsa per anziani, perché si riferisce alle persone decedute che avevano fatto il tampone".
Ma quello che ancora non fa stare tranquilli è il dato di Milano e provincia: 411 nuovi positivi (ieri erano stati 428), che fa arrivare il numero totale a 11.230, più 171 a Milano città, dove si arriva a 4.533 contagiati. "Qui lo sforzo deve essere più determinato, bisogna uscire solo protetti per non infettare o non essere infettati".
Sono i numeri di oggi della situazione emergenza coronavirus in Lombardia, spiegati dall'assessore al Welfare Giulio Gallera, nel giorno in cui il governatore Attilio Fontana annuncia che da domani parte la distribuzione in tutta la regione di 3,3 milioni di mascherine - diventate obbligatorie, insieme a sciarpe e foulard, in base all'ordinanza regionale firmata ieri - con una quota gratis nelle farmacie e le altre, sempre gratis, distribuite agli esercizi commerciali aperti.
SVEZIA - Coronavirus
La Svezia cambia strategia e si prepara a rinunciare al "tutto aperto".
L'appello dei medici: "Se non si inverte la rotta, sarà una catastrofe".
Il governo sarà autorizzato, con l'ok del Parlamento, a chiudere bar, scuole, palestre e
limitare l'accesso ai mezzi pubblici. Il premier Lofven pochi giorni fa aveva detto in
un'intervista: "Il Paese si prepari a migliaia di morti".
La Svezia cambia radicalmente strategia nella lotta al coronavirus. Il Paese finora ha lasciato tutto aperto (scuole, palestre, spettacoli) puntando sulla disciplina dei cittadini, sul rispetto dei severi limiti costituzionali alle restrizioni alla libertà e sulla scelta dell'autorità nazionale per la salute di puntare a un contagio rallentato per non rischiare il collasso delle strutture sanitarie. Ma adesso inizia un'ondata di critiche di medici e di scienziati
LONDRA - regina e discorso alla nazione
La regina Elisabetta parla alla nazione britannica: "Vinceremo e
torneremo insieme" / Nel discorso dignità e orgoglio
La sovrana britannica ha parlato in tv in un intervento straordinario
sull'emergenza coronavirus.
LONDRA - "Vi parlo in un tempo che so essere di crescente difficoltà. Un tempo di sconvolgimento nella vita del nostro Paese che ha portato dolore ad alcuni, problemi economici a molti ed enormi cambiamenti nella vita quotidiana di tutti noi". Così la regina Elisabetta, quasi 94 anni, di verde vestita, nel suo discorso televisivo straordinario alla nazione sull'emergenza coronavirus registrato nei giorni scorsi dal castello di Windsor, anticipato dalla corte ai media nelle ultime ore, e trasmesso stasera nelle case di milioni di britannici.
Coronavirus, il messaggio della regina Elisabetta II: "Se resteremo uniti e determinati, vinceremo noi"
La Gran Bretagna e il mondo "sapranno prevalere" sulla minaccia del coronavirus. Ha detto convinta Elisabetta II. "Prevarremo - ha concluso - e la vittoria apparterrà a ciascuno di noi. Dobbiamo confortarci pensando che giorni migliori torneranno: che saremo di nuovo con i nostri amici, saremo di nuovo con le nostre famiglie e ci incontreremo ancora"
È il quarto discorso in 68 anni di regno dopo quelli in occasione del primo conflitto in Iraq, dei funerali di lady Diana e l'ultimo per la scomparsa di sua madre ultracentenaria nel 2002
Coronavirus, il punto sulla pandemia in Italia
nformazioni aggiornate al 6 aprile 2020
Fino al 13 aprile non cambierà nulla, le misure di restrizione restano quelle decise le settimane scorse e gli occhi sono tutti puntati alla curva dei contagi mentre si piangono oltre 15mila morti. Se il picco dell'epidemia è stato raggiunto, bisogna capire quando inizierà la discesa. Solo questo permetterà di valutare un allentamento delle misure (da quando non si sa) e iniziare a pensare alla fase due: la convivenza con il virus. Intanto la Spagna ha superato l'Italia per numero di contagiati e negli Stati Uniti ormai ci sono più di 300mila contagiati. Anche Francia e Germania hanno superato la Cina. Il dibattito sui danni economici va avanti con l'Ue .
Lucianone
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