lunedì 30 marzo 2020

Attualità / politica - La biopolitica al potere

30 marzo '20 - lunedì                           30th march / Monday                              visione post - 11


(da la Repubblica - 29 febbraio 2020 - I partiti e il virus / di Roberto Esposito)
Quando si è cominciato a parlare di "biopolitica" la novità è stata accolta con qualche scetticismo.
E' sembrata una nozione scarsamente verificabile nella realtà. Poi la situazione è cambiata rapida-
mente. I riscontri si sono fatti sempre più fitti, fino a diventare impressionanti.
Dalle procedure biotecnologiche, volte a modificare eventi prima considerati naturali, al terrorismo
suicida, fino alla più recente crisi immigratoria, questioni di vita e di morte si sono installate al cen-
tro delle agende e dei conflitti politici. -  Finchè  l'esplosione  del coronavirus, con le conseguenze
politiche che ne sono scaturite, ha portato al culmine la relazione diretta tra vita biologica e inter-
venti politici.  Tre sono stati i passaggi fondamentali. Il primo è lo spostamento dell'obiettivo po-
litico dai singoli individui a determinati segmenti di popolazione. A essere interessate da pratiche profilattiche, allo stesso tempo protette e tenute a distanza, sono intere fasce di popolazione, con-
siderate a rischio, ma anche portatrici di rischio contagio. Ciò è anche l'esito della vera e propria
sindrome immunitaria che da tempo caratterizza il nuovo regime biopolitico. Quello che si teme,
più ancora del male in sè, è la sua circolazione incontrollata   in un corpo sociale  esposto a pro-
cessi di contaminazione generalizzati. Naturalmente le dinamiche di globalizzazione  hanno po-
tenziato tale timore in un mondo che sembra aver smarrito ogni confine interno. Il violento con-
trasto all'immigrazione da parte dei partiti sovranisti, più che come una prosecuzione del vecchio
nazionalismo, va interpretato in questa chiave immunitaria.  Il secondo passaggio della dinamica
biopolitica in corso ha a che fare con il doppio processo di medicalizzazione ella politica e di po-
liticizzazione della medicina. anche in questo caso si tratta di una trasformazione che risale alla
nascita della medicina sociale. Ma l'accelerazione in corso sembra oltrepassare la soglia di guar-
dia.
Da un lato la politica, sbiadite le proprie coordinate ideologiche, ha accentuato sempre più un
carattere protettivo nei confronti di rischi reali e immaginari, inseguendo paure che spesso es-
sa stessa produce. Dall'altro la pratica medica, pur nella sua autonomia scientifica, non può
non tenere conto delle condizioni contestuali all'interno delle quali opera. Per esempio delle
conseguenze economiche e politiche che i provvedimenti suggeriti determinano. Ciò spiega
in qualche modo la sorprendente diversità di opinioni tra i maggiori virologi italiani in ordi-
ne alla natura e ai possibili esiti del coronavirus.  Il terzo sintomo. forse ancora più inquie-
tante, dell'intreccio tra politica e vita bioloica è costituito dallo spostamento dalle procedure
democratiche ordinarie verso disposizioni di carattere emergenziale. Anche la decretazione
di urgenza ha una lunga storia. Alla sua base vi è l'idea che in condizioni di rischio elevato,
più che la volontà del legislatore, valga lo stato di necessità.
Se, ad esempio, un terremoto devasta un territorio si determina  uno stato di urgenze  che può
facilmente scivolare in stato di eccezione. E' quanto sta avvenendo in questi giorni, con i prov-vedimenti varati da un lato dal governo centrale e dall'altro dalle Regioni, con il rischio di una
indebita sovrapposizione tra i due poteri. Tale spinta verso lo stato di eccezione è tanto più in- quietante perchè tende a omologare le procedure politiche degli Stati democratici  a quelle di
Stati autoritari come la Cina. Con l'avvertenza che, su questo terreno, gli Stati autoritari, per
la natura stessa del loro tipo di potere, saranno sempre più avanti di quelli democratici.

Lucianone

venerdì 27 marzo 2020

SCIENZE / Coronavirus - Il destino dei pipistrelli untori a causa nostra

27  marzo '20 - venerdì                           27th March / Friday                               visione post - 15

(da il Venerdì di Repubblica - 14 febbraio '20 - Scienze/animali - di Alex Saragosa)
Cos'ha in comune N-CoV 2019, il coronavirus cinese, con quelli  di patologie  come Sars,
Ebola, Hendra e Nipah apparse negli ultimi vent'anni? Erano tutti ospiti abituali di alcune po-
polazioni di pipistrelli, passati poi direttamente  o  attraverso altre specie, agli umani. Strano
destino quello dei chirotteri: per millenni simbolo del male, per l'inquietante aspetto da topi
volanti e le sospette abitudini notturne, ora che finalmente li si considerava innocui, persino
utili, ecco che vengono additati come untori globali.
Macellati e mangiati
"Siamo subissati di telefonate di persone terrorizzate che, trovando in casa un pipistrello, temono
senza ragione il contagio" dice Danilo Russo, docente di Ecologia al Dipartimento di agraria del-
la Federico II di Napoli, uno dei masimi esperti italiani di chirotteri.  "I pipistrelli non hanno col-
pe: siamo noi a esserci cercati i guai. Anzitutto distruggendo il loro ambiente: in Australia il virus Hendra è passato dalle volpi volanti (pipistrelli frugivori) ai cavalli e poi all'uomo, perchè i pipi-
strelli sono stati costretti dal taglio della foresta a nutrirsi nei giardini urbani. L'asiatico Nipah in-
vece, è diventato un patogeno umano dopo che nella giungla abitata dai pipistrelli sono stati inse-
diati allevamenti di maiali. E, infine, nel caso di Ebola, Sars e N-CoV 2019, il passaggio  del vi-
rus è nato dal fatto che i pipistrelli vengono cacciati, messi in gabbia con altri animali e macellati
senza regole igieniche in mercati pieni di gente".
In Europa, vivono 45 specie di pipistrello - inclusi i "ferro di cavallo" venduti nei mercati cinesi -
che, come tanta altra fauna selvatica, ospitano coronavirus non patogeni. Ma da noi non ci sono
mai state epidemie perchè nessuno si sogna  di catturare i pipistrelli e di mangiarli, che è quello
che fa passare i virus nella nostra specie.  "E' vero però che questi animali fanno da serbatoio per
diversi tipi di virus ospitandoli senza ammalarsi. Dipende dalle loro caratteristiche uniche, a par-
tire dal fatto che sono i soli mammiferi in grado di volare in modo attivo, sbattendo le ali".  E il
volo si è rivelato una strategia di enorme successo: diffusi ovunque nel mondo, Poli esclusi, og-
gi i chirotteri comprendono 1400 specie, secondi fra i mammiferi solo ai roditori.
Volo perfetto e sonar
"Gli antenati dei pipipistrelli probabilmente erano specie insettivore arboricole che planavano
di albero in albero, grazie a una membrana che connetteva gli arti. Visto che gli uccelli preda-
tori presidiavano il cielo di giorno, quei proto-pipistrelli si sono specializzati nella cattura de-
gli insetti notturni. Hanno alleggerito lo scheletro, riducendo gli arti posteriori, e  creato  un
nuovo tipo di ala, fatta di pelle tesa  fra lunghissime dita anteriori, più mobile e flessibile di
quella degli uccelli: meno adatta al volo planato, ma molto manovrabile, perfetta per cattu-
rare insetti volanti. Così i chirotteri compiono scatti, curve, inversioni in spazi ridottissimi,
e possono persino restare sospesi in aria. Questa abilità è alla base della leggenda secondo
cui si attaccano ai capelli: la realtà è che  non temono  di sfiorare gli ostacoli, umani com-
presi, grazie al loro perfetto controllo del volo".   La loro arma segreta  è il sonar: "I pipi-
strelli insettivori emettono raffiche di ultrasuoni e percependone l'eco, incluse le distorsio-
ni prodotte dal movimento e dalle caratteristiche della superficie raggiunta, calcolano - a
metri di distanza e nel buio - tipo, massa, direzione  e  velocità  di prede piccole come le
zanzare. E il sonar non serve solo per cacciare: i pipistrelli si muovono per chilometri ogni
notte, tornando poi all'alba alla loro grotta, o alla loro cavità in un albero, seguendo "map-
pe sonore" del terreno, memorizzate all'andata. Qualcuno, come la nottola minore, riesce
persino  a migrare ogni anno per 1500 chilometri fra Italia e Polonia".
Sterminatori di insetti
Tutto questo volare, però, non è gratis: i pipistrelli devono produrre energia a tassi 3-5
volte superiori a quella di mammiferi di pari taglia.  E, pesando in genere  solo  poche
decine di grammi, perdono anche rapidamente calore. "Perciò devono mangiare enor-
mi quantità di insetti: le femmine che allattano fino al 150 per cento del loro peso per
notte". Quando non possono cacciare, di giorno o d'inverno, si attaccano a testa in giù
al soffitto delle cavità, ammassati per tenersi caldi, e per ore o mesi cadono in un tor-
pore che riduce al minimo i loro consumi energetici.
Metabolismo, virus, radicali liberi e immunità
"Passare tanto tempo ammassati favorisce la diffusione di patogeni" spiega Russo.
"In più il loro sistema immunitario ha perso la capacità di usare l'arma finale contro
i virus: lo scatenamento della potente reazione infiammatoria  con cui  tutti gli altri
mammiferi combattono i patogeni. I pipistrelli non la possono usare  perchè il loro
metabolismo accelerato dal volo produce una grande quantità di radicali liberi.
Questi radicali danneggiano il Dna delle cellule producendo frammenti che il siste-
ma immunitario scambia per virus. Nei pipistrelli la confusione accadrebbe di con-
tinuo e le infiammazioni finirebbero col danneggiare i tessuti. Quindi, i virus non
vengono bombardati, ma ne viene soltanto contenuta la diffusione, in una sorta di
patto di convivenza. Una strategia che funziona, visto che vivono anche 30-40 an-
ni.
Ci conviene proteggerli e lasciarli in pace...
Peccato solo che quando i "nuovi" virus dei pipistrelli entrano in noi, in alcuni casi si
adattano all'uomo e fanno sì che il nostro sistema immunitario reagisca in modo mol-
to meno flemmatico, producendo un'infiammazione che spesso fa più danni del pato-
geno stesso. "Evitare questi passaggi sarebbe semplice: Basterebbe lasciare in pace
i pipistrelli e il loro ambiente.  In Italia, per esempio, il taglio  delle foreste mature,
ricche di cavità  negli alberi, minaccia la nottola gigante, il più grande pipistrello eu-
ropeo", conclude Russo. "Inoltre proteggere i chirotteri conviene: i frugivori impol-
linano cinquecento specie di piante, fra cui mango e banano, mentre gli insettivori
fanno risparmiare miliardi in pesticidi: fra 4 e 53 miliardi solo negli Stati Uniti. E
chissà quante malattie ci evitano non facendoci ritrovare quei pesticidi nel piatto.

Lucianone

martedì 24 marzo 2020

Riflessioni - Il governatore del Veneto Zaia e i cinesi mangiatopi

24 marzo '20 - martedì                          24th March / Tuesday                          visione post - 6


(da la Repubblica - 29 febbraio '20 - L'Amaca / Michele Serra)
Una buona parola sui cinesi
Il bello (e il brutto) dei leghisti è la mancanza quasi totale di sovrastrutture culturali. Dev'essere
anche per questo che si tengono alla larga dagli intellettuali (la Lega è il primo partito nella sto-
ria umana senza intellettuali organici, a parte il compianto professor Miglio e Sinisa Mihajlovic)
e chissà che non abbiano ragione: gli intellettuali complicano sempre tutto.
Appaiono sereni, i leghisti, qualunque cosa dicano, senza i ripensamenti e le esitazioni che con-
dizionano le persone gravate di pensieri. Sono, a modo loro, dei naif: se devono dire una cazza-
ta, la dicono con una serenità invidiabile. - Prendete Zaia: è lo stimato governatore del Veneto,
mica una macchietta da osteria. Eppure dice, in occasione pubblica, con telecamere e microfoni,
che se i cinesi la piantassero di mangiare i topi vivi, e si lavassero come si fa a Schio  e a Cado-
neghe, la Cina potrebbe diventare un piccolo Veneto (il riassunto è mio; i topi vivi  e  la scarsa
igiene sono invece farina di Zaia).
La Cina, capite: un mondo. Un impero antichissimo che va  dai ghiacci siberiani  fino ai mari
del Sud, con decine di etnie e una cultura plurimillenaria: quando il governtore del veneto era
Attila, la filosofia e la letteratura cinese avevano già 2000 anni. Qualcosa di più di un popolo
mangiatopi..
Per molto, ma molto di meno, Dolce&Gabbana finirono su tutti i giornali del mondo e rischia-
rono la morte commerciale. Non so a quanto ammonti l'export del Veneto in Cina, ma se fossi
la Confindustria veneta farei qualunque cosa per non far sapere ai cinesi che cosa ha detto il
sior governatore.

Commento / riflessione personale

Ci risiamo: ce la prendiamo con chi si pensa sia il distributore del virus letale, siamo alla
ricerca dell'untore o degli untori. Insomma siamo ancora ai tempi del Manzoni quando i
presunti distributori della 'peste' venivano inseguiti per le strade. Oggi non potendo anda-
re in Cina ad inseguirli, vengono presi di mira in Italia, nei luoghi dove lavorano o spes-
so per la strada indirizzando loro occhiatacce o talvolta sbeffeggiandoli apertamente.  Il
vizio razzial-coronvirale si è impossessato di un pò di nostri concittadini (per fortuna non
tanti e soprattutto tutti) che hanno visto nel cinese il portatore di coronavirus, non pensan-
do che magari i pipistrelli, da cui è uscito il virus polmonare per trasferirsi nell'uomo,
esistono anche in Italia, oppure in Cile, oppure in Spagna e in tante altre zone del mondo.
Che sia la natura insieme all'ambiente depredati e sconvolti dalla scelleratezza umana
non è venuto in mente neppure al governatore Zaia, che quello che sogna di notte  va
a riferirlo di giorno e il cinese mangiatopo oltretutto vivo fa parte probabilmente di uno
dei suoi sogni ricorrenti e probabilmente da lui preferiti.
Questi miei pensieri vanno chiaramente riferiti al 29 febbraio  e  ai giorni precedenti,
quando cioè si era già diffuso il coronavirus in Cina, con la paura che potesse propagarsi
qui da noi in Europa, come poi effettivamente avvenuto, purtroppo colpendo come pri-
mo Paese proprio la nostra Italia, e in particolare la terra lombarda e in seguito quella
veneta come tutti sappiamo e la diffusione è ormai in corso in Italia e nel mondo, essen-
dosi trasformata da epidemia in pandemia.
N.B. -
Il fatto che in Cina, in Italia e in altri Paesi europei - come d'altronde in Amazzonia, ad
esempio - si sia andati a disboscare grandi aree boschive, togliendo ai pipistrelli il loro
naturale riparo-nido nelle cavità degli alberi, è uno di quelli  che ci accomuna  nella di-
struzione dell'ambiente e dell'eco-sistema. I Cinesi hanno poi costretto questi mammi-
feri nelle gabbie e se ne sono cibati; non è comunque provato del tutto che questo sia
poi stata una causa della propagazione del coronavirus. La scienza lo approfondirà.
Il mio prossimo post affronterà questi problemi.
- Luciano Finesso -

Lucianone

giovedì 19 marzo 2020

Ultime notizie - dall' ITALIA e dal mondo / Latest news - Il commento

19 marzo '20 - giovedì                           19th March / Thursday                           visone post - 11

Italia
CORONAVIRUS
In Italia ormai più vittime che in Cina: 3405 morti.
I guariti sono 4440, positivi oltre 33mila.
L'agenzia del farmaco: "Carenze di medicinali negli ospedali. Al via misure eccezionali"
53mila denunciati in otto giorni (non seguono le regole di rimanere a CASA)
Lombardia
Accelerano contagi: +2271 in un giorno
Giulio Gallera, assessore al Welfare Lombardia: "Preoccupa balzo Milano, più 635"
Morti 2168, 209 in più.  Gallera: "State lontani anche dai familiari".
I dati regionali e della città. Gallera: "Il dato sui positivi a Milano ci preoccupa". Da domani operativo l'ospedale da campo di Cremona. A Crema arrivano i medici e gli infermieri cubani.
MILANO - Come ogni pomeriggio, arriva l'ora più angosciosa per Milano e per l'intera Lombardia. La lettura del bollettino quotidiano su decessi e contagiati del per il coronavirus. Sono in totale 2.168 i morti causati dal Covid-19 in Lombardia ad oggi, con un incremento di 209 decessi in 24 ore. Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera, in una diretta Facebook. I positivi sono 19.884, 2.171 in più, un dato significativamente più alto. I ricoverati sono 7.387 con una crescita molto più bassa, solo 182 in più, i ricoverati in terapia intensiva sono 1.006, 82 in più. A Milano ci sono 3.278 positivi al coronavirus "635 più di ieri, e questo - dice Gallera - è un dato che ci preoccupa. Nella sola città i contagiati sono 1.378".  Oltre ai 634 casi in più a Milano, l'assessore ha spiegato che a Brescia c'è stato un aumento di 463 casi per un totale di 4.247, a Bergamo i positivi sono 4.645 con una crescita di 340, a Sondrio 155, con oltre ottanta casi più di ieri.
"Sono passate quasi due settimane e pensavamo che fosse sufficiente, invece il traguardo è qualche chilometro più in là. Dobbiamo stringere i denti ma ce la faremo - ha detto Gallera interpretando i numeri -. E' necessario che tutti abbiano un atteggiamento responsabile, vediamo i risultati di domenica. State lontani anche dal vostro coniuge, anche dai vostri familiari".
"Siamo arrivati al punto in cui in molti presidi non c'è quasi più un letto disponibile - dice ancora l'assessore regionale - non c'è più un luogo dove ricoverare qualcuno che arriva al pronto soccorso in attesa di trovare un letto in Lombardia".

Le notizie più incoraggianti. Prenderà il via domani l'ospedale da campo costruito a Cremona grazie alla solidarietà di una chiesa evangelica americana. Si tratta di una struttura con 60 posti letto e 16 posti di terapia intensiva. Potrà invece essere operativo da sabato l'ospedale militare che sarà realizzato a Crema: "Lì, già da sabato o domenica arriverà una brigata di medici da Cuba, con grande esperienza nei confronti del virus Ebola". Quanto all'ospedale da campo degli Alpini che sarà realizzato nella fiera di Bergamo, è certo che potrà partire: "La tensostruttura sarà pronta in 72/96 ore - ha spiegato l'assessore alla protezione civile lombardo, Pietro Foroni -. Poi ci vorrà il tempo per attrezzare i letti, ma si tratta di una struttura di eccellenza a livello internazionale".
Positivo anche l'arrivo di 122 specializzandi selezionati tra 3200 domande: "Grazie perchè avete scelto di scendere in campo in un contesto difficile" ha affermato Gallera rivolgendosi direttamente a loro. Di questi, 11 in medicina d'urgenza e 12 in medicina interna saranno attivi già da subito: "E' un bellissimo segnale, tuttavia fa da contraltare un altro numero nei dati odierni, poichè gli ospedali lombardi sono saturi nella sola giornata di oggi sono stati trasferiti 29 pazienti in altre regioni. L'assessore al Welfare ha poi reso nota una riunione avvenuta in giornata con 68 consoli di Milano a cui è stato chiesto di "farsi portavoce nei loro Paesi e con i loro governi di una domanda d'aiuto per la Lombardia", e magari per la creazione "di un esercito medico dell'Onu che possa venire a darci una mano".

AGGIORNAMENTO  /  Coronavirus

Milano
100 militari per i controlli / Fontana: "Anche Mattarella
è d'accordo" 
Già operativo l'esercito nel capoluogo lombardo. In arrivo un contingente dello stesso
numero anche in Campania, 60 saranno in provincia di Salernio. In Sicilia nuove regole
di ingaggio per gli uomini presenti pèer "Strade sicure".
Secondo le indicazioni del Ministro dell'Interno, "114 unità di militari dell'Esercito di Strade Sicure verranno impiegate direttamente nel controllo delle misure di contenimento della diffusione del virus COVID-19". 
Roma
Stretta sui controlli alle auto in vista del weekend  / Firmata una circolare che prescrive,
nel quadrante sud della capitale, verifiche su tutte le vetture che saranno trovate in cir-
colazione
Aumenta la stretta sui controlli in vista del week end. Da domani e almeno fino a domenica saranno infatti disposti più posti di blocchi sulle strade della capitale. E all'ottavo raggruppamento, quello che copre il quadrante sud della città è stata firmata una circolare ancora più stringente. "I veicoli - si legge nel testo - devono essere tutti accodati e sottoposti al controllo, la eventuale fila di vetture deve interrompersi solo in presenza di evidente situazione di pericolosità per la sicurezza.
Un ulteriore deterrente per chi, nonostante gli appelli e le restrizioni, non rispetta le direttive anti contagio: "Saranno pattugliate con maggiore attenzione le strade verso il mare - spiegano gli uffici della polizia Municipale - per evitare che le persone si spostino da una parte all'altra della città. Ma i controlli sono di fatto già stringenti". "L'obiettivo del provvedimento - si specifica - è di far capire a tutti che la polizia Locale e nazionale sta eseguendo in concreto controlli mirati, senza ovviamente ingenerare paura ingiustificata o altro ma timore".
Viene dunque chiarito che "in nessun caso il veicolo potrà essere sequestrato" e che per ogni posto di blocco verranno assegnati due veicoli e quattro agenti.

Rinnovata poi la mappa dei controlli nei parchi e nelle ville: dalla Caffarella al parco dell'Appia Antica. In particolare, ancora una volta, si rinnova anche agli agenti di prestare attenzione ai runner e agli sportivi. E infine nella circolare si rinnova il messaggio da diffondere con l'altoparlante: "Non uscite dalle vostre case se non per validi motivi. I trasgressori saranno denunciati"..

Angelo Borrelli, capo della protezione civile: "Probabile picco dei contagi tra due settimane".
Attese nuove restrizioni. Nuovo record di denunce.
Sui supermercati, Palazzo Chigi smentisce: "Supermercati aperti nel weekend".
Sono 9600 le persone segnalate alle autorità per mancanza rispetto delle regole..
Dopo sei giorni senza positivi, un contagiato a Vò, nel Veneto.
Nella notte è stato accertato un nuovo caso positivo nel comune veneto, primo focolaio di coronavirus nella regione, dove da giorni il bilancio segnava zero. Dal report della Regione, i positivi nella cittadina padovana sono così 83 dall'inizio dell'epidemia. Padova - escluso Vo' - è la provincia con più casi (943, +42 rispetto a ieri), seguita da Verona (784, +66) e Treviso (719, +49). Il comune veneto è stato spesso indicato anche come il centro del "modello veneto" per contenere la diffusione del virus e studiare la malattia, con un numero molto elevato di tamponi eseguiti.

Coronavirus nel MONDO
10mila morti nel mondo
Superati mille morti anche in Spagna, premier Sanchez richiama alla "responsabilità sociale" contro il rischio dei femminicidi e violenza domestica. Stati Uniti: raddoppiano i 
casi: a Los Angeles muore un uomo di trent'anni. Washington sospende i visti. Per il
secondo giorno Wuhan non registra casi. Chiude Harrods a Londra.
Dopo quasi tre mesi dal primo focolaio di coronavirus scoppiato a Wuhan, dove per
 il secondo giorno consecutivo
non sono stati registrati nuovi casi, nel mondo oltre diecimila persone hanno perso la vita a causa della pandemia di Covid-19. È il bilancio aggiornato della Johns Hopkins University. 

New Yorkgovernatore: "A casa lavoratori non essenziali"
Il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha annunciato che i lavoratori non essenziali devono rimanere a casa. "Lo stato di New York si mette in pausa", ha detto ancora il governatore spiegando che solo i negozi ed i servizi essenziali rimarranno funzionanti. "Abbiamo bisogno che tutti siano al sicuro altrimenti nessuno lo è", ha aggiunto. "Questa è l'azione più drastica che possiamo prendere", ha concluso. I casi di coronavirus nello Stato di New York sono 7.102, di cui 4.408 nella città di NY. "Abbiamo aumentato il numero dei test e di conseguenza il numero dei casi aumenta", ha detto Cuomo, sottolineando che rispetto a giovedì i casi sono aumentati di 2.950. I morti nello Stato sono 35.
Stati Uniti
Gli Stati Uniti hanno deciso di non rilasciare più visti d'ingresso a chiunque provenga da altri Paesi del mondo, se non in caso di urgenza. Il governatore della California Gavin Newsom ha ordinato a tutti i residenti dello Stato, circa 40 milioni di persone, di restare a casa. Lockdown da Los Angeles a San Francisco. L'ultima vittima di coronavirus nella contea di Los Angeles è un uomo di circa trent'anni. Lo ha detto la responsabile della sanità della California Barbara Ferrer precisando che il giovane aveva problemi di salute. Negli Usa il numero dei contagi ha superato quota 13mila, raddoppiati in sole 24 ore. Il bilancio delle vittime è di 193 persone.
Spagna
Le persone che hanno contratto il Covid-19 in Spagna sono 19.980, e il numero dei deceduti è 1.002, ha reso noto il direttore del Centro di coordinamento per la crisi, Fernando Simon. Ed "è molto probabile che questi dati fotografino per difetto" la situazione reale, ha precisato. Si sono ammalate nelle ultime 24 ore 2.833 persone in più. I decessi in un giorno, ieri, sono stati 235. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sànchez, ha fatto un appello richiamando alla "responsabilità sociale" contro il rischio di un aumento delle violenze maschili all'interno delle mura domestiche. "In questi giorni di reclusione - ha detto Sanchez -  la vittima e l'aggressore vivono a stretto contatto per più ore e il rischio è maggiore. Mi appello alla responsabilità di tutti perchè segnalino quando sospettano un caso di violenza maschile", ha scritto su Twitter.
Regno Unito
Sono 184 i morti i accertati per coronavirus nel Regno Unito, con un nuovo picco di 40 decessi in più in un giorno secondo i dati diffusi oggi dal ministero della Sanità britannico. Un primo ospedale, il Northwick Park Hospital di Harrow, un sobborgo di Londra, ha dichiarato formalmente di essere in crisi per il numero di pazienti ricoverati per sospetto contagio. Londra chiude lentamente, oggi lo storico grande magazzino di Harrods ha annunciato chedomani non riaprirà. Resteranno aperte solo la parte alimentare e la farmacia. "Harrods ha affrontato molte sfide durante i suoi 170 anni di storia. Abbiamo continuato a servire i nostri clienti durante la Seconda Guerra Mondiale e abbiamo chiuso solo per un breve periodo di tempo dopo l'attacco con un'autobomba degli anni '80", ha ricordato il direttore Michael Ward, esortando i clienti a usare il canale online e i social

COMMENTO
Tutto era partito dalla Cina. A Wuhan, ormai famosa megalopoli cinese collegata con
il Coronavirus, perchè lì è nato questo terribile, invisibile virus, che uscito dal corpo di
un pipistrello cinese si è trasferito in quello dell'umano-cinese.  E  se dapprima  pareva
che la faccenda riguardasse solo il Paese asiatico più abitato al mondo, e l'epidemia do-
vesse essere una questione appunto solo asiatica, con alla fine più di tremila morti, ecco
che poi ci siamo tutti svegliati alla terribile verità che non avremmo mai voluto conoscere:
questo maledetto virus era proprio della famiglia dei Corona che il mondo aveva già co-
nosciuto nel suo passato recente e si stava trasferendo e propagando un pò alla volta in
tutto il mondo fino a trasformarsi da epidemia in pandemia. Il peggio che poteva accade-
re!.  Certo che in Cina c'è stato un ritardo nell'accorgersi che non era un banale virus da
influenza, anche se un ricercatore cinese (professione oculista, sembra) aveva avvertito
il governo centrale cinese e gli altri scienziati della vera origine del virus e della gravità
della situazione, ma non gli fu dato ascolto da parte delle autorità centrali per probabil-
mente tenere nascosto un caso che poteva compromettere il buon nome della società
cinese e soprattutto della loro economia. Poi si sa che quel ricercatore fu creduto, poi
riabilitato - dopo aver subito la carcerazione - e in seguito, infettato lui stesso e morto
è stato dichiarato eroe nazionale. Ma ormai tutto il ritardo, almeno di un mese, è stato
poi pagato il doppio in vite umane, come ormai oggi tocchiamo (proprio eufemistica-
mente e paradossalmente) con mano. Ma purtroppo così sono andate le cose.
Oggi la Cina, e non solo, ci aiuta con mezzi e uomini-medici: loro, almeno a Wuhan
e in tutta la provincia di Hubei sono in via di guarigione pressochè completa (ma ora
purtroppo in Cina viene minacciata la stessa capitale Pechino per i cinesi di ritorno
dall'Europa e da altri Paesi); noi occidentali sia europei che adesso americani siamo
nel pieno dell'epidemia nel frattempo diventata ancora di più vera e propria pandemia.
Il motto ormai comune per tutti è diventato, non solo avviso ma come vera costrizione: #restarechiusiacasa, se tutti vogliamo salvarci e non solo gli anziani deboli!
LUCIANO FINESSO

Lucianone

giovedì 12 marzo 2020

L'Opinione del Giovedì - Regole da rispettare e la durata di questo Coronavirus

12 marzo '20 - giovedì                           12th March / Thursday                       visione post - 14

Ci stiamo accorgendo che questo virus, della famiglia dei Coronavirus ma uno dei più pericolosi e micidiali per la sua propagazione veloce, non lascia molto scampo alle persone anziane e più fragili, ma con il passare dei giorni attacca anche le persone più giovani anche se per queste è meno letale.
E per fortuna non è letale, almeno per ora, per i bambini.
Adesso come adesso sono due le questioni  che tutti i governi  cercano di affrontare: le regole da far
rispettare come in una fase di guerra e la previsione di durata, cioè il tempo restante, del coronavirus.
Il primo aspetto, quello delle regole è simile in un certo senso a quello del coprifuoco durante i bom-
bardamenti dall'alto  di una guerra  terra-aria (tipica della Seconda guerra mondiale), ma essendo il
contagio di un'epidemia o pandemia qualcosa che incombe in modo imprevedibile, senza preavviso,
mentre in una vera guerra armata si sa più o meno quando il nemico colpisce sia in una situazione
bellica terrestre sia quando il pericolo e terrore arriva dal cielo. Allora le REGOLE pandemiche so-
no di un coprifuoco permanente in cui la Zona rossa ci costringe a rimanere chiusi in casa o al limi-
te nel perimetro dell'abitazione (portare a passeggio il proprio cane, fare la spesa o recarsi alla far-
macia più vicina). Ma nel caso di Codogno (provincia di Lodi) si è tenuti a stare dentro quella zo-
na rossa in modo stretto, draconiano e simile alla situazione cinese di Wuhan.

CONTINUA...
to be continued...

SPORT - calcio / Serie A - 25^ giornata 2019/20

12 marzo '20 - giovedì                            12th March / Thursday                       visione post - 8

Risultati delle partite
Brescia   1     Bologna   1     Spal         1     Fiorentina   1     Genoa   2     Roma   4
Napoli     2     Udinese   1     Juventus   2     Milan          1     Lazio    3     Lecce   0

Inter               H. Verona     Atalanta      Torino
Sampdoria     Cagliari        Sassuolo      Parma
rinviata          rinviata         rinviata        rinviata

Lucianone










martedì 10 marzo 2020

Società / ambiente - "Salviamo le montagne", parole di Reinhold Messner (con intervista)

10 marzo '20 - martedì                            10th March / Tuesday                           visione post - 19

(da la Repubblica - 31 gennaio '20 - di Marco Bracconi)
'Salviamo le montagne, Milano sa il perchè'
"Nelle mattine terse tanti milanesi aprono le finestre e vedono il monte Rosa. Lo sanno che
l'acqua che bevono viene da lì?". Il libro-appello di Reinhold Messner, l'alpinista dei quattor-
dici Ottomila, ha molto da dire agli abitanti di questa città, Milano, che con la montagna  ha
un legame tanto speciale. Per geografia, tradizione e prospettiva, visto che il futuro di Mila-
no si giocherà sulla capacità di coniugare sviluppo e ambiente, natura e modernità. Per am-
missione dello stesso autore, Salviamo la montagna (Edizioni Corbaccio) non è un pamphlet
eco-integralista, nè un'invovazione ai potenti della Terra.  Piuttosto  è  un perentorio invito  a
cambiare narrazione sul mondo d'alta quota, rovesciando un'attitudine culturale  che tende a
trasformarlo in un territorio senza pericoli, accessibili a tutti, da consumare piuttosto che da
"sentire nel suo significato più profondo. "Con il risultato paradossale che si va in montagna
alla ricerca di silenzio, spazio, spiritualità, e facendolo in questo modo  si distrugge proprio
quel che si andava a cercare.
INTERVISTA
- E intanto i ghiacci si ritirano. Anche a due passi da qui.
"Il problema ecologico e il caldo globale non vengono dalla montagna, ma dalle città; però
gli effetti del degrado ambientale si sentono più velocemente in quota. Da decenni vedo co-
me cambia il clima, i ghiacciai se ne vanno e la montagna soffre. Dobbiamo innanzitutto fa-
re in modo che le persone restino a vivere lassù, a lavorare la terra.  Chi  al contrario  va in
montagna per scalarla o goderla, è bene che vada a piedi. Bisogna smetterla di costruire im-
pianti, strade, funivie, rifugi ovunque, fino alla cima del Monte Rosa".
 - E' il rischio parco-giochi
"Esatto, e corrisponde a un'idea della montagna che va cambiata. Il pericolo, la fatica  e  la
difficoltà sono parte del suo valore. La sua grandezza spirituale deve essere salvaguardata,
perchè è attraverso questi valori che impariamo una verità decisiva: davanti alla natura gli
gli errori sono solo i nostri. Purtroppo non vogliamo più avvicinarci alla natura  con i nostri
errori e le nostre debolezze, ma la vogliamo conquistare attraverso la tecnologia, magari vo-
lando con gli elicotteri fino ai campi base o aprendo continuamente nuove piste".
 - Si chiama turismo di massa
"E io lo capisco, ma oltre una certa quota bisogna fermarsi. Basta così. Non solo per i danni
che si fanno: finchè le persone penseranno di poter  "consumare"  l'esperienza  di andare in
montagna, non impareranno nulla di lei".
 - Milano ha seri problemi di inquinamento, ma la città sembra voler moltiplicare i suoi sforzi
in direzione green.
"Lo dicevo all'inizio, Milano dipende dalle montagne. E' una grande città produttiva, ed è bene
che sia così per il benessere e il lavoro<, ma sappiamo anche quanto ciò influisca sul clima".
 - Ha una grande responsabilità. quindi.
"Sì, e le spinte che si stanno tentando in direzione della sostenibilità forse vogliono dire che
Milano  questa responsabilità la sente, e sente  anche  questo rapporto  di dipendenza  dalla
montagna".
 - E' preoccupato per le Olimpiadi? -
"Spero che le infrastrutture  che si faranno  siano minimaliste, a basso impatto. Mi piacerebbe
che si agisse in modo che questi investimenti abbiano una durata , un valore anche per le pros-
sime generazioni. Non servono cattedrali abbandonate nel deserto, e nemmeno in montagna".
 - In sostanza, a salvare la montagna devono essere i cittadini e non i montanari -
"Il contadino di montagna non distrugge niente. Il problema sono gli altri. Oltre una certa quota,
in Italia 2300 metri al massimo, nessun investimento è utile e intelligente. Non serve portae las-
sù la gente con le funivie. Non ha senso. Più in basso invece sì, perchè il contadino ha bisogno
di essere collegato, se vuole vendere is uoi prodotti. E se i contadini se ne vanno, il meeraviglio-
so paesaggio nel quale nel quale andiamo  a cercare  la meraviglia, cambierà.  E non in meglio,
questo è poco ma sicuro".

Lucianone

venerdì 6 marzo 2020

Ultime notizie / Speciale - dall'Italia:/ emergenza Coronavirus

6 - 7 marzo '20 - venerdì / sabato          6th, 7th March / Friday - Saturdsy        visione post - 12

Venerdì 6 marzo
Protezione civile: 3.916 malati, 197 morti (4,25%).  I guariti sono 523 (11,14%).
Iss: mortalità in Italia inferiore alla Cina.
Bergamo: contagiati prefetto e questore. Matera, prefetto positivo; stop udienze in tribunale.
Colpito anche il prefetto di Brescia. Primo caso in Vaticano.
Viminale e Miur: "Falsa notizia delle scuole chiuse fino al 5 aprile".
Il presidente Mattarella nomina Commendatore il comandante della Diamond Princess
Gennaro Arma
Iss, lo scenario dell'Italia diventerà europeo
"E' molto importante che noi siamo un Paese pilota; come vedete dai dati, anche europei, altri Paesi sono in una fase della curva epidemica più precoce rispetto a quella che viviamo noi, ma è uno scenario che dovremo prepararci ad affrontare come uno scenario europeo". Così il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro.   

AGGIORNAMENTO

sabato 7 marzo)
Borrelli (Protezione Civile): "In Italia 5061 contagiati, 1145 più di ieri. Per vincere il virus
cambiamo il modo di vivere".
Le vittime oggi sono 233, ieri erano 197. I guariti 589, quindi 66 in più di ieri..
L'appello dell'Iss: "Basta superficialità, serve attenzione". In arrivo il decreto su nuove
zone rosse e gialle più diffuse.  Tensione nel carcere di Salerno.

ROMA -  E' del 29,24% l'aumento dei malati di coronavirus in Italia rispetto a venerdì. Si è passati dai 3.916 di ieri ai 5.061 di oggi. Il numero delle vittime, invece, è salito del 18,27%, dai 197 di ieri ai 233 di oggi. Quello dei guariti è salito del 12,62%, passando dai 523 di ieri ai 589 di oggi. E' quanto si evince dai dati diffusi da Angelo Borrelli della Protezione Civile nella conferenza stampa quotidiana sul coronavirus.

"Per vincere il virus dobbiamo cambiare modo di vivere", ha detto Borrelli in conferenza stampa. "No ad atteggiamenti superficiali. Serve grande attenzione e consapevolezza da parte di tutti" sono invece le parole del presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro. "Gli anziani - ha aggiunto - in virtù della loro fragilità, assumano un comportamento di protezione e si muovano meno possibile. Se devono muoversi evitino luoghi affollati e soprattutto non si rechino in sale di attese di studi medici, pronto soccorso o altri luoghi dove avvengono contatti stretti. Chi ha dispnea e febbre, specie se in età avanzata, chiami il proprio medico e chieda assistenza. Sono i due sintomi più frequenti per le persone che vanno incontro a decesso".

Per quanto riguarda la mortalità legata al virus i dati aggiornati confermano quelli del primo studio. L'età media dei pazienti deceduti e positivi a covid-19 è 81.4. Le donne sono 48 (31.0%). Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,6. I decessi avvengono in grandissima parte dopo gli 80 anni e in persone con importanti patologie pre-esistenti: nel dettaglio la mortalità è del 14,3% oltre i 90 anni, dell'8,2% tra 80 e 89, del 4% tra 70 e 79, dell'1,4% tra 60 e 69 e dello 0,1% tra 50 e 59, mentre non si registrano decessi sotto questa fascia d'età. Complessivamente, 21 pazienti (15,5% del campione) presentavano 0 o 1 patologia, 25 (18,5%) presentavano 2 patologie e 70 (60,3%) presentavano 3 o più patologie; per 19 pazienti non è stato ancora possibile recuperare ad oggi l'informazione. Ipertensione e cardiopatia ischemica si confermano le patologie più frequenti. Così sempre l'istituto superiore di sanità in una nota.

Il nuovo decreto in bozza: "Chiusa la Lombardia e altre 11 provincie".
Scuole chiuse nella zona rossa fino al 3 aprile.
Un nuovo provvedimento del governo estende la zona rossa. Spostamenti bloccati, permessi solo in caso di emergenza. Chiuse palestre, piscine e centri benessere, musei, centri culturali, cinema, teatri e stazioni sciistiche. Centri commerciali aperti solo dal lunedì al venerdì. Governatori critici. Fontana: "Direzione giusta, bozza pasticciata". Bonaccini: "Cerchiamo soluzioni più coerenti".
Sono state definite le nuove misure nazionali di contenimento dell'emergenza. Nell'articolo 1 della bozza del nuovo decreto del governo compare il divieto di ingresso e di uscita dalla Lombardia e da altre 11 province, e l'estensione delle zone controllate a Piemonte ed Emilia-Romagna. Nel dettaglio, le province diventate "zona rossa" sono le seguenti: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria. Tutte le nuove disposizioni sono valide dall'8 marzo fino al 3 aprile. Non pienamente soddisfatti i governatori di Lombardia ed Emilia Romagna. Attilio Fontana commenta: "La bozza del provvedimento del governo sembra andare nella direzione giusta ma non posso non evidenziare che sia a dir poco pasticciata". Più critico Stefano Bonaccini: "Ho chiesto al presidente Conte e al ministro Speranza, in una logica di leale collaborazione, di poter lavorare ancora alcune ore per addivenire alle soluzioni più coerenti e condivise".

Lucianone

Nuove riflessioni Del Venerdì - Le letture e le musiche ci salveranno in tempi di Covid 19

6 marzo '20 - venerdì                           6th March / Friday                          visione post -

mercoledì 4 marzo 2020

Società / attualità - Il virus Covid-19: la paura del contagio

4 marzo '20 - mercoledì                          4th March / Wednesday                       visione post - 6


(da la Repubblica - 28 febbraio '20 - Primo piano / di Michele Serra)
Quanto è piccolo il mondo del virus
- Nel pianeta brulicante l'isolamento perde di colpo la sua consistenza.
E il contagio serve a farci sentire, nel vivo della nostra paura, che
dal Po a Wuhan i passi sono pochi -
Si sa che il virus viaggia a bordo degli esseri umani, e dunque là dove gli umani si diradano ci
si sente, istintivamente, meno esposti al contagio. Nelle vallate appenniniche svuotate dall'indu-
strializzazione, l'isolamento - secolare svantaggio - diventa un beffardo sollievo.  Le misure di
sicurezza, come tante altre cose, sono a misura di città, dell'Italia inurbata, aggregata, densa,
laddove respirarsi addosso è la regola.  Mantenersi a due metri di distanza dalle altre persone,
evitare i luoghi affollati, considerare ogni promiscuità come un potenziale pericolo: in luoghi
dove ci sono più lupi e cinghiali che uomini, non sono avvertenze che possono lasciare il se-
gno.  Perchè la mascherina, se a fiatarti addosso non sono gli uomini, è la montagna?
  La zona rossa del Lodigiano è solo a mezz'ora di macchina ma a Sud del Po, quando la terra
si inarca e diventa Appennino, puoi camminare nei boschi o lavorare nei campi giornate inte-
re senza incontrare anima viva. A sera, nei bar e nelle trattorie, i telegiornali fanno l'effetto del
rapporto da un fronte lontano. Musei, cinema, teatri: chi li ha visti? Qualche cinema ancora c'e-
ra, fino a trent'anni fa, nelle cittadine di fondovalle.  Adesso niente, nemmeno una sala parroc-
chiale  Si conservano, in qualche antro buoi e deserto, mai più visitato se non dai proprietari,
i vecchi proiettori. Con ragnatele o senza a seconda della cura postuma. venne Pupi Avati, un
paio di estati fa, grazie al benemerito interesse della Cineteca di Bologna, a rendere omaggio
a quei cimeli, e a parlare in piazza, applauditissimo.
E dunque se l'isolamento deve essere la regola, in queste valli svuotate, così lontane da Roma
e non abbastanza vicine a Bologna, la tentazione di farne ragione di rivincita fa capolino, nei
primi giorni,nelle chiacchere serali. "Ci hanno lasciati soli? Meglio per noi". Ma dura poco.
Dura il tempo - due giorni? tre giorni? - di accorgersi che anche l'agricoltore, la parrucchiera,
il pensionato, lo studente, sono andati e tornati. Per luoghi, e da luoghi, che sono ben oltre il
Po e sovente anche oltre l'Italia. Che i pendolari sono tanti, lungo le strade di fondovalle, scen-
dono e risalgono, salgono e ridiscendono. Che i ragazzi vanno a studiare lontano. Che i charter
sono pieni di gente che non ha più il cinems in paese, eppure va in Paesi lontanissimi, per lavo-
ro o per svago.  Che ormai un quarto dell'umanità (un quarto!) prende l'aereo, cambia latitudine
e longitudine, sovverte il fuso orario. -  Un quarto dell'umanità, circa  due miliardi  di persone,
cioè quante ne bastano per rendere promiscuo oltre l'immaginabile un pianeta che ancora si af-
fida (disperatamente?) alla divisione di Nazione, Regione, Provincia, nella speranza di mettere
ordine in un caos brulicante di spostamenti, rapporti, scambi, conflitti, migrazioni. Adesso che
perfino  il Continente - se non come unità amministrativa, come entità geografica - oramai ri-
sulta inadeguato, superato dagli eventi...
Arrivano quassù, le prime notizie  di contagi  della porta accanto, contratti a valle. Il medico
che lavora in ospedale. La famiglia che è andata a cena dai parenti a X, e come poteva sape-
re? Addirittura il sindaco del paese accanto. Le persone che per lavoro incontrano altre per-
sone, nelle infinite assemblee, piccole e grandi, dove l'umanità amministra se stessa. Nessu-
no è davvero immune. Nessuno. - Ed ecco che l'isolamento perde di colpo la sua consisten-
za, diciamo la sua scorza.  Ci  si rende conto, nel bene e nel male, di essere  meno  soli  di
quanto si pensava. Si cammina nel bosco con diverso spirito,, in fondo al bosco c'è la stra-
da, in fondo alla strada il paese, oltre il paese il fondovalle, l'autostrada, il mondo. La pos-
sibilità di contagio (di TUTTI i contagi) è proporzionale all'energia del mondo, il brulican-
te mondo degli umani in movimento. Il contagio è morte (in minuscola percentuale) ma è
anche vita, l'inevitabile cozzo delle traiettorie, dei viaggi, dei corpi in movimento. Ti sen-
ti meno lontano, anzi molto più vicino al medico di Codogno, e al remoto pensionato di
Vò Euganeo (che viene dal latino vadum, guado, passaggio).
  Per mille volte  camminare nel bosco, da solo, ti ha fatto pensare, anzi ti ha fatto sentire,
che la sola lettura possibile del mondo è olistica, complessiva, tutto è in relazione con tut-
to. E appunto: sicome tutto è in relazione con tutto, è normale, anzi è giusto che il primo
brivido di sollievo (qui siamo in pochi! Qui siamo in salvo!) sia stato presto  corretto dal-
la percezione che no, nessun uomo è un'isola. Almeno a questo serve il contagio. Farci
sentire, nel vivo della nostra carne, e della nostra paura, e del nostro sacrosanto  rifiuto
della paura, che di qui al Po, e alla Cina, e all'Iran, i passi sono pochi.

Lucianone

domenica 1 marzo 2020

Riflessioni / commenti - CORONAVIRUS: l'Amuchina come sindrome, ovvero la paura di vivere

1 marzo '20 - domenica                          1st March / Sunday                           Visione post - 13

(da il manifesto - 28 febbraio '20 - community / di Sarantis Thanopulos)
La paura di essere contagiati dal Coronavirus ha un fondamento concreto: un rischio più alto di
morire rispetto alla normale influenza, specialmente se si è anziani e già sofferenti di altre malattie.
La paura reale di essere contagiati viene dalla voglia di vivere.
Il pericolo dell'infezione virale è associato a un pericolo incomparabilmente più catastrofico: il de-
grado ambientale a partire dalle variazioni climatiche, l'inquinamento e le pessime condizioni igie-
niche in cui vive la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Vista in questa prospetti-
va l'influenza  da Coronavirus  è solo  uno dei sintomi, il più immediatamente percepibile, di una
malattia del nostro modo di vivere , nei confronti della quale non si sviluppa una paura vera, effi-
cace che mobiliti la ricerca di soluzioni.  Siamo di fatto dissociati: la nostra attenzione  è  rivolta
alla possibilità di ammalarsi e non all'incuranza di cui siamo già ammalati  che  mette a repenta-
glio, in modo altrettanto reale e ben più grave, la nostra sopravvivenza fisica.
E' ovvio che il rischio (relativo) di morire oggi pesi pesi più di un rischio (più serio) di morire
domani. E' meno ovvio il fatto che la mobilitazione per far fronte al primo non tiene assoluta-
mente conto di una prospettiva più ampia che includa una politica preventiva nei confronti del
secondo. Le prescrizioni con cui si cerca di affrontare il contagio riflettono in modo inequivo-
cabile una mentalità che occupa un ruolo centrale nella genesi del degrado della nostra vita:
la logica dell'isolamento, della comunicazione remota, in cui la lontananza si finge prossimità,
l'ostilità verso ciò che non è addomesticato, metabolizzato secondo i codici della nostra auto-
referenzialità.  L'individuo isolato vive in un presente permanente, ha dimenticato l'ieri e non
si preoccupa del domani.
Le misure cautelari che portano a una restrizione del movimento nei focolai dell'infezione e
all'isolamento dei contagiati sono necessarie, ma il modo di intenderle da parte dell'opposi-
zione e del governo, sembra più dettato da una logica autoritaria, da "stato d'eccezione", di congelamento degli scambi e dei rapporti, per la prima (l'opposizione), e  da una logica  di
difesa dalle accuse di mancanza di rigore e di inefficienza, per il secondo (governo).
Gli appelli dei medici che si occupano dei contagi ad abbassare i toni, sono stati ignorati o
zittiti da virologi mediatici che danno la loro battaglia in televisione.  Non è questo il mo-
do migliore per approntare un sistema efficace di contenimento della diffusione del virus,
che non sia prevalentemente reattivo; questa è piuttosto la strada per incentivare la paura
nei confronti dell'untore.  La psicologia del coprifuoco, le tonnellate di amuchina con cui
si aspira di candeggiare la propria vita, le mascherine che  dovrebbero  essere  usate  per
non contagiare e vengono, invece, usate per non essere contagiati, illuminano la tenden-
za strisciante a chiudersi ai legami con gli altri, a cui la presenza del virus ha offerto l'ali-
bi necessario per manifestarsi apertamente.  Quando ci si ritira  dalla vita, contraendosi
psichicamente, si temono come destabilizzanti la sua complessità e imprevedibilità. Co-
sì la paura di essere ammalati di una cosa concreta può essere facilmente infiltrata dalla
paura , che prende silenziosamente il sopravvento , di essere ammalati di qualcosa di in-
definibile, intrusivo  che se ci riuscisse  a mettere davvero a fuoco si rivelerebbe essere
il vivere stesso.
Il mondo globalizzato è chiuso all'alterità, al nostro contatto coinvolgente, profondo con
gli altri. Il desiderio è diffusamente vissuto come esposizione pericolosa all'altro e perce-
pito come contagio di cui egli è portatore. Per ciò le nostre paure tendono a essere incon-
sciamente conformate alla paura della contaminazione e quando un'infezione virulenta
fa la sua apparizione , funziona come un cerino acceso nel barile di petrolio.

Lucianone