giovedì 23 agosto 2018

SPORT - calcio / Serie A - 1^ giornata 2018/19

23 agosto '18 - giovedì                      23rd August / Thursday                   visione post - 16

Risultati delle partite
Chievo     2     Lazio     1     Torino   0     Bologna   0     Empoli     2     Parma     2
Juventus   3     Napoli   2      Roma   1      Spal         1     Cagliari   0     Udinese   2 

Sassuolo   1     Atalanta     4     Milan      Sampdoria
Inter         0     Frosinone   0     Genoa     Fiorentina    RINVIATE


 Lucianone  

lunedì 20 agosto 2018

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

20 agosto '18 - lunedì                          20th August / Monday                    visione post - 22

GENOVA - Il disastro del crollo del ponte Morandi
Il pilone rimasto scricchiola: sospeso il recupero dei beni in case sfollati
La Procura è pronta ad autorizzare l'abbattimento in caso di 
concreto pericolo.
GENOVA. Stop al recupero dei beni nelle case di Sampierdarena. Torna la paura: scricchiolii sono stati uditi, nella notte e stamani, provenire dal moncone est di ponte Morandi e per questo motivo, in via precauzionale, i vigili del fuoco hanno deciso di interrompere le operazioni di recupero delle masserizie e degli oggetti personali dalle abitazioni evacuate. A dare l'allarme sono stati  alcuni cittadini. E' stato escluso che fossero rumori causati dal vento e sono stati attivati accertamenti tecnici ancora in corso. La zona rossa rimane interdetta anche ai mezzi di soccorso in attesa dei risultati delle verifiche.
Scricchiolii dal ponte Morandi, stop al recupero dei beni nelle case 
Le case di Sampierdarena, sotto il ponte Morandi

Genova - crollo ponte Morandi e concessione Autostrade
Nazionalizzare Autostrade è quasi impossibile / Salvini: "Votai il salva Benetton, ma altri
non hanno vigilato. Si alla nazionalizzazione" / Giorgetti frena: "Tornare a gestione pubblica
non mi convince" / Governo pensa a legge per togliere la concessione ad Autostrade / Servi-
ranno 40 anni per ripagare la nazionalizzazione / Renzi: "Un boomerang il giacobinismo anti
Pd. Chi dice il falso pagherà. Hanno usato la tragedia di Genova per attaccare l'opposizione".
Delrio: "Aumentammo le manutenzioni dell'80%".

CalabriaParco del Pollino
Cosenza
Ci sono almeno 10 vittime tra gli escursionisti travolti dall'omdata di piena del
torrente Raganello a Civita di Castrovillari, in Calabria.
I due gruppi, in gran parte provenienti da Brescia, Bergamo e Milano, sono stati sorpresi dalla piena nell'area delle gole del Raganello. In salvo 23 persone, ci sono dispersi. Si temono altri morti. Sul posto vigili del fuoco, soccorso speleo-fluviale, carabinieri e protezione civile 

Latina - aggressione immigrati
Spari su bracciante immigrato: colpito dai piombini di fucile ad aria compressa.
I colpi da un'auto mentre l'uomo andava in bicicletta sulla Pontina.

Catania - La  nave Diciotti e gli immigrati
la nave Diciotti ferma in porto a Catania, ma nessuno scende / "Solo scalo tecnico" /
Salvini contro Toninell:  "I 177 a bordo non possono sbarcare a Catania".
Il ministro dei Trasporti aveva dato l'autorizzazione. La procura di Agrigento apre un'inchiesta. I migranti confermano: "I maltesi ci hanno accompagnato verso Lampedusa"

Nave Diciotti, Salvini contro Toninelli: "I 177 a bordo non possono sbarcare a Catania"





LAMPEDUSA -. La nave Diciotti, con il suo carico di 177 persone, è arrivata in tarda serata a Catania, ma Salvini non intende autorizzare lo sbarco dei migranti finché non verrà trovata una soluzione a livello europeo. L'indicazione del porto di attracco era arrivata dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. A stretto giro la comunicazione del Viminale: "il ministro Salvini non ha dato né darà alcuna autorizzazione allo sbarco dei migranti sulla nave Diciotti, finché non avrà certezza che i 177 andranno altrove".
"La nave Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della Guardia costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l'Europa faccia in fretta la propria parte", ha scritto su Twitter Toninelli. La nave è arrivata, dunque, a Catania e lì dovrà fermarsi. I migranti non potranno toccare terra: dal Viminale "attendono ri sposte dall'Europa". Fino a quel momento, dalla Diciotti non scenderà nessuno.

Vaticano - Le vittime di abusi
Pedofilia: Papa Francesco in Irlanda incontrerò vittime di abusi.
sabato il pontefice in preghiera alla cattedrale di Saint Mary a Dublino, dove
una fiaccola ricorda le violenze.

Usa - Attacchi hacker
Microsoft: sventati nuovi attacchi hacker / Obiettivo: siti conservatori ostili
alla Russia / L'allarme per le elezioni di midterm
L'annuncio dell'azienda di software a poche settimane dalle elezioni di medio termine: obiettivo siti internet di gruppi conservatori americani ostili al Cremlino. Coinvolti anche gli ex candidati presidenziali McCain e Romney. Il presidente dell'azienda: "Internet è diventato un modo per alcuni governi di rubare e manomettere i sistemi di voto"
NEW YORK - Microsoft ha annunciato oggi di aver sventato una serie di attacchi informatici russi volti a influenzare le elezioni di medio termine negli Stati Uniti. Secondo l'azienda di software Usa alcune unità informatiche legate a Mosca e alle sue fabbriche di troll, di nome "Strontium", "Fancy Bear" e "APT28", hanno provato a raggirare un numero imprecisato di utenti Internet americani duplicando alcune piattaforme ufficiali di gruppi e organizzazioni americane, come i siti di think tank conservatori Hudson Institute e International Republican Institute che negli ultimi tempi sono stati molto critici nei confronti del Cremlino e anche dell'operato di Donald Trump.

Gli hacker, spacciandosi per siti o invio di email legati a queste associazioni, hanno provato a rubare dati personali e password. Coinvolti due celebri repubblicani molto critici nei confronti di Trump e dei legami con Mosca, e cioè il senatore di Arizona John McCain e l'altro ex candidato alle presidenziali, Mitt Romney. Non è chiaro l'effettivo impatto di questi attacchi informatici legati a Mosca sulle prossime elezioni di "mid term". 


Nuova Zelanda - stipendio parlamentari
La premier Ardern: "Troppe disuguaglianze, lo stipendio dei parlamentari
sarà tagliato" / Il "messaggio forte" dopo le proteste di insegnanti e dipendenti
pubblici che chiedono l'aumento.

Lucianone


giovedì 9 agosto 2018

STORIE / società italiana - Quando i nostri migranti andarono in America

9 agosto '18 - giovedì                      9th August / Thursday                    visione post - 21

Donne che allattano, ragazzini, vecchi analfabeti. Su una nave,
più di cento anni fa, che portava gli italiani in America

(Espresso, 24 giugno 2018 . Dentro e fuori / Bernardo Valli)
EMIGRARE SENZA SCARPE
Dedico questa rubrica a Edmondo De Amicis. Cedo largo spazio a brani di un libro,
spacciato per romanzo, ma in realtà racconto di viaggio, che centotrent'anni dopo la
prima pubblicazione ridiventa d'attualità. E a ridargliela sono i migranti.    Al posto
degli extracomunitari d'oggi che angosciano molti governi e non abbastanza coscien-
ze ci sono cittadini dell'Italia da poco unita  che ha appena recuperato  con orgoglio
Roma come capitale.    De Amicis ha trentotto anni nel 1884, quando si imbarca sul
piroscafo "Nord America" diretto in Argentina. E a bordo ci sono millecinquecento
emigranti provenienti da tante contrade della penisola.  In "Sull'Oceano" (del qua-
le Garzanti è l'ultimo editore e www.liberliber.it il primo editore elettronico) De Ami-
cis li descrive già nel porto di partenza.
"La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come 
cani, per le starde di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, don-
ne con bambini alla mammella, , ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la
piastrina di latta dell'asilo infantile passavano portando quasi tutti  sacche e valigie
di ogni forma alla mano o sul capo, e il numero della cuccetta stretto fra le labbra. 
Delle donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fa-
gotti coi denti; delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciam-
pare nelle traversine del ponte, mostravano le gambe nude  e  stecchite; molti erano
scalzi e portavano le scarpe appese al collo".
Quasi un secolo e mezzo dopo, basta 2cambiare le origini, la nazionalità dei migranti.
Anche allora affondavano le navi nell'Atlantico. I clandestini non mancavano, ma non
rappresentavano un fenomeno di massa. Capitava che gli organizzatori dei viaggi sbar-
cassero i migranti sulle coste tunisine facendo credere che fossero quelle americane.
Anche allora c'erano gli scafisti bricconi, non c'erano invece i soccorritori  delle Ong.
Leggendo il De Amicis del 1884 ritrovi non pochi tratti della cronaca d'oggi.
Ce n'eran di quelli, scrive, che non avevano più mangiato un pezzo di carne da anni,
che non avevano mai posato le ossa sopra un letto, pur avendo lavorato da anni con
l'arco della schiena.  Arrivavano  in America  con  due scudi  in tasca, e ogni giorno 
mettevano da parte in un sacco un poco di galletta, per avere qualcosa da rodere una
volta arrivati a terra, e non dover chiedere l'elemosina, nel caso non avessero trovato
subito un lavoro. Temendo che gliele rubassero, alcuni tenevano legate intorno ai pie- 
di con lo spago le scarpe in pezza, e di notte le mettevano sotto la testa.
Nei ventidue giorni di navigazione, Edmondo De Amicis ha provato un senso di umi-
liazione davanti ai passeggeri stranieri, che come lui vivevano  nel lusso della prima 
classe. I loro giudizi pieni di compassione per gli italiani accalcati nelle stive, le loro
esclamazioni di stupore nel vedere europei in quelle condizioni, gli suonavano come 
ingiurie.  All'arrivo in America, durante i controlli sanitari, gli emigranti sfilavano
lentamente sul ponte della nave, e lui, De Amicis, ebbe l'impressione  di assistere  a
una processione triste. La numerazione della folla "come di un armento del quale
non importava a nessuno conoscere i nomi", gli fece pensare che tutta quella gente
fosse contata per essere venduta, e che non sfilassero cittadini di uno Stato europeo,
ma vittime di una razzia di ladri di carne umana compiuta su una spiaggia d'Africa
o d'Asia.
"Molti erano puliti e vestiti dei panni migliori, che avevano tenuto in serbo per quel 
giorno, per l'arrivo in America, altri erano più cenciosi che alla partenza, imbratta-
ti di tutto il sudiciume raccattato strusciandosi  per tre settimane  in tutti gli angoli
del bastimento. Avevano le barbe lunghe, il collo nudo, le dita dei piedi  fuori  dalle
scarpe, più d'uno si teneva la giacchetta senza bottoni, per nascondere il petto villo-
so.  Vecchi inarcati, ragazze e ragazzi di vent'anni, operai col camiciotto di lavoro, pa-
stori con lunghe capigliature, contadini caòlabresi e donne brianzole  con le raggere di
spille nelle tyrecce avanzavano lentamente, l'uno mettendo il piede sull'orma dell'altro,
come comparse su un palcoscenico, in uno spettacolo rappresentante la fuga di un po-
polo".  Le comparse non sono più le stesse.

Lucianone

Personaggi - Emiliano Sisto, Il collezionista del '68

9 agosto '18 - giovedì                       9th August / Thursday                       visione post - 24


(da la Repubblica - 6 agosto '18 - Brunella Giovara / Milano)
Cos'è stato il '68? Mah, chi può dirlo davvero. I documenti lo possono spiegare bene. a
saperli leggere, e intanto ci vuole qualcuno che li raccolga, come sta facendo Emiliano
Sisto, 44 anni, uno che non c'era ma ha la passione di raccattare e catalogare volantini
e manifesti, libri e opuscoli, e persino dischi, tipo Gli Sfruttati e  Padroni ci volete spa-
ventare, "due canzoni sindacali di Franco Rusnati" edite da "I dischi del Sole", il coro
era degli operai della Breda di Sesto San Giovanni, e chissà se qualcuno ne ha altri in
cantina.  Se qualcuno ne ha, e francamente non sa più che farsene, potrebbe contatta-
re Sisto, che da un anno ha messo su una pagina Facebook che si chiama Lunga Rab-
bia e lì ha cominciato a pubblicare tutto quello che negli anni ha comprato, o trovato,
o avuto in regalo, come "la cassa di documenti che mi è arrivata da Napoli, era roba
del capo ufficio propaganda del coordinamento dei comitati di lotta operaia, tra Na-
poli, 67 fino al 1973Secondigliano e dintorni, dal '67 fino al 1973, un pezzo di storia".
Il suo è un archivio privato - 10mila pezzi circa - tra politica e controcultura, conservato
in uno studio che si affaccia sul soggiorno di casa, dove una moglie paziente sopporta 
un leggero odore di muffa, tutta roba che arriva da cantine e robivecchi, o librerie anti-
quarie che di colpo si trovano davanti anzichè una cinquecentina, un libretto che si in-
titola Eni - Petrolio e lotta di classe, a cura "del collettivo Eni".   Che farsene? E poi:
quanto può valere? Sisto può dare un suo parere, forte della esperienza che si è fatta 
negli anni, studiando molto e rubando molto tempo al lavoro . settore finanza - ma da
quando ha aperto la pagina Facebook è stato tutto un "ti mando delle cose, non so più
che farmene", oppure "che peccato, mio figlio ha appena buttato via tutto". 
Venticinquemilacinquecento followers, non è poca roba, uno scrive "non ho mai condi-
viso le idee, ma è un'autentica pagina di storia, mi riporta indietro nel tempo, in quella
Milano che nei filmati oggi si vede solo in bianco e nero, ma noi giovani di allora la sa-
pevamo  dipingere  con i nostri ideali, le nostre diversità, e quella voglia di vivere che
nella generazione di oggi stento a trovare". -  Non c'è solo Milano, naturalmente. Nei
volantini, fogli sparsi, ciclostilati, numeri unici, giornali e riviste (tutta Lotta Continua,
tutto Re Nudo, e anche A/traverso, la rivista dell'ala creativa  dell'autonomia bologne-
se) e foto sono rappresentati i movimenti di contestazione della sinistra rivoluzionaria
dal 1965 al 1980, "ossia il lungo '68 italiano".  Un "flash sugli anni 70", scrive una let-
trice, si presukme ragazza in quegli stessi anni di lotte e occupazioni, scioperi e mani-
festazioni, cortei, arresti e voglia di esserci - quando la parola impegno non era casua-
le - di partecipare, "cosa che purtroppo oggi non vedo più succedere", dice Sisto. Lui
non c'era, essendo nato nel '73, ma figlio di un "papà che ha fatto il '68 a Pisa nel mo-
vimento studentesco, poi entrato nel gruppo Fiat, dirigente della Magneti Marelli a 
Sesto San Giovanni", uno che raccontava cose interessanti, da lì è nata  la passione
per un'epoca "secondo me poco studiata e con molte ricostruzioni ideologiche".
Non sono uno storico e nemmeno un archivista, ma ho capito che nella storia d'Italia
c'è una specie di buco, ad un certo punto si passa dalla Seconda Guerra Mondiale al-
l'oggi , e sembra che di quegli anni non si voglia parlare". Delle carte di allora, essen-
do Internet ancora lontano, "molto è andato distrutto, o semplicemente perso. Qual-
cosa salta fuori nei mercatini delle pulci  o  dalle cantine sgomberate", dove talvolta 
affiora anche molto altro, non solo ricordi del tempo che fu. "Molto arriva da ex mi-
litanti, una signora del movimento studentesco di Scienze e Chimica di Palermo  mi
ha mandato documenti sulle richieste degli studenti, anni '68- 69', le matrici origina-
li per il ciclostile".   Da Cinisi  sono arrivati  i volantini  che  Democrazia Proletaria
stampò per la morte di Peppino Impastato, era il 1978. Molte foto, come quelle di Di-
no Fracchia al Parco Lambro, alcune addirittura a colori, molte dell'archivio Farabo-
la, si vedono i funerali delle vittime di Piazza Fontana, davanti al Duomo  tutto nero
di gente in piedi. E il funerale del commissario Calabresi, il furgone che passa per via
Fatebenefratelli tra altrettanta gente, muta. Ci sono le immagini di Dario Bellini, i di-
sordini a Campo de' Fiori lo stesso giorno in cui morì Giorgiana Masi.  Scatti mai vi-
sti, spesso, foto degli scontri di via De Amicis a Milano, ragazzi che corrono, striscio-
ni: "Il goverso che licensia e uccide", "Siamo noi donne che dobbiamo gestire il no-
stro corpo", "La casa è un diritto", e poi un tizio  con un elegante loden  che vende
Senza tregua.
Poi, c'è il terrorismo.  Sisto  custodisce pezzi rari, come Nuova Resistenza, due soli 
numeri, aprile e maggio 1971. Nella redazione ci sono Franceschini, Curcio, Cagol,
il guppo fondante delle Brigate rosse (pezzi trovati in un mercatino di Milano). "Mi
affascina sapere  e  capire perchè persone normali, e anche intelligenti, finirono per
prendere le armi", dice lui, che ha una curiosità solo storica, e la capacità di stuoir-
si ancora, nonostante i molti libri studiati.  "Il mio obiettivo è preservare questo ma-
teriale dalla distruzione, utilizzarlo per divulgarlo, per farne cultura", e chissà che
non ci riesca davvero.

Lucianone

lunedì 6 agosto 2018

Società - Stati Uniti / L'illusione dell'autodifesa

6 agosto '18 - lunedì                         6th August / Monday                       visione post - 15

(da la Repubblica - 17 luglio '18 - Vittorio Zucconi / Washington)
P armi da fuoco, più morti innocenti. Tutto qui. Bambini, studrnti, familiari, bersagli 
stragisti, suicidi, incidenti, questa semplice equazione che da 40 anni la lobby americana
delle armi cerca di nascondere spendendo tre milioni all'anno per sopprimere ricerche  e
comprare parlamentari, dovrebbe essere l'inizio e la fine di ogni illusione e di ogni discus-
sione sulla "difesa a mano armata". Ma non lo è.   Avvinghiata alla Costituzione che sem-
bra - ma nel tempo l'interpretazione è variata - concedere a ogni cittadino il diritto di por-
tare armi e appesa al falso senso di sicurezza che stringere in pugno il calcio di un'automa-
tica o imbracciare un fucile semiautomatico produce - lo so, l'ho provato, è un sentimento
intossicante - la "gun culture", la cultura della pistola, vende legalmente  dieci milioni  di
armi da fuoco ogni anno per 12 miliardi di dollari. E delle 36mila persone che cadono sot-
to i colpi al ritmo di quasi cento al giorno, la percentuale di criminali violenti formato da
cittadini  armati  per  legittima  difesa, o per legittimo sospetto, è microscopica, ridotta a
qualche caso aneddotico. Quella pistola, quell'AR, il fucile d'assalto, uccidono chi li pos-
siede più che chi li aggredisce. Non basta un articolo di giornale per riassumere e illustra-
re i 62 studi accademici migliori, quelli che non servono cioè interessi o pregiudizi politici,
selezionati dagli anni '90 a oggi, per dimostrare  la ovvietà di un rapporto  di causa ed ef-
fetto che la logica illustra e la paura nasconde dietro l'illusione dell'autodifesa. Dal 1992,
quando il Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta tentò di completare senza suc-
cesso una ricerca definitiva sulla relazione fra armi e vittime e fu aggredito dalla Nra, la
lobby degli armaioli che scatenò una campagna nazionale accusando il Centro di "scien-
za spazzatura", la diffusione delle Glock, Colt, Armalite è cresciuta. E con essa il nume-
ro di vittime, confermando un antico proverbio: "Quando un proiettile lascia la canna, 
non ha più amici o nemici, ma 16, bersagli".
I casi singoli - il padre che fredda in Texas il figlio che rientrava a casa di nascosto nella
notte scambiato per un intruso, il bambino che gioca con la pistola di papà, la lite fami-
liare per "futili motivi"  che degenera in sparatoria  per la presenza  di un'automatica in 
casa - non escono neppure dal nido delle notizie locali. Esplodono invece le stragi, quelle
che un tempo prevedevano almeno quattro vittime per essere definite tali e oggi sono sce-
sce a tre morti, vista la diffusione, che increspano la superficie dell'opinione pubblica, ac-
cendono lumini, producono marce e omelie, prima che l'acqua si quieti e tutto torni come
prima. Con un effetto paradossale: se la politica o l'opinione pubblica si agitano e mostra-
no segni di risveglio dall'incantesimo a mano armata, la vendita di armi schizza in alto.
Nel 2016, quando l'elezione di Hillary Clinton, favorevole a una limitazione del commer-
cio, sembrava imminente, gli armaioli vendettero cifre record, 12 milioni di pezzi. E' un
gorgo irresistibile, nel quale ogni tentativo di introdurre elementi di moderazione senza
intaccare l'apparente dettato della Costituzione viene inghiottito  e che la lobby alimen-
ta, senza fare distinzione tra Repubblicani e Democratici. Perchè nessuno, negli stati del 
Sud, rischia la trombatura per denunciare l'insensatezza di norme che permettono in al-
cuni casi di portare con sè le armi nascoste e autorizza a sparare nel "sospetto" di esse-
re minacciati.  Non ci sono politici progressisti o conservatori che osino prendere di pet- 
to la lobby che ora sta raggiungendo anche il governo italiano attraverso Matteo Salvini,
ma non soltanto perchè hanno le tasche profonde  e  la spregiudicatezza di osare  senza
pudore. Non osano perchè il dogma del libero possesso di armi è ormai nel tessuto della
cultura popolare. Se smagliature si aprono, come accadde dopo il massacro di Parkland,
in Florida, che ha portato centinaia di migliaia di giovani  a Washington per piangere e
promettere mobilitazione, le volpi della politica, a partire da Trump idolo della Lobby,
spendono qualche buona parola, invitano a pagare, promettono qualche lodevole modi-
fica a norme che permettono anche ai casi psichiatrici di acquistare armi e poi aspetta- 
no che il mare si calmi.  Le ricerche dicono che soltanto fra i giovanissimi sotto i 24 an-
ni l'opposizione alle armi è forte, ma con l'aumentare dell'età il richiamo West torna e
gli anziani vogliono restare aggrappati alle loro pistole e fucili, fino a quando "qualcu-
no me le strapperà dalle mie mani fredde" come disse Charlton Heston, il "mosè" che
divenne il volto e la voce mistica degli spacciatori di armi.  E i vecchi, a differenza dei 
giovani, votano, garantendo la maggioranza ai pro-gun.  L'illusionme dell'autodifesa,
della propria casa trasformata in fortezza, è troppo seducente, troppo elementare, so-
prattutto nel tempo della paranoia sapientemente sfruttata e moltiplicata dalle infezio-
ni del Social e delle notizie false, contro le orde di assassini, stupratori, gangster, rapi-
natori riversati dalle invasioni apparenti di immigrati illegali.  Un'anziana sigora ag-
gredita da un immigrato  fa esplodere la collera  e  fa fiondare cittadini da armaiolo 
per spendere i 1200 dollari per una Glock, la pistola preferita del momento. Su quel-
l'aggressione, la lobby costruirà cattedrali di paura, monumenti di voti e camionate
di dollari. Sui bambini della elementare del Connecticut stroncati da un giovanotto
armato (dalla mamma) come Rambo, lumini, veglie e lacrime. 

Lucianone

giovedì 2 agosto 2018

L'Opinione del Giovedì - Tanto odio, risentimento e carica di propaganda da questi nostri governanti populisti-sovranisti

2 agosto '18 - giovedì                         2nd August / Thursday                 visione post - 23

Prima delle elezioni del 4 marzo '18: 
da un sacco di mesi prima  e  dunque  già nel bel mezzo  dell'anno 2016  i  leader  allora all'opposizione, e soprattutto quelli di Cinquestelle e della Lega, continuavano a martel-
lare ogni giorno il governo del Pd di Renzi sulla urgente necessità di elezioni visto anche
e in maggior maniera che il governo Renzi era stato formato (e si allungava) senza il ve-
ro consenso degli elettori in quanto non c'erano state elezioni in Italia, ma si basava uni-
camente sulla vittoria del Pd alle elezioni europee superiore al 40 per cento. Ed era stata
in  effetti l'ultima vera vittoria di Renzi e della sua sinistra, da cui erano partite le illusio-
ni che sia in Italia che in Europa si potesse iniziare una nuova fase della socialdemocrazia guidata dal partito di Renzi. Tutto ciò si dimostrò in seguito fallace e, appunto, completa-
mente  illusorio. Anzi da lì iniziò una nuova fase di lotta e battaglia senza sosta  contro il 
centro-sinistra in Italia guidata del movimento populista Cinquestelle e del partito leghi-
sta di Salvini che si stava sempre più trasformando da movimento Nord Leghista  e  pro
Padania unita a vero e proprio partito della Lega (senza il Nord antiterroni) e andando
infine a convertirsi, nel corso del 2018, in partito sovranista-populista.
Dopo le elezioni del 4 marzo '18:
a seguito della sonora, e in buona parte prevedibile, sconfitta del Pd ma nello stesso tempo
della mancanza di una maggioranza piena che potesse portare al governo da soli  o il cen- 
tro-destra o i Cinquestelle, è iniziata una lunga tortuosa trattativa  (durata circa 3 mesi),
che alla fine si è risolta portando al governo insieme Lega e M5S, che tuttora governano
con un premier, Conte, che è l'espressione del compromesso delle due forze politiche più
che essere un leader indipendente-autonomo, quindi nella sua piena funzione. Situazione 
già questa abbastanza anomala nel panorama europeo.  Ma situazione  perfettamente in
linea con una tendenza europea che vede i populisti e sovranisti in ascesa sulla scia dei go-
verni populisti-sovranisti di Ungheria, Polonia, Slovenia e che sono quelli  che più  di tut-
ti rifiutano (in parte insieme all'Austria) di condividere le quote di migranti con gli altri
paesi europei. Si sa che il populismo è cavalcato dalle destre e da movimenti tipo M5S ed
è ispirato da sentimenti di rivoluzione "illiberale" (In Ungheria il leader Orban la chia-
ma con orgoglio "democrazia illiberale"), per cui si vuole cambiare radicalmente il vec-
chio establishment sovvertendolo con regole nuove e spesso del tutto opposte a quelle del
vecchio 'regime'. Insomma si tenta di cambiare il sistema democratico parlamentare con
qualcosa di nuovo e che comunque contiene già in partenza un substrato autoritario/pre-
costituito, che va oltre la democrazia e si proietta verso posizioni intransigenti di potere.
E per arrivare a queste prevaricazioni nei confronti della democrazia  si parte oggi  dal
twittare ogni due secondi, nel comparire in tv ogni mezz'ora predicando l'odio con tanto
di risentimento, che ormai non è più represso, e magari con parole che sostituiscono gli
schiaffi, ed è grave che ciò venga portato avanti da chi deve rappresentare le istituzioni.
Del resto in uno dei post precedenti a questo, avevo fatto notare il clima che si era anda-
to a respirare con una campagna elettorale infarcita di parole e atteggiamenti cariche/i
appunto di odio e risentimento nei confronti degli avversari politici, e che poi si era an-
dato a propagare nella piazza. Che poi gli stessi vice ministri al governo abbiano fatto
e continuino a fare propaganda elettorale e non riescano a portare a soluzione i proble-
mi gravi che affliggono il nostro Paese, è un dato di fatto.
- Luciano Finesso -

Lucianone